Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: marilia    06/10/2004    10 recensioni
Quando tutto il mondo ci crolla sulle spalle ci sentiamo morire... ma se c'è qualcuno al tuo fianco...be...allora è tutto diverso... H/Hr
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
RITORNIAMO A VOLARE

RITORNIAMO A VOLARE

 

18 agosto.

Harry era steso sul suo letto. Pensava…non faceva che quello…pensava…a tutto quello che gli era successo:  alla morte di Sirius, alla sua morte così breve, alla morte della sua anima.

Era tutta l’estate che era steso su quel letto a pensare, e a mala pena mangiava e andava in bagno.

Voleva andarsene da quella casa, voleva tornare tra le persone che gli volevano bene, voleva rivedere i suoi amici…Ron…Hermione…come li aveva trattati male…se ne era reso conto troppo tardi…si faceva schifo…e loro non se lo meritavano…proprio loro che erano suoi amici…che rischiavano di morire ogni giorno…che mettevano in pericolo i propri cari…

Loro…che si era reso conto essere tutto il suo mondo.

Con Ron aveva quel non so che di complice che riusciva a mettergli allegria…ma con Hermione… poveretta…l’aveva trattata proprio di merda. Eppure lei era sempre stata li a consolarlo, si certo, sempre con quel suo caratterino…ma c’era sempre stata…

I suoi migliori amici avevano sempre avuto una parola di conforto per lui.

Si alzò e si avvicinò piano alla finestra per respirare un po’ d’aria fresca. Hermione era in Italia con i suoi ma forse era già tornata a casa e Ron era a casa sua con i gemelli e Ginny. I sui genitori facevano avanti e dietro da Grimmauld Palace.

Aveva 16 anni. Ancora un anno e avrebbe potuto lasciare i Dursley.

 

D’un tratto il campanello di casa suonò.

Subito guardò in giardino. Nessun’auto, nessuna moto.

 Il campanello trillò di nuovo più volte insistente.

Si sporse dalla finestra e riuscì a vedere la sagoma di una persona ricurva d’avanti alla sua porta. Non si distinguevano i lineamenti ne del viso e ne del corpo; era tutto coperto dall’oscurità.

Istintivamente prese la bacchetta e fece per aprire la porta di camera sua, ma sentì i passi di suo zio sul pavimento. Subito dopo che fu sceso, aprì la porta e scese il primo gradino.

Il campanello suonò di nuovo, in un suono forte e lungo…decisamente fastidioso.

Harry scese anche gli ultimi gradini, con la bacchetta in mano pronta a qualsiasi incantesimo.

Nella quasi totale oscurità vide la sagoma di zio Vernon che apriva la porta.

Fece per scattare ma sentì lo zio dire “cosa vuoi brutta pezzente da casa mia a quest’ora?!” era arrabbiato, la sua voce era velenosa. Il ragazzo si sporse un po’ dalle scale e riuscì a notare una figura in ginocchio sul ciglio della casa.

 “…Harry…” sussurrò debolmente questa.

Harry sbarrò gli occhi…no…non poteva essere…

“qui non c’è nessun Harry!” rispose acido lo zio chiudendo la porta.

“…la prego…Harry…” ripeté la voce.

Harry si mosse leggermente verso la porta con il cuore che gli martellava il petto…non poteva essere…

Lo zio riaprì la porta e disse “ho detto che non esiste nessun…” ma non riuscì a terminare la frase che la figura in ginocchio cadde completamente a terra stremata e respirando forte. “…ha…rry…”.

Fu allora che il cuore di Harry cessò di battere. Ora che i raggi della Luna aveva illuminato il viso della ragazza…aveva avuto la certezza che…

Lasciò cadere la bacchetta per terra scattando verso la porta.

“Hermione!” aveva urlato gettandosi ai piedi dello zio e prendendola fra le braccia.

Improvvisamente si sentì le mani sporche…di cosa non lo sapeva…o meglio non voleva saperlo. “…ha…rry…” aveva sussurrato di nuovo debolmente la ragazza respirando a fatica aggrappandosi forte ai suoi vestiti. “Hermione…mio dio…”

“chi è?” chiese la voce di suo zio. “ è Hermione…la mia migliore amica …Herm che ti è successo?” chiese lui spostandole dal viso sporco e bagnato di lacrime indelebili un ciuffetto di capelli. Aveva un labbro gonfio, quello si vedeva benissimo…

“a..iuta…mi…mo…rti…ma…ngiamo..rte…” disse a stento lei.

“no…” sussurrò Harry mentre le lacrime premevano per uscire dai suoi occhi.

“no…non te!” strillò prendendola in braccio e alzandosi con uno sforzo.

Hermione si era completamente abbandonata tra le braccia del ragazzo.

“dove credi di portarla!?” fece rabbioso lo zio.

“al sicuro…” disse lui facendo qualche passo verso le scale, incrociando la zia e suo cugino.

“zia…ti prego…aiutami…” gli fece lui alla donna. Ma lei non si mosse.

“tu e quella drogata uscite fuori…ora!” abbaiò lo zio.

“non è una drogata…sta morendo porco cazzo!” strillò Harry lasciando che le lacrime gli scorressero sul viso. “ma voi che cazzo ne sapete della vita mia eh? Che cazzo ve ne fotte se Voldemort tenta di uccidermi ogni giorno! Se Sirius è morto! Se ogni giorno Migliaia di persone rischiano di morire…che ve ne fotte…eh? CHE CAZZO VE NE FOTTE SE LEI STA MORENDO PER COLPA MIA!” gridò infine.

Gli zii lo guardarono stralunati.

“zia…aiutami con lei ti prego…” la zia lo guardò storto ma poi annuì con il capo.

 “Petunia ma che…” fece per controbattere il marito ma lei lo fulmino

 “zitto!” gli sibilò e seguì Harry incamera sua.

 Accese la luce della scrivania, mentre il ragazzo poggiava la ragazza sul suo letto.

 Harry si inginocchiò al suo fianco annaspando. Era accaduto tutto troppo in fretta…non ci stava capendo un cazzo…sapeva però che se avesse avuto Voldemort tra le mani lo avrebbe ucciso una volta per tutte. “Hermione…” sussurrò lui dolcemente avvicinandosi al viso della ragazza che aveva gli occhi semi chiusi. “Harry cosa le è successo…?” chiese la zia.

“vorrei tanto non scoprirlo mai zia…ma perché…perché devono subire gli altri al posto mio…?” chiese disperato il ragazzo accarezzando il viso della ragazza.

“…Harry…” fece lei debolmente.

Lui le prese una mano e la strinse. “sono qui…non ti lascio…” fece lui con gli occhi rossi.

“hanno…hanno ucciso..” qui iniziò a singhiozzare e gemere di dolore “li hanno uccisi…d’avanti ai miei occhi…Harry…” disse lei con voce straziante.

Lui singhiozzò forte “non ci pensare…chiudi gli occhi…rilassati…” lei chiuse gli occhi piangendo e sussultando di tanto in tanto.

La zia era pallida. “stava parlando dei suoi…”

“si!” la interruppe Harry.

Sulla soglia della porta c’erano Dudley e Vernon. “Dudley…per piacere scrivi 2 righe indirizzate a Ron…digli che Hermione, è da noi che hanno attaccato la sua casa…e digli di venire il più presto possibile…” fece lui al cugino.

“forza!” gli disse la madre. Il ragazzo si mise al lavoro.

Il moro guardò il corpo della ragazza distesa di fronte a lui vestita di un jeans e una maglia a maniche corte grigia, leggera; completamente sporchi di polvere e sangue, strappati, il bottone e la lampo dei jeans era stati rotti con violenza… e il suo viso era triste, bianco e oltre al labbro spaccato aveva un sopracciglio rotto e un livido viola sulla guancia sinistra. Non volle immaginare cosa le era stato fatto…

“zia bisogna toglierle questi vestiti…” fece Harry togliendole le scarpe.

“Vernon vai a prendere la cassetta medica grande!” disse al marito la zia.

Lui fece per sfilarle i pantaloni ma la zia lo blocco.

“ma ti sembra che io vado a pensare a certe cose adesso?!” gli urlò Harry. La zia sospirò mentre lo zio poggiava a terra la cassetta medica.

In quel momento Edvige planò sulla sua spalla. “ti sembra il momento?!” urlò anche all’animale, che per tutta risposta sfregò la testa contro quella di Harry e poi scendendo sul letto fece lo stesso con il braccio della ragazza.

“lo so che le vuoi bene..porta questo a Ron…” le sussurrò dandole il foglio su cui aveva scritto il cugino.

Ad una parola della zia lei e lui rimasero soli con la ragazza nella stanza.

Harry le sfilò i pantaloni, e la zia la maglia.

Harry noto che aveva alcuni tagli lungo il corpo e che le gambe erano sporche di sangue.

 “lo hanno fatto apposta…non volevano ucciderla…” sussurrò il ragazzo…poi si chinò sulla ragazza e le baciò la fronte. Lei aprì appena gli occhi. “andrà tutto bene…” le sussurrò. Lei richiuse gli occhi respirando a fatica. E Harry ingoiò il magone.

“Harry…ti rendi conto che la hanno…vi..”

“non lo dire…non in sua presenza…non in mia presenza…” le disse lui zittendola.

Era già abbastanza doloroso senza che qualcuno gli facesse la cronaca.

 La prese in braccio e la zia gli chiese “che fai?”

“la porto in bagno…la sciacquo un po’!” entrò nel bagno e si tolse le scarpe, gli occhiali e con una mano la camicia e si infilò nella doccia poggiandola a terra.

“…Harry…” fece lei.

“ssshhh…prendi un bel respiro…” l’acqua li inondò bagnandoli fino all’osso. Il ragazzo inizio a sciacquarle via tutto ciò che vi era di superfluo sulla pelle, il sangue ora si confondeva con l’acqua.

Harry le sciacquò i capelli, poi mise un piede fuori e prese l’asciugamano grande.

L’avvolse attorno alla ragazza e si sedette sul puff asciugandola.

 “faccio io…asciugati tu!” gli disse la zia.

Lui annuì e dopo aver baciato la fronte della ragazza si alzò lasciandola sulle gambe di Petunia.

Prese un altro asciugamano e si asciugò togliendosi i pantaloncini.

Mentre lui era di spalle la zia aveva sfilato alla ragazza gli indumenti intimi mezzi strappati e sporchi di sangue.

“Harry…” lo chiamò la donna.

Il ragazzo le si avvicinò e prese tra le braccia la ragazza tutta infagottata nell’asciugamano, ormai quasi svenuta allo stremo delle forze.

La portò in camera mentre la zia andava a prendere degli slip.

Harry la poggiò con estrema dolcezza sul letto.

Si infilò una maglia e si sedette, le accarezzò il viso piangendo.

“scusami…” le sussurrò lui con voce strozzata “…non te ne andare…resta con me!” continuò baciandole la fronte e stringendole la mano. Era così fragile li sul suo letto, nell’asciugamano.

Continuò a piangere anche mentre prendeva una sua maglia, e la zia una volta tornata le infilava l’indumento intimo e le fasciava il seno con una striscia di stoffa che fermò con una piccolissima pinzetta.

Si avvicinò alla ragazza e la zia lo aiutò a medicarle le ferite, con garze e disinfettante.

 Infine le infilò la sua maglia grande sulla pelle nuda. Poi la zia prese l’asciugamano e disse “se succede qualcosa chiamami…” lui annuì e per la prima volta sentì l’impulso di ringraziare davvero la zia. “zia…grazie…grazie davvero…” fece lui mentre le lacrime gli scorrevano di nuovo sul viso.

La zia annuì mordendosi le labbra e disse “si…avrai una lunga storia da raccontarci domani…” e si chiuse la porta alle spalle.

Harry si avvicinò di nuovo alla ragazza, le coprì le gambe fino alla vita con il lenzuolo, ma vedendo che le dava fastidio lo tolse e le accarezzò i capelli umidi.

“lo sai cosa penso?” le chiese.

Ovviamente non ebbe risposta.

“penso che non avrei dovuto permettere a te e Ron di essere miei amici…soprattutto te…la più indifesa…è colpa mia se ti è successo tutto questo…” disse singhiozzando.

Lei mugugno appena stringendogli più forte la mano che già teneva la sua.

D’un tratto Edvige planò delicatamente sul letto. “scendi dal letto!” la rimproverò. Subito si spostò sulle sue gambe. Prese il messaggio e lesse:

 

Che cosa cazzo è successo?!?!?!? Harry dimmi che è uno scherzo! O mio dio come sta lei? Che cosa le hanno fatto?! Harry che cazzo è successo!!!??? Dimmi che sta bene ti prego…dimmi che non le hanno fatto quello che penso…Harry…

 

Le parole finivano la, sul foglietto c’erano i segni delle lacrime. Prese una penna e scisse:

 

Ron ascolta! Vieni a casa mia appena puoi! Ti prego non è uno scherzo! Le hanno ucciso i genitori d’avanti agli occhi! L’anno picchiata…la hanno… la hanno…anche violentata…Ron…mi dispiace…è colpa mia! È solo colpa mia…è ridotta uno straccio… avvisa Silente! Fa qualcosa…oddio non ci sto capendo un cazzo!

Ti aspetto…

 

Scrisse velocemente e dolorosamente la verità su quel pezzo di carta, mentre il cuore gli si infrangeva nel petto. Cominciò a piangere e singhiozzare nascondendo il viso tra le mani.

“…ha…rry…” sussurrò debolmente e pianissimo la ragazza.

“eccomi…sono qui!” disse lui accarezzandole una guancia.

“…ho…pau…ra…n…on…lasc…iarm…i…” fece lei mentre altre lacrime le scorrevano sulle guance.

“no…non devi aver paura piccola…ci sono io ora con te…non ti lascio sta tranquilla…” le sussurrò lui facendole tante piccole carezza sul volto.

Lei si mosse appena di lato.

“…fa…mal…e…tut…to…anche…de…ntro…” disse lei in un sospiro rotto.

“anche dentro…”nella testa di Harry rimbombarono queste due parole.

Poi nascose il viso nel collo di lei piangendo e stringendo convulsamente il lenzuolo.

“farà male per tanto tempo…però poi passerà…” sussurrò.

Lei non rispose.

Harry alzò il viso bagnato dalle lacrime e le guardo il viso. Era talmente vicino che sentiva il suo fiato sul viso. Il respiro della ragazza si stava pian piano regolarizzando.

Le accarezzò il viso stendendosi al suo fianco. Continuò ad accarezzarla per tutta la notte. Poi all’alba si sedette a terra e poggiò il viso e le braccia sul letto addormentandosi poco dopo…

 

*

 

“Harry…” il ragazzo aprì piano gli occhi. Subito si rese conto di essere steso completamente a terra.

Immediatamente si raddrizzò e guardò la ragazza stesa sul suo letto, che dormiva con un’espressione sofferente sul volto.

“Harry…” la zia era di fronte a lui. “ciao zia…” la salutò.

“ci stanno i tuoi amici con dei signori giù…”

“falli salire subito!” esclamò abbassando subito il tono di voce “e digli di non fare rumore e di mettere via qualsiasi oggetto che possa spaventarla da sveglia…”

La zia annuì e uscì. Harry si mise in ginocchio e si chinò piano sulla ragazza per darle un bacio sulla fronte e farle una carezza sul viso.

Proprio in quel momento entrarono lentamente nella camera, Ginny, Ron, la Signora e il Signor Weasley, Silente e una donna che non conosceva.

Ron sbiancò appena la vide e avvicinandosi al letto cadde in ginocchio, e le lacrime gli uscirono dagli occhi.

Il ragazzo poteva vedere le gambe dell’amica piene di lividi e di fasciature.

Piano le si avvicinò e le accarezzò il viso, spostandole un ciuffo di capelli che le era scivolato sul naso.

“Ron…” sussurrò il moro. Il rosso si morse un labbro e si alzò dirigendosi alla porta chiusa a cui si appoggiò e incrociò gambe e braccia piangendo.

“povera bambina…” fece la madre dei due Weasley, mentre Ginny abbracciava Ron.

“professor Silente…” sussurrò Harry.

“Harry questa è una Guaritrice del San Mungo, ora spiegaci bene che è successo così dopo potrà visitarla” spiegò.

Il ragazzo si alzò da terra e raccontò per filo e per segno cosa era successo la notte passata.

“non riesco a capire…come ha fatto ad arrivare qui? Al ministero dicono che l’attacco è stato non questa, ma la notte scorsa…ha impiegato un giorno intero per arrivare da te…” disse il Signor Weasley.

“non lo so… era fuori dalla porta di casa sul punto di svenire…non so altro…” disse Harry piangendo.

“D’accordo…andiamo fuori…vieni…” fece Silente.

“no…se la ragazza si sveglia…è meglio che lui resti qui…” disse la dottoressa.

“ma posso restare io…” obbiettò Molly.

“meglio di no…ieri notte era lui a stare con lei…lei ha cercato lui…probabilmente perché era il più vicino da raggiungere…ma ripeto…è meglio che Harry rimanga qui…” disse decisa la donna.

“ciao…sono Emma Summers…una dottoressa specializzata…” disse una volta che rimasero soli.

“piacere…lei sa già chi sono…” fece Harry cupo inginocchiandosi affianco alla ragazza.

La donna annuì e fece lo stesso. con un lieve colpo di bacchetta accanto a lei apparvero due grandi contenitori e una valigia. Le aprì tutte rivelandone molti arnesi. Harry sgranò gli occhi.

“non preoccuparti…pochissimi di questi userò su di lei…” disse tranquillizzandolo.

Il ragazzo annuì e la vide sfilarle la maglia.

“hai fatto bene a fasciarle il seno…ha qualche taglio lì?” chiese aprendo la fascia.

Il ragazzo annuì e poi distolse lo sguardo. Dopo poco la donna gli disse che poteva anche girarsi.

Le aveva rimesso una fascia. “dovevo solo farle chiudere i tagli…quello sul seno destro l’hai visto?”

“no…ho visto solo quello che aveva sotto quello sinistro…non ho guardato altro…” disse.

“ok…stavo dicendo che quello sul desto, anche se chiuso, deve essere curato per qualche giorno con una goccia di questa…” disse dandogli una piccola fialetta con una pozione celeste molto limpida.

“devo toccarla…o solo far cadere la goccia?”

“devi massaggiare il punto che è ancora arrossato…puoi farlo fare a tua zia se non te la senti…potrebbe anche riuscire a farlo lei…” spiegò con un mezzo sorriso la dottoressa indicando Hermione.

Il ragazzo annuì. La vide togliere altre fasce dal suo corpo e richiuderle i tagli. In altri punti avrebbe dovuto fare la stessa azione che gli aveva spiegato prima con quella pozione.

Le richiuse tutti i tagli e le fece sparire quasi tutti i lividi e gli ematomi.

Poi prese a farle dei piccoli incantesimi per verificare che nessun osso sia rotto.

“ahi…ha una costola rotta e due incrinate…sicuramente un calcio…” disse Emma.

Fece un incantesimo per ripararle e disse “le faranno un po’ male per un paio di giorni…poi passerà…”

“ok…ehm…mi scusi…c’è un modo…per verificare se…” chiese Harry leggermente depresso.

La donna annuì e puntò la bacchetta al bacino della ragazza e subito dopo alla pancia tirando un sospiro di sollievo.

“cosa?!” chiese Harry speranzoso.

“non ti entusiasmare…si…l’hanno violentata…una volta però…ma mi sono sollevata quando ho controllato qualche eventuale gravidanza…credo che era svenuta quando è successo…”

Il moro singhiozzò e appoggiò il viso al letto piangendo.

“Harry…” fece per dire la Summers ma qualcun altro lo chiamò…o meglio altra.

“Ha…rry…” ragazzo  alzò subito il viso asciugandosi le lacrime.

“piccola…sono qui…” disse il ragazzo prendendole la mano.

Piano, piano Hermione aprì gli occhi, che si rivelarono essere molto rossi.

“Harry…” fece debole lei.

“ehi…sono qui…” disse il ragazzo accarezzandole il viso.

“non…non ti vedo…” gemette la brunetta.

“come…cosa…?” chiese Harry guardando la dottoressa.

“tesoro…sono una dottoressa…mi fai dare un’occhiata quagli occhi?” chiese facendole una carezza.

“Harry…!” fece lei, con un tono spaventato. La ragazza si strinse più alla sua parte.

“Herm…non ti farà del male…ti aiuterà…e…e poi ci sono io…non ti farò del male te lo giuro!” le disse.

La donna poggiò le dita sul viso della ragazza che lo girò. Poi però piano si fece guardare gli occhi.

“ok…è un incantesimo…adesso lo rompo, ti metto uno specie di collirio e ti metto una benda ok?” chiese.

“va…bene…” sussurrò la ragazza.

Emma fece ciò che aveva detto e poi disse a Harry “devi metterle quest’altra pozione negli occhi ogni due ore…per oggi e domani non toglierle la benda…poi man mano che passano i giorni gliela togli per un po’ così che si riabitua alla luce, alle forme, e ai colori…” “ok!” annuì Harry.

“non…non voglio…andare…via da qui…” sussurrò Hermione.

“lo avevo immaginato tesoro…ma non preoccuparti…rimarrai qui…e vedrai che poi portai tornare a scuola…senza problemi…quel posto ti aiuterà sicuramente…” le disse dolcemente la dottoressa.

“mi…mi può fare un…un incantesimo per…dimenticare?” chiese supplice la bruna.

“no…è contro la legge…ma posso darti un consiglio…ricorda sempre…che è tutto passato e non tornerà…devi vivere per il futuro…e non in base al passato…sono sicura che sei una ragazza forte…e che ce la farai…” le sussurrò fiduciosa la donna rimettendole la maglia.

“si…lei è una ragazza forte…bella, forte e decisa…” fece Harry per tirarle su il morale.

“Harry…” sussurrò Hermione prima di scoppiare a piangere.

“no…no piccola…” fece Harry mentre anche lui stava facendo scorrere le lacrime.

“falla sfogare Harry…” disse apprensiva la Summers.

“Herm…chiamiamo anche Ron? Ginny?” chiese Harry.

“Ron…si Ron…ho paura Harry!” disse la ragazza aggrappandosi ai suoi vestiti.

Harry si sedette sul letto e lei gli si raggomitolò in braccio tremante, mentre la dottoressa usciva e faceva entrare Ron.

“Ron vieni qui…” disse il moro facendoli segno di avvicinarsi.

Il rosso si sedette e carezzo la testa della ragazza.

“R-Ron…” sussurrò lei facendosi abbracciare.

“grazie…” disse lei tra i singhiozzi mentre entrambi la abbracciavano.

“e di che…” disse Harry.

“di esistere…” sussurrò lei prima di addormentarsi.

 

28 agosto.

“tesoro…hai ancora fame?” chiese premurosa Petunia alla ragazza.

“no…no grazie…” sussurrò appena Hermione.

“sei stanca? Andiamo di sopra?” chiese Harry.

“io…si per favore…” disse la bruna.

“ok...” la aiutò a mettersi in piedi ma poi la fece camminare da sola sempre tenendole la mano.

“piano…” le sussurrò aiutandola a salire le scale.

Quando arrivarono in camera, la fece sedere sul letto.

“togliamo un po’ la  benda? Ti va?” chiese lui.

Lei annuì.

Piano la fascia ricadde sulla coperta.

Harry prese la pozione e si sedette alle spalle della ragazza.

“piccola…stenditi leggermente…appoggia la testa sulla mia spalla…” le sussurrò aprendo la fialetta.

Dopo di che fece scivolare una goccia della pozione in ogni occhio delle ragazza e la fece risedere.

“bene…apri gli occhi…”

Lei piano lo fece e due piccola lacrime caddero sulle sue guance.

Lui sorrise asciugandogliele.

“mi vedi?” chiese.

“si…” sussurrò spostandogli dolcemente un ciuffo di capelli dalla fronte.

“benissimo!” disse Harry facendosi scappare una lacrima.

“ti ho fatto preoccupare tanto…mi dispiace..” sussurrò la brunetta con le labbra tremanti.

Harry scosse la testa abbracciandola.

“sto bene… ora sto molto meglio…grazie…e…e poi… mi sento normale… per il fatto del…”

“ssshhh…” sussurrò lui poggiando la fronte contro la sua.

“mi dispiace…è tutta colpa mia…” le sussurrò.

“no…essere tua amica è stata una mia scelta…tu non hai colpe…e non replicare…non voglio più sentirti dire una scemenza simile…” gli disse Hermione,

Harry chiuse gli occhi, sotto le carezze della ragazza sul suo viso.

Fece per allontanarlo ma Hermione lo trattenne, e poggiò appena le labbra su quella del moro.

Il ragazzo fu preso alla sprovvista.

“grazie…” gli sussurrò la brunetta a fior di labbra.

Forse fu un caso…o lo fecero insieme…

Fatto sta che dieci secondi dopo si stavano baciando dolcemente e senza malizia.

Quando si staccarono, Harry la strinse e disse: “noi…combatteremo insieme…fianco a fianco…per ritrovare la pace…e lotteremo Hermione…per ritornare a volare…”

Lei annuì nel suo petto stringendolo di più.

 

*

 

5 anni dopo…

 

La battaglia andava avanti ormai da ore…

Mangiamorte e Auror combattevano senza sosta…

Nessuno sapeva però cosa stava succedendo al centro della battaglia, nello scudo creato da Harry…

“tu hai ucciso i miei genitori e mi hai privato dell’innocenza!” gridò Hermione contro Voldemort che disarmato era stretto nella morsa delle braccia di Harry in pessime condizioni.

Erano oramai passate almeno due ore da quando sia Harry che Hermione avevano iniziato a picchiarlo.

“e hai privato me di una vita normale!” urlò anche Harry spezzandogli entrambe le braccia.

L’uomo urlò di dolore.

Ringhiava e ansimava.

Non riusciva a credere di essere stato sconfitto.

“e adesso ti pentirai di tutto il male che ci hai fatto!” disse Hermione ficcandogli la bacchetta nell’incavo del collo.

Alzò il viso andando ad incrociare gli occhi smeraldi del suo ragazzo.

“insieme…” sussurrò lui.

Lei annuì mentre il ragazzo lasciava cadere l’uomo a terra.

Entrambi puntarono la bacchetta contro il cuore dell’Oscuro Signore…

“Avada Kedavra!” urlarono insieme.

Due fasci verdi scaturirono dalle loro bacchette per poi fondersi in uno solo.

L’uomo si accasciò inerme al suolo.

Morto.

“è finita…” sussurrò Harry abbassando la bacchetta.

Anche la bruna abbassò l’asticella, mentre un singhiozzo soffocato la scoteva.

Si morse le labbra per poi scoppiare a piangere come una bambina.

Harry le sorrise dolcemente prendendola tra le braccia.

Lei lo strinse piangendo.

Poco dopo si sentì un boato enorme.

Lo scudo si era rotto e tutto attorno a loro regnava il silenzio.

Vi erano uomini in piedi e altri per terra.

Vivi o morti, catturati o suicidati…

Ma c’erano… ed erano i buoni…

“ragazzi…” un Ron sorridente con la divisa stappata all’altezza del torace, dal quale fuoriusciva del sangue, li richiamò.

“cosa devo dichiarare capitano Potter?” chiese sorridendo.

Harry altrettanto sorridendo rispose senza lasciare la ragazza che ora guardava Ron.

“che la Seconda Guerra è finita! Abbiamo vinto!”

Ron annuì sorridendo ancora.

“ci vediamo alla base…” disse smaterializzandosi.

I due ragazzi ancora abbracciati non si mossero ne parlarono per molto tempo.

Poi la pioggia iniziò a cadere.

“il mondo sta sciacquando via lo sporco…” sospirò Hermione staccandosi da lui e alzando il viso per bagnarlo.

“già…” sussurrò lui.

Le prese una mano e sotto lo sguardo della ragazza la baciò e disse

“Ritorniamo a Volare Hermione…”

La ragazza sorrise felice.

Entrambi diedero le spalle al loro defunto nemico e si incamminarono verso il sole che piano stava sorgendo e che si riusciva a spiare attraverso la pioggia e le nuvole.

Poco dopo entrambi sparirono.

La pioggia continuò a cadere per ore…

 E quando finalmente il sole fu sorto e le nuvole scomparse due colombe candide attraversarono il cielo…

Sfiorando l’infinito…

Così come stavano facendo due anime una volta sole…che adesso avevano aperto le ali per la prima volta…

E insieme si preparavano a volare nel cielo limpido…

A volare incontro al loro futuro…

Un futuro…migliore del passato.

 

Fine!

 

A tutti voi….

 

 

 

 

  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: marilia