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Autore: binca    12/08/2013    6 recensioni
Una ragazza che non crede più nell'amore. Una vacanza con un amico riservato in un villaggio greco.
Fra discoteche, alcol, obblighi e verità sotto il cielo stellato di inizio Luglio e perchè no, anche un ballo di coppia, come potrebbe non nascere l'amore?
Una storia intrecciata con parecchi colpi di scena.
Una storia del tutto vera ;)
Se avete voglia leggete
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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 CIAO A TUTTI... SCUSATEMI DAVVERO... MA SONO IN MONTAGNA IN UN POSTO ASSURDO (NON A PADOLA PER ESSERE PRECISI) E IL COMPUTER SI E' ROTTO -.- QUINDI HO POTUTO SCRIVERE IL NUOVO CAPITOLO SOLO FRA IERI E OGGI!!COMUNQUE... SO CHE NON E' BELLISSIMO... MA GLI SVILUPPI NELLA STORIA SONO QUESTI.. STATE TRANQUILLI CHE ANCORA POCHI CAPITOLI E BEH... CAMBIERA' TUTTO!!UN BACIONE CIAOOOO E BUONA LETTURA!!

 



 

CAPITOLO QUATTRO

DUE LUGLIO

 

 

 

·         Ciccia, ma perché quella lì ti sta guardando così male? - Domandò Gloria mentre io mi giravo a osservare l'espressione disgustata e ostile di Stefania mentre sul mio viso, appariva un sorrisetto divertito.

Da quando quella mattina mi ero unita al gruppo dei seventeen, la ragazza non faceva altro che confabulare alle mie spalle con il povero Fabio che non è che ne avesse molta voglia, ma a quanto pare, aveva capito che se provava a zittirla si sarebbe ritrovato nei pasticci.

·         Vieni con me, andiamo in reception. - Risposi dopo qualche secondo di troppo, alzandomi per poi baciare Alberto a stampo e incamminarmi verso la grande sala seguita dalla mia amica.

Era una bella giornata, in cielo c'era solo qualche nuvola e l'albergo sembrava davvero deserto.

·         Mi spieghi perché diavolo hai baciato quello li? - Chiese Gloria a bocca aperta una volta che ci fummo sedute sul piccolo divano.

A quella domanda la guardai con un sopracciglio alzato ricordandomi solo in quel momento che lei, la sera precedente non era venuta al Kahlua e che quindi, non sapeva assolutamente nulla degli avvenimenti, successi quella notte.

·         Ehm. ci siamo messi assieme! - Dissi divertita.

·         Che cosa? Ma non è bello! - Fu la risposta istantanea mentre io scrollavo la testa.

·         Eh va beh... comunque Stefania mi guarda così perché molto probabilmente le piaceva...

·         Ma non le piaceva il tuo amico, aspetta come si chiama, Tobia?

·         Sì, anch’io credevo... molto probabilmente le piacciono entrambi. - Dissi non troppo convinta per poi perdermi in chiacchere varie.

 

***

 

Per tutto il resto della mattinata Gloria ed io continuammo a starcene per i fatti nostri intente a conoscerci sempre più a fondo.

Ormai iniziavo ad avere un’immagine fin troppo chiara di lei e questo mi permetteva pure di farmi le mie idee sul suo conto.

Passare le giornate sul bordo della piscina a prendere il sole, non era male, soprattutto se lo sguardo finiva, molto casualmente, a posarsi sul bagnino che da quella mattina aveva preso a salutarmi ogni volta che gli passavo di fianco cosa che era successa, all'incirca venti volte.

·         Mi sa che il figlio del proprietario ha una cotta per te... - Mormorai dopo qualche minuto di silenzio.

·         Dici. - Chiese la mora incerta mettendosi a cercare il suo pseudo spasimante, non che il bruttone occhialuto con la riga in mezzo a separare i capelli neri.

·         Sì... non fa alto che guardarti, e poi ogni volta che ti avvicini diventa rosso come un peperone. - Costatai mentre lei si tirava a sedere.

·         Ma uffaaa! Se proprio devo fare un peccato, lo faccio con il bagnino non con quello schifo!

Risi e le lanciai un po' d'acqua addosso.

Effettivamente non aveva tutti i torti, quel ragazzo era proprio brutto o meglio, se si fosse conciato un po' meglio, con magliette al posto di camicie da muratore e, un'acconciatura normale, forse e dico forse, sarebbe stato anche bello, ma a vederlo così, sembrava un caso disperato.

Se avessi potuto, avrei fatto anche a meno di guardarlo tutto il tempo, ma il fatto che fosse sempre a cinque centimetri dal bagnino non migliorava le cose.

·         Ehi... - mormorai incerta dopo qualche altro secondo.

·         Si?

·         Ma tu lo sai il nome di quei due?

·         No...

·         Beh allora forse, e dico forse, sarebbe proprio il caso di saperlo che ne dici?

·         Mmm sì, ma come facciamo?

·         Intanto tuffiamoci in piscina e nuotiamo verso di loro, poi immagino che come il solito saranno loro ad attaccare bottone per primi... - Risposi sicura di me prima di mettere il cellulare in borsa della mora e fare un bel tuffo seguita da Gloria che non se lo fece ripetere due volte.

In men che non si dica mi ritrovai a sguazzare felice nell'acqua fresca.

I capelli tutti spettinati, e un bel sorriso stampato in faccia.

Risi e m’immersi nuotando sott'acqua in direzione dei due ragazzi che non ci toglievano gli occhi di torno dal momento esatto in cui c'eravamo tuffate.

Forse una bella idea per farci amicizia sarebbe stata quella di far finta di affogare, in modo tale che ci venisse a salvare, ma se non fossimo state abbastanza brave nella recita, probabilmente avremo fatto una figuraccia e così, scacciai dalla mente quel pensiero nel momento esatto in cui la voce dei due entrava nelle mie orecchie.

·         Ciao... - Dissero con quello strano accento greco.

·         Ciao. - Rispondemmo noi all'unisono. - Come vi chiamate?

Per qualche secondo i due continuarono a guardarci in silenzio fino a quando il tipetto occhialuto non si decise a darci una risposta.

·         Non capire noi. - Disse con un'aria parecchio dispiaciuta che mi fece scoppiare a ridere.

·         Oh tranquillo what's your name?

·         Ahh my name is Bibbas while his name is Andreias.(Il mio nome è Bibbias mentre il suo è Adreias) - Continuò mentre io annuivo.

Se non ricordavo male, in greco, Andreias significava forza e coraggio e come nome lo trovavo particolarmente bello, così feci un bel sorriso al bagnino e poi mi rivolsi a Bibbias che era ancora davanti a me, accucciato sulla piscina.

·         Your?

·         Bianca and Gloria. - Rispondemmo assieme prima di lanciarci un bel sorriso d'intesa.

·         Oi Glo, chiedi quanti anni hanno? - Domandai immergendomi un’altra volta in acqua.

Parlare in inglese non mi piaceva, era la materia scolastica che odiavo di più, per questa ragione, se potevo evitare di parlare quella lingua, ne avrei fatto volentieri a meno.

Quando risalii, scoprii che avevano rispettivamente, sedici e ventidue anni.

Annuii fra me e me e gli salutai iniziando a nuotare verso l'estremità opposta della piscina dove solo qualche secondo prima, avevo visto Tobia passare trafelato.

 

***

 

Raggomitolata nell'asciugamano mi stavo asciugando gli occhi quando il mio tornado personale mi corse incontro.

·         Mi accompagni in camera che fra cinque minuti dobbiamo mangiare? - Mi chiese Matilde mentre io la prendevo in braccio.

·         Certo! - Detto ciò mi girai verso Gloria.

·         Prometto che sta sera mangio al tavolo dei seventeen, ma solo se Tobia viene con me.

·         No no, tu sta sera mangi con noi... - Annuii a quelle parole e mi diressi verso le nostre camere a mano della piccola.

Fortuna che ci avevano dato il primo piano con terrazza e che quindi, scavalcando il muretto, riuscivamo a entrare in stanza senza bisogno della chiave.

Dopo aver messo la maglia alla piccola, la afferrai per mano e mi diressi verso la zona ristorante.

·         Ma a quella che sta sempre con te, piace Toby? - Mi chiese la bimba mentre io scuotevo la testa.

·         Non lo so... ha già il fidanzato! - Risposi mentre un mezzo sorriso appariva sulla faccia di Matilde.

·         Ah ok... - Detto ciò si mise a correre, senza lasciarmi la mano verso il nostro tavolo dove il suo caro fratellino, ci aspettava con un'espressione non molto felice.

Nel momento esatto in cui mi sedetti di fronte a lui, notai che era parecchio accaldato, segno evidente che era andato anche quel giorno a farsi la sua benedetta corsa.

Nonostante ciò però, sembrava parecchio sulle spine...

Un sorriso falso era fin troppo visibile sul suo viso.

Stavo per domandargli che cavolo aveva quando i nostri genitori ci raggiunsero...

·         Ti sei svegliato?

·         Sì... - Rispose lui in un sussurro per poi alzare lo sguardo in direzione di Rudy.

·         Ehm... papà... - Disse talmente piano che mi fu difficile sentirlo.

·         Cosa c'è?

·         Beh ecco... questa mattina sono andato a correre e... - Mormorò imbarazzato cercando il mio sguardo.

Che ci fosse qualcosa di strano era chiaro a tutti, il problema era capire cosa.

Incerta gli lanciai un'occhiata interrogativa, che molto probabilmente, servì a farlo parlare nuovamente.

·         Insomma, sono andato a correre e... ho messo le tue scarpe, le converse nuove... - Mormorò in direzione del padre.

·         Quelle bianche?

·         Sì...

·         E perché hai messo le mie che avevo appena comprato?

·         Perché... perché mi sono dimenticato di mettere le mie scarpe da corsa in valigia...

·         Ed è questo il problema? O meglio, il motivo per cui stai parlando come se ti dovessi uccidere?

·         No... - Disse a voce sempre più bassa – Vedi ecco io...

·         Tobia, ti decidi a dirmi che cosa hai fatto? - Tuonò Rudy facendomi sobbalzare mentre Matilde mi si coricava in braccio.

·         Sono... sono... sono caduto dentro una pozza di catrame... - Disse mentre i miei occhi si spalancavano tanto quelli di suo papà e di tutte le altre persone presenti alla tavola.

·         Stai scherzando?

·         No... io pensavo fosse solido e invece era liquido e sembravano sabbie mobili... mi dispiace – Piagnucolò mentre io e la piccola ci scambiavamo un mezzo sorriso.

Se avessi potuto scoppiare a ridere in quel momento l'avrei fatto.

Ma capivo che la situazione era parecchio disastrosa e così, dopo aver rimandato indietro le risate, continuai a seguire lo svolgersi degli eventi.

·         Ieri sei caduto in mezzo ai rovi, oggi dentro il catrame che poi sei andato a cercare l'unica pozza in tutta l'isola? Cos'è, l'hai cercata con binocolo e cannocchiale?

·         Io... io non l'ho fatto a posta...

·         Ma non m’interessa, hai distrutto le mie scarpe nuove! - Tuonò Rudy facendo girare pure le famiglie che mangiavano tranquille ai tavoli intorno.

·         Non l'ho fatto a posta...

·         Guarda Tobia, mettitelo bene in testa, se ne combini un'altra, una soltanto, tu non parti per Londra hai capito?

·         S... sì...

Detto ciò l'uomo si alzò e andò a prendersi da mangiare seguito da tutti gli altri.

Per qualche secondo restai in silenzio a osservare il biondo davanti a me, fin quando scorgendogli senza volere le gambe, mi accorsi che erano per lo più ricoperte di una sostanza nera.

A quella vista non ce la feci più e scoppiai in una fragorosa risata venendo fulminata dal poveretto.

·         Si può sapere cos'è che ti diverte tanto? - Chiese mentre io, fra una risata e l'altra mi decidevo a rispondere.

·         Ieri i rovi, oggi questo, direi che la corsa non è il tuo forte - Detto ciò, mi alzai anch’io in direzione del ristorante.

 

***

 

·         C'era una volta una vecchia capra, che aveva sette carrettini, e li amava come una mamma ama i suoi bimbi. Un giorno pensò di andare nel bosco a far provviste per il desinare; li chiamò tutti e sette e disse: "Cari piccini, voglio andar nel bosco; guardatevi dal lupo."

·         E' bellissima questa storia! - Esclamò Matilde mentre io annuivo e le scompigliavo i capelli.

·         Si è vero, piaceva tanto anche e me. - E con queste parole ripresi a leggere il libro.

Durante tutto il pranzo, Tobia non aveva parlato con nessuno e in quel momento, molto probabilmente era sotto le coperte a dormire mentre io e la piccola, come ogni pomeriggio, c'eravamo coricate in camera mia a leggere.

Mi divertivo a stare con lei e così, dopo aver letto l'ennesima storia, mi rizzai a sedere sul letto.

·         Sono le tre, che dici, andiamo dai nostri amici?

·         Sì, per me va bene!

Annuii e presi il suo asciugamano per poi uscire dalla terrazza e dirigermi verso la piscina dove scorsi Gloria intenta a parlare con suo fratello Alex.

Prima di raggiungerli, accompagnai Matilde al mini club e le lasciai tutte le sue cose, fatto ciò raggiunsi i due fratelli.

·         Ehi! - Mi salutarono contemporaneamente facendomi sorridere.

·         Hola! Facciamo un bagno, che ne dite?

·         Io lo farei, ma questa qui ha mal di pancia! - M’informò Alex.

·         Mmm... vuoi un moment?

·         No no grazie... è solo che mi sono venute le mie cose... e con solo il costume non posso... - Annuii e costatai che effettivamente era vestita di tutto punto con un completino di Brontolo mica male.

·         Vieni con me! - Esclamai afferrandola per un braccio e trascinandola verso camera mia mentre il moretto si avvicinava a Fabio e al resto della compagnia, apparsa da chi sa dove solo pochi secondi prima.

Gloria, che molto probabilmente non aveva capito le mie intenzioni mi seguiva in silenzio poiché entrambe eravamo concentrate nei nostri pensieri.

Il sole che spendeva alto nel cielo si faceva sentire forse fin troppo e fare quella semplice camminata cominciava a essere fastidioso.

Finalmente dopo qualche minuto, arrivai davanti camera mia, scavalcai il davanzale, attraversai la terrazza, spalancai la porta finestra e sentii alle mie spalle un mega tonfo.

Spaventata, mi girai per vedere cosa avesse causato quel suono, soffermandomi a costatare una Gloria distesa in mezzo alla terrazza.

·         Ma che diavolo...? - Mormorai con un sopracciglio alzato.

·         Sono caduta...

·         Ma va? Non l'avevo capito guarda! - Risposi scoppiando a ridere seguita a ruota dall'altra ancora a terra.

Per qualche altro minuto restammo lì come due deficienti, che se qualcuno fosse passato ci avrebbe preso sicuramente per pazze, ma oltre a quello, c'era poco da fare, così mi avvicinai e le porsi una mano aiutandola ad alzarsi.

Una volta che ci fummo trovate dentro la stanza, pescai fra i vestiti fino a trovare un paio di pantaloncini da mare.

·         Prendi questi, almeno puoi fare il bagno!

·         Ma...

·         Niente ma, in bagno ci sono gli assorbenti interni, su! - Detto questo, la spinsi nella stanza nominata e aspettai che si preparasse.

Il fatto di avere le mestruazioni in vacanza era odioso, ma avercele durante le vacanze al mare era ancora peggio!

Ormai ci avevo fatto l'abitudine, anche l'estate precedente, infatti, quando avevo conosciuto Toby e tutta la sua famiglia, avevo avuto lo stesso problema.

·         Ci sono! - Esclamò Gloria dopo qualche minuto facendomi sorridere.

·         Very good! E adesso andiamo dai seventeen che oggi li abbiamo snobbati tutto il tempo.

 

***

 

·         Smettetela di baciarvi voi due! - Urlò qualcuno facendomi scoppiare a ridere appoggiata alle labbra di Alberto che continuava a stringermi forte forte a se.

Era in parte tutto il pomeriggio che io e lui non ci staccavamo di un millimetro, le nostre mani sempre intrecciate e le nostre bocche sempre vicine.

Divertita, gli scompigliai i capelli e mi girai verso Giorgia che aveva appena tirato fuori un argomento molto interessante.

·         Venerdì sera, al posto di noi animatori, lo spettacolo lo farete voi. - Disse mentre Gloria ed io ci lanciavamo un'occhiata d'intesa poiché avevamo passato gran parte della mattinata a parlare proprio di ciò.

·         Lo fanno anche i piccoli giusto? - S’intromise Alex che essendo già lì da una settimana, come la sorella, aveva già assistito allo spettacolo del venerdì precedente.

·         Si esattamente!

·         Beh io ci sto! - Dissi entusiasta seguita a ruota da tutti gli altri esclusa Stefania che si rifiutava categoricamente di mettersi in ridicolo.

Annuii compiaciuta del fatto che non ci sarebbe stata in mezzo ai piedi e mi concentrai sull''unica domanda che frullava nella mia mente: " Che tipo di spettacolo avremo fatto?"

Fortunatamente fu Fabio a pronunciarla ricevendo una risposta che non mi piacque per niente.

·         Facciamo Amici, si balla, si canta e si recita! - Rispose Giorgia mentre sul mio viso appariva un'espressione terrorizzata.

Io ero stonata come una campana e sicuramente non sapevo ballare...

Dunque mi chiedevo come avrei fatto a sopravvivere a uno spettacolo del genere.

Stavo ancora pensando a ciò quando vidi Tobia avvicinarsi a noi.

·         Fra quant'è la partita di calcio? - Domandò dopo aver salutato tutti.

·         Oh cazzo è vero, si comincia fra dieci minuti! - E detto ciò, la maggior parte dei maschi si diresse verso il campo.

Incerta guardai Alberto allontanarsi senza salutare, ma poi, come se mi leggesse nella mente, fece dietro front e tornò per baciarmi nuovamente.

·         Vado a giocare, vieni a fare il tifo con Gloria?

·         Mmm... solo a una condizione! - Risposi divertita.

·         E quale sarebbe?

·         Semplice, devi fare amicizia con Tobia! - Detto ciò lo spinsi dolcemente lontano da me facendo segno a Gloria di incamminarsi con me, verso il campo da calcio il più lentamente possibile.

Speravo, infatti, che se il testone avesse fatto amicizia con Albi, magari si sarebbe sentito più sicuro a venire in giro con noi.

 

***

 

Che il mio piano avesse funzionato era fin troppo ovvio dato che Tobia si stava divorando una bistecca a dieci centimetri da me parlottando fisso fisso con Alberto e Nicolò, il ragazzo con la barba che per tutta la giornata non si era fatto vedere.

Sorrisi compiaciuta e feci ciao ciao con la mano a Matilde che bella tranquilla se ne stava seduta al tavolo del mini-club.

·         Ma spiegami bene la faccenda del bimbo greco. - Mi domandò Gloria distraendomi dai miei pensieri mentre Silvia alla mia destra, avendo assistito alla scena di quel pomeriggio, scoppiava a ridere come una matta.

·         Beh ecco, Apostolis, il fratello di Bibbias... - Dissi rendendomi conto solo in quel momento di che razza di nomi fossero proprietari quei due – Che deve avere all'incirca dieci anni, mi ha chiesto se poteva offrirmi qualcosa da bere e se mi andava di uscire con lui una sera... - Risposi sotto gli sguardi divertiti di tutto il tavolo.

·         Si che bello, tu esci con Apostolis ed io con Bibbias! - Annuii e le lanciai una pallina di carta.

Ero contenta, finalmente potevo starmene in compagnia dei miei nuovi amici senza preoccuparmi che Tobia si annoiasse.

Per tutto il resto della cena cazzeggiammo del più e del meno fin quando, Matilde non mi corse incontro.

·         Bianca ti prego, vieni a vedere la mini-disco.

·         Mmm... e cosa ricevo in cambio? - Chiesi prendendola in braccio.

·         Un bacio! - Rispose lei tutta felice.

·         Beh, e allora mi sa proprio che devo venire! - Vai giù che io finisco di mangiare il gelato e scendo.

Detto ciò, la bambina mi baciò un'altra volta la guancia per poi correre in direzione delle sue amiche.

Per qualche altro minuto mi concentrai sul mio dolce, fin quando non avemmo tutti finito.

·         Venite giù con me? - Chiesi mentre tutti annuivano e si alzavano da tavola dirigendosi verso il teatro dove i bambini avevano appena iniziato a ballare.

Era buffo, fino a qualche anno prima anch’io partecipavo a quei balli di gruppo uno più assurdo dell'altro, ma adesso, a pensarci bene non sapevo proprio con quale coraggio l'avessi fatto.

E così, mentre le parole di Veo Veo mi entravano nella testa, mi sedetti fra Gloria e Alberto.

 

"Veo veo que ves una cosita y que cosita es
empieza con la "a", que sera, que sera, que sera
alefante
no no no eso no no no eso no no no no es así
Con la a se escribe amor con la a se escribe adiós,
la alegría del amigo y un monton de cosas más. "

 

Sorrisi a quel suono e salutai con la mano Matilde che dal momento in cui io e i miei amici eravamo entrati nella stanza, non faceva altro che salutarmi con la mano.

Rosa e Denis nel frattempo, le due animatrici del mini club, vestite rispettivamente da Ape e coccinella, continuavano a ballare come pazze circondate dai bambini.

 

Veo veo que ves una cosita y que cosita es
empieza con la "e" que sere que sere que sere
eyuntamiento
no no no eso no no no eso no no no no es así
Con la e de la emocíon estudiamos la expresíon
y entonando esta cancíon encontramos la verdad.

 

Amavo quella canzone, quando ero più piccola era una delle mie preferite da cantare e ballare e presto, mi ritrovai in compagnia di Gloria a cantarne il ritornello sotto le risate di tutti.

Ma a dichiarare la verità, non è che me ne fregasse così tanto e, infatti, mi persi ben presto a pensare ai fatti miei fin quando il mio caro tornado non mi corse incontro!

·         Bianca Bianca è la canzone di mio fratello Giuseppe! - Esclamò la bimba tutta felice mentre un sorriso appariva sulle mie labbra.

Aveva ragione...

L'anno precedente, mentre Matilde ballava quella canzone insieme a tanti altri piccolini, io avevo scorto un ragazzo vestito da truzzo, ballarla sulle scalinate mentre un biondino cercava di farlo sedere inutilmente.

Neanche a dirlo qui due si erano rivelati Giuseppe e Tobia, e da quella volta, avevo sempre preso in giro Giuse per il suo strano modo di ballarla.

·         Vieni qua peste! - Dissi prendendomela sulle ginocchia per poi cominciare a ballarla, per modo di dire, dato che eravamo entrambe sedute.

·         Atencion!!

·         Si señor!! - Risposi alla piccola facendo il segno di saluto con la mano destra sulla fronte prima di lanciarmi in un ritornello sfrenato.

·         chu chu uà
chu chu uà
chu chu uà uà uà
chu chu uà
chu chu uà
chu chu uà uà uà!!

Mentre in pratica tutto il gruppo dei seventeen mi guardava sgomento, feci segno a Gloria, Alberto, Nicolò e Tobia di seguirmi, cosa che fecero fin troppo volentieri e così, noi cinque deficienti più la piccola, continuammo a cantare a squarcia gola come dei pazzi.

Che fossimo fuori di testa me ne rendevo conto, ma qualsiasi cosa mi avessero detto o fatto, non avrei smesso per nessuna ragione e così, dopo essermi messa Matilde sulle spalle mimai tutta la canzone proprio come aveva fatto Giuseppe all'epoca seguita a ruota da tutto e dico proprio tutto, il gruppo dei seventeen esclusa Stefania che ci guardava come sempre con la puzza sotto il naso.

·         Compañia
(Compañia)
Brazo extendido!
(Brazo extendido)
Puño cerrado!
(Puño cerrado)
Dedos arriba!
(Dedos arriba)
Hombre fruncido!
(Hombre fruncido)
Cabesa hacia atras!
(Cabesa hacia atras)
Cola hacia atras!
(Cola hacia atras)
Pie de pinguino!
(Pie de pinguino)
Lengua afuera!
chu chu uà
chu chu uà
chu chu uà uà uà
chu chu uà
chu chu uà
chu chu uà uà uà!!
chu chu uà
chu chu uà
chu chu uà uà uà
chu chu uà
chu chu uà
chu chu uà uà uà!!

 

( Questo è il link della canzone per chi volesse ascoltarla... immaginatevi una quindicina di sedicenni che la cantano come pazzi imitando i movimenti D: https://www.youtube.com/watch?v=Qn8wz2BY25w )

 

Una volta che avemmo finito di cantare, il capo animatore, informò tutti che la mini-disco era finita e che da lì a qualche minuto, sarebbe cominciato lo spettacolo serale.

Subito mi girai verso Albi ricevendo un dolcissimo bacio a stampo mentre una ragazza sui quattordici anni, si avvicinava a noi.

·         Scusate, avete visto mia sorella? - Chiese timidamente.

·         E chi è tua sorella? - Risposi curiosa.

·         Silvia! - A quelle parole la guardai con un sopracciglio alzato.

Se Silvia, la ragazza riccia del giorno precedente, quella che secondo Tobia aveva due tette enormi ma brutte, era mascolina e grande, la ragazzina lì davanti a me, era tutto il contrario, mora con capelli lisci, magra e piccolina.

·         Tua sorella è lì dietro, comunque come ti chiami?

·         Io sono Francesca. - Rispose prima di sedersi dietro di me, non prima di aver salutato Silvia con la mano.

Per qualche altro minuto Alberto ed io continuammo a baciarci distratti solo dalle esclamazioni di Gloria e Tobia che avevano intrapreso una bella conversazione fra loro.

Ero ancora intenta a baciarlo quando Marco, il capo animatore, che ogni volta, che finiva una frase faceva uno strano verso assomigliante vagamente a un urlo, salì sul palco.

·         Buon giorno signori e signore, ragazzi e ragazze! Questa sera, nel nostro bellissimo teatro si svolgerà una competizione, la gara delle prove impossibili e a svolgerle, sarete proprio voi nel pubblico! Uaaaah! - Urlò mentre nella platea si alzava un mormorio sommesso che fu subito interrotto dalla sua voce che divertita riprese a parlare.

·         Allora, prima di tutto vi presento i nostri giudici pescati a caso durante la mini-disco, potete vederli li, al tavolo alla mia destra! Uaaah - Disse mentre Silvia e Francesca diventavano rosse come peperoni alla vista di una delle persone sedute al tavolo.

·         Oddio, ma quella è nostra mamma! - Urlarono all'unisono mentre tutti noi seventeen scoppiavamo a ridere.

·         Bene, ora che avete visto e conosciuto i giudici per modo di dire, ho bisogno di un signore e di due ragazzine! Uaaah!- Continuò Marco mentre Giorgia e Kevin, vestiti di tutto punto, uscivano dalle quinte per recuperare le persone richieste.

Per qualche secondo continuarono a camminare in mezzo a noi fin quando i prescelti non furono svelati.

Un signore muscoloso sulla quarantina si stava incamminando vero il palco e dietro di lui, Stefania e Francesca, facevano la loro santa figura.

·         Perfetto e ora, vi svelerò la prima prova! Uaaah! Siete pronti? Uaaah!

A quella domanda mezza platea rispose con un fortissimo sì, che assomigliava molto di più a un boato!

·         Perfetto, allora, il signore qui presente deve riuscire a tenere sollevate da terra le due ragazze per cinque minuti, può scegliere lui se tenerle sulla testa, sulle spalle, in braccio, a testa in giù, l'importante è che i loro piedi non tocchino terra Uaaah! Che dite giurati, ce la farà il nostro Superman?

Tutte le quattro persone sedute al tavolo scossero la testa, non del tutto convinte, mentre Gloria ed io ci lanciammo un'occhiata d'intesa prima di scoppiare a ridere come pazze sotto le espressioni sorprese dei due ragazzi che ci circondavano.

Dovevamo ammettere, che molto fortunatamente non era successo a noi, nel senso che, col fatto che, entrambe indossavamo vestitini senza spalline e parecchio corti, la situazione si sarebbe complicata.

·         Beh, anche se tutti i giudici non credono in lei, la prova glie la dobbiamo far fare comunque! Uaaah! E' pronto, tre due uno viaaaa Uaaaah!

A quelle parole il signore provò a prendere in braccio Stefania, ma ben presto si accorse che così facendo, non riusciva a sollevare Francesca, pensieroso, mise giù la prima e provò a farne salire una in spalla tenendo l'altra in braccio, ma anche così era complicato perché avrebbe dovuto avere quattro braccia. Una volta compreso che anche quel metodo era impossibile, sotto le risate generali perché la scena era davvero comica, fece attaccare Francesca al suo collo ma non ricucì ad alzarsi e alla fine, ecco che l'illuminazione lo abbagliò!

Prendendole entrambe sulle spalle come fossero sacchi di patate e tenendole a testa in giù, sembrava più tosto stabile.

·         Woow intanto è riuscito a sollevarle entrambe Uaaah! - Urlò Marco battendo le mani mentre io, Gloria, Tobia e Alberto ci rotolavamo dalle risate.

·         Bene, e ora si contala! Uaaah! - Detto ciò partì il conto alla rovescia che né io né gli altri seguimmo più di tanto troppo impegnati a ridere e scherzare fra di noi.

Ero contenta che Tobia si stesse aprendo e divertendo anche con gli altri!

Sinceramente, non me lo sarei mai aspettato, ma vederglielo fare era davvero bello.

·         Uaaaah e ce l'ha fattaaa! - Complimenti signoreeee! Lei ha vinto un massaggio gratuito di mezz'ora alla nostra spa! - Disse Marco dandogli un foglio mentre gli applausi aumentavano sempre di più.

Nonostante i giudici avessero perso, non avendo azzeccato assolutamente nulla, il signore era stato notevolmente bravo! Mio padre non sarebbe mai riuscito a fare una cosa del genere!

·         E adesso signori e signori, chiamo qui sul palco il bel tenebroso dei seventeen, il Ken della spiaggia che sta ancora cercando la sua barbie, o forse vuole solo tenercela nascosta, un bell'applauso a Tobiaaaa! Uaaah! - Urlò mentre contemporaneamente ci giravamo tutti verso il biondino che aveva assunto decisamente un'espressione sgomenta.

Perché diavolo dovesse salire sul palco, nessuno lo sapeva, ma quello che era chiaro a tutti era che il ragazzo non ne avesse molta voglia.

Infatti, continuava a tenersi saldamente attaccato alla sedia, rosso come un peperone, lui non era tipo da mettersi in vista, non l'era mai stato e mai lo sarebbe diventato.

·         Su su ragazzo, abbiamo bisogno della copia di Cristiano Ronaldo per questa prova!

A quelle parole sul viso di Tobia apparve un mezzo sorriso e dopo avermi lanciato un'occhiata d'aiuto, si alzò e s’incamminò a piccoli, se non piccolissimi passi sul palco.

·         Allora signori e signore, questa sera abbiamo sul palco un ragazzo che diventerà famoso nella storia del calcio ed è proprio per questo che l'ho chiamato qui vicino a me, la prossima prova, infatti, consiste nel fare cinquanta palleggi di fila con un pallone di spugna! - Disse mentre Gloria ed io ci guardavamo.

Sorrisi, avevo visto un luccichio passare sugli occhi del ragazzo, ed ero sicura che l'avesse presa come una sfida, se si trattava di calcio, infatti, lui sarebbe stato disposto a tutto.

·         Dici che ce la fa? - Mi domandarono Alberto e Gloria mentre io annuivo compiaciuta.

·         Ce la fa, ce la fa state tranquilli.

Per i cinque minuti successivi osservammo Tobia palleggiare concentratissimo senza mai perdere la palla, superando addirittura il numero cinquanta con una semplicità incredibile mentre un coro inondava il teatro.

·         Ken, Ken, Ken, Ken ! - Urlavano tutti entusiasti della sua bravura sotto il mio sorrisetto divertito.

C'era poco da fare, ero orgogliosa di lui!

Quando tornò a sedersi, gli baciai una guancia e poi mi accoccolai fra le braccia di Alberto per vedere il resto dello spettacolo.

Un signore fu obbligato a mangiarsi dei biscotti andati a male ripieni e conditi con gli ingredienti più strani, un altro dovette bere più birra possibile per poi con i rutti gonfiare un palloncino fino a farlo scoppiare e immaginate un po', ci riuscì!

Man mano che le prove andavano avanti diventava sempre più difficili e assurde fin quando, dopo un'oretta da quella di Tobia, toccò ad Alberto andare sul palco.

·         Molto bene ragazzo, prima di cominciare vorrei dirti una cosa: L'amore è cieco, mamma e papà no! Uaaah! - Disse Marco mentre io diventavo rossa come un peperone tanto quanto Albi che mi lanciò una di quelle occhiate terrorizzate che se non si fosse trattato di me, sarei scoppiata a ridere come una pazza.

·         Allora, la prova che affronterai te è questa: Devi riempire il palco d’indumenti maschili, le scarpe valgono cinque punti, le magliette dieci, i pantaloni venti e le mutande 100! Ma devi spronare più gente che puoi a stare in mutande!

Risi, Alberto sembrava parecchio sconcertato, come tutta la gente del resto, ma nel momento esatto in cui partì il conto alla rovescia, Tobia, Nicolò e Fabio, cominciarono a spogliarsi di tutto punto seguiti a ruota da parecchia gente.

Ben presto, mi ritrovai circondata da decine e decine di ragazzi e uomini di una certa età in mutande e mentre le risate si facevano incontrollate i fischi e gli applausi da parte delle ragazze non mancavano. E così, mentre Albi giocava al mercante, mi persi a pensare che tutto sommato quella vacanza, non stava andando poi tanto male.

 

***

 

·         Io devo tornare in camera a mezzanotte... - Piagnucolò Gloria distesa comodamente sul lettino della spiaggia.

·         Io torno quando torna Toby! - Risposi per poi lanciare un bel sorriso al biondino che mi scompigliò i capelli mentre Alberto mi stringeva a se poiché ero al sicuro fra le sue gambe.

Finito lo spettacolo, infatti, io Gloria, Tobia, Alberto e Nicolò, c'eravamo recati in spiaggia per starcene un po' per i fatti nostri.

La brezza del mare era calda e il rumore delle onde che si stagliavano sulla diga rendeva tutto più perfetto.

Li, fra le braccia di Alberto mi sentivo al sicuro, dopo tanto tempo stavo permettendo a un ragazzo di coccolarmi, ma non ero sicura fosse la cosa giusta e, infatti, volevo tener ancora alzato il muro che avevo costruito intorno al mio cuore.

 

OK, SO CHE IL CAPITOLO NON E' DEI MIGLIORI MA SPERO VI SIA PIACIUTO LO STESSO ;)

UN BACIONE CIAOOO

  
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