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Autore: Lena Mason    12/08/2013    5 recensioni
Konohagakure è il villaggio più grande e potente nella terra del fuoco e di quelle limitrofe: qui convivono alcuni dei clan più importanti nell’ambiente degli shinobi. Clan con grandi abilità: gli Uchiha con lo Sharingan, gli Hyūga con il Bykugan, gli Aburame con la capacità di controllare gli insetti a loro piacimento e gli Inuzuka, grandi addestratori di cani ninja, sono solo alcuni tra i più importanti. Dopo lotte intestine, tradimenti e un tentativo di rovesciare l’Hokage, la popolazione degli shinobi di Konoha dovrà unirsi, combattere a fianco con gli altri villaggi e fermare a tutti i costi la guerra che incombe. [Spoiler per chi segue l'edizione italiana]
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Shisui Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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Naruto

Dopo più di un anno torno nel fandom di Naruto, sperando che la storia sia gradita.
Alcune note prima di lasciarvi al capitolo: in questa fan fiction il massacro degli Uchiha non c’è mai stato, ergo il Clan è prospero e felice, per quanto possano esserlo gli Uchiha, ovviamente. Quindi Itachi è ancora Santo, ma non per quello che ha fatto nel manga e vi saranno anche Mikoto, Fugaku, Shisui e qualche Uchiha di mia invenzione.

Qui trovate le schede dei vari personaggi che compariranno nella fic, ma se non volete spoiler non guardateli.

Vi aspetto nei commenti!

First

 

Quel sei novembre era una giornata ordinaria a Konoha: il clima, nonostante il periodo, era ancora piuttosto mite, gli shinobi viaggiavano da un palazzo all’altro saltando sui tetti, mentre i civili aprivano le loro attività.

Il Team Sette era di ritorno da una missione particolarmente ostica, poiché si erano recati come scorta di uno dei daimyō  preso di mira dall’organizzazione che stava dando numerosi grattacapi a tutti i villaggi: l’Akatsuki.

Dell’organizzazione, soprattutto grazie agli sforzi combinati dei vari villaggi, erano rimasti pochi membri e alcuni di loro erano tutt’ora sconosciuti.

Konoha, con l’intervento di Suna e Kumo, era riuscita a uccidere Akasuna No Sasori, Deidara e Kakuzu, mentre Hidan, il compagno di quest’ultimo, essendo immortale, era stato imprigionato da Shikamaru Nara nella foresta appartenente alla sua famiglia. Il ragazzo era così riuscito a vendicare la morte del suo amato maestro Asuma Sarutobi.

Degli altri membri si conosceva solo l’identità di Kisame Hoshigaki, uno dei Sette Spadaccini della Nebbia e alcune informazioni sul capo dell’organizzazione stessa che si faceva chiamare Pain.

Le informazioni su quest’ultimo erano state lasciate loro da Jiraiya, morto proprio durante il combattimento contro lo shinobi misterioso: alcune di esse erano ancora in fase di decrittazione e l’autopsia sul corpo di uno dei nemici era in corso, poiché era un procedimento lungo e delicato.

«Ah, sono proprio stanco, dattebayo!» si lamentò il biondo del gruppo, Naruto Uzumaki, sedici anni solo all’anagrafe.

« Stanco? Ma se abbiamo salvato il daimyō senza il tuo aiuto!» rimbeccò l’altro componente maschile del Team Sette, Sasuke Uchiha, sedici anni e molto più maturo dei suoi coetanei. O per lo meno di Naruto.

«Sasuke-kun ha ragione, baka. Sono stati lui è Kakashi-sensei a sconfiggere i nemici» si aggiunse la voce del componente femminile, Sakura Haruno coetanea dei due ragazzi e cresciuta sotto gli insegnamenti di Tsunade Senju, Godaime e Sannin leggendario.

«Siete così meschini, dattebayo!»  piagnucolò Naruto, che appena sentì nell’aria l’odore del suo amato ramen, scattò verso il chiosco di Teuchi.

«Eccolo, è andato. Non cambierà mai, nemmeno tra cent’anni» disse Sakura che scuoteva la testa, ma aveva anche un bel sorriso: dopo tutto Naruto era il suo migliore amico.

«Senti Sakura. Fai tu rapporto alla Godaime? Ho una riunione del Clan e se manco anche questa volta mio padre me la farà pagare» le chiese Sasuke.

« D’accordo, ma la prossima volta sarà il tuo turno, anche perché non possiamo lasciare che sia Naruto a farlo» acconsentì la ragazza. Da quando era cresciuta, il rapporto con Sasuke era cambiato notevolmente: lei non spasimava per lui in modo plateale come in passato, mentre lui si limitava a far finta di non sapere che in realtà la sua compagna di team aveva ancora un certo interesse.

I due si separarono: la prima verso il palazzo dove risiedeva la sua sensei, il secondo verso il quartiere dove il suo clan aveva dimora.

*

Kakashi, dopo aver brevemente salutato i suoi compagni di Team, si era dileguato appena varcate le soglie del villaggio: non vedeva l’ora di andarsene a casa e leggersi il volume di Icha Icha Paradise lasciato a metà.

Dopo la tragica dipartita dell’autore, il Sannin leggendario Jiraiya, si era ritrovato obbligato a rileggere tutti i vecchi volumi, ma non se ne lamentava: ad ogni lettura scorgeva particolari nuovi ed entusiasmanti.

Si stava già pregustando il prossimo volume, quando vide Iruka e Genma venire verso di lui: quando lo scorsero, lo raggiunsero in fretta e gli bloccarono ogni eventuale fuga.

«Kakashi è inutile che fuggi. La Godaime ci ha convocati. Andiamo» gli disse Genma, afferrandolo da un braccio, mentre Iruka si occupava dell’altro, trascinandolo poi verso il palazzo al centro del villaggio.

Poteva dire addio alla sua tranquilla e agognata giornata di lettura.

 

 

Sakura era davanti alla porta dell’ufficio di Tsunade quando sentì delle voci che conosceva: dal fondo del corridoio vide spuntare Iruka e Genma che trascinavano un Kakashi recalcitrante.

«Kakashi datti una calmata! Tanto se non eravamo noi a portati a rapporto, ti avrebbe fatto recuperare da un Uchiha» gli disse Genma.

«Kakashi-sensei, sei sempre il solito. Ti hanno rovinato la giornata di letture?» gli chiese Sakura in tono divertito, appena furono a portata di voce.

«Oh, Sakura-chan! Che piacere rivederti!» la salutò Iruka «Anche tu convocata dalla Godaime?».

«No, Iruka-sensei. Sono qui per fare rapporto, poiché gli uomini del mio Team sono degli scansafatiche» rispose Sakura guardando Kakashi, prima di bussare.

 

La voce della Godaime le diede il permesso di entrare: appena varcò la soglia dell’ufficio, vide la scrivania completamente ricoperta da documenti che attendevano revisione e firma della donna, alcune schede di shinobi erano sparse a terra e su una di quelle stava placidamente sdraiato Tonton il maialino amico di Tsunade.

«Oh, Sakura. Sei tu! La missione è andata bene?» chiese la donna, che come sempre portava i capelli biondi di due codini bassi.

«Sì, a parte qualche piccolo intoppo al confine con il villaggio Amegakure: lì alcuni shinobi ci hanno attaccati, ma Kakashi-sensei e Sasuke-kun li hanno sistemati. Il daimyō era molto soddisfatto del lavoro».

«Bene, per ora mi basta questo come rapporto. Domani portami uno scritto più dettagliato, ora ho da fare con i tre che sono fuori ad aspettare. Soprattutto prima che Kakashi riesca a sfuggirmi» disse la donna, sorridendo divertita e leggermente sadica alla ragazza di fronte, la quale sorrise a sua volta e lasciò l’ufficio, diretta verso casa.

Kakashi, ormai rassegnato, Iruka e Genma entrarono nell’ufficio una volta che Sakura fu uscita e la kunoichi notò che i tre non avevano sguardi seri o preoccupati per quella convocazione, ergo ciò che la Godaime doveva dirgli era una bella notizia, probabilmente.

Camminando per le vie del suo villaggio Sakura poté apprezzarne tutta la bellezza solitaria, prima che la gente iniziasse a fluire per le vie, i bambini a correre e giocare nei prati e le nuove reclute dell’accademia iniziassero ad allenarsi qua e là.

Era ormai prossima a raggiungere casa sua, quando vide una ragazza con lunghi capelli neri che veniva nella sua direzione: Hinata Hyūga , in compagnia del cugino, l’aveva già avvistata e le stava sorridendo.

«Ohayō, Sakura-chan!» la salutò, una volta a portata di voce.

«Ohayō, Hinata-chan, Neji-san» replicò la rosa, mentre Neji si affrettava a ricambiare il saluto.

«Sei di ritorno da una missione?» chiese proprio l’algido e composto cugino di Hinata.

«Hai! Ho anche fatto rapporto alla Godaime. Ora me ne andrò a casa e dopo un bel bagno, mi riposerò! Sopportare Naruto per cinque giorni è più stancante che combattere contro Orochimaru in persona!» disse la kunoichi, ridendo.

«Naruto-kun sta bene?» chiese Hinata, timida come sempre quando una questione riguardava il biondo iperattivo di Konoha.

«Sì, stiamo tutti bene, non ti preoccupare» le rispose Sakura, sempre intenerita dalla timidezza di Hinata nei confronti del suo compagno di Team, il quale, d’altro canto, era talmente dobe che ancora non si era reso conto dell’interesse che la bella Hyūga  provava per lui.

« Lo trovate da Ichikaru come al solito, se volete incontrarlo. Io ora vado, a più tardi!».

Sakura fece esattamente ciò che aveva detto a Neji: dopo un’ora di bagno, si infilò a letto e si addormentò immediatamente.

 

*

Nel contempo Sasuke era appena uscito dall’incontro con gli altri del clan: era stato fortunato poiché era durato poco meno di un’ora, a differenza di altri che potevano protrarsi anche per mezza giornata.

Suo fratello maggiore stava in quel momento parlando con uno dei capofamiglia più importanti del clan: Hideki Uchiha, vicecapitano della polizia di Konoha.

A Sasuke non era mai particolarmente piaciuto quell’uomo, soprattutto perché era sempre viscido, leccapiedi e ogni volta trovava un pretesto per parlare con Itachi e lui sapeva di cosa, o meglio di chi: sua figlia era molto interessata al genio del clan e non ne faceva segreto.

E ovviamente Sasuke non sopportava nemmeno lei: Itachi era il suo Nii-san e per quanto lo riguardava nessuna era degna di stare al suo fianco.

Sasuke rimase ad attendere il fratello per qualche minuto e lo vide salutare l’uomo, prima di avvicinarsi:

«Ancora quello sguardo, otōto? Tutte le volte che mi vedi parlare con Hideki-sama disapprovi, come mai?» gli chiese Itachi.

«Tch. Come se non sapessi perché quell’uomo ti sta così addosso …».

« Lo so, Sasuke, lo so. Hideki-sama è, però, molto importante e influente all’interno del clan e come prossimo successore di nostro padre non posso inimicarmelo, capisci?».

«Certo che lo capisco, ma non lo sopporto comunque. Dove sono Otōsan e Okaasan?».

«Stanno discutendo una questione con l’anziano Denbe-dono. Hanno detto di andare a casa senza aspettarli».

«Hai idea di cosa debbano discutere?».

«A quanto pare è una comunicazione della Godaime strettamente riservata, quindi non se sapremo mai nulla» rispose il maggiore degli Uchiha, facendo segno al minore di seguirlo verso casa.

Proprio fuori dal luogo in cui si tenevano tutti gli incontri del clan stava la figlia di Hideki, in apparente attesa del padre, ma Sasuke la vedeva diversamente e come lui anche un’altra Uchiha: Ayane figlia unica di Kaito Uchiha e la sola che Sasuke riuscisse minimamente a sopportare tra le ragazze del suo clan.

Saori Uchiha, colei che possedeva lo Sharingan più potente tra le femmine del clan, era sicuramente in attesa di Itachi. Era una ragazza dai lunghi capelli neri e, assurdo per un Uchiha, aveva occhi verdi. Non era molto alta, ma Sasuke non poteva dirle nulla per quanto riguardava il fisico: allenata e dalle forme piene era sicuramente una bella ragazza, fino a quando non parlava.

Ayane alzò gli occhi scuri al cielo in evidente segno di compatimento quando la vide alzarsi di scatto alla vista di Itachi, sistemarsi i lunghi capelli neri e allargare un sorriso abbagliante.

Ayane era invece un’Uchiha classica: capelli scuri, tendenti al blu e occhi neri.

Come Shisui non mancava mai di rimarcare, era una delle Uchiha più dotate in alcune parti del corpo, nonostante fosse per lo più di corporatura esile e alta qualche centimetro in meno di Saori

Sasuke visto lo sguardo della ragazza dovette mascherare uno sbuffo divertito con un colpo di tosse per evitare di offendere Saori: dopo tutto suo fratello aveva ragione a voler tenersi buono il padre di questa.

«Konbawa Itachi-san» salutò Saori, ignorando Sasuke di proposito, il quale preferì soprassedere e si allontanò lasciando suo fratello da solo a vedersela con la vipera.

Si avvicinò invece ad Ayane, che aveva preso a imitare Saori, usando Shisui come sostituto di Itachi ed entrambi ridevano come ossessi.

«Vedo che vi state divertendo. Quando crescerete? ».

«Oh, ma Sasuke-kun noi siamo già grandi! Io ho ventitré anni e Ayane venti!».

«L’età anagrafica non c’entra, baka! È quella celebrale che si è fermata a dieci anni».

«Yare, yare. Sasuke forse sei tu quello che è troppo vecchio mentalmente. Comunque stavamo facendo una scommessa, vuoi partecipare?» gli chiese Ayane.

«Che tipo di scommessa?».

«Abbiamo scommesso quanto tempo ci vorrà ad Itachi-san per mandare al diavolo Saori-chan! Tu cosa dici? Io ho puntato 640 ryō* su un anno. Itachi-san ha una pazienza infinita dopo tutto …» disse Ayane.

«Io dico sei mesi invece e ci ho puntato mille ryō! Vedrai, vincerò!».

«Io punto duemila ryō che non la manderà mai al diavolo» disse Sasuke, porgendo i soldi al cugino che li guardò con tanto d’occhi.

«Ne sei sicuro, Sasuke? Tuo fratello è sì paziente, ma prima o poi  Saori-chan lo troverà in un giorno no…».

«Mio fratello, a differenza di un certo cugino, ha troppo a cuore il nostro clan per mandare al diavolo la figlia di Hideki-sama» spiegò loro Sasuke.

«Lo vedremo, Sasuke-kun!» gli disse Shisui, sorridendo divertito, come se lui sapesse qualcosa che gli altri ignoravano.

«Andiamo, baka! Domani abbiamo una missione e non ho intenzione di arrivare tardi perché tu hai dormito troppo» gli disse Ayane, afferrandolo per un orecchio e trascinandolo via.

Alle spalle di Sasuke apparve Itachi, liberatosi di Saori, che si stava allontanando con il padre.

«Di cosa discutevate?» gli chiese.

«Della vostra missione di domani» mentì Sasuke.

«Vanno sempre molto d’accordo, vero?» chiese Itachi e, anche se solo Sasuke la sentiva, aveva ancora quella nota malinconica nella voce.

«Nii-san, dovresti fartela passare, sai? Sono passati quattro anni ormai» gli ricordò Sasuke.

«Hai ragione, Otōto. Andiamo a casa» disse Itachi, ma Sasuke non era per niente convinto dalle sue parole.

 

*un ryō corrisponde a 10 yen. Ho calcolato che 50 euro sono circa 6330 yen, perciò 640 ryō per eccesso.

 

Nda: Benvenuti alla fine del capitolo, miei prodi. Allora non ho nulla da dire su questo capitolo, che è stato più che altro un’introduzione. 


Volevo cogliere l’occasione per fare una piccola pubblicità ad un fandom non molto frequentato: Hakuouki. Qui vi troverete delle belle storie su quest’anime e se non lo avete ancora visto, ve lo consiglio.

   
 
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