Sei tu? Sei davvero tu questo?
Un ragazzo. Sta ballando. Sembra proprio sballato. Si sarà calato qualcosa.
Sta ridendo. Una risata da cazzone. Ne sono certo, è un cazzone.
Mi sembra di conoscero.
Conosco quella risata. Conosco quell’aria da sbruffone. Conosco il ragazzo moro che gli sta accanto.
Accendo la luce del bagno e mi specchio. Allora ricordo, e capisco. Il viso che vedo riflesso è più magro, più emaciato e la barba cresce incolta. Non c’è più traccia del sorriso spavaldo e di quella luce negli occhi. Ma senza dubbio io e quel ragazzo siamo la stessa persona.
Cook.
Quello ero io. E questo sono io.
Sembra passato un secolo.
Le giornate passate al bar a bere. I casini durante la notte. Le stronzate.
Sembra un’altra vita.
Una ragazza e un ragazzo parlano. Sembrano divertirsi.
Anche io mi sto divertendo.
Quella ragazza la conosco. L’ho desiderata. L’ho amata.
Ma ho amato anche quel ragazzo.
Capelli neri e scompigliati. Sorriso amichevole. Canna in mano.
Qual è il suo nome? Devo ricordarlo. Devo davvero.
Ormai sono questo e sono molto diverso da quello che ero. E’ cambiato tutto in un momento, con un gesto, con un urlo. “Io sono Cook”, e tutto è cambiato.
MA SAPETE UNA COSA?
Non me ne pento.
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Row.