1. Prologo

 

I want to hide the truth 

I want to shelter you 

But with the beast inside 

There's nowhere we can hide 
Imagine Dragons - Demons 

 

Margot prese la sua giacca, pronta per uscire. «Non dovresti studiare?!» Commentò Martha, la sua coinquilina. «Uhg, no mamma. Studierò questa sera.» Rispose Margot, aggiustandosi i capelli. «Non so come tu faccia a passare un esame ogni dannata volta studiando solo tre ore al giorno!» Replicò la mora. La rossa in risposta sorrise e la salutò, uscendo di casa. 

Prese la sua bici rosa, poggiando la borsa nera nel cestino. 

Pedalò fino all'ospedale, come ogni giorno, per donare qualche sorriso ai bambini. Amava quello che faceva. 

«Buongiorno David.» Sorrise Margot.

David era suo amico, un anziano volontario all'ospedale, proprio come lei. David e Margot erano molto simili. «Tutto bene Margot?» Domandò gentilmente lui. Lei annuì, «sai che puoi chiamarmi Magh! -lo riprese sorridendo, poggiandosi con i gomiti sul bancone, beccandosi un'occhiataccia dalle persone che aspettavano di essere prenotate- tu come stai?» 

L'anziano fece spallucce, «sono una roccia, lo sai.» Rispose.

Margot sorrise, incamminandosi verso la sua -ormai- seconda casa. 

Non riceveva nessun assegno, ma poco le importava.

Perché quei sorrisi, diceva, l'appagavano più del denaro. «Buongiorno Ansjie!» Sorrise alla bimba impegnata a disegnare. 

 

 

Harry, o meglio Heinz ha iniziato una nuova vita. Ha cambiato nome, paese, stato e persino il suo taglio di capelli. Era solito ad avere dei lunghi ricci, ma ora non era rimasto nulla. Aveva trovato un appartamento nel centro di Amsterdam, a poco prezzo. Fortunato, e fin troppo bello e semplice per essere vero, pensò. Infatti, non appena arrivò davanti al palazzo e salì le scale, scoprì il rovescio della medaglia: al piano di sotto, una band formata da quattro persone, si esercitavano ogni pomeriggio dalle 3 alle 5. 

«Me lo farò bastare, Gemma.» Disse Harry al telefono. «Harry! O forse dovrei chiamarti Heinz? Non puoi rimanere lì!» Protestò sua sorella. 

«Gemma, non posso permettermi chissà cosa. E questo posto -topaia, lo corresse lei- mi va benissimo. L'importante è che non comincino a provare durante la notte.» Commentò Harry, sorridendo alla fine.

La sorella sbuffò, «almeno comincia a trovarti un lavoro, così troverai qualcosa di meglio.» 

«Va bene, -sorrise lui, immaginando la faccia rassegnata di sua sorella- ora sarà meglio staccare, non vorrei avere problemi con la bolletta del telefono.» 

«Hai ragione. Ma mandami un e-mail non appena un computer riuscirà ad entrare in quella topaia -appartamento, la corresse lui-, d'accordo?!»

«Salutami la mamma, ti voglio bene e... Londra mi mancherà, credo.» Disse infine Harry, riattaccando.

Buttò il cellulare sul letto, aprì la sua valigia e sistemò quelle poche cose che aveva portato con sé. 

Poco dopo squillò di nuovo. «Pronto?»

«Harry -sua sorella fece una breve pausa- spero davvero che tu riesca a ricominciare di nuovo, te lo meriti.» Riattaccò.

Harry sospirò, lo sperava anche lui.

 

 

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Buongiorno! :D 
Eccomi qui con una nuova fanfiction che mi è venuta in mente per colpa delle mie continue visite! *lolling*
Ho deciso di postarla ora (anche se so che la eliminerò presto) perché tra poco posterò l'epilogo di After Explosion *sigh* ç___ç
Coooomunque... Questo è proprio un minuscolo prologo, un minuscolo anticipo per quello che verrà pian piano. :) 
Ci saranno comunque tutte e cinque le direzioni, compresa la coinquilina che per l'appunto io la immagino come Freema Agyeman. (poco ossessionata con Doctor Who? :/)

 

Questa ff è una vera e propria OOC, Out Of Characters, quindi Harry sarà tutto di mio pugno. :) (E ci tengo a sottolineare che no, non era tossico dipendente o roba varia :))

Vi ringrazio per aver letto, alla prossima, un bacione! :)
 

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