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Autore: Maria_A    14/08/2013    1 recensioni
Guardo l’automobile acquisire velocità e allontanarsi sul lungo viale per imboccare la strada principale.
Tiro un sospiro di sollievo. Finalmente sono libera. Libera da quelle mura fredde e inospitali, dalle inespressive assistenti sociali e dall’atmosfera cupa dell’orfanotrofio in cui ero rimasta rinchiusa per sei interminabili mesi. Non mi ha di certo aiutato,quell’atmosfera, a sconfiggere i demoni del mio passato.
"Tu devi essere Misaki". Dicendo questo mi fà segno di seguirlo lungo il viale.
Che individuo bizzarro, penso avviandomi dietro di lui con passo incerto.
Prima ff che pubblico su efp. Spero vi incuriosisca almeno un po' xD
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Kiryu ha girovagato nei giardini per tutta la notte, cambiando spesso postazione e ripetendo più volte una specie di ronda. Credo che fosse di guardia a qualcosa anche se non ho capito ancora che bisogno ci sia di fare questi  controlli. Forse hanno paura dei ladri, chissà.
Sono passati alcuni giorni da quella notte, ma lui è tornato ogni volta. Ha una capacità, quel ragazzo, di restare immobile anche per ore. Devo ammettere che mi piace osservarlo senza essere vista. E’ strano. Un alone di malinconia sembra albergargli intorno. Assume poi un comportamento diverso rispetto al giorno: se durante la giornata appare calmo e strafottente fino all’inverosimile, di notte diventa vigile, le spalle rigide e il corpo teso. A intervalli piuttosto regolari, inoltre, estrae dalla tasca una scatoletta simile a quelle delle pastiglie per il mal di gola, e ingoia tre o quattro compresse alla volta. Spesso la luna fa capolino tra le nuvole e inonda coi suoi raggi i capelli quasi bianchi del ragazzo creando dei particolari giochi di luce.
Possiede anche un’arma. L’ho notato una sera, quando, sentendo un rumore improvviso ha estratto una pistola bianca, puntandola contro l’oscurità. La tiene allacciata ai passanti dei pantaloni tramite una catenella. Una volta, spiazzandomi, se l’è puntata alla testa, ed è rimasto così per qualche momento. Quel gesto mi ha lasciate estremamente interdetta e spaventata. Stavo quasi per andare da lui e chiedergli che cavolo di problema avesse. Comunque  poi l’ha riabbassata sospirando, e non l’ha più rifatto.
Dal giorno del battibecco io e Kiryu non ci siamo più parlati, o meglio, abbiamo litigato qualche volta, ma nulla di più. Il che mi sta più che bene. Credo si sia deciso a ignorarmi, come del resto faccio anche io.
Tranne oggi.
Insomma non posso stare in silenzio a guardarlo mentre sonnecchia nel banco adiacente il  mio dopo che mi ha rimproverata a quel modo il primo giorno.
Il mio ego richiede vendetta. Sono una persona piuttosto orgogliosa e se qualcosa mi disturba, non riesco a tacere.
Yagari non c’è nemmeno questa volta, e il supplente dirige imperterrito la sua lezione, parlando più a se stesso che verso la classe.
Fisso Kiryu per un attimo. I capelli di quello strano colore argento gli ricadono sugli occhi chiusi. Ha le sopracciglia lievemente inarcate e il suo corpo sembra in tensione come durante la notte, come se fosse pronto a balzare da un momento all’altro.
Pregusto il sapore della vendetta. Ma non appena alzo la mano, lui apre improvvisamente  gli occhi e con uno scatto violento afferra il mio polso. La scossa ritorna prepotente, facendomi quasi sobbalzare.
-Cosa pensavi di fare?- sibila minaccioso.
-Certo che hai una bella faccia tosta a riprendermi quando pure tu dormi durante le lezioni!-.sussurro ignorando la domanda.
-Pensa ai fatti tuoi!- dice.
- Lo farò, quando anche tu farai lo stesso. E Mollami subito il braccio- ribatto dimenandomi.
-Altrimenti? Che cosa farai ?-. mi deride.
- oh, non sai cosa sono in grado di fare- sbotto a tono. E non lo so nemmeno io penso tra me e me.
Lui non si altera minimamente alla mia minaccia, anzi, scoppia a ridere e io lo fulmino con lo sguardo – E cosa pensi di fare sentiamo? Scommetto che a malapena riesci a tenere in mano una matita con quelle braccia secche che ti ritrovi-.
Ok, quel che è troppo è troppo. Con uno strappo libero il polso, rimanendo sorpresa dalla mia stessa forza.
-         Non osare più parlarmi in questo modo- gracchio infuriata.- Se hai qualche problema perché non corri dalla tua ragazza a risolverlo? L’ho notato, come la guardi. Ma sei così spregevole che nemmeno lei ti vuole-. Dico tagliente alludendo a Yuuki. E vedo che ho centrato il punto perché un luccichio attraversa fulmineo i suoi chiari occhi viola. – Non hai capito un bel niente!-. Urla quasi. A questo punto tutta la classe si è girata a guardarci.- Stupida mocciosetta viziata, non impicciarti in affari che non ti riguardano-.
 Sto quasi per aggredirlo incitata dalla forza estranea che sento risvegliarsi. So che potrei fargli male, molto male. Lo sento dall’adrenalina che si è impossessata di me. Ma, anche se non mi spiacerbbe gonfiargli quella bella faccia tosta, so che la furia potrebbe diventare più grande di quanto riuscirei a gestire e  ho paura di perdere il controllo. Così senza dare spiegazioni a nessuno mi fiondo fuori dall’aula e comincio a correre a perdifiato allontanandomi da quel posto.
Mi fermo una volta in giardino, e mi appoggio ad un muretto per riprendere fiato. Ma il punto su cui poggio la mano comincia a sbriciolarsi sotto il mio tocco. Inizialmente non me ne accorgo e  affondo con violenza il pugno per cercare di sbollire la rabbia. Come si è permesso? Va bene tutto ma non doveva attaccare il mio aspetto fisico. Se c’è una cosa che ho capito stando qui, è che, se voglio stare tranquilla è meglio evitare Kiryu.
Sento qualcosa incastrarsi tra le unghie e appena alzo lo sguardo noto un profondo solco laddove si trova la mia mano, e ciò che ho tra le unghie sono i mattoni del  muretto sbriciolati fino a diventare granelli di sabbia nella mano chiusa a pugno.
La ritraggo con orrore osservando le crepe provocate dal solco che si espandono verso l’alto . Tutto questo non è assolutamente normale. Io non sono più normale. Che diavolo mi sta succedendo?.
Una fitta allo stomaco mi avvisa che il senso di inquietudine sta tornando, quello che compare solo quando…
-Ciao-.
Mi giro di scatto al suono di una voce meravigliosa e rimango sorpresa nel trovarmi davanti proprio la donna che avevo visto chiedere aiuto la  mia prima sera in questo posto.
Mi sposto con nonchalance per coprire il buco e cercando di guadagnare un minimo di contegno.
-Salve-. Dico.
La osservo senza celare troppo il sospetto. Indossa l’uniforme della Night Class che slancia la sua figura tonica. I capelli ramati, lunghi oltre il bacino incorniciano un viso sofisticato che non mostra la minima imperfezione. Gli occhi azzurri paiono emanare un sinistro bagliore rossastro.
Sembra che ora studi qui, ma non è un po’ troppo grande per essere ancora un studentessa?.
Anche lei sembra studiarmi, un sorrisino agli angoli della bocca che la rende ancora più bella.
-         Sembri sconvolta, è successo qualcosa?- mi domanda in tono fintamente preoccupato.
Io mi mantengo sulla difensiva, questa donna non mi convince  molto  –Chi sei?- chiedo ignorando la sua domanda.
-Oh, che sbadata, perdona  la mia maleducazione. Il mio nome è Sara Shirabuky, tu devi essere Misaky giusto?-.
Rimango interdetta – Come sai il mio nome?- chiedo senza nascondere la sorpresa.
Lei mi sorride, un sorriso che le illumina il viso, beh che in realtà illumina tutto ciò che la circonda. –Io so molte cose di te Misa- proclama misteriosa, la voce calda e seducente.
Distoglie un momento lo sguardo da me  per osservare le crepe formatesi sul muretto sopra la mia testa. – Non contenere ciò che senti, altrimenti potresti esserne sopraffatta-. Mi avvisa.
Esterrefatta, sono in procinto i chiederle che cosa intenda dire, quando un biondo spunta all’improvviso alle spalle di Sara e interrompe la conversazione.- Nobile Sara! Yuuki  Kuran richiede la vostra presenza-. Dice facendo un leggero inchino.
La donna non sembra minimamente irritata dall’interruzione, come al contrario, lo sono io. –E allora è meglio non farla attendere oltre Takuma- esclama rivolgendosi al ragazzo.
Prima di voltarsi e andarsene, fissa un’ultima volta lo sguardo su di me – Lasciati andare Misaki-.
E si allontana lentamente seguita dal ragazzo, lasciandomi a crogiolare tra mille dubbi e domande.
 
 
 
 
Angolo Autrice:
Ciao a tutti!
Come procedono le vacanze?
Mi scuso enormemente per questo imperdonabile ritardo. Non ho giustificazioni al riguardo. Stavo quasi per smettere,ma non ho potuto farlo vedendo quante persone seguono ancora questa storia e vi ringrazio enormemente.
Chiedo ancora perdono e spero che ci sia ancora qualcuno disposto a leggere questo obrobrio.
 
Alla prossima!
 
Maria_A

   
 
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