'Con questo
mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare
rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in
alcun modo'
The Angels Come Screaming (Capitolo 1)
Era passato davvero tanto
dall’ultima volta in cui eravamo stati in tour con Bert.
E adesso eravamo di
nuovo nello stesso posto e questo mi faceva ripensare al passato… avevamo deciso
che non avremmo suonato assieme come l’ultima volta.
Così adesso, mentre loro
suonavano una delle nuove canzoni, io me ne stavo al lato del palco a vedere il
concerto e sentivo tutto così lontano.
Era passato davvero così tanto tempo
da quando riuscivo a cantare senza pensare ad altro?
Bevevo, mi facevo e le
cose sembravano un eco lontano così piacevole e bevevo tutto il giorno soltanto
per non dover sentire il peso della discesa. Per non dovere vedere la realtà che
tornava ancora una volta e sempre la stessa.
Tutto solo per non dovermi
rendere conto di cosa mi accadeva in torno…
Ero uno fottuto stronzo che
credeva di stare bene…
Ma alla fine capì che era tutta una stronzata.
Ma
da allora non passa giorno in cui non mi ricordi di quanto credevo di stare bene
e che non abbia la paura, forse la voglia di ricaderci…
Dovevo smettere di
pensare a quelle cose e dovevo andarmene da lì. Tanto ormai il concerto noi lo
avevamo fatto e questa era l’ultima data e domani saremo tornati in
America.
Mi voltai e andai verso la recinsione per uscire dall’area
artisti.
-Gerard?-
Cazzo.
-ehi Big…facevo un giro…-
-non da solo.
Avanti vieni al bus…-
-aspetta credo che Frank sia di nuovo con le fans è
meglio se lo vai a cercare lo sai com’è fatto. Si mette lì a parlare tre
ore…-
-non è possibile che faccia sempre così-
Fortunatamente ci aveva
creduto e se ne era andato così mi rivoltai e uscì fuori in strada.
Faceva
freddo ma del resto era novembre era normale.
Camminai per un po’ e vidi un
pub sull’altro lato della strada e decisi di entrare ma non per bere… o almeno
lo spero…
Aprì la porta e qualcuno mi venne a sbattere addosso e poi cadde a
terra…
Era una ragazza poco più bassa di me e sembrava davvero giovane quando
la guardai negli occhi.
-ehi ragazzina tutto bene?-
Lei mi guardò
seccata
-se non mi chiami ragazzina si…-
Il modo in cui lo disse mi fece
sorridere.
-scusami… non ti avevo visto- dissi porgendole la mano
-non
importa- a differenza delle mie le sue mani erano calde anche se come me non
portava i guanti.
-comunque quando apri le porte guarda dove vai prima di
entrare-
Mi aveva fatto sorridere ancora… nonostante fosse un mese che non
sorridevo in cinque minuti mi aveva fatto sorridere già due volte…
-io sono
Gerard- dissi senza lasciarle andare la mano
-io lo… mi chiamo
Lane-
-Lane?-
-in realtà è Panny Lane…ma tu chiamami Lane-
-ah come la
canzone?-
-si- disse sorridendomi.
In quel momento passò una macchina che
le illuminò il viso che la debole luce emanata dall’insegna del pub le lasciava
nella penombra.
Aveva grandi occhi verdi e mi stava sorridendo nello stesso
modo in cui faceva Frank…quel mezzo sorriso da bambino.
-puoi ridarmi la
mano? Devo tornare al lavoro-
-ma è l’una di notte-
-cosa? Cavolo avranno
finito-
Mi lasciò andare la mano e si mise a correre verso il posto da cui io
ero fuggito.
Che lavorasse anche lei con noi al Taste Of Chaos?
No…l’avrei
notata prima se fosse stato così.
Decisi di non entrare nel pub ma tornai
invece al tour bus per riposare.
Avremmo avuto l’aereo molto presto la
mattina seguente.
Come era prevedibile non c’era nessuno.
Mikey era con
Alicia e Frank come al solito era a fare autografi e foto a tutto spiano e Bob e
Ray erano usciti dopo il concerto e non erano ancora tornati.
Così mi
spogliai e andai in bagno per farmi una doccia.
Aspettai che arrivasse
l’acqua calda e mi ci buttai sotto.
L’acqua sulla pelle era come un massaggio
diretto ad ogni centimetro del mio corpo e i capelli che ormai avevo lasciato
crescessero mi si incollavano al viso.
Quando finì ero riuscito a rilassarmi
finalmente anche perché oramai neanche mi ricordavo più quanto era passato
dall’ultima volta che avevo fatto una doccia decente.
Presi dei vestiti
puliti e mi stesi sul mio lettino…
Avevo gli occhi chiusi ed ero stanco morto
ma non riuscivo a dormire e mi ritornò in mente la ragazzina del Pub…
Quando
le avevo detto il mio nome avevo notato che si era trattenuta dal dire "si lo so
chi sei!" e mi era sembrato strano.
Anche se adesso ripensandoci mi aveva
fatto stranamente piacere.
Riuscì ad addormentarmi pensando che almeno per
una sera i pensieri di ogni giorno mi erano usciti dalla testa.