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Autore: lellis96    13/08/2013    7 recensioni
Lei era grassa, lei era timida, lei era ma adesso non lo è più.
Quando Michele scopre che Nora, la sua vecchia vicina di casa, andrà nella sua classe nel nuovo anno scolastico pensa subito di prenderla in giro.
Si ricorda benissimo quando erano piccoli, quanti dispetti le faceva sapendo che non correva veloce.
Ma lei è cambiata, è una ragazza diversa ora.
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ATTENZIONE: storia in fase di modifica e betaggio, mi scuso per l'attesa ma è per il meglio della storia e per gli occhi dei poveri lettori.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Growing up 



Questa storia è dedicata a mio nonno,

  perché mi manca molto.




2002, estate
  
“Tu le scale non le scendi camminando, le scendi rotolando!”
“Smettila!”
“Non riesci neanche a uscire dalla porta, sei troppo grassa!”
“NON È VERO!”
“Dimostralo.”
Era sempre così, ogni giorno.
Michele si divertiva troppo a prendere in giro la sua vicina; le diceva sempre che era grassa e non capiva che lei ci stava male ogni volta.
Avevano solo sei anni, ma Nora era sempre triste a causa di tutti i dispetti e le battutine che il bambino, suo vicino di casa, le rivolgeva.
Fortunatamente, quella era solo la casa estiva della famiglia di Nora.
Non sarebbe riuscita a resistere, se quelle offese e quegli scherzi le fossero stati fatti ogni giorno, 24 ore su 24, sette giorni su sette, dodici mesi l’anno.
Ogni volta la bambina si diceva: “Adesso non mangio più così Mic non mi può prendere in giro”, ma ogni volta a casa c’era una torta, dei pasticcini o comunque cose  dolci cui lei proprio non riusciva a dir di no. 

  
2007, inverno

La casa di Nora era in silenzio, come sempre, ormai.
Nora, undici anni, non mangia più, nonostante la madre cerchi in tutti i modi di persuaderla a fare il contrario.
Nessuno riesce a credere che sia successo davvero.
Non può essere successo.
Impossibile.
Eppure è così.
   


2013, estate
 
“No, mamma! Non voglio andare a vivere lì!”
“Nora, non fare i capricci. Non possiamo più mantenere due case e quella è la casa dei tuoi nonni mentre questa è solo in affitto. E poi ho già accettato un lavoro là. Che tu lo voglia o no, verrai, e non si discute.”
“Ma, mamma. E tutti i miei amici? La mia scuola?”
“Ti ho già iscritta ad un istituto nei dintorni.  Andrai in classe con Michele, ti ricordi di lui?”
“Cosa?!”
“Non lo ricordi? Giocavate sempre insieme, da piccoli.”
“Certo che mi ricordo. E, per la cronaca, non giocavamo, mi prendeva in giro.”
“Siete cresciuti, e poi si è fatto un bel ragazzo.”
“Non mi interessa.”
“Tanto andremo comunque a vivere lì.”
 Questo dialogo si svolgeva praticamente ogni giorno da quando la madre  ha spiegato a lei e ai suoi fratelli, Camillo e Filippo, che si sarebbero trasferiti nella loro casa al mare.
Michela diceva che erano cresciuti, ma il cambiamento lo aveva fatto solo Nora.
Michele era sempre lo stesso bambino, anche se ormai aveva diciassette anni. 
Mentre Nora discuteva con la madre, Michele era con i suoi amici, fuori scuola. Aveva sostenuto l’esame di riparazione di matematica, e ora era ad aspettare per vedere se era stato ammesso all’anno successivo.
Uscì la bidella, una signora grassoccia, scorbutica; aveva in mano quelli che sembravano fogli da attaccare alla bacheca.
Le ragazzine dei primi due anni erano andate a vedere appena la donna se ne fu andata, mentre il ragazzo attese che tutta quella gente levasse le tende.
Dopodiché, con tutta la calma del mondo, si avviò lentamente e andò a cercare la classe 4C. Scorse l’elenco e vide subito il suo nome: promosso.
Era curioso di vedere chi dei suoi compagni di classe non ce l’avesse fatta ma, invece di vedere nomi in meno, vide un nome in più, un nome estraneo alla classe ma non a Michele.
Proprio alla lettera R vide un nome: Resci Nora. 
Non riusciva a crederci, Resci Nora, quella Resci Nora, la sua vecchia vicina di casa, la ragazza rotolante.
Bomba sarebbe andata a scuola con lui.
Si divertiva sempre a prenderla in giro, quando era piccolo, ed ora poteva continuare a torturarla.
Era felice: finalmente qualcuno di nuovo da disturbare. 
Ma Bomba non era più Bomba ormai.
 
 
2013, autunno, settembre
  
“Sveglia, devi andare a scuola.”
Due mamme diverse, due figli diversi, lo stesso giorno: per Nora e Michele iniziava il quarto anno di liceo.
Nora si preparò: doccia, vestirsi, colazione, denti lavati, capelli e trucco. Per il nuovo anno scolastico, nella nuova scuola, aveva optato per un paio di pantaloncini, una maglia attillata e le sue immancabili Sneackers. Aveva deciso di vestirsi molto “stretta” perché così tutti potevano vedere la sua silhouette da favola.

Michele era sempre in ritardo; non c’era giorno in cui non impiegasse anni a svegliarsi.
Come ogni anno, dovette fare tutto di corsa e si dimenticò di aggiustarsi i capelli. Poco male: le ragazze adoravano i suoi capelli spettinati perché adoravano rimetterli in ordine.
Arrivò a scuola appena in tempo per l’ultima campanella.
La classe era quasi piena; mancavano i soliti tre ritardatari: Marianna, Francesco e Carlo.
Si andò a sedere vicino al suo migliore amico, Riccardo.
I tre dell’apocalisse, come ripeteva sempre la loro prof d’italiano, arrivarono cinque secondi prima di lei.
Come ogni anno, la prof lesse l’elenco: tutti quanti rispondevano con voce molto assonnata. Appena chiamò il suo nome, rispose “Presente” e riprese a parlare con Riccardo. Stavano discutendo di macchine, quando la professoressa annunciò qualcosa che fece rizzare molte teste.
“Vedo che abbiamo una nuova studentessa: Resci Nora.”
A quel nome si accese una lampadina nel cervello di Michele, e una mano si alzò.

“Che nome strano. Sei straniera?” le chiese la professoressa.
“No, sono italiana.” Rispose  la ragazza.
Era magra, capelli castani e mossi, occhiali da vista, molto bella, e molto poco Nora.
Michele non si aspettava di vedere una ragazza così… in forma; la Nora che conosceva lui era una bambina grassa, brutta, da prendere in giro, mentre questa Nora era così diversa dalla bambina che ricordava. Probabilmente era un’omonima della ragazza che ricordava…
Eppure il viso era così simile a quello di Bomba…
Avrebbe indagato.
 
Era la ricreazione, finalmente.
Nora era stata sommersa dalle domande di tutte le ragazze presenti nella classe.
Erano quasi tutte simpatiche, eccetto un paio: si chiamavano Marianna e Simona, erano amiche anche se Simona era visibilmente comandata da Marianna. Non l’aveva presa in simpatia dall’inizio.
Si vedeva che Marianna non era abituata a non avere tutta l’attenzione dalla classe.
Molti dei ragazzi erano andati a presentarsi, ma lei stava aspettando che anche Michele si facesse avanti.
Non si vedevano da anni e voleva vedere se aveva il coraggio di dirle ancora che era grassa, nonostante fosse dimagrita.
Lo aveva riconosciuto subito, quando era entrato: era rimasto lo stesso.
Erano passati nove anni dall’ultima volta che si erano visti ed erano passati sei anni da quando aveva iniziato a non mangiare più. Sei anni da quando…
 
“Allora, che vi siete detti?” Michele era curioso di sapere se quella era Bomba, ma non voleva andare da lei a chiederglielo esplicitamente.
“Mi ha detto che da piccola veniva qui d’estate. Perché lo vuoi sapere?” chiese Riccardo.
“Perché io quella ragazza la conosco, allora. D’estate abitava vicino a me, ma all’epoca era grassa.”
“È dimagrita, e anche tanto. Visto che la conosci, potresti mettere delle buone parole su di me? Mi piacerebbe tanto arrivare a venti e lei sarebbe perfetta.”
“Meglio se rimangi quello che hai detto perché se ti sentono i suoi fratelli ti mangiano.”
“Ha dei fratelli?”
“Si, due. Camillo e Filippo, sono gemelli. In due sono micidiali a picchiare. Da piccoli facevamo a botte e io ritornavo a casa sempre pieno di lividi. Ed avevano solo otto anni.”
“Allora metti una buona parola anche con loro.”
“Ti piacerebbe!” e si misero a ridere.
 
“Come è andata a scuola?” chiesero Michela e Federica, le madri dei due ragazzi, ai rispettivi figli.
“Bene. Ho fatto conoscenza con molte persone. Michele non è cambiato di una virgola da quando eravamo piccoli. L’unica cosa, è che si è alzato, e anche di tanto.” Rispose Nora.
“Bene. Oggi c’era una nuova ragazza in classe: è Nora. È cambiata tantissimo da quando  ci siamo visti l’ultima volta, d’estate.” Rispose Michele.
“Bene, abbiamo conosciuto molti nuovi compagni di classe. Sono tutti molto simpatici.” Rispose Camillo anche per Filippo.
“Bene. C’erano le nuove maestre e sembrano simpatiche.” Rispose Aurora, la sorellina di Michele.

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MODIFICATO DOMENICA 1 GIUGNO 2014 

Si ringrazia tantissimo la mia beta Sam
e Banner Lights per il fantastico banner in alto.












Notes:

Ecco la mia nuova long. Spero davvero che questa duri perché quello che ho in mente mi piace molto.
Tutte le immagini che vedete qui le ho modificate io (sia santificato photoshop!!!)

Come attori 
per questa mia storia ho scelto Ariel Winter (Alex di Modern family) come Nora, Logan Lerman come Michele, da Potterhead rispettabile ho scelto per Marianna Scarlet Byrne (Pansy Parkinson degli ultimi film), e per Camillo e Filippo chi se non i miei cari, adorati, amati, stupendi, simpaticissimi eccetera eccetera James e Oliver Phelps. 
Credo di aver detto tutto quindi, spero che vi piaccia e se volete lasciare una recensione, anche piccola, non mordo. 
Alla prossimaaaa!!!!!!!

 
   
 
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