Chad
fissò l'orologio per la trentesima volta. Era in ritardo. Taylor era
stranamente in ritardo. Ricontrollò nuovamente l'ora, scuotendo l'orologio,
convincendosi che fossero le lancette avanti e non lei in ritardo. Sbuffò e si
sedette lungo il bordo della fontana, spenta.
Si
sentiva nervoso. E anche leggermente adrenalinico.
Qualche
giorno prima si sarebbe dato mentalmente dell'idiota e avrebbe cercato di
calmarsi. Ora le cose erano cambiate. Sapeva il motivo di quel nervosismo.
Si stava
quasi pentendo, di aver sempre preso in giro Troy, quando gli raccontava delle
uscite con Gabriella...
Respirò a
fondo e si alzò in piedi, voltandosi verso la fontana, che aveva preso a
zampillare.
"Scusa
il ritardo, è tanto che aspetti?"
Al sentire
quella voce, le guance gli si colorarono di un rosa acceso. Per la millesima
volta, quel pomeriggio maledì Troy.
Si voltò,
sorridendole. Sorriso che si allargò, quando notò l'abbigliamento della
ragazza: camicia bianca, coperta da un gilet a rombi neri e verdi, portata
sopra un paio di jeans blu scuro, conficcati in un paio di stivali scuri. In
testa, un basco nero e la borsa sottobraccio.
"Tutto
bene?" chiese lei, notando l'espressione meravigliata sul volto del
ragazzo.
"N-no.
Cioè si. Si.Tutto bene." balbettò lui, cercando di darsi un contegno
"Vogliamo andare?" chiese, cercando di restar serio. Accidenti, gli
sembrava di avere una paralisi facciale: non riusciva a non sorridere.
"Sicuro
di star bene Chad?" chiese lei, appoggiandogli una mano sul braccio.
Chad,
cercò di rilassare i muscoli del viso in una smorfia che doveva somigliare ad
un sorriso, suscitando l'iralità della ragazza, che scoppiò a ridere.
"E
quello cosa.." prese fiato "Cosa doveva essere?" chiese ridendo.
"Il
migliore dei miei sorrisi!" scherzò lui, prendendole con un gesto di
coraggio la mano, incamminandosi.
Gli
sembrava quasi che il suo cuore si fosse spostato sul palmo della mano, tanto
batteva forte a causa di quell'innocente contatto.
Inconsapevolmete,
anche Taylor era arrossita.
Lo guardò
di sottecchi, mentre si fermavano davanti ad una vetrina di articoli sportivi.
Indubbiamente
era un bel ragazzo, ma non avrebbe mai e poi mai funzionato tra loro...certo,
quell'estate si erano avvicinati molto e poi qualche sera prima l'aveva portata
sulla terrazza del Venus Pub, ma non le sembrava il caso di trarre conclusioni
affrettate. Decisamente. Erano amici, niente di più. Ma perchè allora
continuavano a ronzarle in testa strani pensieri?
"Allora,
hai già pensato a cosa prendergli?" gli chiese, per rompere il silenzio.
"Tra
noi due il genio sei tu" ribattè lui.
"Ma
il suo miglior amico sei tu.." disse lei "quindi si presume, che tu
conosca i suoi gusti meglio di me, no?"
Chad si
accigliò. Il ragionamento non faceva una piega.
"Non
è così semplice"
Taylor lo
guardò.
"Qualcosa
di sportivo sarebbe troppo scontato e poco originale" assentì.
"Lo
penso anch'io. Anche perchè se consideriamo il fatto che ci saranno tutti i
Wildcats.."
"Pensi
davvero che abbiamo così poca fantasia?!" le chiese, alzando un
sopraciglio.
"Ah
essere sincera si.. altrimenti non sarei venuta con te.." scherzò lei.
"Rimarrai
sorpresa allora.." e sorridendo, svoltò verso una stradina interna,
trascinando Taylor con sè.
Si
fermarono davanti ad una botique piena di oggetti strani: dalla vetrina si
potevane vedere magliette con scritte divertenti e particolari, lampade con
forme bizzarre a forma di fulmine, di cuore spezzato, di teschio, di pallone,
di pesci, seguite da un'infinità di altri oggetti strani.
"Che
posto è?" chiese Taylor, avvicinandosi alla vetrina.
"Qui
troveremo senz'altro qualcosa. Vengo sempre qui quando devo fare un regalo. Ti
piacerà.." e senza voltarsi, spinse la porta del negozio, facendo
tintinnare un campanello.
Dal retro
bottega, attraverso una tenda fatta da fili di perline viola, nere e rosa, fece
la sua comparsa una ragazza di qualche anno appena più grande.
"Chad!
Ma che sorpresa.." disse la ragazza, rivolgendogli un sorriso entusiasta.
La
ragazza aveva un aspetto perfettamente a tema con il negozio: sopra i capelli
lunghi, lisci e neri, portava una bandana con su raffigurata un'aquila in volo.
Al collo faceva bella mostra di una collana di cuoio nero con le borchie.
Completavano il tutto una salopette militare portata sopra ad una maglietta
nera e degli stivali, sicuramente di qualche numero di troppo, pensò Taylor.
"Fammi
indovinare..Troy?" chiese la ragazza, facendo il giro del banco,
trovandosi di fronte i due ragazzi.
"Non
sbagli mai eh?" le sorrise Chad.
Sembrava
che i due fossero molto in confidenza. E la cosa infastidì un po' Taylor, che
la squadrò così come avrebbe squadrato un millepiedi in aula di scienze.
"Tu
invece sbagli sempre! Non mi hai nemmeno presentato questa bella ragazza!"
disse la mora, rivolgendosi a Taylor, che sembrò sorpresa ma non lo diede a
vedere.
"Hai
ragione.. lei è Taylor" disse, mettendosi di fianco alla ragazza.
"Era
ora che ti trovassi una ragazza Chad.." Sorrise la ragazza, porgendo una
mano a Taylor, che arrossì.
"Oh..I-
io.. n-non.." balbettò, stringendogliela.
"Taylor
non è la mia ragazza, Ketty!" sbottò Chad, arrossendo vistosamente,
imbarazzato.
La
ragazza sospirò, ritirandosi dietro il bancone.
Si chinò
dicendo "Sei sempre il solito!" e tirò fuori una scatola di legno
intagliato, con simboli che ricordavano molto i disegni maya.
Aprì la
scatoletta e tirò fuori un mazzo di carte.
Molto
velocemente le mescolò, per poi disporle a piramide.
"Molti
non ci credono alla lettura delle carte, ma se solo sapessero quante cose
possono rivelare, si ricrederebbero. Tu ci credi?" chiese rivolta a
Taylor.
"Non
particolarmente ad esser sincera" rispose Taylor.
La
ragazza girò una carta. Poi guardò Chad e sorrise.
Ne voltò
un'altra. Guardò Taylor. Stavolta la guardò perplessa.
Poi ne
voltò una terza e sorrise di nuovo.
"Che
sta facendo?" chiese Taylor sorrovoce a Chad.
"Giuro
che non ne ho la più pallida idea" rispose lui, alzando le spalle, senza
distogliere lo sguardo dalle tre carte capovolte.
"Ho
quel che fa per voi!" esclamò la ragazza, scomparendo dietro alla tenda di
perline.