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Autore: Tigre Rossa    12/08/2013    3 recensioni
'Luna mise dietro l’orecchio un ciuffetto di capelli sfuggito al disordinato chignon in cui aveva raccolto i lunghi capelli color grano prima di mettersi all’opera, mentre osservava con attenzione il suo lavoro.'
Questa fic è ambientata alla fine del quinto libro e all’inizio del sesto e Luna sta realizzando i ritratti che vengono nominati nel settimo libro.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Luna Lovegood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Amici

 
 

"Ero una rosa arida, indirizzata verso una triste sorte. Una rosa, che tu hai irrigato con acque sacre. Trasportandole, racchiuse tra le tue mani, mi hai donato le lacrime preziose dei tuoi occhi, carezze semplici e sincere del tuo cuore, nuova vita ai petali del mio fiore. Sono la rosa adesso, che con la forza del tuo amore rende a tutti il suo profumo, inebriando il mondo intero con il tuo candore."
(Antonio Cuomo)

 
 

Luna mise dietro l’orecchio un ciuffetto di capelli sfuggito al disordinato chignon in cui aveva raccolto i lunghi capelli color grano prima di mettersi all’opera mentre osservava con attenzione il suo lavoro.
La ragazza indossava alcuni vecchi vestiti macchiati di vari colori sgargianti, protetti da un allegro grembiule d lavoro, anch’esso macchiato, e munito di due grandi e capienti tasche dove aveva messo vari pennelli di grandezze diverse.
Su una sedia posizionata vicino a lei c’erano una quantità indefinita di tubetti di colori per dipingere di varie tonalità e sfumature, mentre in mano reggeva una vecchia tavolozza di legno dove aveva spremuto fino all’ultima goccia vari tubetti e dietro l’orecchio sinistro aveva infilato un piccolo pennello che serviva solo per i particolari.
La strega prese un po’ di rosso con il pennello che teneva nella mano destra e diede l’ultimo ritocco ai capelli di uno dei cinque ritratti a cui stava lavorando dall’inizio dell’estate.
 
L’idea l’aveva avuta prima di arrivare a casa, sul treno di ritorno da Hogwarts. Era si felice di tornare a casa e di rivedere suo padre, ma le dispiaceva abbandonare i suoi cinque amici, Ginny Weasley, Harry Potter, Neville Paciock, Hermione Granger e Ron Weasley e così aveva deciso di ritrarli in camera sua, in modo di non sentirsi più sola e di averli sempre vicino.
Era stata una novità, per lei, trovare qualcuno disposto ad ascoltarla ed a passare del tempo con lei, qualcuno che non rideva di lei o non la prendeva in giro per le sue idee e per il suo abbigliamento, qualcuno che non la chiamava ‘Lunatica’ e che non la snobbava; era stato bello scoprire delle persone speciali con cui trascorrere le sue giornate.
Lei era sempre stata sola, fin da piccolina; gli altri bambini non volevano aver a che fare con lei perché lei era strana, era diversa da loro. La evitavano e la prendevano in giro, deridendola e facendola soffrire.
Con il tempo aveva imparato a ignorare quelle persone e a prendere gli scherzi e le battutine con allegria e umorismo, diventando indifferente alle prese in giro e ai giudizi degli altri, libera di essere ciò che era senza doversi preoccupare degli altri.
Ma gli altri la lasciavano sola, sempre e solo sola; nessuno l’aveva mai ascoltata, capita, apprezzata. No. Lei era la strana, la Lunatica, lei non poteva avere amici, perché era troppo diversa dagli altri.
Per molto tempo c’era rimasta male, ma aveva accettato questa sua solitudine, perché non voleva cambiare e diventare un’altra persona solo per avere uno straccio di amico, spesso anche falso. I veri amici accettato le diversità e i difetti degli altri, non li maltrattano e non li prendono in giro, non li isolano e, soprattutto, non li costringono a cambiare.
 
“Un giorno anche tu avrai degli amici, Luna, dei veri amici. Loro apprezzeranno tutte le tue qualità e capiranno tutti i tuoi difetti, vedrai. Un giorno anche tu potrai salutare una persona e dirgli: Mi sei mancato, amico mio.” La sua mamma le ripeteva spesso quelle parole, prima di morire. E lei ne aveva fatto tesoro.
La ragazza spostò lo sguardo su un altro dipinto, un vecchio dipinto che la ritraeva con la sua mamma, e le disse “Avevi proprio ragione, mamma. Adesso ho degli amici veri che mi vogliono bene e mi accettano così come sono. E io ne sono tanto felice, sai? Non sono mai stata così felice come ora.”.
E così dicendo ella cambiò colore e, scelto un bel dorato, iniziò a dipingere una strana cornice intorno ai visi di Ginny, Hermione, Ron, Harry e Neville. Ma quella non era una cornice; era una parola, ripetuta più e più volte, scritta come per suggellare un patto: Amici.
“I miei amici”pensò Luna soddisfatta “gli amici che nessuno, neanche l’oscurità, può portare via da me.”
 
 

 
La tana dell’autrice

 
Eccomi di nuovo qui! Allora, sono sempre un po’ tesa perché scrivere della saga di Harry Potter senza storpiare i bellissimi personaggi è praticamente impossibile, ma ho fatto del mio meglio.
Qui parlo un po’ di Luna, uno dei miei personaggi preferiti a causa della sua forza e del suo coraggio nell’essere sé stessa senza alcun compromesso. La fic è ambientata alla fine del quinto libro e all’inizio del sesto e Luna sta realizzando i ritratti che vengono nominati nel settimo libro.
 
Cosa dire? Beh, dedico questa fic alle miei amiche del cuore, Aury e Chay, senza le quali la mia vita sarebbe nera. La parole di Luna sono le miei parole e sono dedicate a voi perché solo voi avete accettato tutti i miei difetti senza abbandonarmi mai. Queste parole non riuscirò mai a dirvele a voce, quindi le scrivo qui: Grazie della vostra amicizia, grazie della vostra fiducia, grazie della vostra comprensione, grazie del vostro affetto, grazie semplicemente di esistere e di volermi bene! Grazie di Cuore!
  
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