Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: drez    14/08/2013    0 recensioni
Il tempo degli antichi Dei è finito. Silenti il Padre e la Madre, spento il fuoco sacro di R'hllor, soffocato il Dio Abissale, scoperto l’inganno del Dio dai mille volti. Westeros non esisterà più.
«... passaggio ora è libero. L’agguato è riuscito. Non c’è nessun superstite. La guerra è finita!»
Dedicato a chi ritiene che lo scrittore debba essere vincolato alle aspettative dei suoi lettori.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arya Stark, Jaqen H'ghar, Nymeria, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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      Nymeria sbava schiuma dalle mascelle serrate, il folto pelo irto, le membra scosse da violenti spasmi causati da continue scariche di adrenalina. Nessun nemico più da sgozzare, nessun corpo più da mutilare. Dentro di sé sente di doversi allontanare al più presto. La legittima regina sarebbe presto arrivata a reclamare il suo scranno, il trono di spade con il suo carico di atrocità, intriso del sangue versato dagli innumerevoli corpi sparsi lungo tutta la sala, molti dei quali uccisi da lei stessa. Gli occhi arrossati fissi su Estate che, folle di dolore, immerge il muso tra le viscere di Cagnaccio, combattuto tra il desiderio di sanare le ferite del fratello e la necessità di placare il suo istinto sbranandolo. Jaqen H'ghar giace esangue accanto al metalupo, “valar morghulis” il suo ultimo sospiro. Ma nessuno può più sentirlo, nessuno che possa rispondergli. Sfinito, anche Estate al fine si accascia al suolo, rinunciando a lottare. Nymeria ora è sola. Lo sa. Lo sente. Dalla sera precedente è già a conoscenza dell’esito dell’ultima grande battaglia sul Tridente. Il legame si è rotto. Ora è sola per sempre. Ancora per poco. La Regina sta arrivando.

     Il tempo degli antichi Dei è finito. Silenti il Padre e la Madre, spento il fuoco sacro di R'hllor, soffocato il Dio Abissale, scoperto l’inganno del Dio dai mille volti. Westeros non esisterà più. Non i sette regni. Non le isole di ferro. Non più Città libere né Mare d’erba. Finiti gli estranei, distrutti dal fuoco dei draghi della regina Targaryen e dall’acciaio di Valyria degli uomini di suo nipote il re oltre la barriera e principe d’inverno, suo sposo. Finiti i cervi ed i leoni, sterminatisi a vicenda per la stolta sagacia di un piccolo traditore. Svaniti dalla sua mente i pensieri dei suoi fratelli, caduti uno ad uno, prima Lady e Vento Grigio poi, la sera prima, anche Spettro ed infine Cagnaccio ed Estate che sentiva spegnersi poco a poco. Jaqen H'ghar è morto e con lui l’ultimo tenue vincolo che la teneva ancora legata alla sua amata Arya. Perduta per lunghissimo tempo e finalmente ritrovata per un fugace attimo prima di perderla ora per sempre. Non è riuscita a difenderla. E’ caduta anche lei lì, vicino a quel trono maledetto. Anche Ago verrà fusa insieme alle altre spade di re? Una nuova era sta per avere inizio e nel nuovo mondo non c’è posto per chi come lei appartiene alle vecchie creature. Presto saranno solo un ricordo. Personaggi fantastici di favole e canzoni. L’ultimo saluto ad Arya, ai suoi fratelli, poi Nymeria si slancia fuori della sala del trono. Attraversa i corridoi del palazzo reale. Deve fare in fretta. Raggiungere prima possibile l’uscita, nascondersi tra i vicoli lerci e bui di Approdo del Re. A lunghe falcate raggiunge il cortile esterno. Un urlo, un altro. Sono decine, centinaia, sa che stavolta non riuscirà a scappare. Un nugolo di frecce si abbatte su di lei, le dilania la carne, le lacera i muscoli ma continua a correre sino ad avventarsi sugli uomini che hanno avuto l’ardire di affrontarla. Con la sola forza dell’impatto ne uccide due sul colpo, una zampata e sente scricchiolare le ossa spezzate della schiena di un altro. “Sbrigatevi maledetti, facciamola finita. Il quarto uomo è terrorizzato, tiene la spada troppo dritta verso di me.  Schivarla è facile ma a cosa varrebbe? Sarà lui a potersi vantare di avere ucciso l’ultimo metalupo.”
        I soldati della guardia reale, attraversato il ponte levatoio, si riversarono all’interno della piazza d’armi della fortezza. Molti di loro passandole accanto rallentavano, lanciando uno sguardo timoroso al poderoso corpo della metalupa abbattuta. Molti se ne tenevano rispettosamente a distanza, sino a quando il più disgustoso tra loro si avvicinò sfacciatamente iniziando a scuoiarla, imitato poi da tutti quelli che volevano riportare a casa il più incredibile dei trofei. L’ultimo vilipendio a tutto quello che rappresentava Nymeria, al suo nobile e antico retaggio, alla sua sacralità.
       «Avvisa ser Jacen che il passaggio ora è libero. L’agguato è riuscito. Non c’è nessun superstite. La guerra è finita!»

  
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