Anime & Manga > No. 6
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Autore: MiketsukamiArisu    15/08/2013    5 recensioni
'Squit!'
"Vattene, Hamlet. Vai via." Shion gli volta le spalle, stanco e arrabbiato. Il topolino non avrà certo buone notizie. Non porta MAI buone notizie, nemmeno una, in due anni. Non una parola, non un sussurro.
'Squit!'
Nezumi è rimasto nell'ombra, dove aveva sempre voluto stare, e di lui si era dimenticato.
Due anni buttati.
Hamlet gli morse un dito. "Ahi! Hamlet! Ora basta, cos..." e le parole gli morirono in gola. Una capsula rossa, sul comodino accanto al piccolo roditore. Ne aveva viste tante altre, nella tana nel Block Ovest.
Un biglietto... Un biglietto di Nezumi.
Finalmente.
One shot sulle vite di Nezumi e Shion dopo la loro separazione. Anche solo per dare un po' di speranza alle disperate come noi (ok, come me D:) che volevano a tutti i costi l'happy end ;A;
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nezumi, Shion
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Squit!'
"Vattene, Hamlet. Vai via." Shion gli voltò le spalle, stanco e arrabbiato. Il topolino non aveva certo portato buone notizie. Non portava MAI buone notizie, nemmeno una, in due anni. Non una parola, non un sussurro.
'Squit!'
Nezumi era rimasto nell'ombra, dove era  sempre voluto stare, e di lui si era dimenticato.
'Squit!'
Due anni buttati.
Hamlet gli morse un dito. "Ahi! Hamlet! Ora basta, cos..." Si voltò di scatto, furioso, ma non riuscì a finire la frase. Le parole gli morirono in gola. C'era un oggetto nuovo, sul comodino. Accanto al piccolo roditore, stava una capsula rossa, come ne aveva viste altre nel Block Ovest. Le capsule di Nezumi.
Un biglietto.
Lo fissò per alcuni secondi,  incerto sul da farsi. Rimase immobile, con le dita tremanti, cercando di respirare normalmente. Era arrivato? Era arrivato davvero un segno?
La verità è che moriva di paura, e che non sapeva come avrebbe fatto ad alzarsi dal letto il giorno dopo se quel biglietto non fosse stato suo.
Come sempre, anche da lontano, anche dopo anni, Nezumi riusciva a fargli avere pena di sè stesso, portarlo vicino a scoppiare di felicità per poi semplicemente... Sparire.
Ma gli mancava,  sospirò. Aveva sentito la sua mancanza in modo profondo e doloroso, e sapeva che insieme al muro del No.6 quel giorno Nezumi aveva sgretolato anche il suo cuore.
Non era stato abbastanza per restare lì, per vivere nella Città Santa insieme a lui; ma per tutti quei mesi Shion in cuor suo aveva sperato di essere un motivo sufficiente per tornare. Un giorno, forse, quando sarebbe stato pronto. L'attesa era stata sfiancante e gli aveva tolto ogni fiducia, ma ora... Ora aveva un biglietto davanti, e non riusciva nemmeno a toccarlo. In quel momento non gli interessava sapere cosa Nezumi avesse da dirgli, a essere onesti. Voleva solo averlo di nuovo davanti a lui, come era successo tante volte, per tirargli un sonoro schiaffo e fargli sentire tutto il male che aveva provato lui.
"Io... Grazie, Hamlet. Sei un bravo topolino. " mormorò accarezzandogli la testolina. Si guardò intorno spaesato, ma poi decise. Lasciò il biglietto lì dove si trovava, afferrò il giaccone e corse a perdifiato fuori da casa sua.

Mentre correva, si mise a rifletter e. Nezumi non avrebbe mai lasciato che i suoi topolini facessero un viaggio troppo lungo. Doveva essere nelle vicinanze, e il posto più ovvio si stagliava a pochi minuti dalle rovine delle mura. Il suo appartamento, il suo rifugio letterario. Se Nezumi era tornato, sarebbe sicuramente passato dalla sua tana.

Si trovò impreparato davanti alla porta, il suo innato timore dei conflitti aperti lo frenò. Chiuse gli occhi, tendendo la mano verso la maniglia familiare, cercando di ritrovare la determinazione che l'aveva condotto fin lì. Lui non c'era per me, lui mi ha lasciato solo per due anni e non gli è nemmeno importato di sapere come stavo. L'esitazione sparì sotto il peso di quella rabbia, di quel dolore che non l'aveva mai lasciato. Spalancò la porta pronto a sfuriare come mai aveva fatto in vita sua, ma si bloccò dopo un attimo. Nezumi era lì, sul suo letto, e dormiva.

Shion intravide nella penombra il profilo della sua spalla, il suo fianco, le sue gambe snelle. Il petto scosso da un respiro delicato, le lunghe ciglia che facevano ombra sulle guance.
Si avvicinò, teso. Nezumi era diventato più pallido, i capelli gli accarezzavano la schiena in quel modo elegante che Shion ricordava bene. Per un secondo, si lasciò cullare dai ricordi felici che aveva in quella casa. Ricordò della sera in cui aveva portato Nezumi vestito da donna in braccio fino a quello stesso letto, dopo che era svenuto in scena. Era così angosciato, così spaventato di doverlo perdere proprio quando il lato più affascinante di lui si era svelato. E invece tutto era andato bene e loro due erano ancora lì, nelle stesse posizioni. Shion sentì il peso della propria furia alleggerirsi, e guardò Nezumi con uno sguardo triste. Dio, era così bello. Se lo ricordava bene, non aveva esagerato.
Nezumi aprì gli occhi e sussultò. Si strappò le coperte di dosso e in un lampo sguainò il pugnale,  pronto ad attaccare. Poi mise a fuoco la figura ferma immobile davanti a lui, e lasciò scivolare il pugnale a terra.
"Shion..." mormorò. Avvertì l'istinto di accarezzare quei capelli candidi, le cicatrici rosee. Ma rimase in silenzio, in attesa. Aveva ricevuto il suo biglietto, bene.
"Dove sei stato, Nezumi?" cercò di darsi un tono Shion.
"In vacanza" ribattè ironico il ragazzo. Non poteva farne a meno, quel tono tagliente gli usciva spontaneo. Cosa importava dove era stato? Adesso erano lì, di nuovo, non lo vedeva?
"In vacanza... Certo. Immagino ti sarai divertito!" ringhiò Shion.
"Cosa? Divertito? Beh, no, non direi. Comunque, non imp..."
"Non importa?! NON IMPORTA? Quindi non importa nemmeno dove sono stato io, giusto? Certo che no, non avrai pensato nemmeno un secondo a me, nella tua vacanza" urlò l'albino.
"Ehi! Datti una calmata!" replicò Nezumi, confuso. "Lo so dove sei stato. Figurati se avresti mai abbandonato la tua cara città natale."
"Sono rimasto qui, dove tu mi hai lasciato, solo perchè tu sapessi dove ritrovarmi! Due anni sono passati! Hai idea di come mi sia sentito?" gemette Shion.
Nezumi non sapeva cosa fare. Pensava che fosse lui quello da consolare. Aveva vagato per due anni disperato, lacerato dal bisogno di tornare da Shion e dall'impulso di scappare il più possibile da quella città maledetta. Gli ci era voluto tutto il suo coraggio per scrivere quel biglietto, tutto quello che voleva era stringere forte il suo compagno di una vita e respirare finalmente a fondo.
Invece Shion era lì, davanti a lui, e piangeva silenziosamente.
Si alzò, cercando di mettersi davanti a lui, ma Shion abbassò lo sguardo subito, sopraffatto. Non voleva guardarlo, non voleva sentire di nuovo quella stretta al cuore.
"Mi dispiace tanto... Shion" mormorò Nezumi afferrandogli il mento. Lo costrinse a guardarlo negli occhi.
"Pensavo che avresti capito... Il mio biglietto..."
"Non l'ho nemmeno letto il tuo stupido biglietto!" lo interruppe singhiozzando Shion. Non resistette più. La solitudine che l'aveva oppresso in quei lunghi anni si fece sentire tutta d'un colpo, e lo abbracciò stretto. "Sei uno stupido, uno stupido egoista" pianse Shion sul petto del compagno rigido.
"Shion... Io... Mi dispiace. Mi sei mancato tanto. Non potevo tornare, non potevo. E' difficile anche essere qui ora, ma lo sai, non riuscivo a starti lontano un altro mese, un altro anno. Sono qui per te ora. Non piangere" cercò di calmarlo Nezumi, teso.
Shion tremante sollevò lo sguardo, a incontrare quello affilato della persona più importante della sua vita.
"Perciò mi hai pensato mentre eri via?" chiese, incerto.
"Oh, Shion..."  Lo guardò dritto nei suoi begli occhi rossi e appoggiò le labbra sulle sue. Lo baciò con delicatezza, senza prepotenza. Non voleva farlo scappare. "Ti ho pensato ogni minuto, stupido. Come fai a non capirlo?" sussurrò. Shion lo baciò di nuovo, con slancio. "Non andartene più. Voglio sentirti vicino sempre, per favore" disse contro le sue labbra. Si strinse di più a lui e gli baciò il collo. Nezumi sospirò, ma poi a malincuore si sciolse dall'abbraccio. "Shion... Non me ne andrò via, lo prometto. Resterò qui, in questo appartamento. Tu hai la tua vita con tua madre, lo so, e la città ha bisogno di persone come te per essere ricostruita. Mi verrai a trovare, vero? Tutte le volte che puoi"
Shion annuì, ancora con le lacrime agli occhi. "Ti amo, Nezumi. Per due anni, non ho fatto altro che pensare che avrei dovuto dirtelo quel giorno, quando sei andato via. Ti amo"
Nezumi sussultò e battè le palpebre due o tre volte per mandare giù la sorpresa. Sorrise, divertito. "Shion, devi andare a casa, ora. Subito" disse ridacchiando.
"Eh, cosa?" chiese Shion sorpreso. "Ma non voglio lasciarti proprio ora!"
"Non preoccuparti, non scappo. Ma tu hai lasciato lì il mio biglietto intatto, e questo è stato maleducato da parte tua" sorrise lui sornione. "Puoi tornare qui anche stasera, o domani, o quando vuoi. Mi troverai, promesso" disse con un tono più dolce. "Non voglio certo farti piangere di nuovo come una femminuccia" concluse facendogli l'occhiolino.
Shion, ancora confuso, lo baciò ancora e uscì dall'appartamento da solo, chiudendosi la porta alle spalle. Tornò a casa lentamente, il cuore non gli era mai sembrato così leggero.
Quando fu di nuovo in camera sua, afferrò il biglietto senza più esitazione. Ora ne era certo. Si fidava di Nezumi, e sapeva che quello che avrebbe trovato non avrebbe più potuto fargli del male. Il suo unico amore era tornato, per lui, e lui non l'avrebbe mai più fatto scappare via.
Aprì la capsula e trasse un respiro.

"Vieni da me,
ho bisogno di vederti.
Ci sono due parole che aspetto di dirti da due anni
e non posso aspettare più di così.
Mi sei mancato molto"


Shion sorrise, incredulo. Scoppiò a ridere da solo, nella stanza vuota, pensando che un biglietto del genere  era sicuramente costato a Nezumi tutto il suo stupido orgoglio. Per l'ennesima volta, afferrò il solito giaccone e corse di nuovo in strada, felice.

Giunse davanti alla soglia ansante, e prima che potesse aprire Nezumi apparve davanti a lui, leggermente imbarazzato. Shion rise ancora di pura gioia.
"Dunque... Queste due parole?" ghignò il ragazzo albino.
"Tanto l'hai già detto tu per primo" replicò Nezumi facendo l'indifferente. Stava quasi per arrossire.
"E...?"  lo incitò il ragazzo.
"Ok, ok, ti amo!" sbuffò Nezumi sorridendo. "E ora, entra, o ti prenderai un raffreddore!"


Ragazzi, grazie di cuore per essere giunti alla fine di questo INTERMINABILE one shot! *applaude*
Spero davvero che vi sia piaciuta perchè... Beh, perchè è la mia primissima FF in assoluto, e ho voluto dedicarla alla dolcissima coppia del mio anime-novel preferito <3
Recensitemi, così le prossime FF (in arrivoooo) potranno migliorare grazie a voi :)
Un bacio,
Arisu-san
  
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