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Autore: Swaggie    14/08/2013    3 recensioni
Il destino stasera vuole farci qualche scherzetto ma tu resisti, che con la tua risata mozzafiato lo ammutolisci.
Che succede, lo hai dimenticato?
Genere: Angst, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Losing your memory; 









Mi stai tenendo la mano, quella libera. Non quella con cui tengo fermo il volante assicurandomi di tenere la macchina ben diritta sulla strada. 
Se potessi lo lascerei andare, se potessi ti salterei addosso e ti stringerei fra le braccia.
Sai che un po’ pazzo lo sono sempre stato e che se solo il pensiero crescesse lo farei sul serio lasciandoti a bocca aperta, ma non mi piace rischiare quando siamo in strada.
Probabilmente, dal modo in cui mi guardi sai che ci ho pensato ancora ed è per questo che tiri un leggero schiaffo alla mia mano, lasciandola andare. Non riesco a non guardare la tua che si sposa sulla coscia mentre fai l’offesa. 

Sei ancora più carina con quel broncio, nessuno te lo ha mai detto ma sai che ho pensato anche questo.

Lo sai perché te lo leggo negli occhi; ci leggo la tua anima, la conosco a memoria ed ormai non c’è nulla che tu mi possa nascondere.






Ora ti stai lamentando, stai dicendo che sono uno sconsiderato e che la patente dovrebbero direttamente ritirarmela.
Mi fai sorridere, mi diverti.
Vorrei proprio vedere come faresti poi senza la mia bellissima macchina che ti porta ogni giorno dove desideri, senza fare storie. 

Mi piace star con te, così.
Mi piace sentire le labbra tendersi per la velocità che raggiungo ignorando le tue proteste, mi piace quando ti lasci scappare qualche urletto preoccupato. 
La tua voce è sempre bella, pure quando è distorta dalla preoccupazione.
Per non parlare di quando è completamente velata dal piacere, quando facciamo l’amore e invochi il mio nome più e più volte, tenendo artigliate le mie spalle ormai piene di piccoli graffi e segni dovuti alle tue unghie.
 



 
Adesso sei triste.

La senti anche tu questa strana tensione nell’aria? Perché amore mio, comincia a spaventarmi.
Soprattutto nel momento in cui la macchina rosso fiammante sbanda.
Non mi è mai capitato, di solito sono ben attento quando siamo strada.
Per fortuna è solo un secondo, tutto torna normale. 


O quasi. 

Ora nei tuoi occhi chiari – che poi, adesso tanto cristallini non mi sembrano – leggo la paura.
Ehi piccola, va tutto bene. Va tutto alla grande e sai perché? Perché io non permetterò che capiti qualcosa. 
Il destino stasera vuole farci qualche scherzetto ma tu resisti, che con la tua risata mozzafiato lo ammutolisci.

Che succede, lo hai dimenticato?
 
 
 



E’ passata un’ora, il sole è completamente calato.
Mi piace ancor di più guidare di notte visto che mi infonde un senso di libertà indescrivibile. Mi sento vivo se accelero un po’ ma tu mi fermi anche questa volta, posando la punta delle dita affusolate sul dorso della mia mano stretta al volante di pelle.
Che bel tocco che hai, amore, stanotte sembra quasi più intenso.
Mi fa venire la pelle d’oca.

Tu continui ad essere tesa, lo noto da come sono dritte le tue spalle e dal modo in cui i tuoi occhi sono puntati sulla strada. Le luci si specchiano in questi, ora sembrano lucidi.
Ti sto chiedendo se tutto va bene ma tu non sembri intenzionata a rispondermi, hai voltato il viso nella direzione opposta. 
Perché mi tratti così? Un tempo desideravi avere sempre l’ultima parola. Stai dimenticando anche questo?
C’è veramente qualcosa che non va questa sera, comincio a capirlo davvero solo in questo momento.




 
 
Piccola, conosci questa strada?
Sinceramente credo di essermi perso ma non ho intenzione di dirtelo, anche se mi sa lo hai già capito di tuo. Questa strada secondaria desolata non piace per niente, come non piace a te che pur di non guardarla giochi distrattamente con il cellulare. 

Stai parlando con Myles? Con quel tipo straniero di cui tanto mi sono ingelosito? Dimmi che è uno scherzo perché quello proprio non lo sopporto.
Ricordo come a quella festa ti abbracciò, facendomi salire il sangue al cervello.

Tu sei mia e tra un po’ torneremo a casa, va bene?
 
 
 



Non ci credo, devi aver dimenticato tutto. 


Ho acceso la radio, è partita la nostra canzone ma purtroppo sono l’unico che la sta cantando. L’unico che la ricorda, che la mima con le labbra incurvate in un sorriso. 
Non ti riconosco. 
Ho alzato un po’ la voce, ti ho chiesto cosa diavolo ti sta prendendo e quando ho fermato la macchina ai lati di quella strada sconosciuta hai spalancato gli occhi. Hai indicato davanti a te, ho visto il tuo corpo tremare.
Ho quasi timore a spostare lo sguardo verso quello che ti ha costretto a portare una mano alla bocca per non urlare. 

Cosa sta facendo quel tipo …? 

Oh, bambina. Non è come sembra. Quello non è davvero un bambino ricoperto di sangue, non è un ragazzino morto. Sta solo dormendo. Guarda la sua mano, non è morto.
Le dita piano si piegano ma è questione di un istante prima che quella piccola stretta s’indebolisca fino ad essere nulla. 


Tieni ancora tappata la bocca, non vuoi che possano scapparti urla terrorizzate. 

Amore ma dove ti ho portato?
Adesso non pensarci, stai giù con me che tutto finirà in fretta. 



Il tuo vestito verde acqua ora è tutto sgualcito mentre ti abbassi infondo al sedile, i lacrimoni agli occhi. 

Ho spento la radio ma penso che sia troppo tardi, ha fatto troppo rumore la nostra canzone.
Cosa vuoi farci? E’ come il nostro amore, deve fare spettacolo, deve farsi notare e mostrare quanto è grande. Deve suscitare invidia che se no non è contento. 


Adesso c’è silenzio, ma nell’aria avverto una strana melodia. 
La senti pure tu o si tratta della mia immaginazione? 
Siamo in un film.
Ecco tutto. Ho trovato la risposta ad ogni cosa, ora concentrati assieme a me sul suono malinconico di questo pianoforte e non lasciarmi la mano che tra poco viene il regista e urla “Stop!” facendoci gli applausi per quanto siamo stati bravi. 

Non far caso a questi passi che si avvicinano, tieni la testa bassa e fidati di me.
Torneremo a casa e staremo ancora insieme, puoi crederci?
Fidati come quella volta al bar, non ti sei pentita d’aver provato quel drink giusto? Non ti pentirai neanche adesso, dì al tuo corpo di smettere di tremare. 


Le tue mani sudano. Non preoccuparti. 






… Aspetta. 

Non ho capito bene cosa sia successo, solo non avverto più il calore della tua mano stretta alla mia.
C’è qualcosa di freddo sulla mia fronte, sta scivolando piano lungo le gote e arriva addirittura al collo. Cos’è? E’ … appiccicoso e non capisco se sia caldo o freddo. 
Hai urlato? 
Non sono riuscito a capire se sia stata la mia immaginazione o se sia stata la realtà. 

Tesoro, sono qui con te. Riesci a vedermi? 

Forse è questo il problema, dovresti concentrarti su altro. Mi sa che il regista ha tardato un po’ e ha fatto un casino. Ma mi sentirà vedrai, non singhiozzare così che il cuore già mi fa male. 

E ora, cosa succede? 

Forse dovresti illustrarmi la scena dato che ho la vista annebbiata, forse non dovresti farlo. 
Ho paura di saperlo, sinceramente e quel tuo pianto furioso, disperato non promette nulla di buono. 

Perché? 
Perché doveva succedere questo? 
Se lo avessi saputo, saremo andati con Myles. Magari lui non si sarebbe perso, non ci avrebbe portato fin qui e queste mani guantate non mi starebbero stringendo con una tale rabbia e foga. 
Perché fa così? 
Non avremo detto a nessuno di quel bambino addormentato, non avrebbe avuto problemi. 

E invece, amore mio, ora sento l’asfalto freddo sotto la schiena.
Sento che è ruvido, che mi sta graffiando la pelle ferita. Puzza di bagnato mentre qualcosa mi colpisce il corpo.
Ha cominciato a piovere. 
Oh, un qualcosa di buono c’è stato.
Anche adesso non dimentico quanto ti rilassi il suono della pioggia, quanto ti piaccia osservare quelle goccioline cadere dal cielo.
A me hanno sempre messo addosso un’estrema malinconia ma tu dici liberi la mente mentre osservi il cielo piangere. 

E allora perché non lo fai anche adesso? 

Svuota la testa da pensieri e preoccupazioni, lascia che l’acqua scorra sul tuo corpo e che trasporti via tutto ciò che stiamo passando. 


Ehi. Hai dimenticato pure questo? Basta urlare, mi fa male la testa.
                                        
 



 
Ora capisco. 
Hai dimenticato tutto, non parli più. 


Siamo vicini adesso, sul terriccio e l’erba bagnata e finalmente ti posso stringere fra le braccia.
Ti sei addormentata con la testa posata sulle mie gambe, il tuo vestito è strappato all’altezza delle scapole ed ora è ornato da macchie di varie dimensioni di color vermiglio.
Non ti sta male sai? Sei bella sempre, anche in pigiama, e questo motivo anche se brucia non è pessimo. 

Non so come riesco ancora a muovere le dita eppure le sto infilando fra i tuoi capelli. Vorrei trasmetterti calore ma tutto ciò che sento ora è il freddo, un freddo che permea nella ossa e mi fa battere i denti. 

Quanto dolore, quanto brucia. 

Hai dimenticato tutto, non ricorderai più nulla di ciò che abbiamo collezionato in questi anni. 
Lo so che tutto è andato perduto ma mi piacerebbe credere di poter recuperare tutto con un nostro nuovo inizio. 
Non sarebbe bello? 
Se noi venissimo da lassù, da quel cielo che piange sulle nostre teste, allora davvero torneremo a casa. Non ti ho mentito dolcezza, ora passa tutto. 

Tu continua a riposare che al risveglio ti preparo una tazza di thé al limone, quello che tanto ti piace.
Nel frattempo, prendi il telefono. Digita il numero di Myles, quello dei tuoi amici e dì loro che non tornerai indietro. Che ormai sei con me per sempre e che purtroppo sarai costretta a vederli da un’altra angolazione. 
Non tornerai mai più, qualcosa è finito. 

E io? Dov’è che sto finendo? Voglio separarmi da tutto e niente. 

Avrei volentieri passato tutta la vita con te, amore, lo sai?
Sarei rimasto al tuo fianco per anni e anni, fino a che non sarei più riuscito a reggere il peso del tempo. 


Alzati, ragazza. 

Alzati adesso perché il meglio deve ancora venire.
Stai perdendo la memoria, ma è tutto a posto. 

Ora che ho alzato la testa devo darti ragione.
Questa pioggerella rilassa, sento i muscoli che si lasciano andare, il corpo che aderisce meglio all’asfalto scuro. 

Che belle labbra che hai, riesco appena a sfiorarle un’ultima volta prima di non sentire nient’altro. 

E’ finita, mh? 

Siamo stati bravi, ora invece dei complimenti del regista avremo ciò che davvero meritiamo. 
E’ come se stessi fluttuando. Sento un vuoto nello stomaco, perdendo la memoria. 



E’ finito tutto. 
   
 
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