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Autore: silent    14/08/2013    8 recensioni
Avevi sei anni e giocavi in un campo delimitato da due linee perpendicolari,e conoscendoti ho imparato che quelle linee si chiamano linee di foult.Avevi sette anni e mi baciasti la guancia perché si ruppe la mia bambola preferita.Avevi dieci anni e mi desti metà del tuo gelato perché il mio era caduto.Avevi undici anni e mi difendesti da quelli che ora sono i tuoi migliori amici.Avevi tredici anni e mi desti il mio primo bacio per farmi sentire speciale.Avevi quindici anni quando cominciasti il liceo,avevi i capelli ricci e la pancetta,avevi quindici anni e andasti alla tua prima festa,dimenticandoti del mio compleanno.Avevi sedici anni e mi urlasti contro perché ti avevo rovinato un appuntamento,avevi sedici anni e mi dicesti di smetterla di comportarmi come una bambina,mi dicesti mi crescere.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Green



Avevi sei anni e giocavi in un campo delimitato da due linee perpendicolari,e conoscendoti ho imparato che quelle linee si chiamano linee di foult.Avevi sette anni e mi baciasti la guancia perché si ruppe la mia bambola preferita.Avevi dieci anni e mi desti metà del tuo gelato perché il mio era caduto.Avevi undici anni e mi difendesti da quelli che ora sono i tuoi migliori amici.Avevi tredici anni e mi desti il mio primo bacio per farmi sentire speciale.Avevi quindici anni quando cominciasti il liceo,avevi i capelli ricci e la pancetta,avevi quindici anni e andasti alla tua prima festa,dimenticandoti del mio compleanno.Avevi sedici anni e mi urlasti contro perché ti avevo rovinato un appuntamento,avevi sedici anni e mi dicesti di smetterla di comportarmi come una bambina,mi dicesti mi crescere. Avevo sei anni e papà volle portarmi alla partita di baseball,era una domenica mattina,ci andammo insieme,ero l'unica bambina presente,tu sei stato l'unico che ha cercato di tenermi compagnia,ti presentasti e mi insegnasti le regole del gioco,da allora ogni pomeriggio giocavamo insieme nel tuo giardino.Avevo sette anni stavamo giocando davanti il cortile di casa quando un cane morse la mia bambola preferita ed iniziai a piangere,tu mi consolasti dandomi un bacio,mi prendesti per mano e mi portasti in camera tua dove mi regalasti il tuo coniglio di peluche.Avevo dieci anni,andammo da soli a prendere il gelato alla gelateria poco distante da case,iniziammo a correre e il mio cono cadde a terra,tu me ne desti metà del tuo.Avevo undici anni ero al parco,a quei tempi avevo qualche chilo di troppo e c'erano dei ragazzini che erano soliti prendermi in giro per il mio aspetto,un giorno li sentisti e mi difendesti,da allora sono diventati i tuoi migliori amici.Avevo tredici anni le mie compagne di banco mi prendevano in giro per il mio aspetto,tu mi desti un bacio,il mio primo vero bacio,davanti a tutti e mi dicesti che ero bellissima.Avevo quindici anni era il mio compleanno,ti stavo aspettando,mancavi solo tu;passarono le ore e tu non arrivasti,alle undici ricevetti un tuo messaggio di scuse.Avevo sedici anni,mi avevi promesso di andare al cinema insieme,mi presentai a casa tua all'ora stabilita,ma ti trovai in compagnia,mi facesti uscire da casa e mi urlasti contro,mi dicesti di essere una bambina,una guastafeste e di crescere,non ci parlammo per quattro settimane.Avevo sedici anni,stavo studiando quando sentii dei rumori sottili provenire dalla finestra,eri tu completamente ubriaco che mi chiedevi scusa,dovetti farti entrare e farti passare la sbornia,dormimmo insieme e mi baciasti per la seconda volta.Tu questo non lo ricordi.Quella notte non dormii,riuscivo solo a pensare.Avevo così tanta voglia di urlarti contro ma non ne ero in grado,ti ricordi quando mi chiedesti di cambiare?L'ho fatto quella sera.





 

“Otello è un musulmano,al servizio della repubblica veneta,al quale è stato affidato il compito di comandare l'esercito veneziano contro i turchi nell'isola di Cipro” La lezione era iniziata con Otello,una delle grandi tragedie di Shakespeare,avremmo dovuto passare due ore con l'insegnante di letteratura inglese,assistendo alle sue spettacolari doti di insegnante sia nello spiegare sia nello interrogare quel povero ragazzo o ragazza.Ho sempre amato Shakespeare,le sue opere sono sublimi,la mia preferita è "Sogno di una notte di una mezza estate" ,ma dovrò attendere ancora qualche settimana.Le labbra della professoressa Fitch si muovono troppo velocemente e mi fanno perdere l'interesse per la lezione.Sposto lo sguardo verso Amy e noto che lei ha già perso l'interesse da un po',noto solo che in pochi stanno seguendo realmente la lezione,il resto della classe sta fingendo o si concede ad altro.Il mio sguardo poi cade su di una capigliatura riccia concentrata a scrivere qualcosa,forse degli appunti.Lo osservo,la mano morbida che impugna la penna,il modo in cui scrive,la mano tra i capelli e lo sguardo che rivolge alla professoressa di tanto in tanto.Passo le due ore così,ad osservarlo ed osservare ciò che ho intorno,tanto da non accorgermene. «Hannah vieni a mensa con me e Kate?» rivolgo l'attenzione su di Amy e dolcemente rifiuto la sua offerta,la saluto mentre mi dirigo nel cortile.



Amavo il silenzio,il verde,l'aria pulita,la solitudine.Potevo pensare senza nessuna interruzione,potevo evitare gli sguardi che la gente ti regala per giudicarti,potevo evitare l'umiliazione,il troppo vociare,la confusione,gli odori sgradevoli.Ma non si è mai realmente soli,perché c'è sempre qualcuno che ti osserva,che ti è accanto senza che tu te ne accorga. Oggi ho diciassette anni,oggi sono sola,oggi evito qualsiasi rapporto,oggi ho paura di incontrare i suoi occhi,oggi ho paura di soffrire,oggi fingo che tutta vada bene,oggi ho nuovi amici.Oggi non gioco più.

«Non hai fame?» Ed ecco che anche il silenzio finisce e si rompe,spezza quella barriera che ti eri creata riportandoti alla realtà.

«Ti interessa veramente?» Negli ultimi mesi non facevo altro che litigare,non facevo altre che espellere tutta la rabbia repressa,negli ultimi mesi mi sentivo più libera.

«Sei ancora arrabbiata?» I suoi occhi vengono catturati da un paio di occhi verdi,da un volto che sorride,da delle labbra che si avvicinano sulla sua guancia,da delle mani che accarezzano i suoi capelli.

«Sono solo stanca» Ed era la verità.Raccolse la borsa,e quella poca fiducia che le era rimasta e andò via,o almeno tentò;due grandi mani avvolsero delle eleganti caviglie,dovute ad anni di danza,e cadde a terra,sul corpo del ragazzo che la stringeva a se per paura di prenderla ancora di più.

«Mi dispiace Hannah,mi dispiace» Era come vedere i film natalizi,stessa trama,stessi personaggi,stesse sequenze. Lui faceva un errore,lei capitava al momento sbagliato e soffriva,lui si ubriacava,lei lo aiutava e lui le chiedeva scusa.

«Harry,perché siamo arrivati a tanto?» Aveva bisogno di risposte,aveva bisogno di sapere che fine avevano fatto quei due ragazzi che passavano le giornate a giocare e a crescere insieme. Lui taceva,non conoscendo la risposta,continuando ad abbracciarla. Lei si staccò stanca di quel silenzio che tanto amava,lo guardò per l'ultima volta «Harry io sono stanca di subire,stare male,accoglierti in casa mia tutte le volte che ti ubriachi solo per chiedermi scusa,di sentire le tue labbra sulle mie e poi sentire il mondo morire e il giorno dopo comportarci da estranei» Lui continuava a guardarla e a tacere,voleva urlare di non andare via,ma non ci riusciva. Il mondo anche questa volta sembrava essersi fermato,ma stavolta per qualcosa di orribile dinanzi ai loro occhi. I suoi occhi erano fissi su quelli verdi di lui,in cerca di qualche risposta,di qualche motivazione per restare,la quale non arrivò.

«Ti ho dato tutto,mi dispiace». Così andò via,lasciandolo da solo con le mani tra i capelli,cercando una motivazione.La motivazione che entrambi volevano.

Era la fine di qualcosa,l'inizio di una storia,l'inizio delle scuse e della distanza,l'inizio per una vita che porta al futuro.

  
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