Era pieno pomeriggio, il sole lanciava i suoi raggi dorati sulla città e, per calmare il loro calore mordente, il vento danzava con leggerezza.

Utau aveva appena finito le riprese di quel maledetto film, non ne poteva più di essere imprigionata dai riflettori e dalle telecamere, eppure ormai sapeva benissimo che una giovane IDOL avrebbe dovuto sopportare quegli aggeggi per tutto il resto della sua carriera.

Non era mai facile trovare del tempo libero da spendere in passeggiate all'aria aperta o altre attività, ma quel giorno decise di fare lo sforzo di recarsi al parco di sua spontanea volontà e, come fece qualche giorno prima, il luogo era deserto. Si sentiva solo l'acuto canto di qualche uccellino e il tenero sussurro della brezza fra le fronde degli alberi.

La ragazza respirò piano, il paesaggio fece riaccendere rapidamente i ricordi più attaccati alla sua mente, formando un'immagine nei suoi giovani pensieri; capelli color rame dall'aria ribelle, due occhi curiosi e rotondi, un sorriso furbo ma pieno di sincerità e un nome: Kukai.  Kukai Soma.

Utau non avrebbe mai immaginato di vedere in un ragazzo più piccolo di lei qualcuno che le avrebbe insegnato una volta per tutte a non essere sola e ad aprire il suo cuore, incatenato dal passato e dagli impegni. Non c'era niente da fare, il suo aspetto gentile e carino assieme ai suoi modi di fare simpatici e amorevoli l'avevano letteralmente conquistata. 

Dopo essersi liberata i pensieri da lui avanzò di qualche passo, per poi spostare lo sguardo verso l'altalena del parco. Ricordava benissimo che quell'oggetto fu lo sfondo di una scena che, probabilmente, si sarebbe portata per tutta la sua vita.

Nelle sue memorie recenti vedeva lei stessa lì, assieme a Kukai, entrambi cullati dal movimento dell'altalena come due bambini tra le braccia di una madre. Ma importava ben poco un'immagine simile, perché il vero ricordo di Utau erano le morbide e calde labbra del ragazzo premere continuamente contro le sue, cariche di tenerezza. Le sentiva ancora sulla bocca, ma talmente trasparenti e lontane che non potevano avere la stessa passione di quelle del vero Kukai e non della stessa persona formata solo dai banali ricordi.

Dopo aver tirato all'aria un lieve sospiro si sedette sull'altalena, facendo agganciare piano le mani alle corde di metallo. Toccò per un attimo la terra con i piedi per dare una spinta, poi lasciò ciondolare le gambe come se fossero quelle di una bambola. Mentre il sedile andava lentamente da una parte all'altra in un lento e costante movimento Utau si tuffò di nuovo nei suoi pensieri. Dove poteva essere Kukai? E cosa stava facendo in quel momento? 

Carichi di domande cadevano sulla testa della ragazza come grandine su un tetto, senza nessuna risposta. Per un attimo ipotizzò che lui avrebbe potuto chiedersi le stesse cose che si chiedeva lei ma, dopo pochi attimi, negò il pensiero. Dopotutto, solo perché erano innamorati, le loro menti non erano telepatiche. Anzi, non potevano neanche esserlo.

Eppure Utau sapeva perfettamente che il ragazzo ricambiava il suo amore, lo aveva mostrato due giorni prima esatti con un bacio, quel bacio. Forse non pensava le stesse identiche cose che pensava lei, ma sicuramente un posto nella sua testa castana doveva esserci. 

All'improvviso due mani tiepide e accoglienti si appoggiarono alle sue, risvegliandola dal suo mondo. Istintivamente alzò il capo e i suoi occhi spalancati incrociarono il viso del ragazzo tanto atteso.

«K-Kukai?»

«Te lo avevo detto che non ti avrei lasciata sola!»

Note dell'autrice

Ma salve! Era da un bel po' che non entravo in questo fandom, uh?

Era da un bel po' di tempo che avevo in mente di buttare fuori questa fic… e finalmente riesco a pubblicarla.

Spero tanto che vi sia piaciuta, anche una sola recensione mi renderebbe felicissima. :)

Hasta la vista!

CrystalHika