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Autore: Nori Namow    13/08/2013    12 recensioni
Le mani tremarono forte, la lettera cadde a terra, le fate esultavano, si congratulavano, altre piangevano.
Io osservavo il vuoto, e mi rendevo conto che i miei occhi, per quindici anni, avrebbero rivisto Fairy Oak e la figlia di Vaniglia.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felì, Pervinca Periwinkle, Vaniglia Periwinkle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Home.



La casa è quel posto dove, quando ci andate, vi accolgono sempre. - David Frost


 

-Felì, tu pensi che Grisam mi ami? Intendo, ami davvero?
Era la prima volta, che Vì mi faceva una domanda del genere. Il suo visino, ormai quindicenne, trasmetteva ansia, dubbio, preoccupazione. Potevo percepire quel macigno enorme che la faceva rigirare la notte, fra le sue coperte. Erano alcuni giorni che era sempre triste e nervosa, più del solito. Pervinca aveva sempre avuto un carattere un po’ cupo e ribelle, eppure quella domanda mi fece capire che, in quel momento, c’era un motivo ben preciso.
-Oh be’, io suppongo di sì.- Le risposi andando ad accomodarmi fra le pieghe dello scialle color prugna che indossava in quel momento. Babù era al Museo, Cicero da Duff Burdock, Dalia e Tomelilla dai Pollimon. Eravamo solo io e lei, in casa, e forse proprio quel silenzio aiutava Vì a pensare meglio. I pensieri sapevano essere rumorosi.
-Io ho paura, Felì. Tra un mese tu andrai via, Grisam sembra non amarmi più, Babù è sempre così indaffarata che a volte sembra dimenticarsi di me.- cominciò a piangere silenziosamente, mentre una stretta al mio cuoricino di fata mi faceva mancare il fiato. Già, un mese esatto e io sarei tornata nel Regno delle Rugiade d’Argento.
Un mese, e avrei detto addio a Fairy Oak.
-Ma non dire così, Vì, anche se io andrò via, tu hai ancora tanti amici, tua sorella ti vuole bene, e Grisam ti ama, ne sono convinta.- Le accarezzai i capelli e volai a darle un bacio sul nasino all’insù. Lei mi sorrise e si asciugò una lacrima.
-Sai, a volte vorrei fermare il tempo. Sembrava tutto così bello, quando la data del nostro quindicesimo compleanno era lontana.
Già, era questo il compito delle fate tate. Quindici anni in cui bisognava occuparsi dei bambini, e poi dovevamo tornare nei nostri regni, libere e pronte per un nuovo incarico. Quello a Fairy Oak fu il mio primo incarico, e senza dubbio il più importante, quello che non avrei mai dimenticato. Avevo avuto l’onore di servire una strega saggia e potente, e il dono di vegliare su quelle due bambine così speciali. Un sassolino che colpì la nostra finestra, ci fece sobbalzare. Poi ne arrivò un secondo, e un terzo.
Vì corrucciò la fronte, poi si avvicinò alla finestra giusto in tempo per scorgere un elegante Grisam Burdock che le sorrideva felice e innamorato.
-Sei anni fa ti diedi quell’anello che ancora oggi hai conservato. Quindi, è come se fosse il nostro anniversario, no?
Gli occhi di Pervinca scintillarono di fronte al mazzo di rose che Grisam mostrò, dopo averli abilmente nascosti con un incantesimo. Lei mi guardò, come a chiedermi il permesso di andare via, di vivere la sua vita, di vivere un’esperienza senza di me. Le sorrisi e la incoraggiai ad andare.
Quando si allontanarono, mano nella mano, scoppiai a piangere.
Le mie bambine erano cresciute e ormai non avevano più bisogno di me.
 
 


-Sefelicetusaraidircelovorrai, è arrivata una lettera per te, dal Gran Consiglio!
Aprii piano gli occhi contornati di lacrime, e realizzai che avevo appena sognato. O meglio, quel ricordo era reale, era accaduto davvero, ma non lo avevo appena vissuto. Era incredibile come, dopo diciotto anni dal mio addio a Fairy Oak, alcuni ricordi fossero ancora così nitidi e indelebili. Nonostante il mio secondo incarico, arrivato otto mesi dopo il mio ritorno nel Regno delle Rugiade D’Argento, non avevo mai dimenticato Vì, Babù, e tutto il villaggio di Fairy Oak. Ogni albero secolare mi ricordava Quercia, o gli alberi di Bosco che Canta. Ogni bambina dai capelli rossi, mi ricordava Shirley Poppy, la ragazzina che possedeva l'Infinito Potere.
- Sefelicetusaraidircelovorrai, c’è una lettera per te!
-Oh mio Dio, sarà un nuovo incarico?
- Sefelicetusaraidircelovorrai, svegliati!
Le voci delle mie compagne mi arrivarono prima ovattate, poi forte e chiaro. Una lettera?! Dal GRAN CONSIGLIO?
Dopo il sogno appena fatto, l’idea di avere un nuovo incarico mi fece rizzare le antenne dall’ansia. Volai fuori dal mio lettino, e corsi incontro alle fate che mi stavano chiamando.
-Apri la lettera, Felì, leggi cosa c’è scritto!- m’incitarono alcune, emozionate. Presi un respiro profondo, srotolai la lettera, e la lessi con occhi sognanti.
 


Cara Felì,
spero che il Gran Consiglio non faccia aspettare troppo, e che quindi ti mandi subito questa lettera.
Ti scrivo per proporti un nuovo incarico. Spero ti ricorderai di me, e di tutte le nostre avventure, i guai, le risate.
Fra sei mesi, Vaniglia darà alla luce una bambina, e quando ci siamo guardate, chiedendoci chi mai avrebbe potuto essere la sua fata tata, non abbiamo avuto alcun dubbio: tu. Spero ricorderai la strada per arrivare al villaggio della Quercia Fatata, a Fairy Oak, la tua prima casa.
Se accetterai l’incarico, durerà anch’esso per quindici anni, e poi sarai libera di andare via.
Con il cuore in mano e la speranza che accetterai,
con affetto,
Pervinca Periwinkle.
 


Le mani tremarono forte, la lettera cadde a terra, le fate esultavano, si congratulavano, altre piangevano.
Io osservavo il vuoto, e mi rendevo conto che i miei occhi, per quindici anni, avrebbero rivisto Fairy Oak e la figlia di Vaniglia.
 

Sapevo però, che non tutto sarebbe stato lo stesso. Non avrei trovato molte delle persone che conoscevo, e sarei stata circondata da tanti nuovi bambini, perché la Banda del Capitano era cresciuta. Quanti ricordi, quanti misteri risolti, e quante marachelle avevano combinato. Forse uno dei miei passatempi sarebbe stato appunto quello di raccontare ai nuovi bambini di Fairy Oak, le gesta dei loro genitori. Avrei raccontato loro del gentile e burbero Capitan Talbooth, di Joe, il guardiano della scuola, di Meum Mc Dale e la volta in cui decise di sedersi sul suo tetto per settimane intere. Sì, si sarebbero divertiti ad ascoltare le mie storie.
Non avevo mai volato così veloce in vita mia. Viaggiai per molto tempo, superai ogni strada, ogni tempesta, ogni difficoltà, solo per scorgere la Valle di Verdepiano e sentirmi di nuovo a casa. Casa. Era così bello chiamare in quel modo Fairy Oak.
 

Poi, arrivai. Il faro di Aberdur, e poi la Bottega delle Delicatezze, la scuola, le altre botteghe, Quercia e il suo vocione cavernoso, i bambini che correvano, alcuni volavano, le fate che correvano dietro ai loro protetti. Ero lì e sentivo il mio cuore scoppiare dalla gioia, e le lacrime cominciarono a cadere piano. Lacrime di gioia, perché dopo tutti quegli anni io non avevo dimenticato nulla di quel posto, e l’avevo portato sempre con me, nel cuore.
Arrivai in Via degli Orchi Bassi, e con il cuore e le ali tremanti, mi fermai di fronte alla porta. Tre secondi dopo, il signor Cicero venne ad aprirmi, e mi sorrise. Con il tempo era invecchiato, ma quella luce negli occhi c’era sempre. Ebbi un tuffo al cuore, ma non lo diedi a vedere.
-Oh mio Dio, Felì! Allora hai accettato l’incarico.- disse lui togliendosi gli occhiali da vista per pulirli vicino al suo maglione. Io avevo perso la voce, troppo incantata e felice di essere di nuovo lì. Al piano superiore c’era la camera delle ragazze, che ormai erano donne e io ancora non riuscivo a crederci.
-Felì, scommetto che vuoi rivedere le gemelle.- Il signor Cicero mi sorrise e io ricambiai, lucente più che mai. Lui rise divertito, scuotendo la testa.
-Scommetto che quella disordinata di Vì, fra l’agitazione e tutto, ha dimenticato di dirti che non vivono più qui.- esclamò, spiazzandomi. Oh, già, in effetti quadrava. Come avevo fatto a non pensarci prima? Ma la domanda era, con tutta quell’emozione, chi è che pensava?
Cicero Periwinkle mi indicò Due graziose casette, identiche, che si trovavano a trecento metri dal punto in cui eravamo.
-Vai sulla casa con la porticina di mogano. Sono sicuramente a casa di Vaniglia.
-La ringrazio, signor Cicero.- dissi commossa, per poi avviarmi. Prima che chiudesse la porta, lo sentii parlare:
-Ci sei mancata, fatina.
 


Era divertente e tenero al tempo stesso, il fatto che le due gemelle vivessero in case altrettanto "uguali ed opposte". Sì, perché le porte erano vicine, una ad un metro dall'altra, ma i colori erano uguali. Era come se una casa fosse il riflesso dell'altra, e ciò mi fece sorridere. Bussai con il cuore in gola, e attesi. Sarebbero cambiate tanto, le mie gemelline? O magari sarebbero state sempre le stesse, Vì con i suoi capelli corti e la sua mania di portare i pantaloni, Vaniglia con il suo viso dolce, il suo carattere mite, i capelli lunghi e ondulati. Una cosa era certa: non sarei rimasta delusa.
Quando riconobbi la persona che lentamente aprì la porta, sorrisi: lo sapevo.
-Ciao, Grisam.- lo salutai felice, mentre un uomo dai capelli biondi sgranava piano gli occhi. Sì, Grisam amava davvero Pervinca, e l’anello nuziale che portava al dito, ne era la prova. Rividi nei suoi occhi il ragazzino che si era invaghito della mia Vì, da sempre, e dovevo dire che era diventato proprio un bell’uomo.
-Oh mio Dio, Vì! Vì! È arrivata Felì, vieni! Ragazzi, venite!- urlò verso l’interno della casa, scatenando un putiferio generale. Sentii dei passi simili a un terremoto, e pochi secondi dopo mi ritrovai davanti una donna bellissima, alta, formosa, e con i capelli corti. Cominciammo entrambe a piangere, mentre io correvo ad abbracciarla (per quanto una fata riuscisse ad accogliere fra le sue braccia una donna)
-Felì, sei qui!
-Ciao Pervinca, come stai?
Era lei, era la mia bambina, ed era bella più che mai. Poi fu il turno di Vaniglia, bellissima come la sorella, con i suoi capelli ancora più lunghi. Aveva un bel pancione, che lei e Jim accarezzavano teneramente. Jim Burium, il ragazzo che avevo fatto aspettare la mia Babù per anni, era tornato quando io ero andata via. E da allora, non l’aveva più lasciata.
In quei giorni piansi tanto, ritrovando i bambini di Fairy Oak ormai cresciuti, conoscendo le nuove fate, i nuovi monelli di quel villaggio. Ero a casa.
Ero a casa.
 


 
-Felì, come dovremmo chiamarla, nostra figlia?- domandò una sera Vaniglia, ormai quasi al nono mese.
-Be’, sarà una strega del buio visto che erediterà i poteri da Vì. E le streghe hanno sempre nomi di fiori, per tradizione.
-Già, ma non ho proprio idee, e nemmeno Jim.- Babù storse il naso, e per un attimo sembrò avere nuovamente nove anni. Sarebbe stato un po’ difficile convivere con l’idea che erano cresciute, ma ero lì con loro e ciò mi bastava.
-Che ne dici di Gemma?- le proposi. Gemma, dal latino “germoglio”. Perché quella bambina sarebbe stata il germoglio di quella nuova avventura, un ricordo che si ripeteva in maniera diversa, eppure ugualmente bello e indimenticabile. Il germoglio della nostalgia, che veniva spazzata via dal suo arrivo.
-Gemma Burium, lei è Felì, la tua fatina.- Sussurrò Vaniglia, osservando il suo pancione.
Quella sera, mi addormentai in un barattolo di marmellata, e il mio letto era una fetta di pane fresco. Chiusi gli occhi, e vidi in un lampo la mia precedente esperienza a Fairy Oak. Le bambine, le fate, il Nemico, l’amore, la magia, l’amicizia. E rividi il mio addio, che dopo tutto non lo era.
Erano cambiate tante cose da allora, ma l’amore che provavo verso la Valle di Verdepiano ed ogni suo abitante, sarebbe rimasto per sempre.
Sefelicetusaraidircelovorrai, ora sei a casa.

 
 


ok prometto che non piangerò.
L'HO PROMESSO, MA NON CI RIESCO.
Partiamo dal fatto che:
-il banner non è mio, l'ho trovato su internet
-non sono sicura che Grisam abbia dato l'anello a Pervinca in quel periodo. Ma a me andava di farlo così haha
-odio tutti perché non esiste un maledetto manga/cartone animato/film. Insomma, è FAIRY OAK.
-Non è vero che è una saga per bambini perché io, a diciotto anni, l'ho riletta e apprezzata :(
-Mai leggere Addio Fairy Oak, MAI.
In questa oneshot ho immaginato un ipotetico futuro. Insomma, perché no? Felì avrebbe tutto il tempo per un nuovo incarico,
per poi tornare a Fairy Oak e rimanerci magari anche per vent'anni. (Se Vaniglia avesse un secondo e un terzo figlio, gli anni d'incarico aumenterebbero)
Spero vi piaccia, non ho voluto essere troppo dispersiva ed è la prima volta che scrivo per questo fandom.
With love,
@yzmhar

   
 
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