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Autore: blackswam    11/08/2013    5 recensioni
Lui era innamorato e ancora tutt'oggi l'ha ama ancora.
Con il suo rivale fuori dai piedi le cose sono ancora più facili.
Il suo nome è Leon Vargas, diciassette anni, alto e magro, capelli castani e occhi di un verde smeraldo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oneshot- Leonetta.


Lui era innamorato e ancora tutt'oggi l'ha ama ancora.
Con il suo rivale fuori dai piedi le cose sono ancora più facili.
Il suo nome è Leon Vargas, diciassette anni, alto e magro, capelli castani e occhi di un verde smeraldo.
Un bel ragazzo non c'era alcun dubbio. Tutte le ragazze stravedono per lui soprattutto una in particolare. La sua fiamma, l'amore della sua vita, la ragazza per cui lui donerebbe tutto se stesso.
Però la ragazza era molto confusa. Lei l'amava ma il suo cuore batteva anche per un altro ragazzo.
Thomas Heredia, trasferito in Spagna circa un anno fa. Durante le vacanze la ragazza ha avuto il tempo di pensare molto ai due prendendo una decisione. Ritornata a scuola rincontra Leon con tutto il suo splendore. Era cresciuto, i suoi capelli erano diventati più corti e aveva aggiunto un bel ciuffo davanti, i suoi occhi verdi sono sempre gli stessi.
Luminosi e impenetrabili.
Per lei l'istinto di baciarlo era troppo forte, voleva stringerla e dirgli che questa estate l'aveva pensato molto e solo adesso si era accorta dell'errore commesso. Ma con quale coraggio poteva dirgli una cosa del genere, se un anno fa gli aveva categoricamento detto che non voleva stare con nessuno e che non era pronta per l'amore.
Leon, invece, vedendola di nuovo nel suo cuore la fiamma che per anni l'aveva tormentato si stava riscaldando. In cuor suo cercava di colmare tutto quel calore, ma non poteva. Non poteva mentire a se stesso. Quella ragazza è ancora importante per lui.
La guarda da lontano mente conversa con le sue amiche. E' cambiata adesso è diventata molto più donna. Invece dei suoi lunghi capelli adesso li porta corti con dei piccoli ricci, era diventata più alta, e anche più bella.
Si avvicina da dietro e le porta le mani sugli occhi.
<< Chi potrò mai essere?>>
<< Mmh, Andres?>>
<< No, riprova.>>
<< Maxi?>>
<< Sbagliato ancora. Su che non è difficile.>>
<< Ma certo tu sei l'idiota. Leon.>>
Le da un leggere pugno in testa e lei si gira verso di lui. Per un tempo interminabile si guardano nei occhi. Il castano che si mischia nel verde.
<< Mi sei mancata.>>
<< Anche tu.>>
Si sorridono a vicenda ammirandosi di come il tempo sia passato anche per loro. Ha interrompere il momento magico e Francesca che con la sua allegria riesce a spezzare la forte tensione.
<< Quanto mi siete mancato ragazzi.>>
Li abbraccia entrambi stringendoli a se con tutta la forza. Francesca è una ragazza bisognosa di affetto. Da dietro i capelli di Francesca i due continuavano a guardarsi sorridendo ogni tanto.


****



Terminate le lezione tutti i ragazzi decidono di rincontrasi tutti insieme in un nuovo locale aperto vicino alla scuola. Le ragazze era nelle loro rispettive stanze occupate a preparasi per la serata. Violetta invece era occupata a mettere a so quadro tutta la sua camera, per decidere cosa indossare. Era indecisa per quattro completi e ancora nessuno li convinceva completamente.
Doveva fare colpa quella sera. Doveva riconquistarlo.
Dopo ore e ore optò per un vestito abbastanza lungo che gli arrivava fino alle cosce, scarpe a ballerina che si intonava con il colore degli orecchini, una cintura nera intorno al vestito bianco e un paio di bracciali.
Fa un giro su se stessa davanti allo specchio e poi sorride. Il padre con le braccia incrociate era appoggiato allo stipide della porta è la guardata meravigliato.
<< Assomiglia sempre di più a tua madre.>>
Le bacia la fronte dolcemente e augurandole una buona serata e si rinchiude nel suo studio. La ragazza contenta di come le cose sono cambiate nella sua vita finalmente esce.
Le ragazze l'aspettavano sotto casa sua elettrizzate per la serata. Per tutto il percorso non la smettevano di parlare della vacanze e degli nuovi incontri fatti durante essa. Arrivati nel locale si guardano intorno in cerca di qualche faccia familiare. Intravedono Nata, Maxi, Ludmilla e Andres seduto in un tavolo a conversare.
Li raggiungono allargando ancora di più al conversazione. Alcuni non sono potuti venire dovuto ad alcuni impegni precedenti altri invece arrivavano con minuti di ritardo. Violetta che per tutto il tempo era rimaste estranea alle conversazioni guardava intorno in cerca di qualcosa, o meglio qualcuno. Quando in lontananza la figura di un ragazzo con il volto molto familiare non le fa tornare il buon umore.
<< Leon, siamo qui.>>
Poi si aggiungono anche Brodway e Marco. La serata di conclude con brindisi e risate. La maggior parte delle persone presenti non riusciva a restare in piedi. Era quasi tutti ubriachi. Tra questi troviamo anche il giovane Leon che quella sera si era dato alla pazza gioia. Andres ha dovuto trasportarlo fino a scuola quanto poi toccò a Violetta trasportarlo.
Infatti il ragazzo per tutto il tempo non aveva fatto altro che invocare il nome della ragazza e visto che la casa del moro e la sua più o meno sono vicine toccava lei accompagnarlo.
Prende le chiavi dalla tasca, entra in casa e lo posa sul letto. Per tutto il tempo il ragazzo non aveva fatto altro borbottare parole senza senso. Quando la ragazza stava per andare il Leon l'afferra per il bordo della maglia.
<< Non andare. Non lasciarmi solo.>>
Violetta confusa dalla richiesta del ragazzo decide di accontentarlo sedendosi accanto a lui accarezzandogli i capelli.
Gli occhi color verdi si chiudono lentamente beandosi di quel calore e del piacere che gli provocavano quelle carezze. Le labbra si tramutano in un mezzo sorriso. Violetta alla vista di quella labbra così invitanti le fa combaciare. Gli morde il labbro inferiore succhiandolo un po'. Bramava quelle labbra più di quando credesse.
Il bacio comincia ad essere ricambiato, infatti il ragazzo era ancora sveglio, e sentendo quelle labbra al contatto con le sue decide di lasciarsi andare. Appoggia le mani dietro la nuca della ragazza approfondendo il bacio. Le loro lingue si chiamavano, si desideravano.
Affannati si staccano per prendere un po' di respiro e poi ricominciare.
Le labbra di lui scendo fino al collo della ragazzo mordendolo e poi succhiare proprio su quel punto, scende sempre di più sul corpo della ragazza levandogli completamente il vestito beandosi di quel corpo perfetto. La sua lingua scende fino alla pancia della ragazza, le leva le scarpe per poi dedicarsi di nuovo alle sue labbra.
La ragazza gli leva la camicia, gli bacia il petto per poi spostare la sua attenzione sul capezzolo del ragazzo. Lo morde leggermente mentre un gemito esce dalla bocca dell'amato. Nei loro occhi si poteva leggere amore, passione, desiderio, lussuria.
Con frenesia si tolgo gli ultimi indumenti rimasti. La ragazza era completamente nuda davanti ai suoi occhi mentre a lui rimaneva solo in boxer.
<< Sei bellissima.>>
Non credeva ai suoi occhi. Quel corpo meraviglioso era davvero tutto suo, o almeno stava per diventarlo. Le bacia la testa e la stringe possessivo a se.
<< Ti amo maledizione, ti amo.>>
Sentendo quella dichiarazione alla ragazza delle lacrime gli iniziarono a cadere sul viso. Il suo amore è stato di nuovo ricambiato.
Quella sera si unirono in un unica anima, un unico battito, in un unico corpo. Insieme suonavano una melodia perfetta, il rumore dei loro aniimi e dei loro gemiti erano in perfetta sincronia, loro erano perfetti.
E entrambi stremati stretti l'uno a l'altra si lasciano andare in un lungo sonno. Il mattina Leon si sveglia con un forte mal di testa. Non avrebbe mai bevuto alcolici in vita sua. Cerca di alzarsi quando qualcuno non l'ho blocca per la vita. Una ragazza, nuda, lo stava stringendo per i fianchi.
<< Violetta?>>
Come un flashback gli appaio tutte le immagini di quella serata e di come sia diventata sua. Le bacio le labbra addormentate e sussurra tre parole molto comprensibili.
<< Ti ho ritrovata.>>



Fine.



Nota autrice: Non mi dite niente. Mi è uscita così e ho dovuto scriverla.
E anticipo che sicuramente sarà piena di errori. ( Come sempre ormai).
Grazie per aver letto, ciao.
  
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