Miele
Prompt:
miele
Harry infilò il coltello nel
barattolo di vetro trasparente, raccogliendo un po' della sostanza
densa e
dorata al suo interno, per poi alzarlo in aria; spalmò il
miele su una fetta di
pane, con cura, e sorrise.
Sembrava strano pensare che avesse conosciuto Louis proprio grazie a un
barattolo di miele identico a quello.
Harry
era sempre stato un bambino silenzioso e tranquillo.
Stava per i fatti suoi, leggendo libri con tante figure e costruendo
castelli
delle favole con la sabbia o con le carte da gioco della mamma.
Harry aveva sempre desiderato vivere in una favola, chi non avrebbe
voluto?
Ma lui era diverso dagli altri suoi amici che sognavano di diventate
eroi
invincibili o cavalieri coraggiosi: lui voleva solo essere salvato da
un
principe con gli occhi azzurri, che lo avrebbe portato via da
lì sul suo
cavallo bianco.
A Harry non piaceva stare lì, nessuno lo capiva.
Per questo motivo, appena maggiorenne, si era trasferito nell'enorme
Londra: in
quella città nessuno lo conosceva, nessuno lo prendeva in
giro, nessuno lo
picchiava e nessuno lo guardava con disprezzo.
Aveva affittato un appartamento in centro – presto ne avrebbe
comprato uno, per
ora si sarebbe accontentato di quello – e si era trovato a
fatica un lavoro in
una libreria, d'altronde gli era sempre piaciuto leggere.
La domenica e il lunedì erano gli unici giorni liberi che
aveva: generalmente,
la domenica dormiva fino a tardi, restava in casa a guardare film o
usciva per
le strade colorate di Londra, lunedì puliva l'appartamento e
comprava il
necessario per la settimana.
Quindi, anche quel primo lunedì di maggio si
ritrovò in un supermercato gremito
di persone e di voci, una lista della spesa in mano e un cestino verde
– un
colore più scuro rispetto ai suoi occhi –
nell'altra, leggendo le parole
scritte in fretta meno di un'ora prima.
Miele.
Sorrise, recandosi a passo sicuro nel reparto dove sapeva che lo
avrebbe
trovato: svoltò l'angolo e urtò una ragazza.
"Mi dispiace" si scusò, preoccupato; lei aveva i capelli
lunghi e
morbidi, neri, e se ne portò una ciocca dietro l'orecchio,
sorridendogli.
"Scusa tu, non –" tentò di dire, interrotta dalla
voce di un ragazzo.
"Ti metti anche a provarci col primo che passa, adesso?"
trillò
quello, Harry si voltò.
E spalancò gli occhi.
Era lui. Il suo principe.
Quello delle favole, con gli occhi azzurri.
"Potrei dirti la stessa cosa, o sbaglio?" urlò lei, furiosa.
"Anzi, perché non ci provi? Sono sicura che ci starebbe!"
Lui spostò lo sguardo su Harry, che arrossì.
"Io, uhm" balbettò, non sapendo bene cosa dire,
trovandosi in
mezzo ai due.
"Andate al diavolo, tu e Matthew!" gridò ancora la ragazza,
andando
via con un forte rumore di tacchi a spillo sul pavimento lucido.
"Eleanor!" la richiamò lui, facendo un paio di passi; si
fermò,
sbuffò e appoggiò la testa su un mobile, vicino a
una confezione di cereali.
Alcuni capelli castani gli finirono sulla fronte.
"Tutto, ehm, bene?" domandò timidamente Harry dopo alcuni
secondi,
appoggiandogli con timore una mano sulla spalla.
"No" sbottò quello, rimase immobile. "Va tutto uno schifo"
si voltò verso Harry, accennando un sorriso, e
ammorbidì il tono.
"Scusaci, non dovevamo metterti in mezzo."
Harry si affrettò a scuotere la testa. "Era la tua ragazza?"
Lui sorrise di più, sembrava divertito. Harry
pensò che avesse un sorriso
perfetto. "Oh, no, era la mia migliore amica" fece una pausa,
tentennò. "Ieri sera mi ha chiamato in lacrime dicendo che
aveva rotto con
Matthew, il suo fidanzato, e allora io sono andato da lui. Non so bene
perché,
forse volevo solo picchiarlo per aver fatto star male la mia El..." la
sua
voce si affievolì, Harry rafforzò di poco la
stretta sulla sua spalla. L'altro
sospirò. "Fatto sta, che quando sono andato da lui e ha
aperto la porta ho
incominciato ad insultarlo, ma lui mi ha baciato" si fermò,
sembrava
incredulo. "Capisci? Baciato, lui, l'essere più etero del
fottuto pianeta,
il pezzo di merda che ha lasciato la mia migliore amica!"
appoggiò una
mano su quella di Harry, stringendola, l'altro trasalì. "E
la parte
peggiore – c'è sempre una parte peggiore, no?
– è che, prima che io potessi
tirarmi indietro, lei ci ha visti. Era venuta per parlare con lui e ci
ha
visti" mormorò, le dita bianche di Harry ormai finite tra le
sue, più
abbronzate. "Oggi sono venuto a cercarla qui, non mi apriva la porta di
casa e non rispondeva al cellulare, perché ci viene sempre
il lunedì mattina.
E, beh, hai visto com'é finita."
Harry si morse un labbro, dispiaciuto. "Devi dirle come sono andate le
cose."
"L'ho fatto, non mi crede" sussurrò lui, gli occhi
tristi.
"Sai cosa ci vuole per tirare le persone su di morale?"
replicò,
sorridendo, e un paio di fossette gli spuntarono sulle guance.
Il castano sorrise di rimando, non potendone fare a meno. "Cosa?"
Harry posò il cestino verde a terra, tirò il
ragazzo – non si ricordava come
erano finiti con le mani intrecciate, ma che importava? –
davanti a uno
scaffale e afferrò con la mano libera un barattolo di vetro
trasparente con
dentro una sostanza densa e dorata.
"Miele" rispose Harry, un tono quasi orgoglioso.
"Miele?" ripeté l'altro, interdetto.
"Una fetta di pane col miele e ti torna l'allegria, ne sono sicuro"
gliela agitò sotto il naso piccolo, alla francese, e il
ragazzo rise.
"Io sono Harry, comunque" sorrise, mettendo il barattolo nel cestino.
"Louis" si presentò il castano, abbassando gli occhi sulle
loro mani
unite; entrambi le staccarono, imbarazzati.
"Quindi, Louis, se ti invitassi a mangiare una fetta di pane con il
miele
da me, verresti?" lo guardò, curioso, e intrecciò
due dita dietro la
schiena.
"Perché no?" Louis si strinse nelle spalle.
"Forse perché sono uno sconosciuto?" scherzò
Harry.
"Uno sconosciuto molto attraente, però" il castano
strizzò l'occhio,
Harry diventò porpora.
Un
borbottio assonnato provenne dalle sue spalle e un sorriso dolce
curvò le
labbra di Harry.
"Amore" bofonchiò Louis, circondando con le braccia la vita
di Harry,
in piedi vicino al tavolo della cucina, e posò il mento
sopra la spalla del
riccio, alzandosi sulle punte dei piedi.
"Buongiorno" sussurrò Harry, voltando appena il volto e
sfiorandogli
la bocca semiaperta con la propria.
Louis, gli occhi socchiusi per il sonno, sorrise.
"Sai di miele."
Corner: avevo
scritto da un po’ questa os – mi ero dimenticata di
postarla…. – e so bene che
non è nulla di che, anzi, ma come prompt avevo quello ed
è uscito questo. Spero
possa piacervi comunque, buon ferragosto a tutti!
(Ps: è piuttosto improbabile
che qualcuno accetti del miele da uno sconosciuto ma, beh, Lou
è un po’ idiota.
Comprendetelo.)