Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Rosmary    12/08/2013    4 recensioni
"Sempre più pesanti i passi, sempre più accelerato il battito cardiaco, forse per lo sforzo o forse per l’emozione. Non puoi lasciarti sfuggire quest’occasione, è da matti… sì, da matti! Ma tu sei un po’ matto, ma non matto fino a questo punto… "
È il racconto di una gara contro il tempo, una corsa ai limiti del possibile: perché quando il premio ci è indispensabile, non importa quanta fatica occorra per ottenerlo.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I personaggi presenti in questa storia sono proprietà di J.K. Rowling; la storia è scritta senza alcuno scopo di lucro.
Il testo è ispirato alla canzone dei Queen "don't stop me now", il titolo del racconto è una citazione della suddetta canzone, che consiglio di ascoltare durante la lettura.






Don’t stop me now

 

 
 

23 dicembre 1977

 
 

Tump. Tump. Tump.
 
Uno, due, tre, quattro… no, sette… no, sono dieci, sono quindici… Non sai quanti siano i passi che hai già fatto, non sai quanta strada i tuoi piedi hanno già percorso. Le scarpe sembrano scricchiolare, come se non riuscissero a tenerlo, quel ritmo.
Ma non ti fermi. A te non importa che i muscoli si tendano, si strappino e che la suola delle scarpe vada in pezzi.
Non fermatemi ora urleresti se solo ne avessi la forza. Le labbra sono secche, hai la sensazione che siano sul punto di spaccarsi – l’aria sembra aver voglia di maciullarle. Le braccia, piegate ad angolo retto, oscillano avanti e indietro, seguendo il moto delle gambe.
Ah, le gambe, quanto ti fanno male! Non reggono una maratona simile loro, non sono abituate. Se solo… se solo potessi trasfigurarti, correresti ancora più veloce, senza che i muscoli risentano la fatica.
 
Tump. Tump. Tump.
 
Sono i tuoi passi o è il tuo cuore? Non lo sai più. Lo continui a sentire, però, quel rumore sordo e pesante. Ti continua a riempire l’udito, cibandosi della tua adrenalina, della tua voglia di arrivare in tempo. Urti qualcuno, non sai chi sia né ti scusi. Non hai tempo! Non fermatemi ora vorresti ancora urlare. Ma perché non capiscono? Perché non sgombrano il corridoio? Eviti un altro studente… o studentessa… o… Oh, ma che t’importa!
 
Tump. Tump. Tump.
 
Ce l’hai quasi fatta, sì, sei quasi arrivato. Puoi intravedere il grosso portone spalancato. Le tue labbra screpolate s’increspano in un sorriso vittorioso. T’accorgi solo ora d’avere gli occhi inumiditi dalle lacrime, ora che dovresti aguzzarla, la vista. L’aria ha voluto fare a pezzi anche il tuo sguardo, a quanto sembra, e neanche gli occhiali hanno saputo proteggerti.
Duecentoquattro, duecentocinque… no, sei di nuovo confuso… Quanti passi sono? Quanti ne mancano? Ansimi, sei stanco, ma non ti fermi.
 
Tump. Tump. Tump.
 
Sempre più pesanti i passi, sempre più accelerato il battito cardiaco, forse per lo sforzo o forse per l’emozione. Non puoi lasciarti sfuggire quest’occasione, è da matti… sì, da matti! Ma tu sei un po’ matto, ma non matto fino a questo punto… Avverti i muscoli dei polpacci ormai tesi all’inverosimile, le dita dei piedi costrette in delle scarpe che ora sembrano troppo piccole. Il sudore, lo senti grondare da ogni angolo del corpo – la fronte è madida, lo sai, puoi percepire l’insopportabile sensazione dei capelli appiccicati al più superficiale strato di pelle. Istintiva la mano vola a scompigliarli, quei rovi neri, ma le dita s’impiastricciano al contatto: è tutto sudato.
Decidi di non pensarci. L’affanno, il dolore ai muscoli, la possibile bronchite… tutto verrà dopo. ‘Non mi voglio assolutamente fermare’ ripeti a te stesso, convincendoti a produrre l’ultimo sforzo. Ed è così che, in uno scatto felino, che poco t’appartiene, acceleri la tua corsa, timoroso d’arrivare troppo tardi.
 
Tumptumptump…
 
Sono i tuoi passi che stanno consumando la pietra o è il tuo cuore che è ormai esploso? Questa volta non ansimi, ma affanni e quasi annaspi, perché non hai più fiato.
Ma ancora una volta non t’importa. Nella tua mente c’è soltanto la voglia di arrivare in tempo, prima che lei…
 
“EVANS,” urli, buttando fuori tutto il fiato che ti rimane. Sei arrivato, sei fuori dal portone d’ingresso del Castello. “EVANS,” urli ancora. Sei immobile, solo le tue pupille vagano, tentando di rintracciare, tra le tante, la carrozza della diciassettenne che t’ha rubato il cuore, la mente e tutto quello che possiedi. “EVANS,” chiami ancora e finalmente la vedi, ti ha sentito. La sua testolina rossa sbuca da una carrozza vicina a te. Come uno stupido, sorridi. “LILY,” ti sbracci, attirando ancora di più la sua attenzione e quella di tutto il resto della scuola, ma neanche di questo t’importa.
 
“Cosa c’è, James?” ti chiede imbarazzata.
 
Ti avvicini un po’ alla sua carrozza, non troppo però, perché non riesci a muovere perfettamente le gambe, sembrano pietrificate. “Quando torni, ti porto da Al, così dai un’occhiata.”
 
“D’accordo!” risponde Lily con entusiasmo, accantonando in fretta qualsiasi perplessità. “Ci vediamo tra qualche giorno, allora! Buon Natale, James!”
 
“Buon Natale, Lily!” esclami, mentre le carrozze si mettono in marcia.
 
Ci sei riuscito, hai un appuntamento con lei! Il tuo primo appuntamento con lei! Stremato dalla gara contro il tempo, riesci soltanto a cascare in terra, atterrando sulla neve che copre il terriccio. Divarichi gambe e braccia e ridi proprio come un matto. Perché tu sei un po’ matto! Poco lontano da te, sulla soglia del portone, ci sono tre ragazzi di tua conoscenza, ma non li vedi e non li senti, non riusciresti a notare neanche di un Troll, ora.
 
“Dite che dobbiamo lasciarlo lì?” chiede scettico Remus.
 
“Non sarebbe carino,” squittisce Peter.
 
“No, infatti,” concorda Sirius. “Ho notato la crostata al tavolo Tassorosso, però,” aggiunge un attimo dopo.
 
“Oh, dici che è già finita?” domanda Remus retorico, ricambiando il ghigno di Sirius.
 
“Ehi, avevamo detto che non era carino!” rimprovera Peter, trotterellando dietro ai due Malandrini, diretti alla crostata.
 
 
Dieci minuti – o qualcosa in più – prima
 
 
“Quindi resti qui?”
 
“Sì, i miei vanno a Vienna e io e Sirius ci annoiamo a morte con loro. Poi Remus vuole restare, sai, per portarsi avanti con i compiti, quindi restiamo tutti qui. Anche Peter resta!”
 
“Io invece devo andare, spero che Petunia mi dia almeno gli auguri.”
 
“Ma certo che te li dà! Hai sentito di Al?”
 
Al?”
 
“Sì, è un nuovo negozio che si è aperto a Hogsmeade. Vende ingredienti per ogni tipo di pozione, anche roba poco legale!”
 
“Non ne sapevo nulla. E tu ci vai spesso?”
 
“Non proprio, ci siamo andati una sola volta, con Sirius e Peter. Remus aveva… Lui aveva la febbre, ci torniamo dopo Natale!”
 
“Capisco, mi piacerebbe tanto andarci, sai, per dare un’occhiata… Magari, in compagnia...”
 
“Oh… beh…”
 
“Mi chiamano, le carrozze sono arrivate... Buon Natale, James.”
 
“Anche a te, Lily…” affermi con tono già nostalgico. Ed è quando lei esce dal tuo campo visivo che la tua mente rielabora quella conversazione appena terminata: Almai andata... occhiatacompagnia... “Oh, cavolo! Ma che idiota!”

Ed è spiaccicandoti una mano sul viso che corri via, senza dir nulla neanche ai tuoi amici seduti a poca distanza da te. Non fermatemi ora hai voglia d’urlare al mondo.
 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Rosmary