Baking my way into your heart
Un assoluta apatia è quella che ti circonda, offusca
i sensi costantemente. Troppo aggressivo per l’astinenza hanno preferito
sedarti, drogarti di nuovo, al posto di aiutarti a uscirne. La verità è che non
gliene frega niente a nessuno di loro, non ci provano nemmeno ad aiutarti.
Intascano solo i soldi che i tuo sborsano per tenerti chiuso li da quando sei
finito su quel tg locale. Abbandonato in un centro recupero a Westerville. Che
poi una cittadina così piccola che se ne fa di un centro recupero? Un posto
isolato dove nessuno ti rompe dicono. Infatti non è venuto nessuno a trovarti,
i tuo genitori nemmeno una chiamata, nei due mesi che hai passato li.
Nessuno a parte lui. Lui è venuto li tutte le settimane, durante le vacanze
anche due o tre volte. passava li il pomeriggio facendo i compiti, raccontandoti
le novità sulla Dalton e i Warblers e portandoti sempre dei biscotti. Ma era
una cosa unilaterale. Lui parlava, parlava e parlava e tu te ne stavi li nel
tuo torpore, a osservare il nulla dalla poltrona, spizzicando un biscotto ogni
tanto. Non davi nessun segno di interesse, di ascoltare, di solo muoverti, se
non per quel biscotto.
E poi un giorno semplicemente non è più venuto. Sei stato li ad aspettare senza
accorgertene. Non l’hai sentito entrare, salutarti, iniziare a parlare, tirare
fuori i libri. Non hai trovato nessun biscotto sul tavolo vicino a te. Avevi
notato qualcosa, avevi combattuto l’apatia e ti eri chiesto per la prima volta,
perché? Perché non reagisco? Perché sono ancora qui? Perché mi sono arreso?
Dove sono finito, io che non avevo remore, che il mio unico scopo era vincere,
perché ora mi ritrovo a essere un perdente?
Avevi iniziato a rifiutare le medicine, fare gli incontri di gruppo e tutte
quelle stronzate. Non ne avevi bisogno, hai sempre saputo controllarti,
l’ultima volta eri solo troppo preso dalla vittoria, ma se era necessario a
uscire di li più in fretta, l’avresti fatto, avresti sopportato. E così in un
paio di mesi eri di nuovo fuori, pronto a riprendere la tua vita.
Ma c’era una cosa che dovevi fare assolutamente per ricominciare.
Trent abitava abbastanza vicino alla Dalton, non
aveva realmente bisogno di restare nei dormitori, ma l’aveva sempre fatto per
comodità. Spesso i suoi genitori partivano e lui poteva stare sempre con i suoi
amici. Ma da quando Hunter non era più il suo compagno di stanza non ci
riusciva. Si sentiva quasi in colpa per quello che glie era successo. Infondo
lui l’aveva denunciato alle New Direction , e anche se era la cosa giusta da
fare per i Warblers, si sentiva in colpa che tutto fosse ricaduto così su
Hunter.
Per questo, tornando a casa, tutto si aspettava meno di trovarlo sul dondolo
nella sua veranda.
-Che ci fai tu qui? E come ci sei arrivato?-
-Non sei più venuto-
-Non sembrava ti importasse-
-Non ho mai detto il contrario-
-Non hai mai detto niente se è per questo-
-Ci pensavi tu per me-
Dopo qualche minuto in silenzio ad osservarsi, Trent
rilasciò il respiro con uno sbuffo, rilassando le spalle e cercando le chiavi
nella tracolla.
-Vuoi entrare?-
-Hai i biscotti?-
-Lo fai solo per i biscotti? Non sono niente di speciale-
-Sono i miei preferiti, tanto basta-
-Penso di averli finiti ieri sera, ma possiamo farne altri se vuoi-
-Io non mi sporco le mani per queste cose, e poi e da checche fare i biscotti,
io non sono nemmeno lontanamente bi coso-
Trent ridacchio posando la borsa sul divano insieme al blazer per poi dirigersi
in cucina, mettendosi un grosso grembiule rosso.
-Allora, signor nemmeno lontanamente bi coso, può sedersi li e intraprendere la
mascolina arte di aprire le noci, mentre io le preparo i biscotti, ci sta?-
-Non sfottere Nixon, non sei nella posizione adatta-
-E quale sarebbe? Sotto di te magari?-
-Era una battutina allusiva? In mia assenza Smythe vi ha fatto il lavaggio del
cervello?-
-Forse, ora capa quelle noci o niente biscotti-
Passarono tutto il tempo in silenzio fino a che non
infornarono i biscotti, poi Hunter si decise a parlare.
-Trent?-
-No, Hunter, devi aspettare che si freddano dopo che li tiriamo fuori-
-Che? No, non volevo dire questo-
-No, non puoi mangiare le noci avanzate e no, non le puoi prendere per tirare
addosso a qualcuno quando tornerai a scuola-
-Sei un idiota, lo sai?-
Trent si limitò ad uno dei suoi sorrisi, di quelli contagiosi
che nemmeno tu sai resistere. Hai sussurrato un grazie, che lui ha sentito
benissimo, prima di defilarti in salone.
-è stato un piacere-
Trent non aveva bisogno di chiedere grazie per cosa.
Lo sapeva. Era un grazie per essere venuto a trovarmi, per avermi portato i
miei biscotti preferiti, per essere riuscito a smuovere quel qualcosa che mi ha
fatto reagire. Era un grazie per l’amore che mi dai, anche se non voglio
ricambiarlo. Era un grazie per non esserti arreso e per aver cucinato la strada
nel mio cuore.
Qualche anno e molti, molti biscotti dopo Hunter era
riuscito a mandare a quel paese tutto quello che credeva su se stesso per quel
ragazzo un po’ grassoccio, ma col cuore d’oro. Era sempre il solito bastardo,
sia chiaro, solo che con Trent gli veniva impossibile. Aveva imparato ad amarlo
completamente, ogni giorno di più. Specialmente quando gli preparava i biscotti
alle noci.
Nuova droga per Hunter! I biscotti
alle noci di Trent!
Mi mancava la mia amata Trunter *^*
Devo dire che il titolo non è farina del mio sacco, l’ho preso dalla bellissima
Baking my way into your heart di TheSilence ( Teen Wolf) perché era l’unica
cosa che mi veniva pensando a Trent e i biscotti xD
Spero che vi sia piaciuta, un GRAZIE enorme a Rita che l’altra sera mi a
telecronacato i tca, quindi per sdebitarmi le regalo questa :3
Commentate che fa sempre bene
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