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Autore: LadyDenebola    14/08/2013    4 recensioni
"In quel momento sollevò il capo nella loro direzione, e Marina avvertì su di sé uno sguardo scuro e luminoso passarle da parte a parte". I nani di Thorin giungono a Minhiator, piccola città a ovest di Erebor, per liberarla dagli orchi e rafforzare l'amicizia fra i due popoli. Marina è una giovane assetata di avventure e leggende, diversa dall'immagine di donna umana che i nani hanno sempre avuto. Ambientato prima dell'arrivo di Smaug.
I personaggi e le ambientazioni appartengono in buona parte all'incommensurabile genio di Tolkien, io mi limito ad aggiungere il mio tocco (sperando di non fare casini). ^___^
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Balin, Dwalin, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un lampo squarciò il cielo sereno, attraversato di rado da sottili nubi scure mentre la luna si faceva alta. Il vento si stava alzando, trascinando via le prime foglie cadute prematuramente. Un secchio rotolò via da qualche parte, il rumore del legno che sbatteva sull’acciottolato attutito da quello del vento.
Marina si allontanò dalla finestra lasciando ricadere la tenda leggera e dirigendosi al camino col fuoco acceso. Una pentola di rame ribolliva diffondendo nella cucina un odore di patate che faceva subito venire l’acquolina in bocca. Marina vi aggiunse un rametto di rosmarino preso da un barattolo sulla mensola vicina e rimase qualche secondo a girare nella pentola, pensosa e lievemente preoccupata.
I suoi amici erano via da quella mattina, ma le avevano garantito che sarebbero tornati presto. Era ora di cena e ancora non si vedeva nessuno. Si stava avvicinando quello che sarebbe stato un temporale coi fiocchi, preceduto da nuvoloni neri che arrivavano da est, e nelle strade non c’era anima viva. E Marina era lì, sola, ad aspettare quei quattro disgraziati che si erano persi chissà dove. Pensare che li aveva pregati di portarla con loro, per non dover restare tutto il giorno in casa, ma niente: Thomas aveva ripetuto almeno dieci volte che sarebbe stato troppo pericoloso per lei e troppo sconsiderato per loro portarla in una perlustrazione per cercare orchi. Già, orchi. Erano anni, se non decenni, che non si vedevano orchi nelle vicinanze della loro città, Minhiator, e di colpo, senza che nessuno avesse potuto prevederlo, erano comparse loro tracce proprio a un paio di miglia dalle case più esterne. Alcuni uomini della città avevano deciso di cercarli da soli, nonostante il divieto categorico del Sovrintendente, ma non avevano trovato nulla. Perciò Tom e gli altri quella mattina erano partiti tutti entusiasti, convinti che loro ce l’avrebbero fatta.
Il cuore di Marina ebbe un tuffo. E se gli fosse successo qualcosa? Dove diavolo sarebbe andata a trovarli? Magari avevano davvero trovato gli orchi, e lei se ne restava lì, a cucinare…
Istintivamente, balzò in piedi, ma ricadde quasi subito sullo sgabello ai piedi del camino. Qualcuno aveva bussato rudemente alla porta, cogliendola totalmente alla sprovvista. Afferrò l’attizzatoio e corse ad aprire, lentamente, ma venne scaraventata indietro da una violenta folata di vento che fece tintinnare i bicchieri già sul tavolo e volar via alcuni fogli sparsi su un mobile là vicino.
Prima che la ragazza potesse voltarsi di nuovo verso la porta e scansarsi via dagli occhi i capelli che le erano volati in ogni direzione, ci fu un frettoloso rumore di passi accompagnato da pesanti sbuffi. La porta venne richiusa e il vento tornò a essere chiuso fuori.
Marina alzò lo sguardo sui tre che erano entrati, e sorrise sollevata. Tre giovani uomini ricambiarono rapidamente il sorriso mentre si scrollavano di dosso le foglie e si ripulivano gli stivali infangati.
<< Qua sistemeremo noi >>rassicurò Thomas, il biondo più alto e robusto, nonché il più anziano fra tutti e quattro. Indicò lo sporco che si stava formando sotto di loro.
<< Dove accidenti eravate finiti? >>esclamò Marina, aiutando un ragazzo moro, poco più alto di lei, a districarsi dal mantello.
<< Avevamo trovato gli orchi >>spiegò quello digrignando i denti.<< C’erano tracce fresche a qualche chilometro dall’entrata est della città. Le abbiamo seguite tutta la mattina, ma niente >>
<< Non li avete trovati, allora? >>
<< Sì, e ne abbiamo ammazzati anche un paio >>rispose il terzo ragazzo, anche lui biondo, ma con un aspetto più curato rispetto a Tom.<< Ci siamo scontrati con alcuni di loro questo pomeriggio >>
<< Ma non ci hanno fatto niente >>aggiunse Rio, in risposta allo sguardo atterrito di Marina.<< Erano lenti perché, nonostante fosse nuvoloso, temevano che il sole potesse spuntar fuori da un momento all’altro. Li abbiamo colti di sorpresa, ma quasi tutti sono riusciti a fuggire >>
<< E Alex? >>domandò Marina, guardandosi intorno. Mancava suo cugino.
<< È andato da suo fratello per riferirgli subito tutto. Passerà la notte a casa >>Will, l’altro ragazzo biondo, volse la testa in direzione della cucina, dilatando le narici. Il volto gli si illuminò.<< Cibo! >>
<< Valar! Si staranno bruciando! >>quasi urlò Marina correndo a controllare il pentolone e mescolando febbrilmente. Gli altri la seguirono senza la minima preoccupazione: avevano tutta l’aria di chi avrebbe mangiato anche patate bruciate.
Marina riuscì tuttavia a salvare la cena, e nel giro di pochi minuti si ritrovarono tutti e quattro seduti attorno al lungo tavolo apparecchiato in fretta e furia, a ridere e scherzare, senza fare alcun accenno alla caccia agli orchi. In realtà, Marina avrebbe tanto voluto saperne di più, ma visto che i ragazzi non toccarono più l’argomento pensò che non ci fosse nient’altro da sapere. L’idea che attorno alla città si aggiravano davvero degli orchi l’atterriva, anche se in quel momento la preoccupava di più la possibilità di essere richiamata a casa se la sua famiglia fosse venuta a saperlo. Ma le battute di Rio e Will la distolsero da questi pensieri, e l’atmosfera rimase leggera e allegra fino al mattino seguente, quando, di buon’ora, si udì bussare con insistenza all’uscio.
Brontolando e tirandosi le maniche della camicia fin sopra i gomiti, Tom andò ad aprire. Un giovane con chiari capelli castani gli lanciò un’occhiata carica d’apprensione.
<< Philip ci vuole vedere. Riguarda gli orchi >>disse.<< Dice che bisogna prendere subito dei provvedimenti… Vuole chiamare i nani >>



 Angolo dell'autrice:

Salve a tutti e grazie per essere arrivati alla fine del primo capitolo! Questa è la mia prima fanfic in assoluto sul mondo di Tolkien e, dopo anni in cui ho rimuginato su storie con Legolas o Boromir, eccomi a scrivere di Thorin e ipotetici antefatti dell'arrivo di Smaug nel suo regno. I primi capitoli saranno alquanto introduttivi per farvi capire chi sono i tizi che ho creato e delineare quel che avverrà in seguito. Non so con precisione dove andremo a finire, ma un'idea ce l'ho già.
Per cui, vi aspetto al prossimo capitolo e spero che la storia vi piaccia! Bye bye ^_____^


   
 
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