Fanfic su artisti musicali > Austin Mahone
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Autore: _ShelovesherIdols_    13/08/2013    5 recensioni
Sheere Parkinson, una ragazza da un vita piuttosto normale che tutto ad un tratto si ritrova a combattere nel luogo che più odia, l'ospedale. Che ruolo potrà mai avere una pop star, in una vicenda del genere? Tra scenari seri e comici sboccerà un'amore impossibile.. o forse no?
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sheere's pov.

Chi aveva cucinato quel cibo, perlomeno doveva subire l'ergastolo o qualcosa del genere. Quello davanti a me non era un piatto commestibile, ma solo un piatto che di lì a poco avrebbe preso vita cominciando a camminare da solo visto quanto crudo era il cibo. Chef Ramsay, come minimo, si sarebbe dato fuoco solo guardando quel piatto, ma a quanto pare il cibo crudo non dispiaceva agli altri invitati. Avrebbero fatto prima a servire sushi, magari così avrei potuto mangiare. Sospirai arresa all'idea che non avrei mangiato niente di commestibile quel giorno. “Ma chi me l'ha fatto fare di venire qui?” pensai accusando me stessa per aver seguito le mie migliori amiche a quel picnic.

«Suvvia Sheere, siamo nello stesso tavolo di Austin Mahone, sorridi un po'!» mi rimproverò Bridgit, una delle mie migliori amiche, con sguardo scocciato dal mio comportamento. Onestamente non mi cambiava molto la vita sapere di essere allo stesso tavolo di quel tipo, non era un dio greco sceso in terra.
Cosa poteva mai avere a che fare il cantante Austin Mahone, con uno stupido picnic pieno di gente? Semplice, era stato fatto proprio in onore del suo ritorno a San Antonio e minuto dopo minuto, non facevo altre che maledirmi e chiedermi cosa ci facessi io lì in mezzo. Gli invitati erano un gruppo di fan molto rumorose, i suoi amici più stretti e gli amici degli amici, una gran baldoria insomma. Dando una breve occhiata sembrava esserci mezza città a quel picnic, o forse era solo la mia mente che duplicava la gente, fatto sta che c'era fin troppa gente per i miei gusti.
Le mie amiche conoscevano uno dei più cari amici di Austin, Alex, lui le ha cortesemente invitate e di conseguenza tadaaan, eccomi lì in mezzo a persone del tutto sconosciute. Per l'amor di dio, mi piaceva Austin, e intendo come cantante, ma stare in mezzo a tutta quella gente mi metteva a disagio.
«Scusami tanto se mi sento a disagio perchè non conosco nessuno» bofonchiai a bassa voce facendo in modo che mi sentisse solo lei.
«Conosci noi!» esclamò indicando se stessa e Lydia accanto a lei.
«Che consolazione» risposi con tono neutro prendendo con gesti veloci l'iPod e le mie amatissime cuffie.
Nonostante i successivi tantativi di Bridgit di farmi socializzare con qualcuno, alla fine si arrese vedendo che l'unica cosa che volevo fare era perdermi fra le note di qualche canzone. Quel giorno non ero in vena di ascoltare canzoni movimentate quindi l'istinto mi fece optare per qualche canzone tranquilla, quasi deprimente oserei, ma non mi importava visto che in quel momento mi sentivo proprio in quel modo. Solo dopo aver visto la faccia delusa di Bridgit mi resi conto di come mi ero comportata male, sembravo una donna con una crisi di mezza età con il ciclo, e non mi si addiceva proprio quella descrizione, ma ero 'perdonata' dato il fatto che quella era una giornata particolare. I miei occhi non perdevano mai di vista l'apparecchio poggiato sul tavolo proprio accanto al piatto, nella paura di perdere quella fondamentale chiamata. Cercai di tranquillizzarmi, pensando a tutt'altro facendomi cullare dalle note tristi di 'When i was you're man' di Bruno Mars. Ma ad interrompere la mia momentanea quiete furono degli improvvisi schiocchi di dita davanti il mio viso che mi fecero sobbalzare dallo spavento. Tolsi una cuffia guardando Lydia spaesata.
«Ehi bella addormentata, sei così persa nel tuo mondo musicale che non ti sei accorta che Mahone ti sta fissando da un po'.. anche adesso» disse lei con tono quasi.. malizioso? Mi guardava con quei suoi grandi occhi color caffe, in netto contrasto coi suoi capelli biondi e la carnagione chiara. Voltai lo sguardo nella direzione del cantante che effettivamente mi stava davvero guardando. Distolsi immediatamente lo sguardo arrossendo. Gli si poteva dire di tutto, ma non che fosse un brutto ragazzo.. anzi. Le mie amiche risero della mia reazione.
«E brava Sheere! Hai fatto colpo!» disse Brigit facendomi l'occhiolino portandosi una ciocca di capelli color ebano dietro le orecchie. Guardai i suoi occhi verdi e limpidi perdendomici quasi.
«Figurati, magari si starà disgustando da così tanta bruttezza» risposi abbassando la testa imbarazzata. Non ero una di quelle ragazze che si dannavano a ripetizione lamentandosi di quanto erano brutte. Pensavo di essere accettabile oppure, la testata che avevo preso da piccola stava incominciando ad avere brutti effetti proprio adesso. Spostai una ciocca dei miei lunghi capelli castani dietro l'orecchio aspettando una sfuriata dalle mie amiche.
«Penso che non stiamo parlando della stessa persona, ma ti sei vista?» chiese esasperata Lydia.
«No, lo specchio si è rotto. Sai com'è..» la rimbeccai io ridendo, ricevendo subito dopo un'occhiataccia.
«Taci, senno ti picchio con il pane, sai mi sembra abbastanza duro» disse lei mostrandomi la forma di pane accanto a lei. Bridgit accanto a Lydia si stava strozzando dalle risate, cogliendo il doppio senso nella frase appena detta da quest'ultima. Lydia alzò gli occhi al cielo ignorando la povera Bridgit che di quel passo ci avrebbe lasciate.
«Senti cosa, dovresti fare un corso di autostima. E' impossibile non perdersi nei tuoi occhi azzurri, verdi, blu o di qualsiasi colore siano dato che, nonostante ti conosca da un bel po', non sono ancora riuscita a capire di che diamine di colore sono. E la pelle chiara e le labbra rosate ti danno un aspetto quasi fancuillesco..» disse lei parlando quasi come un poeta.
«Che paroloni, a quando il primo libro di poesia, poetessa?» domandai sorridendo. Ogni volta era sempre così, lei si dannava per la mia poca autostima e io la prendevo in giro, con un sottofondo di risate da parte di Bridgit.
«Non osare interrompermi signorina, lasciami finire il discorso. Allora, stavo dicendo.. si, penso che la pop star sia attratta da te perchè nonostante stia provando a non guardarti, alla fine i suoi occhi si posano sempre su di te» disse gongolando felice Lydia.
«Magari sta guardando quella accanto a me» cercai di dire a bassa voce sperando che la ragazza accanto a me non sentisse niente, fortunatamente era impegnata in un animato discorso con altre ragazze, quindi le mie parole neanche la sfiorarono. Lydia in un attimo di follia, strappò un pezzetto di pane tirandomelo in testa. Mi lamentai portandomi una mano sul punto colpito dal pane.
«Cavolo, hai ragione. Quel pane è in grado di uccidere qualcuno» esclamai massaggiandomi la testa. Lei mi rivolse un sorriso sornione scambiandosi un cinque con Bridgit.
«Guarda, adesso sta anche ridendo. Probabilmente avrà visto il nostro piccolo spettacolo» esclamò Bridgit esaltata. Questa volta non osai verificare se fosse vero e roteai gli occhi sbuffando.
«Voi due vi state facendo troppi film ment..» venni interrotta bruscamente da Lydia che tutta eccitata cominciò a fare 'l'ochetta' insieme a Bridgit.
«Oddio Brig, ti immagini, la nostra migliore amica si fidanzerà con una pop star!» alzai nuovamente gli occhi al cielo al limite della sopportazione, cosa avevo detto?
«Quando diventerai famosa, non dimenticarti di noi eh. Al massimo ci vanteremo di essere state le tue migliori amiche» disse Lydia continuando quella scenata abbastanza patetica. Se non fosse stato per il baccano prodotto da tutta la gente, probabilmente sarei sprofondata dall'imbarazzo.
«Abbiate pietà della mia povera anima e smettetela.. rimandate i film mentali ad un altro giorno!» esclamai irritata nel tentativo di placare le grandi fantasie delle mie amiche.
«Che palle che sei, non possiamo neanche fantasticare» proferì Bridgit mettendo il broncio. Io e Lydia scoppiammo a ridere vedendo la sua faccia buffa. Ma quell'attimo di felicità fu troncato dallo squillio martellante del telefono che mi riportò alla realtà facendomi tornare seria immediatamente. Sullo schermo si stava illuminando l'ultimo numero che avrei mai voluto vedere. Alzai lo sguardo verso le mie migliori amiche che, intuendo il mio disagio alla vista di quel numero, mi scrutarono con sguardo spaesato. Lydia mi fece segno di rispondere.
«Ehm, torno subito» annunciai interdetta. Presi il telefono alzandomi con gesti goffi, sfortunatamente sotto lo sguardo indagatore di qualche invitato, in particolare quello della 'pop star'. Sbuffai a disagio e con la poca forza che sentivo in corpo, mi allontanai addentrandomi nella natura di quell'enorme parco in modo che nessuno sentisse. Impiegai qualche minuto per trovare la forza di premere il tasto verde per accettare quella maledetta chiamata.
«Pronto?» risposi alla fine, affaticata dai miei banali movimenti.
«Lei è la signorina Sheere Parkinson?» domandò una voce femminile, eccessivamente squillante, dall'altro capo del telefono. Pensai a quanto stupida potesse essere quella domanda, fino a prova contraria quello era il mio numero. Pensavano che avrebbe risposto l'uomo nero?
«Ehm, si sono io» risposi titubante, incrociando le dita.
«Perfetto, domani deve recarsi subito da noi, purtroppo gli esiti non hanno dato buone notizie, mi dispiace molto» annunciò la signora con tono desolato. Mi crollò il mondo addosso, non dovevano essere cattive notizie ma solo buone notizie.
«C-cattive? Non posso sapere niente adesso?» chiesi nel disperato tentativo di estorcere qualche informazione a quella donna.
«No, mi spiace tesoro. Noi infermieri non possiamo dire niente» rispose l'infermiera sconsolata. Senza dare risposta, chiusi la chiamata scagliando il telefono verso il prato. Caddi sulle ginocchia scoppaindo a piangere.
Non volevo tornare in quell'inferno, così poco adatto ad una ragazza della mia età. L'ospedale era il mio nemico e sarei dovuta tornare a combattere contro quest'ultimo nella speranza di uscirne viva.
Trasalii spaventata quando sentii un tocco delicato sulla spalla, e girandomi mi scontrai contro due occhi verdi dalle sfumature castane.

 

 

*angolo autrice*

Ok, dico già da ora che questa è la mia prima ff su Austin. Lo adoro, e un giorno mi è venuta in mente un'idea su una ff su di lui, così eccomi qui. Non voglio fare una cosa affrettata, quindi si vedrà poi nel corso della storia cosa accadrà. Cercherò di renderla interessante e soprattuto comica, non mi piacciono le cose che deprimono lol
Intanto spero che qualcuno gradisca questo capitolo e che magari mi lasci un piccola recensione, pleasee *faccia da cucciolo*
Hahah, detto questo mi dileguo, ciao bellee C:

Crediti per il banner a @Andre_scrive. Ultima cosa, ci terrei molto se passaste a leggere questa ff. Grazie mille a chi lo farà c: Guardian Angels - Soul mate
  
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