Libri > Fairy Oak
Ricorda la storia  |      
Autore: Shora    14/08/2013    5 recensioni
Aveva assistito alla nascita della sua nipotina, al matrimonio di sua sorella ma non si era accorta di come lei stesse soffrendo. Lei, troppo preoccupata per gli altri invece di curarsi di sé. Lei che nascondeva tutto con un sorriso e che sperava di ritrovare la vera felicità. Lei, quella giovane strega della luce, una volta solare e allegra… già, una volta.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Pervinca Periwinkle, Vaniglia Periwinkle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La lettera:

Aveva assistito alla nascita della sua nipotina, al matrimonio di sua sorella ma non si era accorta di come lei stesse soffrendo. Lei, troppo preoccupata per gli altri invece di curarsi di sé. Lei che nascondeva tutto con un sorriso e che sperava di ritrovare la vera felicità. Lei, quella giovane strega della luce, una volta solare e allegra… già, una volta. Sospirò. Prese il cappotto e aprendo la porta della sua casetta in via degliorchibassi si diresse in piazza, dove si teneva il mercato. Il vento invernale muoveva i capelli di una Vaniglia ormai ventiduenne. Camminava veloce, avrebbe comprato l’occorrente e sarebbe tornata a casa, dalla sua adorata gattina nera Mirta… l’unica che forse aveva veramente bisogno di lei. Sua sorella Pervinca sembrava essersi dimenticata di lei, occupata com’era con sua figlia e suo marito. Dopotutto doveva pur sempre tenere su una famiglia. Poi la vide. Eccola là, con Margherita che comperava delle mele. La nipotina la vide.
-Mamma, mamma! Guarda c’è la zia!- la voce candida e cristallina della bimba riscosse subito Pervinca che si voltò verso la sorella. Le sorrise, pagò e si avvicinò a Vaniglia.
-Ehi, sorellina!- disse strizzandole l’occhio. Eccola esuberante come sempre. I capelli sbarazzini, tagliati corti, come quando erano piccole.
-Come va’?- continuò.
-Bene, grazie.- rispose lei.
-Sei sicura?- rispose la sorella vedendola giù di morale. Ovviamente a lei non scappava mai nulla.
-Sì, tranquilla!- la rassicurò sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi falsi. La donna la squadrò ancora per un po’, come per trovare anche una sola prova per incastrare la sorella. Poi sconfitta, sbuffò.
-Va bene, allora io vado a casa, ci si vede in giro!- salutò.
-Ciao zia Vaniglia.- disse Margherita. Quella vocina le strinse il cuore. E se lei non avesse mai avuto un tesoro del genere da proteggere? Si riscosse da quel pensiero con una sonora scossata di testa. Finì la spesa e tornò a casa.
 
Vaniglia sparecchiò gli ultimi avanzi della cena e si diresse in salotto. Si guardò intorno. Quella casa era troppo grande per una sola persona. Con la coda dell’occhio scorse le lettre riposte ordinatamente sul tavolino davanti al divano. Erano di quando aveva quindici anni, erano quelle che scriveva a Jim. Per un po’ il ragazzo le aveva anche risposto ma, improvvisamente le sue lettere non le arrivarono più. All’inizio pensò che potesse essere un leggero ritardo, ma a differenza di anni aveva capito che qualcosa non quadrava. Nonostante il ragazzo non lo sentisse da vari anni, non aveva mai tradito la promessa. Lo aspettava ancora. Non amava nessun altro apparte lui, che le aveva rubato il cuore. Il campanello suonò, riscuotendola dai suoi pensieri. Andò ad aprire la porta e sua sorella la salutò, sventolando una mano.
-Pervinca?!- disse la donna sorpresa di vedere la propria sorella piombarle in casa a quell’ora.
-Scusa, Babù, so che è un orario un po’ tardo ma dobbiamo parlare.- senza aspettare il consenso di Vaniglia entrò e si sedette sul sofà. La padrona di casa chiuse lentamente la porta e si voltò verso Vì. Non l’aveva mai vista tanto seria.
-Sono preoccupata per te.- disse Pervinca rompendo il silenzio.
-Non ce ne motivo, sul serio…-
-Non dire scemenze, Babù!- rimbeccò la sorella. –Non puoi nascondermi nulla, siamo sorelle dopotutto!- sorrise a quella affermazione. Non ne sapeva nemmeno lei il motivo, ma le piaceva sentirsi sorella di quella timidona di Vaniglia.
-Io ti vedo sai, sempre triste. È da quando Jim ha smesso di scriverti che sei diventata così cupa. Vaniglia… devi capire che quel ragazzo ormai è diventato un uomo e probabilmente si sarà già fatto un famiglia. Io…io voglio sentire i passi delicati di una nipotina, mi capisci Babù?- L’altra non rispose, intenta a fissare il parquet del suo pavimento.
-Non puoi continuare a respingere tutti gli uomini che ti vorrebbero come moglie.-
-Ma lui tornerà. Io ne sono  sicura.- disse Vaniglia con la voce rotta da un singhiozzo. La sorella scosse la testa.
-Devi dimenticarlo, lui non ti ama più…- Vì venne bruscamente interrotta dalla voce della sorella.
-Non è vero! Questa è una bugia!- aprì la porta di casa e con un gesto indicò a sua sorella di uscire. Pervinca rimase un po’ spiazzata da quella scena, Babù non si era mai comportata così. Comunque con un sospirò si alzò e si diresse verso la porta.
-Io lo dicevo solo per il tuo bene.- Uscì e Vaniglia chiuse la porta e scoppiò a piangere.
 
Erano passati diversi giorni dalla discussione avuta con la sorella ma Babù non demordeva, era convinta che Jim l’amasse ancora. Quella mattina si alzò più presto del solito, uscì di casa e prese la posta. Le scartò tutte. Sempre i soliti inviti a feste noiose. Una però attirò la sia attenzione. Era celeste e recava il suo nome in una calligrafia gentile e delicata. La donna l’aprì.
Cara Vaniglia,
Spero che tu ti ricordi di me come io di te. Sono Jim e volevo avvisarti che sto tornando a Fairy Oak. Spero vivamente che tu abbia mantenuto quella promessa di tanti anni fa.
Tuo per sempre,
Jim Buriom.
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Fairy Oak / Vai alla pagina dell'autore: Shora