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Autore: potters_continuous    13/08/2013    1 recensioni
Quella volta in cui Blaine venne svegliato nel cuore della notte da un Sebastian piuttosto ubriaco e ciò non fece altro che portargli danni ( e un "ti voglio bene" rubato).
(Seblaine friendship)
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La familiare musichetta di Katy Perry risuonò nella stanza, svegliando Blaine dopo una quarantina di secondi.
Il ragazzo si alzò lentamente, stropicciandosi gli occhi e stiracchiandosi leggermente, maledicendo Kurt e il suo non aver ancora imparato a calcolare il fuso orario, nonostante vivesse a New York da ormai nove mesi.
Ma, d’altronde, aveva promesso che avrebbe sempre risposto al telefono e si stava apprestando a farlo, nonostante fossero le 3.05.(1)Assottigliò leggermente gli occhi, cercando di focalizzare le letterine bianche che apparivano sullo schermo.
Sebastian.
Sebastian? Perché diavolo Sebastian lo stava chiamando a quell’ora?!
Lui e il francese si erano sicuramente avvicinati durante quell’anno, assolutamente non nel senso romantico del termine e neppure in quello sessuale, ma avevano sicuramente un bel rapporto. Il moro sperava davvero che non si sarebbe rovinato quando lui avrebbe raggiunto Kurt a New York e Sebastian si sarebbe trasferito a Yale.
Per tutti questi motivi afferrò il telefono e rispose.
“Seb?”
“Blainey… Grazie al cielo!” urlò il ragazzo dall’altra parte, cercando di sovrastare la musica.
“Dove sei…?”
“E’ uno stronzo! Non credi sia uno stronzo?!” biascicò.
Uno stronzo? Chi? Chi meritava tanta gentilezza?Il riccio decise che quelle domande potevano tranquillamente aspettare la mattina seguente.
“Sebastian. Dove. Sei.” ripeté lentamente, completamente conscio del fatto che il suo interlocutore fosse irrimediabilmente ubriaco.
“…Allo Scandals. Oh, ti ricordi quando ci portai te e faccia di checca?! Scopaste per merito mio!” rise istericamente, facendo gracchiare fastidiosamente il cellulare.
“…Litigammo per merito tuo, ma non è questo il punto! Vengo a prenderti, ok?” disse, iniziando a rovistare nella valigia che aveva di fronte alla ricerca di un pantalone, maledicendo sua madre che aveva deciso di fare i bagagli al posto suo.
“…Uhm…”
Infilò un pantalone rosso e una polo spiegazzata, prese i mocassini, senza metterli, e scese lentamente le scale.
Sebastian urlò qualcos’altro nel microfono e il riccio gli attaccò prontamente il telefono in faccia, terrorizzato all’idea che qualcuno dei suoi familiari potesse sentire quel frastuono.
Sgattaiolò in macchina e accese il motore, pregando tutti gli dei che conosceva che non rombasse eccessivamente.
Non appena fu uscito dal vialetto di villa Anderson si rese conto di non avere la più pallida idea di quale strada prendere. Lui e Kurt non erano mai più tornati allo Scandals dopo quella fatidica volta e lui non c’era più andato dopo la partenza del suo ragazzo; all’inizio perché l’andare in un gay bar puzzava di tradimento e dopo perché si era chiuso in una specie di clausura depressa e mai e poi mai avrebbe accettato l’idea di conoscere qualcuno.
Valutò le sue possibilità: chiedere a Sebastian; chiamare Kurt e domandare a lui (cosa che era piuttosto propenso ad evitare); cercare su Internet. La prima ipotesi era del tutto inattuabile, dato lo stato semicomatoso in cui il francese si trovava; la seconda lo terrorizzava un po’; quindi optò per la terza. Peccato che il suo telefonino non avesse minimamente intenzione di collaborare.
Totalmente affranto compose il numero di Kurt, subito dopo aver lanciato un occhiata all’orologio sul cruscotto che segnava le 3.17. 3.17, Westerville- 7.17 New York.
“Blaine!”
“Kurt…”
“Aspetta, da te non sono tipo le tre di notte?!” urlò il castano. “Cos’è successo?!”
“Amore, ti prego, smettila di urlare. Sì, sono le tre. Non è successo niente di grave. E devi dirmi un attimo una cosa…” iniziò, poi abbassò il tono di voce. “… Per caso ti ricordi come si arriva da casa mia allo Scandals?”
“Allo Scandals?!” strepitò.
“La voce, ti supplico, abbassa la voce. Sì, Sebastian è lì, è ubriaco e vuole che io vada a recuperarlo.” spiegò, sperando che ciò calmasse il fidanzato.
“Oh. Sì, me lo ricordo… Ma sappi che è l’ultimo favore che faccio a denti da cavallo.” mormorò.
Gli diede tutte le indicazioni necessarie, poi posò, raccomandandogli di stare attento.
Blaine parcheggiò nello spiazzo di fronte al locale un quarto d’ora dopo e individuò la figura di Sebastian in una manciata di secondi. Era seduto sullo spartitraffico, le mani nei capelli, i gomiti poggiati sulle ginocchia e una bottiglia di birra accanto alla gamba destra. Uscì dall’auto, sbattendo leggermente la portiera e si avvicinò.
“Sebastian?” lo chiamò piano.
“Andate via! Ho detto che sto aspettando un amico!” urlò, senza neppure sollevare gli occhi dall’allegrissimo asfalto.
“Hey, sono Blaine!” continuò, inginocchiandosi sul pavimento.
“Oh… Grazie…” Il riccio si tirò su e iniziò nella sua difficoltosa impresa di far alzare l’altro e trascinarlo in auto.
La prima metà del viaggio trascorse tranquilla e silenziosa, tanto che il guidatore pensò che l’altro si fosse addormentato.
“Come?! Come fa ad essere così stronzo?!  E’ cattivo! Noi..noi siamo…” urlò improvvisamente il francese, facendo sussultare l’amico.
“Seb, di chi parli?” domandò, ma l’interpellato grugnì qualcosa di insensato e girò la testa dall’altra parte.
Approdarono nel cortile di casa Anderson e il più piccolo riuscì magicamente a trasportare l’altro da lì alla sua stanza senza svegliare nessuno.
Arrivati in camera, lo spinse con gentilezza sul letto e gli sfilò i jeans e la maglia a righe.
“Dio, ma quanto hai bevuto!” lo insultò, quando sentì il pungente odore di alcohol che impregnava i suoi vestiti.  
“Oh… B, io non voglio… Non voglio fare sesso con te!” biascicò Sebastian.
“Sta zitto e dormi!” gli intimò Blaine, sollevando le coperte. Inutile dire che cadde addormentato in meno di dieci secondi.
Scrisse ed inviò un messaggio a Kurt:
Vivi. Non chiedere come. Domani ti chiamo. ‘Notte.
Ti amo. –B
 
Il moro decise che il pavimento, privato anche del suo adorabile tappeto, era decisamente troppo scomodo, quindi si spogliò e si infilò sotto le coperte.
Un attimo dopo Sebastian gli si era abbarbicato addosso, la guancia poggiata sul suo petto, una mano su un fianco e una caviglia tra le sue, scosse lievemente la testa ma non ebbe minimamente la forza di protestare.
“Grazie… Sei il mio migliore amico… In America (2)” confessò il francese in un attimo di lucidità (non troppa, da cosciente non avrebbe mai detto una cosa del genere).
“Ti voglio bene…” continuò.
“Ti voglio bene anche io, ma adesso ho davvero, davvero tanto sonno.” mormorò Blaine, spostò per un attimo gli occhi sulla radiosveglia che segnava le 4.14, poi cadde in un sonno profondo.
      
                                      ***
 La mattina seguente Blaine fu svegliato da un paio di labbra umide che facevano pressione sul suo collo, una mano ancorata all’orlo dei suoi boxer e un piede che tentava di farsi spazio tra le sue gambe. Gemette leggermente e questo parve incitare l’altro, che prese a succhiare un angolino di pelle poco sotto l’orecchio. Istintivamente portò una mano tra i capelli di quel dispensatore di coccole e sussurrò: “Kurt…”
Improvvisamente il ragazzo si allontanò di colpo, dandogli anche una specie di pugno nello stomaco per spostarsi.
“Oh, Blaine… Scusa! Cazzo… Io non pensavo fossi tu! Sai che… L’abitudine! Scusa!” iniziò a straparlare Sebastian, allontanandosi il più possibile e rischiando anche di cadere dal letto.
“Merda.” sussurrò Blaine, portandosi una mano sul collo.
“Davvero, io non volevo… Pensavo tu fossi qualcun altro. Ieri ho bevuto, non ricordo niente…continuò.
“Ok, Seb. Ho capito, non fa nulla… Vado a prenderti un’aspirina, ok?” lo interruppe, saltando giù dal letto e infilandosi velocemente un pantaloncino.
“Sì, grazie…”
Blaine si avviò verso la porta, chiedendosi chi fosse il fortunato che aveva l’onore di dormire con Sebastian dopo aver scopato, ma decise che avrebbe indagato dopo averlo rimpinzato di medicine. Anche se probabilmente si trattava dello stronzo.
“Ehm… Blainey?” lo chiamò il francese. “Io… Ecco… Potrei averti lasciato un segno sul collo…” bisbigliò.
“Cosa?!”
“E’ piccolo, mi dispiace…” ricominciò. “Se vuoi chiamo io faccia di checca e gli spiego cos’è successo…”
“Sta zitto e fermo!” gli urlò, poi iniziò a scendere le scale, felice del fatto che i suoi genitori fossero già usciti.
Quando arrivò in cucina, fu gelato dallo sguardo cattivo di suo fratello Cooper.
“Io non ti riconosco più. Posso capire che la prima volta è stato un errore, ma ora con tutto quello che è successo… Come ti permetti di rifare una simile cazzata?” lo accusò, stringendo la presa sul manico della sua tazza.
“Cosa?” domandò confuso.
“Non fare il finto tonto, fratellino. Sono entrato in camera tua sta mattina e ti ho trovato mezzo nudo con un tipo appiccicato adosso.” chiarì.
“Oh, non è come sembra davvero… E’ soltanto un amico, era ubriaco e l’ho portato qui, Kurt lo sa e…” spiegò leggermente sotto pressione il più piccolo.
“Uhm… E adesso mi dirai anche che il tuo ragazzo è l’autore del succhiotto che hai sul collo, vero? E’ risaputo che si possa pomiciare via webcam.” incalzò, indicando scenicamente il segnaccio.
“Questo è stato un errore… è che Seb credeva che io…” si rese conto di quanto quell’equivoco fosse surreale e taque, recuperando le aspirine dal mobiletto e lasciandole cadere in un mezzo bicchiere d’acqua.
“Non sono affari tuoi, Coop.” tagliò corto uscendo dalla cucina.
Quando risalì in camera trovò Sebastian tutto vestito ed intento a rifare il letto.
“Ecco qua. Cooper mi ha fatto il terzo grado…” spiegò per giustificare la quantità di tempo sproporzionata che aveva impiegato.
“Oh, mi dispiace…Se vuoi…”
“Smettila! Credo che tu ti sia scusato abbastanza. Troverò un modo per raccontare questa faccenda a Kurt senza farla sembrare una bugia. Ora voglio parlarti. Siediti!” ordinò, battendo una mano sul materasso accanto a lui; il più grande obbedì.
“Chi è il tizio che insultavi ieri sera? Chi pensavi che fossi stamattina? Sono quasi convinto che tu non dorma con tutti i tuoi…Amanti?” cominciò Blaine divertito dal fatto che il grande Sebastian Smythe stesse abbassando gli occhi quasi imbarazzato.
“Thad.” soffiò. 
“ Chi?”
“E’ un ragazzo.”
“Non l’avrei mai detto…” lo prese in giro, incrociando le gambe sul materasso e voltandosi verso di lui.
“Stronzo! Ok, parlo. Ci siamo conosciuti un paio di mesi fa, abbiamo scopato e fin qui tutto normale. Soltanto che è successo davvero tante volte e siamo finiti per non fare soltanto quello. Ho dormito con lui, abbiamo visto qualche film e cose così. Ah, ho anche smesso di farmi altra gente.
Soltanto che lui ieri ha ben pensato di mettersi a pomiciare con un biondino e… io pensavo che… insomma…” si fermò, rendendosi conto che ogni parola che diceva il suo discorso perdeva di senso.
“Seb, tutte queste cose le hai mai dette a lui?”
“Ehm… No, ovviamente.”
“Sai cosa credo? Che questo qui, conoscendo la tua nomea, abbia pensato che se avesse continuato a vederti si sarebbe soltanto illuso…” considerò Blaine nel tentativo di tranquillizzarlo. “Oppure che l’abbia fatto per farti ingelosire…”
“Pensi sia possibile?” domandò lievemente speranzoso il francesino.
“Sì, cioè, non conosco questo Thad, ma… mi sembra plausibile.”
“E io cosa dovrei fare?” disse, torturandosi il labbro inferiore tra i denti.
“Parlargli. Decisamente, parlargli.”
“Ma… Ma io non sono bravo in queste cose…” ammise, anche se pronunciare una frase del genere lo uccideva.
“ Questa me la segno, tu che dichiari pubblicamente di non saper fare qualcosa!” rise.
“Smettila!”
“Ok,ok… La smetto. Ascoltami, tesoro, in amore bisogna fare dei sacrifici!” esclamò il riccio, andando a chiudersi in bagno.
 
 
Due settimane dopo, durante la sua festa d’addio, quando Sebastian gli presentò, come suo ragazzo, un certo Thad Harwood con un sorrisetto felice, Blaine non poté far a meno di pensare che (forse) era valsa la pena di affrontare quella nottata infernale, l’imbarazzante conversazione con Cooper e quella peggiore con Kurt (Con tanto di interventi di Santana, che continuava a raccontare di come le fosse capitato un episodio simile con Quinn. E connesse urla di Kurt sul fatto che dopo fossero finite a letto.) per vedere il suo migliore amico così contento.
 
 Note.

  1. Sì, tutti gli orari richiamano puntate importanti per la Klaine.
  2. Io e collega abbiamo un head-canon sul fatto che Sebastian abbia un miglior amico in Francia, di nome Enjolras. Se vi va di leggere qualcosa su di lui -> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1888404&i=1 (Even rocks knew about this. Sul nostro account.)
 L’esistenza di questa ff è dovuta a due fattori: la mia sinusite e il fatto che Nori si rifiuta di scrivere il secondo capitolo della nostra nuova long, impedendo a me di procedere con il terzo.
 
Baci, Potters. 
   
 
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