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Autore: jellicalcat    21/02/2008    2 recensioni
Avevo in mente questa storia da un po'... I protagonisti sono la mia coppia preferita tra quelle prodotte dalla magica penna di mamma Row: James e Lily. Accade tutto nella testa di James, dopo una delle tante litigate. Enjoy... :DD
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PREMESSA: La storia è ambientata ad Hogwards, alla fine del sesto anno. I Griffindor hanno appena vinto la coppa di Quidditch, tutti stanno festeggiando la vittoria e la fine della scuola. E’ un soliloquio di James, che è salito infuriato in camera sua, dopo un ennesimo scontro verbale con Lily. Sono volate parole pesanti, da entrambe le parti.

E’ liberamente ispirata alla canzone degli HOOBASTANK… (ogni volta che la ascolto mi vengono in mente J e L.).

Spero che vi piaccia! :DD Recensite…..

…ENJOY!!!

THE REASON

Apro la porta della mia camera e la sbatto rumorosamente dietro di me per chiuderla.

Mi tuffo sul letto, lasciandomi cadere sopra a faccia in giù, avvolgendo la testa nel cuscino, quasi a volerla nascondere. Vorrei sparire dalla faccia della terra, venire risucchiato nel vuoto assoluto, per sempre. Eclissarmi a vita sotto il mio mantello dell’invisibilità…

Come posso essere così…IDIOTA! mi dico.

Sbottono le polsiere della divisa e le butto violentemente nel mio baule aperto e in disordine.

Al diavolo!

Sì, al diavolo tutto: il Quidditch, la squadra, la vittoria, ….

Al diavolo la faccia di Lestrange quando ho segnato quel punto spettacolare.

Al diavolo l’espressione di Avery quando Bell gli ha soffiato il boccino da sotto il naso, facendoci vincere il campionato per l’ennesima volta.

Al diavolo la coppa, la gloria, la festa.

Al diavolo Sirius e gli altri malandrini. Al diavolo i loro scherzi idioti e al diavolo me, che sono più idiota di loro, perché mi ci faccio sempre coinvolgere.

Al diavolo gli Slytherin.

Al diavolo Snivellus…

Sento la rabbia che monta, come se da un momento all’altro dovesse esplodermi una bomba dentro. Potrei distruggere qualunque cosa in questo istante, con le mie mani, senza ricorre alla magia.

Mi alzo di scatto.

Vorrei urlare.

Mi sento il fiato corto, come se avessi fatto di corsa le scale per andare alla torre di astronomia, e un nodo che mi attanaglia la gola.

Colpisco il muro con un pugno, poi un altro, fino a che le nocche della mia mano non sono insanguinate e il dolore è insopportabile.

Quell’altro però non si cancella, non accenna a diminuire, a smorzarsi. Continua ad essere più forte, anche di questo.

Guardo la mano rossa e sento le lacrime che scendono lungo le mie guance.

Penso a lei e quella fitta aumenta, come se qualcuno mi stesse piantando un coltello nell’anima, rivoltando la lama nella ferita.

Penso alle parole che mi ha detto, me le sento riecheggiare nelle orecchie, rimbombare nella testa. E’ lei che ha aperto quella ferita; è sua la mano.

Mi seggo sul letto, appoggiando la testa tra le mani.

Vorrei chiedermi Perché?, ma non ho neanche la forza o meglio il coraggio di farlo.

Perché anche se lo facessi, avrei già la risposta, saprei già a chi dare la colpa.

So la ragione per cui mi detesta; so perché mi urla contro invece di parlarmi, come fa con tutto il resto del mondo. So cosa pensa di me, che mi ritiene un idiota, un pallone gonfiato, un immaturo, un egoista, un superficiale. So che crede che io sia un dongiovanni da quattro soldi, misogino, che colleziona ragazze, che le cambia più spesso di quanto non faccia coi calzini.

So perchè mi disprezza.

Lo so.

La ragione sono IO.

Se io non fossi io, lei non si comporterebbe così con me. Forse se fossi qualcun altro sarebbe diverso, forse lei non mi disprezzerebbe come invece fa.

Avrei dovuto evitarlo.

Avrei sicuramente potuto evitarlo. Invece sono un idiota e non l’ho fatto.

Mi sono lasciato trascinare, come al solito, in una delle nostre offensive contro quella serpe untuosa…

Dannata mania di protagonismo!

Possibile che io non sia in grado di auto controllarmi in questa maniera?

Possibile che non sappia resistere un secondo senza voler cercare di dimostrare al mondo intero che sono il migliore? Migliore di chi poi…?

Perché per me tutto deve essere una sfida? Ogni persona che mi passa accanto un’occasione buona per prevaricare? Ogni momento ed ogni luogo buoni per uno scherzo?

Perché è divertente… mi dico, pensando a tutto quello che abbiamo combinato io, Remus, Peter e fratello Sirius in questi sei anni.

Ma non mi sento divertito. Mi sento vuoto.

E’ come se di colpo mi ritrovassi a vedere l’altra faccia della medaglia, il suo lato opposto, la prospettiva di chi i nostri scherzi li ha subiti.

E non è più divertente.

Improvvisamente mi sento addosso il peso della sofferenza e dell’umiliazione che ho causato a compagni e non. Sento addosso a me il suo sguardo, quegli occhi verdi, che mi trapassano l’anima, come frecce. Quelle parole, che pesano come macigni.

“Tu mi disgusti!”.

Poteva dirmi di peggio…

Cosa c’è di peggio che suscitare il disgusto della donna che ti piace?

Esiste una cosa peggiore, del disgusto?

E’ peggio anche dell’odio. Quando provi odio per qualcuno, vuol dire che almeno ci sei entrato in contatto; se ti disgusta, non ti ci avvicini neppure.

Sento le nocche della mano che pulsano.

Dopodomani si torna a casa e per due mesi me ne starò lontano da qui, da lei, da tutto questo microcosmo di cui io sono uno dei protagonisti indiscussi...

Se provo a muovere le dita mi fanno male e stanno anche gonfiando… Non mi importa.

La scuola è finita. Il campionato di Quidditch è finito. Abbiamo vinto noi (come se qualcuno avesse mai potuto avere dei dubbi in proposito!)

Al diavolo tutto! E al diavolo anche lei!

Sì, al diavolo!

Al diavolo lei con la sua aria da saputella, il suo stemma da prefetto e la sua mania per il rispetto delle regole.

Lei e la sua isteria; lei e il suo perfezionismo; lei e la sua indiscussa bravura a scuola.

Lei e quei suoi occhi verdi, lei e i suoi capelli rossi, lei e il suo sorriso, così raro e meraviglioso.

Lei, che mi fa battere il cuore ogni volta che la vedo seduta di fronte al camino, assorta nel leggere uno di quei libri che si porta sempre dietro.

Lei, che mi incanto a guardare ogni volta che entra nel mio campo visivo.

Lei, che mi fa impazzire dalla voglia di stringerla in un abbraccio, quando mi capita di averla vicino.

Lei…

Mi passo la mano sugli occhi, asciugando le lacrime. Sento la mia mascella contratta, i muscoli del viso tesi e doloranti.

Penso ai miei compagni che stanno festeggiando in giardino, sento i loro cori di gioia, le urla e le risate. Penso che forse dovrei essere lì con loro, che dovrei tornare sotto, che dovrei fregarmene e lasciar perdere.

Penso a tutte le ragazze presenti alla festa; penso a quante di loro sarebbero disposte a festeggiare con me in questo momento, senza troppi problemi.

Penso che forse mi dovrei alzare da qui e lasciarmi consolare da una di loro.

Cerco di concentrarmi sui loro visi, sulle loro magliette leggere che lasciano così poco spazio all’immaginazione. Ma la sola immagine femminile che mi si affaccia alla mente ha una massa di capelli rossi e un paio di occhi smeraldo…

Sospiro.

Perché di tutti gli esseri femminili che popolano la scuola, proprio l’unica che non mi rimbalza neanche di striscio? Perché proprio lei?

Sospiro di nuovo.

E’ davvero solo una sfida? L’ennesima?

Ho paura a pormi questa domanda, come ho paura a cercare la risposta.

Ma questa arriva, direttamente dal mio cuore, senza che abbia tempo di pensarci, senza esitazioni, senza dubbi, con una sicurezza che mi sconcerta

No! Io… sono innamorato di lei…!

Sorrido.

Credo sia la prima volta in vita mia che uso questa espressione per definire ciò che provo per una ragazza. Ma è così…

IO SONO INNAMORATO DI LILY EVANS!

Non so che fare…

Non so come comportarmi e questo fatto mi sta sconvolgendo l’esistenza.

Sì, perché lei non è come tutte le altre ragazze, con lei i miei trucchetti non hanno funzionato. Con lei non c’è stata tattica seduttiva che abbia tenuto. Non sono bastati il mio sorriso, il mio sguardo e la mia fama per farla cedere.

In un attimo mi sfilano davanti agli occhi le miriadi di volte in cui mi sono dichiarato a lei, in cui le ho chiesto di uscire con me, i toni e i modi che ho usato: tutti quelli possibili e immaginabili.

Mi sento avvampare per l’imbarazzo di ciò che sono stato capace di dire e fare in questi anni.

Chiudo gli occhi, vergognandomi di me stesso.

Sono davvero un idiota…

Mi chiedo con che faccia mi sono ripresentato a lei un giorno dopo l’altro, una dichiarazione dopo l’altra.

Con che coraggio lo potrò ancora fare in futuro…

Vorrei poter cancellare tutto, questi sei anni di battibecchi, di litigi, di discussioni interminabili, e riscrivere ogni cosa…

Vorrei poter ripartire da zero con lei, come se fin’ora non ci fossi mai stato nella sua vita, come se non mi conoscesse affatto…

In fondo però, non posso dire che lei mi conosca.

Lei conosce solo un aspetto di me.

Conosce solo quel James: quello degli scherzi, delle esibizioni, quello che fa il bullo, l’attaccabrighe casinista.

Quello che, se devo essere sincero, non piace più neanche a me.

Vorrei poterle dire che mi dispiace.

Dirle che ci sono molte cose che vorrei non aver mai fatto, che non avrei dovuto fare…

Sopratutto non a lei.

Vorrei dirle che mi spiace di averla ferita.

Che il rimorso per averlo fatto è qualcosa con cui dovrò convivere tutti giorni, per il resto della mia vita.

Così come la certezza della sofferenza che le ho causato: non c’è istante in cui non desideri di poterla cancellare, di poterla portare per sempre via dal suo cuore.

Vorrei solo che sapesse che ho scoperto una ragione per cui cambiare, per cui smettere di essere quello che ero.

Una ragione per ricominciare da capo, per essere un nuovo me stesso, diverso, migliore…

Ho scoperto una ragione per mostrarle un lato di me che ancora non conosce, di cui nessuno sapeva l’esistenza.

E la ragione per tutto questo….è solo lei!

Sorrido e chiudo gli occhi.

La ragione…sei tu, Lily!

The reason

[…] I'm sorry that I hurt you
It's something I must live with everyday
And all the pain I put you through
I wish that I could take it all away
And be the one who catches all your tears
That’s why I need you to hear

I've found a reason for me
To change who I used to be
A reason to start over new
and the reason is You
[…]
I've found a reason to show
A side of me you didn't know
A reason for all that I do
And the reason is you

  
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