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Autore: yourkittyness    14/08/2013    9 recensioni
Sehun è uno studente alla ricerca dell'anima gemella e Luhan un DJ che si diverte a fare il cascamorto.
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« Mi piaci, Oh Sehun »
E quella volta Sehun non rischiò una sincope.
La ebbe.
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Hunhan, accenni di Baekyeol e Kaisoo.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lu Han, Lu Han, Sehun, Sehun
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla mia polpetta di melanzane preferita,
Ti voglio bene, grazie per supportarmi sempre nei miei lavori e grazie per starmi sempre appresso nel bene e nel male; probabilmente, senza di te i miei lavori farebbero davvero schifo (tipo questa oneshot pietosa)
Dato che ti piace tanto la Bromance LuhanxBaekhyun, io sarò il tuo Baek e tu il mio Luhan, promesso QuQ
Avrei dovuto scriverti una ChuckxBlair, ma, come hai detto tu, la loro coppia è già perfetta per scriverci sopra una FF.
Tivvibbi ♥

 
 

Skinny Love.
 

 
Sehun si strinse nel giubbotto di pelle dopo che una folata di vento lo colpì in pieno viso, lasciò andare un lungo sospiro quando uno dei tanti gruppetti di ragazzi semi-ubriachi gli passò accanto, ignorò le urla dei suoi coetanei e la musica assordante che gli rimbombava nelle orecchie ed aprì la porta del piccolo bar.

« ’Sera » biascicò un ragazzo mezzo assonnato dall’altro lato del bancone « Ah, Sehun, sei tu »

« A quanto pare » il commesso si portò una mano alla bocca sbadigliando.

« Sei in anticipo. »

« Come al solito. »

« Non riuscivi a prendere sonno? »

« Già. »

« Lo prendi sempre e solo a lavoro » Sehun si limitò a grugnire e si grattò il naso « Sempre socievole tu. »

Il ragazzo dai capelli color arcobaleno ignorò deliberatamente il ragazzo e si diresse sul retro del negozio; si rese conto che solo lui e quell’altro idiota di Baekhyun, che era dietro al bancone, potevano accettare di fare il turno a notte fonda in una zona orribile come quella e con la musica oscenamente alta proveniente da tutte le discoteche là intorno come monito per chi osava solo addormentarsi a lavoro.

Era stanco, ansioso e completamente senza voglia di vivere, quel maledetto esame gli stava risucchiando ogni briciolo di vivacità che serbava in corpo e, davvero, lui di vivacità ne aveva ben poca.

Si sfilò il giubbotto e gettò malamente a terra il suo zaino, si infilò l’osceno grembiule rosa del negozio – una volta aveva detto al capo che trovava quei grembiuli ripugnanti e lui si era limitato a ridere dicendo “disse quello coi capelli color arcobaleno”, a quella risposta Sehun se n’era andato indignato convincendosi che quei capelli erano un scelta di vita e che la sua esistenza non era vana solo grazie a loro –, estrasse il libro di psicologia e tornò da un sempre più assonnato Baekhyun.

« Dovresti berti qualche caffè » suggerì.

« Mi hai preso per stupido? Hai idea di quante tazze di caffè mi prenda? » Sehun grugnì.

« Chanyeol non è ancora arrivato? » le guance di Baekhyun si imporporarono e abbassò lo sguardo.

« Dovrebbe essere qui tra poco. »

Sehun era rimasto basito la sera in cui un colosso si era presentato davanti a lui alle tre di notte chiedendo tutto di fretta “Dov’è Baekhyun?” e rimase ancor più senza parole quando un Baekhyun irritato era uscito dal retro del locale dicendo a quel colosso di togliersi dalle scatole. Quella volta Sehun preferì sgattaiolare nel retro invece che rimanere nella traiettoria dei loro sguardi infuocati – nel caso i suoi capelli avessero preso fuoco e, ne era certo, non avrebbe mai trovato una parrucca fashion e morbida come i suoi capelli.

« Che diavolo ci fai qui, Park Chanyeol? » aveva gridato Baekhyun a un Chanyeol abbastanza arrabbiato.

« Come hai potuto mollarmi di punto in bianco dopo la mia dichiarazione? » e a quel punto Sehun – che stava ascoltando tutto dal retro – non seppe se essere più scioccato dall’impeto con cui quel tipo gridò la suddetta frase o per l’omosessualità di quel colosso.

« Non puoi dirmi che sei cotto di me da più di un mese così all’improvviso! » urlò Baekhyun ma sentiva che il suo tono di voce diventava sempre più basso e incerto, Baekhyun tirò un lungo sospiro « Non ti rendi conto »

« Non mi rendo conto che sono stato un perfetto idiota a credere che dietro ai tuoi sorrisi ci potesse essere un qualche sentimento verso di me? »

« Non ti rendi conto che io sono cotto di te da un anno! » sbottò e la sua irritazione era alquanto malcelata, a quel punto Sehun si chiese come avesse potuto non capire anche l’omosessualità di Baekhyun – che sembrava trapelare da tutti i pori, effettivamente – e perché fino ad allora non era riuscito a far amicizia con una donna mancata quasi quanto lui.

Sehun cercò di allontanare la terribile visione di quei due che pomiciavano sul bancone e cercò di concentrarsi sul Baekhyun imbarazzato davanti a sé.

« Allora » tossicchiò Sehun appoggiandosi a uno degli scaffali « Come va tra voi due? »

« Uh, be’, abbastanza bene. »

« Fantastico. »

« Già » Baekhyun si morse il labbro « Senti Sehun…» iniziò e i suoi occhi contornati dall’eyeliner si incontrarono con quelli di Sehun che ebbe un sussulto « Potresti non dire niente a nessuno di me e Chanyeol? »

« Cosa? »

« Sì, be’, sai, non voglio che si sappia in giro che io e lui siamo… sì, dai, hai capito, insomma. »

« Gay? » Baekhyun spalancò gli occhi e gli fece segno di tacere con un rumoroso “ssssh”.

« Non dirlo ad alta voce. »

« Tanto non può sentirci nessuno. »

« Non mi importa » fece un gesto stizzito con la mano « Non mi va che la gente venga a sapere che io sono il passivo a letto » Sehun a quel punto rischiò di affogarsi con la sua stessa saliva, non che lui fosse un tipo abbastanza impressionabile, questo no di certo, ma trovava ancora difficile abituarsi a quel Baekhyun fin troppo spigliato e si chiese se fosse stato sempre così o se la vicinanza con Chanyeol gli avesse fatto male.

O semplicemente, se lo considerasse una persona abbastanza amica per poter intraprende – purtroppo – discorsi del genere.

« Ok, ok, tranquillo » riuscì a dire dopo un violento attacco di tosse, Baekhyun, a dirla tutta, si era messo a ridere per la reazione esagerata dell’altro.

« Grazie, sei un vero amico » disse debolmente regalandogli un sorriso e Sehun si accigliò, stava per dire qualcosa quando un essere mastodontico e aggraziato come due facoceri in equilibrio su una pallina da tennis entrò nel piccolo locale interrompendo quel breve attimo di silenzio che si era venuto a creare.

« Baekhyun! » urlò lui, Sehun non riusciva a capire perché un tipo come Baekhyun potesse volere nella sua vita un tipo strano, iperattivo, che non faceva altro che battere le mani – dopo più di un mese di incontri di, come minimo, cinque minuti a sera, Sehun era riuscito a capire molte sfaccettature del carattere di quell’omone –, con più denti del normale e un occhio più chiuso dell’altro. Secondo i gusti di Sehun era un tipo fin troppo rumoroso ma in un certo senso lo trovava adatto per un tipo come Baekhyun.

Sehun non si riteneva un tipo troppo romantico ma trovò adorabile il modo nel quale Baekhyun sgridò Chanyeol dicendogli di smetterla di urlare ma come nel contempo stesse sorridendo in un mix – fin troppo sdolcinato – di tenerezza e amore.

Sehun si disse che sì, forse era meglio smettere di leggere fan fictions su Justin Bieber.

Dopo varie esclamazioni ad alta voce di Chanyeol e dopo un paio di minuti dove il gigante parlò ininterrottamente di quanto adorabile e carino fosse il suo Baekhyun, finalmente Sehun si ritrovò solo nel locale con il suo libro di psicologia e un senso di ansia ad attanagliargli lo stomaco che si era formato giusto giusto all’arrivo di Chanyeol.

Cominciava seriamente a chiedersi se prima o poi avrebbe trovato anche lui la persona giusta per sé e la possibilità che la sua anima gemella gli fosse passata davanti senza che lui se ne fosse reso conto rendeva il nodo allo stomaco sempre più stretto. Fino a quel preciso istante non aveva mai sentito l’esigenza di avere qualcuno al suo fianco ma vedere Baekhyun, con un’espressione piena d’amore stampata in faccia, insieme a qualcun altro che pendeva dalle sue labbra mai stanco di sapere tutto quello che lui aveva fatto durante la giornata – anche se quello che diceva poteva essere la cosa più noiosa e monotona da poter dire – fece desiderare a Sehun di avere anche lui qualcuno al suo fianco, che magari avrebbe potuto fargli compagnia mentre chiudeva il negozio e che sarebbe tornato a casa con lui mentre gli raccontava dello stress per gli imminenti esami e le sue lamentele verso il proprietario che li sottopagava.

Sehun si ritrovò a pensare, appoggiando la guancia sul palmo della mano, se non fosse colpa sua, se non fosse il suo carattere la colpa di questa infruttuosa vita sentimentale ma non poteva certo addossarsi la colpa se la gente non riusciva a scorgere il carisma e l’affabilità celati dietro al suo sguardo tetro.

E poi dai, a tutti piacciono i tipi dall’aria bella e dannata, ma forse i miei capelli non danno molto l’aria da tipo cool& spicy.

Sehun si mordicchiò il labbro, ma era davvero così importante avere qualcuno al proprio fianco? , si disse, se non avesse trovato qualcuno ora che era bello e affascinante non l’avrebbe trovato mai più, ma cosa voleva esattamente lui dalla sua anima gemella?

Tirò fuori dal libro un foglietto a quadri e afferrò una penna a caso, l’unica cosa che poteva fare era spuntare una lista decente con tutte le caratteristiche del suo tipo ideale.

-          Deve essere bello, ricco e tormentato;

Fissò per una decina di secondi il primo punto e decise di cancellare il “ricco e tormentato”.

-          Deve essere bello;

Non voleva passare per una persona superficiale ma pensava che essere belli fosse una cosa importante, e se perdessi l’amore della mia vita solo perché non lo considero abbastanza bello?

Mandò a quel paese tutti i sensi di colpa e l’ansia provocati dal primo punto, perché doveva giustificarsi con se stesso? E poi non doveva giustificarsi con nessuno, io sono un boss.

-          Deve sopportare la mia asocialità;
-          Deve parlare tanto;

Sehun pensò che forse, per trovare la persona perfetta, doveva sforzarsi ed essere più gentile con gli altri o almeno un po’ più socievole,  poi si disse che no, non poteva, la persona adatta a lui doveva conoscere tutte le sfaccettature del suo carattere, non poteva fingere di essere chi non era.

-          Deve avere un bel fisico;

E in quel momento i sensi di colpa del primo punto tornarono a tormentarlo, li mandò di nuovo a quel paese ma, mentre stava per scrivere il quinto punto, gli vennero in mente le parole di Baekhyun.

Chi sarebbe stato il passivo tra i due?

Sehun era un tipo abbastanza inesperto, non negava di essere stato a un gay club e di aver visto cose che avrebbero censurato anche su Youporn ma, cavolo, non aveva la minima idea di come funzionassero le cose quindi, bho, si disse, magari faccio il passivo la prima volta, imparo e- Sehun, cosa diavolo stai dicendo? Non è nemmeno detto che la trovi l’anima gemella.

Decise di passare oltre e di continuare la lista, alle questioni di letto ci avrebbe pensato dopo.

-          Deve farmi ridere;
-          Deve avere un bel sorriso;

Si trattenne dallo scrivere “quasi quanto il mio” o sarebbe davvero passato per un tipo troppo arrogante e, a proposito:

-          Non deve essere arrogante;

L’ultima cosa che voleva era un ragazzino viziato in mezzo ai piedi il cui unico scopo nella vita era fargli presente che non solo era una pippa a letto ma che, inoltre, era anche costretto a lavorare dalle tre alle quattro di mattina in un bar da due soldi.

-          Deve venirmi a prendere quando stacco dal lavoro;

Sehun per un attimo si immaginò il bar pieno di persone – nonostante fossero le tre e mezza del mattino – e il suo presunto ragazzo – vedi pure Justin Bieber – che entrava, facendo girare la testa a tutti, muoveva i capelli con fare sensuale e gli diceva “ciao piccolo”. Trattenne un conato di vomito, davvero Sehun, troppe fan fictions.

-          Deve essere intelligente;

Cosa c’era di meglio di un ragazzo intelligente? Si fermò un attimo a pensare e cambiò il punto precedente.

-          Deve essere intelligente ma non deve farmi presente che a volte sono tonto;

Sehun finalmente si bloccò e alzò un attimo la testa, ho finito, no?

Rilesse più volte l’opera terminata, ancora più convinto che in una qualche parte del mondo ci fosse davvero qualcuno come voleva lui, ma c’era qualcosa che ancora non lo convinceva. Proprio in quel momento passò un ragazzo niente male e si rese conto di quale fosse il tassello mancante del puzzle.

-          Deve avere un bel culo.

Allontanò il foglio dal viso e iniziò a girarlo, vedendolo da più angolazioni, e si rese conto che sì, la sua opera era finita.

« C’est magnifique » disse baciandosi i polpastrelli ed aprendo la mano verso il soffitto, in quel preciso istante sentì la porta aprirsi e cavolo, sperò davvero che magari, per qualche assurda coincidenza astrale, un ragazzo possibilmente figo e con tutte le carte in regola per diventare il suo boyfriend – per rimanere in tema con Justin Bieber – fosse entrato da quella porta.

La dura realtà lo colpì come una falena in un occhio; erano quattro stupidi ragazzetti grandi un anno, la durata di scadenza di una patata biologica e un barbapapà, avevano l’aria leggermente – leggermente un corno, pensò – ubriaca e l’ultima cosa che voleva, giusto per rendere questo lavoro ancora più schifoso, erano quattro tipi possibilmente pericolosi e mentalmente instabili là dentro, ficcò velocemente il fogliettino nel libro e, afferrando il block-notes e la penna, si diresse verso di loro.

« Desiderate qualcosa? » chiese con un’espressione annoiata, uno dei tipi iniziò a ridere per poi collassare con la faccia schiacciata contro il tavolino mentre gli altri iniziarono a sghignazzare « Ok, ripeto: desiderate qualcosa? » quei tipi si guardarono un attimo e ripresero a sghignazzare, ok, va bene, Sehun, ignora, si disse, si girò, pronto per tornare al suo posto, quando sentì qualcuno dargli una manata – ben poco delicata – sul sedere e quella fu la goccia che fece traboccare il  vaso, Sehun si girò di scatto e diede un pugno dritto in faccia a uno dei quattro, quel tipo si stava per alzare in maniera minacciosa quando una voce fluida e leggermente nasale parlò alle sue spalle:

« Ehi, ehi, ehi, che succede qui? » quando Sehun si girò le parole gli morirono in gola e la bocca diventò decisamente secca, un ragazzo castano – leggermente spettinato – e con degli occhiali da vista – sicuramente senza gradi – gli si parò davanti e, cavoli, magari aveva ragione sulla congiunzione astrale e magari questo tipo era proprio quello che cercava.

« Non ti sembra di essere un po’ troppo violento? Sei il cameriere, così perdi clienti e di sicuro al tuo capo non farà piacere sapere che offri un simile servizio » Sehun chiuse la bocca di scatto, già iniziava a stargli sulle palle, stava per ribattere ma il ragazzo continuò: « E a voi non sembra decisamente poco romantico dare pacche sul sedere a qualcuno? Prima dovete convincerlo a venire a letto con voi e, poi, potete toccargli il culo a vostro piacimento. »

« Ma non mi sembra il caso di dare un pugno a qualcuno » disse quello massaggiandosi la faccia.

« Se non l’avesse fatto lui, l’avrei fatto io » rispose quello sorridendo in maniera abbastanza inquietante, un ragazzo con una faccia talmente perfetta che diceva simili cose era decisamente da film horror, Sehun si appuntò mentalmente di scrivere nella lista “non deve essere inquietante” ma prima che l’unico pensiero coerente della serata potesse essere terminato, quel tipo afferrò il lembo del suo grembiule rosa e lo avvicinò a sé stampandogli un bacio sulle labbra.

« L’ho visto prima io » sussurrò passando la lingua sulle labbra di un povero Sehun rimasto seriamente traumatizzato e completamente immobile e, dall’espressione che i tipi avevano stampata in faccia, erano rimasti ancora più scioccati di lui.

Dopo che quei tipi se ne furono andati e dopo che Sehun smettesse di ripetere – strillare – “ommioddio” varie volte, il ragazzo si lasciò andare a una risata divertita e appoggiò il gomito sul bancone dietro al quale un Sehun scioccato era appiccicato alla parete, terrorizzato fino al midollo.

« Dovresti ringraziarmi. »

« Cosa vuoi da me? »

« Quello che volevo l’ho ottenuto » disse scrollando le spalle.

« Chi diavolo sei? »

« Piacere, Luhan. »

« Non mi frega del tuo nome. »

« Gentile. »

« Dimmi dove lavori, dove abiti, se sei un tipo affidabile e se non hai precedenti in galera » Luhan scoppiò a ridere « Smettila di ridere di me » e le guance di Sehun divennero di un’adorabile tonalità porpora.

« Ok, mi chiamo Luhan e sono il DJ della discoteca qua accanto, il Get Up, non abito molto lontano da qui, non credo di essere abbastanza affidabile e no, non ho precedenti in galera ma credo che potrei essere messo in gattabuia per le stragi di cuori che faccio. »

« Ommioddio » ripeté Sehun « E io ho baciato un tipo come te. »

« Ti correggo, sono stato io a baciarti, non sono mai il passivo » e a quel punto Sehun capì che no, assolutamente, categoricamente no, quello non era affatto il suo tipo ideale.

« È lo stesso, ci siamo baciati comunque. »

« Non dirmi che non ti è piaciuto. »

« Affatto » disse sostenendo il suo sguardo e facendo ridere ancora Luhan, probabilmente era oscenamente rosso « Aspetta. »

« Non ho intenzione di andare da nessuna parte, baby. »

« Hai detto che sei un DJ? »

« Sì. »

« Ecco chi è che mette tutta questa musica tamarra ogni notte » Luhan scoppiò in una risata sguaiata e Sehun poté notare che quando rideva non sembrava così perfetto come sembrava.

« Dopo le tre ci sono solo esordienti, non sono io che scelgo simili canzoni » disse riferendosi palesemente a Danza Kuduro che arrivava flebile anche all’interno del locale, Sehun non rispose, magari se ne sarebbe andato « Sei carino. »

« Grazie. »

« Ma sei troppo alto per me » in quel momento Sehun si rese conto che, cavolo, era lui il più alto dei due. Gioii internamente fino a quando non si rese conto che nonostante l’altezza si era fatto molestare le labbra senza problemi.

A dire il vero i problemi c’erano stati ma solo dopo cinque minuti buoni passati a chiedersi se tutto quello era successo realmente.

Nella stanza calò il silenzio e Sehun iniziò a credere che quel Luhan potesse sentire il battito del suo cuore, non aveva la più pallida idea del perché quel maledetto muscolo gli stesse martellando nel petto, tutta questa situazione non aveva un maledettissimo filo logico.

« Sono cinese » esordì dopo un po’.

« Ecco perché parli con quest’accento ridicolo » Luhan fece un mezzo sorriso.

« Alle ragazze piace. »

« Ma come vedi sono un ragazzo. »

« Un ragazzo gay, però » Sehun sentì il volto andare in fiamme, se non gli fosse rimasta un po’ di lucidità sarebbe corso nel bagno col terrore di poter prendere fuoco da un momento all’altro.

« E-e a-a-allora? » disse e, per la prima volta nella sua vita, sentì uscire dalle sue labbra un balbettio confuso, si portò le mani alla bocca, se Baekhyun fosse stato là l’avrebbe definito un comportamento da passivo, senza dubbio.

« Oh, niente, solo che sai, in quanto omosessuale anche io non credevo che un ragazzo talmente carino potesse essere gay » sorrise maliziosamente « Soprattutto se questo ragazzo carino, nonostante sia più alto di me, ha atteggiamenti da passivo » Sehun si diede dello stupido e si tolse le mani dalla bocca esibendo lo sguardo più fiero che potesse fare.

« Oh, dai, ora non fare il finto attivo » disse Luhan ridendo. Sì, lo trovava decisamente fastidioso.

« Cosa vuoi da me? » chiese Sehun infine.

« Come ti chiami? »

« Alle domande non si risponde con altre domande. »

« Io risponderò alla tua se tu risponderai alla mia. »

« Oh Sehun. Ora dimmi, cosa vuoi da me? »

« Voglio conoscerti meglio, non si è capito? »

« Vorresti conoscere ogni mio orifizio, semmai » disse Sehun seccato e incrociando le braccia al petto.

« Perché, non ti farebbe piacere? » Sehun rischiò una sincope.

« Senti, non ti è chiaro il concetto, non ho intenzione di aprire le gambe per te o fare qualsiasi altra cosa perché mi stai pure antipat- »

« Mi piaci, Oh Sehun »

E quella volta Sehun non rischiò una sincope.

La ebbe.

-

Gli avvenimenti di quella sera erano abbastanza confusi nella mente di Sehun, l’unica cosa chiara era che uno sconosciuto lo aveva baciato, preso per il culo, gli aveva detto che gli piaceva e lo aveva anche visto svenire, non ricordava bene cosa fosse successo dopo, forse la sua mente in stato di shock aveva preferito attutire il trauma cancellandogli parte della memoria, ma quando il ricordo di un Luhan su di lui che rideva per l’epica figura di merda fatta e che lo costringeva a rimanere a dormire a casa sua perché, no, non si fidava di Sehun e non voleva rischiare di leggere su giornale “ragazzo sviene per strada e viene investito”, si fecero nitidi nella sua mente e l’ultima cosa che immaginava di sentire nella casa di un playboy era un’invitate odore di pancakes.

Sehun aprì gli occhi e si mise seduto di scatto guardando la camera attorno a sé, spalancò gli occhi e immediatamente guardò sotto le spesse coperte per accertarsi che sì, i suoi boxer erano ancora su di lui, tirò un respiro di sollievo e appoggiò la schiena alla testiera del letto.

Sehun si portò il piumone sulla faccia desiderando di potersi sotterrare, non era mica ubriaco quando aveva accettato di dormire a casa di Luhan ma quel ragazzo era così insistente e lui così dannatamente stanco. Il lavoro e lo stress per l’esame lo stavano distruggendo, decisamente.

« Cazzo! » urlò togliendosi le coperte dal viso « L’università! » Luhan spuntò da dietro la porta con un’espressione divertita, un ridicolo codino che gli teneva il ciuffo lontano dagli occhi e una spatola in mano.

« Quando hai gridato “cazzo” pensavo che finalmente avessi accettato un lavoretto da parte mia » Sehun gli lanciò un’occhiata di fuoco.

« Io non farei lo spiritoso con un broccolo in testa » Luhan si toccò il ciuffo di capelli ritto sulla sua testa e rise.

« Avevi l’università? »

« Sì. »

« Oh, che peccato, è un po’ tardi, mi dispiace, mi avevi detto di svegliarti ma me lo sono dimenticato » disse vago guardandosi attorno, Sehun assunse un’aria ancora più truce.

« Maledetto. »

« Vedo che il mio letto ti piace » e in quel preciso momento Sehun si rese conto di aver dormito tutto il tempo nel letto di Luhan con le lenzuola che lui aveva usato in precedenza – perché la notte prima gli pesava il culo cambiarle – e con la sua stessa federa. Quindi era involontariamente venuto a contatto con la faccia di Luhan.

Sehun avvampò e scese immediatamente dal letto inciampando sul piumone e cadendo di faccia, Luhan scoppiò a ridere.

« Puoi rimare, tranquillo. »

« No, assolutame- » prima che potesse finire, Luhan lo aveva afferrato per le spalle e costretto a mettersi sdraiato a letto.

« Tu rimani qui, ok? Devi recuperare il sonno » Sehun divenne ancora più rosso, gli sembrava che il Luhan di ieri sera fosse scomparso, biascicò un timido “ok” e si diede dello stupido, perché era così arrendevole?

Individuò il suo zaino poco distante da lui e si allungò per prenderlo, come previsto, il libro di psicologia era là dentro, se lo mise sulle gambe e si accertò che la sua lista fosse là dentro, se Luhan l’avesse vista lo avrebbe sfottuto a vita, ne era sicuro. Cominciò a sfogliare il libro svogliatamente quando sentì dei passi.

Luhan con un vassoio pieno di pancakes in mano era seriamente la cosa più imbarazzante, adorabile e da strozzamento con la saliva del secolo.

Con uno sbuffo il cinese spostò il libro ai piedi del letto e gli mise il vassoio sotto al naso.

« Mangia. »

« Scherzi » e, dal tono di voce di Sehun, era impossibile capire se era una domanda o un’affermazione.

« Non mi piacciono i ragazzi troppo gracilini, sbrigati. »

« Non ho intenzione- »

« Senti, ti ho baciato, ti ho detto che mi piaci, mi sei svenuto davanti, ti ho salvato e ora l’unica cosa che puoi fare è mangiare questi dannati pancakes, ok? » Sehun annuì terrorizzato dall’espressione di Luhan « E poi ad ogni primo appuntamento porto sempre i pancakes » Sehun cominciò a tossire dopo essersi strozzato con la saliva.

« Dovresti smetterla di strozzarti con la saliva. »

« Non lo faccio mica apposta » borbottò afferrando malamente la forchetta e infilzando un pancake con quanta più forza poteva, magari fosse stata la faccia di Luhan, così sarebbe rimasto sfigurato a vita.

« Allora, Oh Sehun » disse incrociando le gambe sul letto « Cosa studi? »

« Affari miei » il cinese gettò un’occhiata al libro ai piedi del letto.

« Psicologia? »

« Sarebbe troppo scontato » rispose ingurgitando il secondo pancake e doveva dire che, cavolo, nonostante quel Luhan fosse decisamente fastidioso quei pancake erano un paradiso per le sue papille gustative.

« Illuminami » Sehun si appoggiò meglio alla testiera leccando via una briciola che gli era rimasta all’angolo della bocca.

« Criminologia » Luhan sembrò seriamente colpito.

« Woah, che figata, è per fare tipo il detective? »

« Diciamo » afferrò il bicchiere di latte e ne bevve un sorso.

« Vedo che la colazione ti sta piacendo » disse sorridendogli genuinamente.

« Può darsi. »

« Li faceva sempre mia madre. »

« Oh, mi dispiace. »

« E perché? Mica è morta » e Sehun si diede mentalmente dello stupido, se qualcuno ti dice che una cosa la faceva un parente non vuol dire che deve essere necessariamente morto, Sehun, meno fan fiction.

« Scusa, pensavo solo- »

« Figurati. »

« Oggi sei diverso. »

« In che senso? »

« Sei più gentile e fai meno il cascamorto, sei meno arrogante di ieri » Luhan scoppiò a ridere.

« Allora avevo ragione! » disse alzandosi dal letto.

« Ragione? »

« In realtà di solito mi comporto come ieri sera » scrollò le spalle « Ma dato che hai detto che ti sto antipatico ho provato a comportarmi come faccio con tutte le mie fans » Sehun sentì la rabbia ribollirgli dentro, chiuse un attimo gli occhi ispirando ed espirando lentamente e con estrema lentezza li riaprì rivolgendogli lo sguardo più truce che avesse mai rivolto a qualcuno.

« Sei un bastardo » scrollò le spalle.

« Non sei il primo che me lo dice » sorrise e si sciolse il codino facendosi ricadere le ciocche castane sulla fronte e se Sehun non fosse stato così arrabbiato probabilmente si sarebbe fatto trasportare da fantasie che non gli si addicevano neanche un po’ perché, con i capelli scompigliati, Luhan era davvero più bello.

« Ma perché sto ancora appresso a uno come te? »

« Perché sei a casa mia. »

« Non ricordarmelo » Luhan rise e gli scompigliò i capelli, Sehun cercò di reprimere l’impulso di dare anche a lui un cazzotto in pieno viso, proprio come era successo a quel tizio la sera prima, perché se c’erano due cose intoccabili della sua persona erano il culo e i capelli.

Don’t touch my hair, don’t touch my hair, Alejaaandro.

« Stasera ti va di venire a vedermi? » Sehun spostò lo sguardo su Luhan e notò con malcelato stupore quanto fosse adorabile in quel momento, i ciuffi ribelli di capelli gli cadevano morbidi sul viso, la bocca rosea aperta in un sorriso, aveva anche il volto assonnato e un principio di occhiaie e Sehun si rese conto che probabilmente, per farlo stare su quel letto, Luhan era stato costretto a dormire sul divano. Sehun si ritrovò ad arrossire imbarazzato.

« A che ora? »

« Quindi vieni? »

« Forse » disse incerto spostando lo sguardo.

Sehun sentì Luhan cacciare un urletto da fangirl e correre nell’altra stanza a prendere chissà cosa.

-

Dopo una buona mezz’ora, Luhan non si era fatto scrupoli a chiedere a Sehun di potersi togliere «dalle palle, anche se non mi dispiacerebbe averti là in mezzo» e Sehun gliene fu estremamente grato – salvo per l’allusione a possibili rapporti sessuali. Ne era stato felice, così non si sarebbero persi in stupidi discorsi della serie “Ora vado” “Ma dai, resta pure a pranzo” perché non avrebbe retto, stare altro tempo a contatto con quel cinese lunatico sarebbe stata la sua fine nonostante ne ammirasse la sincerità.

Dopo che fu tornato a casa si premurò di aggiungere alla lista un altro punto:

-          Deve essere sincero ma non troppo.

-

Erano le ventitré in punto, mancavano ancora tre/quattro ore prima del suo turno al bar ma Sehun non riusciva a capacitarsi del perché un tipo come lui, con dei capelli oscenamente appariscenti e da gay, fosse davanti a una discoteca come il Get Up con una specie di fogliettino in mano che Luhan gli aveva dato prima che se ne andasse da casa sua, aveva detto che, con quello, l’omone all’entrata l’avrebbe fatto passare prima degli altri e, doveva ammettere, che ce n’era davvero bisogno: all’entrata c’era una fila quasi interminabile e Luhan gli aveva detto che tra un’altra ora quella coda sarebbe stata ancora più lunga.

Strinse il fogliettino già stropicciato tra le mani, la sua mente era confusa e annebbiata, cercava di distogliere la mente dall’urgenza del prendere una decisione ma alla fine i suoi pensieri andavano a finire sempre sulla stessa persona: Luhan.

Pensandoci, con tutta quella gente che c’era, non si sarebbe accorto di lui, soprattutto se il cinese era davanti alla console, ma gli aveva detto che verso la mezzanotte faceva una pausa di dieci minuti circa e che, se fosse venuto, sarebbe stato costretto ad andare a trovarlo nella stanza riservata staff e, al solo pensarci, Sehun aveva le budella che ballavano la samba. Perché non era andato direttamente a mezzanotte?

Più si imponeva di entrare, più si autoconvinceva che non era là per Luhan, affatto, era andato semplicemente per la ricerca del suo ragazzo ideale, tutto qui, e non aveva alcun motivo di preoccuparsi: avrebbe passato una bell’oretta, circondato la luci stroboscopiche, buona musica – perché da come ne aveva parlato Luhan, lui non metteva certe cose stile Danza Kuduro – e ragazzi carini. O almeno era quello che sperava; poi si disse che, per quanto carini potessero essere i ragazzi là dentro, non sarebbero stati certamente gay e non si sarebbero interessati a lui.

Prese un bel respiro e superò tutti quanti – beccandosi insulti, imprecazioni e prese in giro per i suoi capelli – fino ad arrivare a quello che doveva essere il buttafuori, li aveva sempre immaginati come degli omoni grandi e grossi, tipo ex lottatori di Sumo in pensione, e si stupì di trovarsi davanti una ragazzo alto, quasi quanto Chanyeol, e con dei capelli di un bel biondo dorato, sulla targhetta aveva scritto “Kris”.

« Che vuoi? » chiese secco fissandogli i capelli con un’espressione schifata, Sehun represse l’istinto di scappare e di tingersi i capelli di un normalissimo color castano quando si disse che no, lui era un uomo e si sarebbe comportato da tale.

Gli porse il bigliettino e l’uomo – anzi il ragazzo – lo prese in mano e, dopo un’attenta lettura, alzò gli occhi al cielo.

« Come ti chiami? »

« Sehun. »

« Luhan mi aveva parlato di un certo Sejun qualcosa, entra » e, prima che Sehun potesse essere catapultato in un nuovo universo fatto di luce al neon, lo sentì chiaramente borbottare un “appena qualcun altro spunta con un foglietto del genere lo ammazzo” e Sehun si sentì immensamente fortunato.

O almeno così credeva.

Non si sentì mai così inadeguato prima d’allora, non che si aspettasse chissà che, ma tutta quella situazione lo stava stressando. Non era di certo abituato a ragazze che gli chiedevano di ballare, né tantomeno a ragazzi che lo prendevano per il culo per i capelli.

Cioè, in realtà era abituato a sentire la gente sussurrare qualcosa dove la parola “capelli” era ben udibile ma non ad insulti belli e buoni del tipo “guarda che capelli, sarà sicuramente frocio” e, non fraintendiamo, Sehun non aveva problemi con la sua omosessualità ma in quell’ambiente totalmente estraneo si sentiva più vulnerabile del solito e aveva perso la quasi inesistente sicurezza che gli permetteva di tingersi i capelli di colori assurdi.

Si sedette goffamente su uno degli sgabelli del bar controllando l’orologio, tra meno di venti minuti Luhan si sarebbe ritirato a vita privata per qualche minuto, l’avrebbe salutato e poi basta, tutto finito, io non conosco lui e lui non conosce me, Sehun sarebbe tornato alla monotonia della sua vita fatta di università, studio e lavoro e, purtroppo, all’ancora infinita ricerca della sua anima gemella.

Appoggiò i gomiti sul bancone poggiando la guancia sul palmo della mano, si ricordò di nuovo della lista e pensò che, finora, Luhan era uno dei pochi ragazzi realmente belli – perché che era bello non poteva negarlo neanche lui – che avesse mai visto e che quindi, forse, poteva dargli qualche chance, soprattutto se era gay e se era interessato a lui.

Oh Sehun, ti rendi conto che dovrebbe essere lui a dare delle chance a te per quanto sei sfigato?

Ripercorse la lista mentalmente e si rese conto che Luhan, in fondo, aveva parte delle caratteristiche che lui cercava nel suo ragazzo. Poi si disse che no, anche se fosse rimasto solo per sempre con due ippopotami e un elefante nano – non sapeva neanche se esistessero – alla veneranda età di ottant’anni, la scadenza di una carota e un teletubbies, no, lui non si sarebbe mai messo con Luhan. Non tollerava le persone arroganti e lui lo era, decisamente. Preferiva mettersi con un mostro, magari anche malato di peste, che con Luhan e poi… poi… Lui è troppo per me.

Sehun era pronto a farsi trasportate dall’apatia del momento quando il barista dalla pelle color caffè latte non rovinò i suoi sproloqui.

« Ehi amico, sembri giù di corda, vuoi un drink? » Sehun alzò lo sguardo e giurò di aver visto un’espressione leggermente terrorizzata sul viso del barista, doveva avere seriamente una faccia orribile in quel momento, era morto di sonno e decisamente stordito, sicuramente l’ultima cosa che desiderava era un drink, sentiva che il suo cervello si sarebbe sciolto definitivamente da lì a poco.

« No, grazie » biascicò ma quel tipo non accennava ad andarsene, anzi, lo guardava con un’espressione curiosa.

Sehun si soffermò un attimo sul suo viso e gli parve di averlo visto da qualche parte « Ci siamo già visti? » chiese.

« Stavo pensando la stessa cosa anche io » il tipo borbottò qualcosa, picchiettava il dito sul bancone – come se questo lo avrebbe aiutato a ricordare – fino a che un sorriso idiota gli spuntò sulla faccia « Ho capito chi sei! »

« E… chi sarei? »

« Tu lavori al bar qui vicino, conosci Kyungsoo? »

« Sì, è il pasticcere. »

« Woah, fantastico, io sono il suo fida-… to amico Jongin » disse, e probabilmente si stava dando dello stupido da solo.

« Ma non eravate fidanzat- » il moro gli bloccò la bocca con una mano seguito da un sonoro “sssh”. Sehun non riusciva a capire perché, ogni qual volta facesse presente a qualcuno la loro omosessualità, loro rimanevano sconvolti e gli intimavano di fare silenzio.

« Sì, lo siamo, ma non dirlo a nessuno » sorrise, al diavolo, sono io l’unico solo a questo mondo?

« Ok, non lo farò » si limitò a dire.

« Come mai sei qui? » chiese interessato e Sehun si chiese perché perdesse tempo con uno come lui anziché andare a servire gli altri clienti.

« Devo vedermi con il DJ. »

« Luhan? » chiese sorpreso.

« Be’, sì, mi ha chiesto se potevo venire a vederl- »

« Ecco chi era il ragazzo di cui mi parlava! »

« Cosa? Ti ha parlato di me? » Jongin si avvicinò a lui con uno sguardo furbo e un sorriso sghembo.

« Mi aveva detto che un ragazzo lavorava nella stesso bar di Kyungsoo ma non pensavo fossi proprio tu » si soffermò un attimo sui suoi capelli e Sehun si chiese perché, dannazione, tutti fissassero i suoi capelli in quel modo « Aveva detto che aveva i capelli color arcobaleno ma l’ultima volta che ti avevo visto li avevi rosa » calcò sull’ultima parola giusto per far capire quanto ridicola potesse essere la scelta di usare simili colori per le tinte « Ma avevo intuito che potessi essere tu, poi qui non si vedono neanche bene i capelli, per questo non ti ho riconosciuto. »

« Oh, wow. »

« “Wow”? Senti ragazzino » Sehun ebbe l’impulso di dirgli che probabilmente avevano la stessa età, poi pensò all’età cerebrale e che magari si stesse riferendo a quella e pensò che forse sarebbe stato meglio non dire niente, non aveva bisogno di qualcun altro che gli rinfacciasse la sua idiozia.

« Non sono un ragazzino » si limitò a dire impercettibilmente.

« Luhan è stracotto di te. Hai idea di quanti ragazzi gli siano piaciuti quest’anno? »

« No » e Sehun per un momento ebbe paura della risposta.

« Almeno una trentina, te escluso. »

« Oh » certo che allora ne ha molto di tempo da perdere.

« E sai quanto sono durati? » scosse la testa energicamente « Meno di una settimana. »

« E- E io? » si ritrovò a chiedere senza neanche pensarci.

« Ben due settimane » Sehun si sentì strano, sapere che Luhan passava da un ragazzo all’altro in meno di una settimana non era la cosa più rassicurante da sentirsi dire ma si sentì quasi lusingato nel sapere che un ragazzo così bello e popolare avesse notato proprio lui, il tipo che lavora dalle tre alle quattro di mattina in un locale da quattro soldi, asociale e sfigato. Sentì lo stomaco attorcigliarsi nel sapere che allora, forse, Luhan sarebbe stato davvero felice nel vederlo là, ad ascoltare la sua musica e si sentì quasi uno stupido ad averlo reputato una persona così antipatica.

Poi si rese conto che quel filo di pensieri non aveva molto senso, per quale assurda ragione doveva trovare Luhan simpatico solo perché era interessato a lui da, almeno, due settimane? Non ha senso, si disse, ma non poté evitare di sorridere come un ebete mentre il barista se ne andava soddisfatto.

-

Luhan era entrato in pausa e lui era di fronte alla porta della stanza riservata allo staff da almeno due minuti e mezzo, il cuore batteva quasi da far male e le sue budella si contorcevano in una maniera quasi terrificante, Sehun pensò di avere qualche problema o che, comunque, Luhan gli avesse trasmesso una qualche malattia perché, diamine, tutto questo lo provava solo dopo averlo incontrato e non andava bene, affatto.
Si prese di coraggio e abbassò lentamente la maniglia, prese un bel respiro ed entrò.

Luhan era seduto su un divanetto di pelle nera, molto simile a quelli sparpagliati nella sala, con una lattina di Coca-Cola in mano e un’aria stanca sul volto, Sehun si chiuse velocemente la porta alle spalle e si affrettò a sedersi accanto a lui, aveva lo sguardo fisso sulle sue ginocchia e per un attimo pensò che se le avesse guardate ancora così intensamente sarebbero esplose da un momento all’altro.

« Grazie per essere venuto » sussurrò il cinese dandogli un bacio sulla guancia e Sehun impiegò tutta la sua forza di volontà – e pregò il suo corpo con tutto se stesso – per non svenire di nuovo davanti a lui e, soprattutto, di ignorare il battito cardiaco irregolare.

« Smettila di amoreggiare con me » biascicò « Non è il momento adatto. »

« È successo qualcosa? » Sehun si limitava a fissarsi ancora le ginocchia, non voleva alzare per nessun motivo le sguardo e non voleva rendersi conto che quel ragazzo era dannatamente troppo per lui e che Luhan avrebbe fatto meglio a lasciarlo perdere.

« È stato un inferno stare qui » iniziò e non sapeva neanche lui perché lo stesse dicendo, quello era il posto in cui lavorava e forse non era molto cortese da parte sua dire una cosa del genere « Sono venuto alle ventitré, non sapevo se entrare o no, poi mi sono detto che forse tu ci tenevi e che quindi sarebbe stato carino venire, ascoltare qualcosa e passare a salutarti come volevi, allora sono entrato » si chiese più volte, durante il discorso, perché stesse dicendo tutto questo a lui « Un sacco di ragazze mi hanno chiesto di ballare e ogni volta che le rifiutavo qualcuno mi diceva che sono frocio e mi hanno preso tutti per il culo per i miei capelli e poi ho incontrato il barista che mi hai detto che gli hai parlato di me, che ti piaccio da due settimane ma non capisco perché, tutti quanti qui dentro pensano che sia uno sfigato, perché mi vieni dietro? » Sehun osò alzare lo sguardo verso Luhan solo quando ebbe finito, dopo avergli riversato addosso tutto quello che gli era successo e tutto ciò che pensava gli sembrava pure il minimo, Luhan lo guardava con un’espressione interrogativa.

« A me i tuoi capelli piacciono, sono carini » e Sehun volle seriamente mandarlo a ‘fanculo, dopo un discorso del genere gli aveva semplicemente detto che i suoi capelli erano carini e basta. Ma in fondo cosa si aspettava? Non gli avrebbe di certo detto che lui lo amava a prescindere o che era born this way e che quindi è nato sfigato e si deve accontentare.

Luhan guardò velocemente l’orologio prima di sussultare e lasciarlo là dentro con un “devo andare, ci si vede” e Sehun si sentì quasi mancare e si rese conto che forse aveva parlato fin troppo.

-

Dopo quell’ora e mezza decisamente disastrosa, Sehun era uscito col morale sotto ai piedi e un’espressione da funerale, era andato a un Convenience Store e si era seduto su una panchina a mangiare il suo ramen istantaneo prima del suo turno di lavoro. Non aveva la benché minima voglia di lavorare ed era quasi sicuro che se avesse sentito un qualsiasi essere umano rivolgergli la parola gli avrebbe lanciato il contenuto del cartone in faccia nonostante il ramen e l’acqua fossero ancora bollenti.

Quel Luhan era decisamente strano. Poi pensò che probabilmente era lui quello strano dato che fino a prova contraria aveva seriamente scritto una lista con tutte le qualità del suo ragazzo ideale.

Appoggiò il cartone vuoto del ramen a terra e tirò fuori dalla tasca anteriore dei suoi jeans la lista stropicciata che aveva scritto la sera prima, si sentì talmente stupido da chiedersi come avesse fatto a superare le superiori e l’esame per entrare all’università. Si sentiva una tredicenne con seri problemi ormonali e il quoziente intellettivo di una zucchina per aver scritto una cosa del genere e, soprattutto, con quale coraggio l’idea di Luhan come suo possibile tipo ideale aveva potuto solo sfiorargli l’anticamera del cervello? E si rese conto che se anche avesse trovato il suo ragazzo ideale non era detto che quello avrebbe trovato in lui tutte le caratteristiche del ragazzo dei suoi sogni.

Sehun si abbandonò ad un lungo sospiro, c’era freddo ed odiava le mezze stagioni. Si rannicchiò sulla panchina continuando a fissare quel foglietto stropicciato.

Perché quell’idiota di Luhan riesce a mutare il mio carattere così facilmente? Lo odio.

Stava per piegare il foglietto quando qualcuno glielo prese dalle mani.

« Ragazzo ideale » disse una voce fluida e nasale a lui fin troppo familiare, Sehun si sentì morire e cercò di afferrare il foglietto « Deve essere bello… che c’è scritto? Bello, ricco e tormentato » Luhan scoppiò a ridere e Sehun ne approfittò per strappargli il foglietto dalle mani.

« Sono cose private » disse e la sua voce gli sembrò talmente stupida da volersi scavare la fossa con le proprie mani, proprio sotto la panchina, così il suo cadavere sarebbe stato ritrovato dopo tanto, tanto tempo.

« Davvero hai scritto una lista con le caratteristiche del tuo ragazzo ideale? » chiese reprimendo una risata.

« Sì, c’è qualche problema? »

« Oh, no, no, niente » disse agitando le mani e sedendosi accanto a lui « E sentiamo, alcune caratteristiche mi corrispondono? »

« Nessuna » mentì.

« Come nessuna? Sono bello e magari anche ricco e tormentato ma non lo sai » Sehun sentì la faccia andare in fiamme.

« “Ricco e tormentato” poi l’ho cancellato, per la cronaca » biascicò.

« È una cosa tenera. »

« È una cosa stupida. »

« Mi dispiace. »

« Per cosa? » Luhan sospirò.

« Ti ho lasciato da solo, prima, quando invece avrei dovuto… consolarti, credo. »

« Consolarmi perché la gente mi ha detto che sono evidentemente frocio? »

« Diciamo » Sehun appoggiò la schiena contro la panchina e guardò in alto, non c’era neanche una stella e maledisse l’inquinamento luminoso, non gli sarebbe affatto dispiaciuto se tutta Seoul fosse andata in black-out per due minuti, giusto per vedere le stelle.

« Jongin ti ha dato fastidio? » chiese Luhan dopo qualche minuto.

« No, comunque ci eravamo già incontrati di striscio altre volte. »

« Ah, ok » altra pausa « Mi dispiace che ti abbia messo a disagio dicendoti che, be’, err… mi piaci da – quanto ha detto? – due settimane. »

« Figurati, ora mi sembri meno playboy di quanto ti ostini ad essere. »

« Playboy? » ripeté ridendo.

« Come vuoi che ti definisca? Sciupamaschi? » la risata di Luhan divenne più forte.

« Quando è il tuo turno? »

« A lavoro, dici? » annuì « Tra… circa dieci minuti »

« Ti va se rimango con te? » Sehun spostò lo sguardo su di lui.

« Ma tu non devi lavorare? »

« Ho chiesto al capo di staccare dicei minuti prima, tanto non c’era molta gente » e Sehun si chiese come dovesse apparire la discoteca quando “c’era molta gente”.

« Oh, ok. »

« Stasera rimani a dormire di nuovo da me? » Sehun arcuò le sopracciglia sorpreso.

« Perché dovrei? E poi dovresti riappropriarti del tuo letto. »

« Se vuoi possiamo dormire insieme » disse facendogli l’occhiolino, Sehun si lasciò andare a un pesante sospiro ripetendosi mentalmente che Sehun, lo fa apposta per darti fastidio e si alzò lentamente dalla panchina.

Quando Sehun entrò nel piccolo bar, seguito a ruota da un Luhan ammiccante, pensò seriamente che la mandibola di Baekhyun avrebbe toccato terra entro pochi secondi e che se Luhan non avesse smesso di ridere sarebbe collassato a terra per un’insufficienza cardiaca.

Diciamo che vedere un Baekhyun così apparentemente scioccato lo irritò un pochino, era vero che Luhan, prima di entrare, gli aveva afferrato la mano ma non per questo dovevano essere per forza fidanzati. A parte che, anche se lo fossero stati, Baekhyun non doveva dimostrarsi così sorpreso. Solo perché Sehun era riuscito ad attirare l’attenzione di un ragazzo tanto bello non voleva dire che l’avesse drogato o roba simile, era tutto grazie al fascino che madre natura gli aveva concesso, o quasi.

« Allora » tossicchiò Baekhyun una volta che Sehun si era sistemato dietro al bancone « Come vi siete conosciuti voi due? »

« Sehun è venuto in discoteca, sai, è un mio grande fan, un giorno mi ha aspettato fuori e si è dichiarato e come potevo io, che ho un animo così nobile, lasciare un giovane fanciullo come lui in balia del sentimento più passionale e travolgente che esista, l’amore? »

« Ma a te non piaceva Justin Bieber? » chiese Baekhyun, Sehun si limitò ad ignorarlo.

« In realtà ieri mi ha baciato senza preavviso e oggi ho scoperto che gli piaccio da due settimane. »

« Oh » si limitò a dire Baekhyun seriamente sorpreso.

« E sei svenuto quando ti ho detto che mi piaci » Sehun avvampò.

« Sono dettagli trascurabili. »

« Ma ora state insieme, vero? »

« Ovvio che no! » esclamò Sehun.

« In realtà vorrebbe ma è troppo orgoglioso » fece l’occhiolino a Baekhyun che arrossì.

« Vedi che ha il ragazzo » bofonchiò Sehun e in quel momento un gigante – a Sehun fin troppo familiare – fece irruzione all’interno del bar.

« È questo il tuo ragazzo, Baekhyun? » Baekhyun avvampò e Chanyeol si girò con uno sguardo interrogativo verso di lui.

« Sì, questo è il mio ragazzo » borbottò Baekhyun.

« Piacere, Chanyeol » disse porgendogli la mano.

« Luhan » il cinese ricambiò la stretta con un sorriso.

« Ma aspetta! Tu sei il DJ del Get Up! »

« Ovvio » Sehun cercò di ignorare disperatamente un Chanyeol euforico che saltellava – sempre se uno della sua stazza potesse essere ignorato.
Dopo svariati minuti durante i quali Chanyeol non smetteva di saltare, Luhan di ridere e Baekhyun di cercare di calmare il suo ragazzo, Chanyeol si decise a porre fine al suo sclero e a prendere parola: « Perché sei qui? »

Sehun si sentì offeso, Luhan era davvero così irraggiungibile per lui? Era ovvio che fosse là per lui, o almeno così credeva.

« Sono qui per Sehun. »

« Oh » l’espressione di stupore di Chanyeol si tramutò presto in un’espressione divertita e maliziosa « Non avrei mai detto che Sehun potesse essere interessato all’amore. »

« E infatti non lo sono! » ribatté mentre le sue guance si tingevano di rosso e si disse che doveva smetterla di arrossire così spesso.

« Peccato che scrivi liste imbarazzanti sul tuo- » Sehun si lanciò su Luhan per coprirgli la bocca e gli sibilò un inquietante “prova a dirlo e ti ammazzo”.

Dopo altre varie esclamazioni da parte di un Chanyeol euforico e scambi di numeri di telefono – perché Chanyeol voleva assolutamente far amicizia con il DJ – Sehun si ritrovò solo insieme a un Luhan che non la smetteva di fissarlo, Sehun faceva finta di niente ed entro poco la sua esasperazione nel cercare di ignorarlo sarebbe arrivata a livelli tanto estremi da cominciare a fischiettare.

« Quel Chanyeol è proprio simpatico. »

« Già. »

« Vedendo Baekhyun, non avrei mai detto che potessero interessargli ragazzi come lui. »

« Può darsi. »

« Sei arrabbiato? »

« No, perché? »

« Non lo so, sei più apatico del solito. »

« No. »

« Ti piaccio? » Sehun rischiò di soffocare, si autoconvinse che qualcosa gli fosse entrato in gola ma in realtà sapeva che si era – di nuovo – affogato con la sua stessa saliva.

« Smettila di uscirtene con queste frasi idiote » Luhan scoppiò a ridere.

« Speravo saresti svenuto. »

« Sadico bastardo » mormorò fra i denti.

« Ti ho sentito. »

« Meglio così. »

« Sei adorabile. »

« Zitto. »

« Ti adotterei. »

« E io fuggirei di casa. »

« Dovremmo metterci insieme. »

« Non dirlo mai più. »

« E se ti dicessi che da ora in poi non mi potresti più vedere, ti mancherei? » Sehun stava per rispondergli con un “non me ne fregherebbe niente” ma rimase in silenzio.

Se non rivedessi più Luhan, mi mancherebbe?

Sehun pensò che decisamente sì, gli sarebbe mancato e non aveva la benché minima voglia di piombare di nuovo nella monotonia delle sue giornate.

« Forse » Luhan sorrise attirandolo in un abbraccio e iniziò a scompigliargli i capelli con le nocche.

« Aw, sei così carino, mi farai diventare una fangirl di questo passo! »

« Smettila! » si lamentò allontanandosi da lui irritato.

« Sei il mio bias, giuro. »

« Ti odio. »

« Sento che stai già iniziando ad amarmi » Sehun roteò gli occhi e non rispose, non gli avrebbe mai detto che forse una piccolissima e impercettibile parte di sé lo trovava vagamente carino e…

No, lui non mi piace.

-

Era passato almeno un mese dal primo incontro che Sehun ebbe con Luhan e in quel mese erano cambiate un bel po’ di cose, a partire dai capelli di Sehun che erano diventati di un rosso acceso. Fin troppo acceso.

« Potrebbero metterti in un’autostrada come segnale per i guidatori » gli aveva detto una volta Luhan e lui aveva riso sarcastico appuntandosi mentalmente che un giorno o l’altro l’avrebbe bagnato da capo a piedi con un secchio pieno d’acqua.

Ormai le vacanze primaverili erano arrivate ma sicuramente non per lui né tantomeno per la sua ardua ricerca del ragazzo ideale.
Non poteva certamente negare di aver preso in considerazione più e più volte Luhan come suo possibile compagno di vita ma non era sicuro di poter reggere una relazione con quello squilibrato.

Come non poteva negare il fatto che Sehun sentiva qualcosa per Luhan, aldilà dell’odio o dell’amicizia – seppure fosse una piccolissima e insignificante parte del suo cervello ad urlarglielo – ma si diceva che no, lui voleva un ragazzo con tutti gli aggettivi presenti nella lista e Luhan non li aveva tutti.

Sehun era seduto dietro al bancone, tra cinque minuti finalmente avrebbe potuto chiudere il bar e aspettare che Luhan lo venisse a prendere come da consuetudine quando gli scivolò dal quaderno che aveva in mano quella maledetta lista che lo stava tormentando da un mese e che non si decideva a buttare, rilesse più volte ciò che aveva scritto e si rese conto che, in quel mese passato con Luhan, quel ragazzo gli aveva dato prova di essere alla sua altezza – sempre se non debba essere il contrario, si disse.

In fondo era bello, lo sopportava e parlava tanto, aveva un bel fisico – aveva avuto modo di vederglielo quando un giorno lo aveva accolto in casa sua con i boxer e basta – e soprattutto un bel culo, lo aveva fatto ridere un paio di volte ed era anche certo che il sorriso di Luhan fosse il più bello del mondo, ogni volta che usciva da quel posto, lui era sempre là ad aspettarlo e adorava parlare con lui nonostante durante le chiacchierate che facevano Luhan gli facesse presente che era tonto. Almeno era sincero.

Sehun rimase a guardare tutte le “V” che aveva scritto accanto a tutti quegli aggettivi quella volta che aveva voluto testare se le qualità di Luhan erano sufficienti ma si accorse che solo un punto non lo rispecchiava:

-          Non deve essere arrogante;

In quel momento il suo sguardo si puntò sull’orologio appeso alle pareti e si rese conto che era stato in quel posto cinque minuti in più del dovuto e che, probabilmente, Luhan lo stava aspettando seduto sul marciapiede di fronte.

Rischiò quasi di inciampare, una volta uscito fuori, notando Luhan con due bottiglie di birra in mano e sentì il cuore accelerare pericolosamente quando incontrò il solito sguardo che aveva impresso sulla faccia quando gli balenavano in mente idee strane – e decisamente off limits per un tipo come Sehun.

« Mio adorato Sehun! » esclamò con fin troppa enfasi per essere le quattro del mattino.

« Che diavolo stai escogitando? » fece un gesto stizzito con la mano e gli intimò di seguirlo « Ho paura. »

« E di cosa? »

« Della tua indole tendente alla schizofrenia. »

« Ma piantala, ti regalerò la serata più bella della tua vita » Sehun si bloccò di scatto.

« Io a letto con te non ci vengo! »

« E chi ha parlato di sesso? Avanti, vieni » gli passò una bottiglia di birra e con la mano libera lo afferrò trascinandolo fino al suo appartamento.

La mente di Sehun stava immaginando tutti gli scenari più terribili ai quali sarebbe andato incontro se lo avesse seguito ma, nonostante il cervello gli intimasse di darsela a gambe, sentiva che la parte più piccola – e decisamente disagiata e instabile – di sé lo stava implorando in ginocchio di seguire Luhan e di chiedergli di dargli un’altra chance per ricominciare tutto da capo.

Quando si ritrovarono sul terrazzo del suo condominio con due bottiglie di birra in mano, spalla contro spalla, Sehun si rese conto di non aver neanche preso in considerazione un’idea tanto banale quanto stupida come questa e si diede dell’idiota, possibile che nonostante un mese di amicizia continuasse a credere che Luhan fosse un ninfomane e basta?

« Perché siamo qui? » si decise a chiedere, Luhan sorrise continuando a guardare in alto.

« Dopo questo mese passato insieme mi piaci ancora di più, sai? » Sehun sentì il sangue ribollirgli nelle vene per l’emozione e credette che i vasi sanguigni del viso gli sarebbero esplosi da un momento all’altro.

« D-Davvero? » Luhan stappò le bottiglie di birra e gliene passò una.

« Ah-Ah, poi mi sono detto che per poter essere davvero il tuo ragazzo ideale avrei dovuto conoscerti meglio e mi sono reso conto che so molto poco di te. »

« Anche io so poco di te » Sehun si prese di coraggio e bevve un sorso di birra sentendo il sapore del malto pungergli la lingua.

« E per questo, ho deciso di fare questa serata solo noi due! »

« Sei serio? »

« Purtroppo per te, sì. » Luhan prese un bel sorso.

« Devo iniziare io? »

« Ah-ah. »

« Uhm, ok, sai già che studio criminologia e sai che lavoro dalle tre alle quattro di notte nonostante tutto questo mi distrugga mentalmente » Sehun prese un altro sorso del liquido dorato « Mi sono trasferito qui per l’università, i miei mi aiutano a mantenere l’appartamento che hai già visto qualche volta e bho, mi piacciono i capelli colorati ed estremamente “da gay” e poi… poi non lo so. »

« I tuoi sanno che sei gay? » Sehun arricciò il naso.

« Non sono propriamente gay, sono bisex: amo gli uomini e il cibo » Luhan scoppiò a ridere « Comunque, no, non lo sanno, ho il terrore di dirglielo » Luhan allungò una mano verso di lui e gli sistemò una ciocca di capelli rossi « E tu? » Luhan sorrise e si appoggiò contro il muro.

« Vediamo… Mi sa che la mia storia è molto più avventurosa » bevve un altro sorso.

« Per caso ti sei trasferito qui perché eri inseguito da una gang? »

« Nah, non sono un bad boy » sospirò « Mi sono trasferito qui quattro anni fa, appena compiuta la maggiore età, avevo detto ai miei che ero gay e loro non l’hanno presa affatto bene, hai presente i classici tipi che se ne escono con “tranquillo, è una cosa che si può curare, ho sentito che se bevi questo e blablabla”? » Sehun annuì « Quelli sono i miei genitori, comunque » disse facendogli cenno di non preoccuparsi « Sono venuto qui perché era una situazione seccante e decisamente deprimente. Ci ho pensato a lungo e partire era l’unica soluzione che ho trovato quindi, eccomi qua. »

« Cioè, tutto qui? » Luhan rise.

« Quindi ti interessa! » disse soddisfatto.

« Be’, forse. »

« Sono venuto qui e ho incontrato Kris, il buttafuori, siamo entrambi cinesi, infatti lui si chiama Yifan. Mi ha aiutato con il coreano e mi ha trovato un ingaggio da DJ, è stata dura la scalata verso il successo. »

« Neanche fossi una celebrità. »

« Io sono la celebrità del mio piccolo mondo » Sehun sorrise e bevve un sorso.

« Quindi ora saresti bello e tormentato » Luhan rise.

« Magari un giorno diventerò ricco e sarò davvero il tuo ragazzo ideale. »

« Non hai mai pensato di lasciarmi perdere? »

« E perché avrei dovuto? »

« Be’, non lo so, io sono… »

« Sfigato? L’hai già detto un sacco di volte e non mi importa, diventerò anche io uno sfigato, allora. »

« Sei così infantile. »

« Disse quello che crea le liste più ridicole che abbia mai letto. »

« Stai zitto. »

« Tanto so che ti piace quando parlo tanto. »

« Hai ragione. »

« Hai visto? »

« Mi piaci » a Sehun si gelò il sangue nelle vene, aveva davvero avuto il coraggio di dire una cosa del genere? O era stato l’alcol o la parte più irrazionale – e a quanto pare stupida – di sé aveva preso il sopravvento su di lui e gli aveva fatto dire qualcosa di cui non era neanche sicuro. O almeno, così si ostinava a ripetersi. Oh Sehun, sei un perfetto coglione cerebroleso.

« Cosa? » chiese Luhan con gli occhi spalancati.

« Niente, niente. »

« Ridimmelo » i suoi occhi tornarono della loro grandezza naturale e assottigliò lo sguardo.

« Cosa vuoi che ripeta? Niente, niente? »

« Ridimmi quello che hai detto, Oh Sehun » a Sehun venne la pelle d’oca.

« Ossantinumi, ma la smetti di mettermi a disagio? » si alzò velocemente, posando la bottiglia quasi vuota a terra, quando la mano di Luhan afferrò la sua e lo rispinse a terra; dopo pochi secondi, Sehun si ritrovò immobilizzato da un Luhan sistemato comodamente sulle sue gambe e che teneva le sue braccia bloccate e con un sorriso ebete sul volto.

« Dimmi di nuovo che ti piaccio. »

« Stavo scherzando » disse spostando lo sguardo.

« Ridimmelo. »

« No. »

« Ti prego. »

« Scordatelo. »

« Dai. »

« Ok. »

« Davvero? »

« No. »

« Fai schifo. »

« Mi piaci. »

« Aw. »

Fu tutto molto veloce – e anche indolore, pensò –, Sehun si ritrovò inaspettatamente a baciare Luhan molto, molto lentamente, Luhan teneva le mani sui suoi fianchi mentre le sue avevano trovato residenza fissa sul volto dell’altro.

Sehun non si era mai sentito strano come allora, il suono del suoi battito cardiaco gli esplodeva nelle orecchie e, una volta separati, non riusciva a regolarizzare in nessun modo il suo respiro.

Ci volle poco perché la lingua di Sehun continuasse ad assaporare la bocca di Luhan che sapeva, senz’ombra di dubbi, di birra e, seriamente, non riusciva a capire se tutto il casino che gli stava succedendo dentro – perché non sapeva come altro definirlo se non il più grande casino di sempre – fosse per colpa dell’alcol o di Luhan che era, sicuramente, il casino migliore che gli fosse mai capitato.

-

Erano come minimo le quattro e mezza del mattino e Sehun stava aspettando che Luhan uscisse dalla doccia – a dire il vero gli aveva proposto di farsi la doccia insieme con un inequivocabile sguardo malizioso – ed era decisamente morto dal sonno, presto sarebbe arrivata l’estate e l’ultima cosa che voleva era dover studiare ricoperto da un bagno di sudore.

Si stravaccò sul divano tirando fuori dalla borsa il libro di psicologia quando un fogliettino stropicciato gli cadde sul ventre, con aria stanca cercò di lisciare le pieghe del foglietto e solo qualche secondo dopo si rese conto di cosa quel foglio fosse.

Era convinto e sicuro di averla persa, che quella cosa maledetta non sarebbe mai più comparsa nella sua vita e che tutte le idiozie che aveva pensato nella sua parte della vita pre-Luhan scomparissero per sempre ma quella cosa sembrava reticente a togliersi dai piedi.

Sehun prese un bel respiro e la rilesse un paio di volte, mordicchiandosi il labbro inferiore afferrò una penna che la sera prima aveva lanciato addosso a Luhan e cominciò a scribacchiare qualcosa su quel foglietto.

« Che stai facendo? » Sehun alzò lo sguardo per trovarsi davanti un Luhan praticamente nudo, bagnato e sexy davanti.

« Stavo modificando quella lista di un secolo e mezzo fa » Luhan scoppiò a ridere.

« Quella del ragazzo ideale? »

«Ah-ah» si avvicinò al suo orecchio.

« Appena hai finito, raggiungimi in camera da letto » Sehun inghiottì rumorosamente la saliva « Ti amo. »

Sehun scrisse qualcos’altro alla fine della lista, sorrise compiaciuto e la posò sul divano di pelle.

« Ti amo anche io. »

-

-          Deve essere bello, ricco e tormentato ;
-          Deve sopportare la mia asocialità;
-          Deve parlare tanto;
-          Deve avere un bel fisico;
-          Deve farmi ridere;
-          Deve avere un bel sorriso;
-          Non deve essere arrogante;
-          Deve venirmi a prendere quando stacco dal lavoro; ✓
-          Deve essere intelligente ma non deve farmi presente che sono tonto;
-          Deve avere un bel culo;
-          Deve essere sincero ma non troppo;
-          Deve essere Luhan. ✓

 

FINE.




Salve salve, avevo scritto l'angolo autrice ma EFP bastardo mi ha cancellato tutto l'html quindi bho, ciao di nuovo (?)
Ok, allora, sinceramente non so che cosa sia esattamente, ecco.
Sono 23 pagine e 10.879 parole, cioè, sono la cosa più lunga che abbia mai scritto.
Se vi chiedete come possa Sehun lavorare dalle 3 alle 4 di mattina, ecco, ho letto che di solito là i bar o queste attività commerciali rimango aperte fino a tardi per poter offrire un servizio migliore.
E poi se ci sta Sehun come cameriere il servizio è ancora meglio.
MLML.
No, ok, parlando seriamente, spero che almeno un sesto di quelli che leggono WPGC stiano leggendo questo angolo autrice, ci tenevo a comunicarvi che Venerdì/Sabato dovrò partire e aggiornerò una volta tornata dal viaggio, ovvero agli inizi di Settembre, prendete questa Oneshot come una specie di scusa da parte mia e per la mia inerzia che non mi ha dato completamente la spinta per scrivere il capitolo.
Anyway, essendo infinita, probabilmente ci saranno un paio di errori, appena potrò vedrò di correggerli.
Grazie per aver letto *u*

  
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