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Autore: Kalheesi    15/08/2013    1 recensioni
Alexia, una giovane ragazza, combatté una guerra per scoprire una verità nascosta, costretta a scontrarsi per una causa che non è la sua, ha perso già fin troppo in questa battaglia per il potere, oramai le ha portato via anche l'ultima persona che amava. Ma in nome di quel l'amore, cosa deve fare? Vendicare la sua famiglia e scoprire la verità e distruggere il tiranno, o smettere di combattere dopo are sofferto così a lungo?
Questa One Shot è un brano che poi andrà a far parte della mia FanFic originale "Shadows of Time", comunque non viene rivelato niente di cruciale, anzi, al limite spero di poter raccogliere un maggior pubblico per la FanFic originale, seguitemi in numerosi, per me è molto importante!!! Grazie mille!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Sovrannaturale
- Questa storia fa parte della serie '~ Shades of Shadows ~'
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La pioggia cadeva piano piano, per poi divenire soffice neve nella grande città del distretto Ovest. Lentamente ricopriva le cime delle alte montagne che circondavano quell'ampia vallata, sulla quale sovrastava l'incredibile palazzo Elfico della capitale. La distesa bianca che ora costituiva il paesaggio, ora veniva bruscamente interrotta da un'esile figura vestita di abiti neri come la notte più buia. Alexia camminava per quelle lande innevate e deserte, per i boschi che nei giorni precedenti aveva perlustrato da cima a fondo. Attraversava quello che, alcuni minuti prima era un meraviglioso prato verde smeraldo; la neve si posava sui suoi lunghi capelli castani come perle purissime, le scendevano sul viso e si mischiavano alle lacrime che già da prima le rigavano il viso. Si apprestava ad oltrepassare quel breve tratto di boscaglia che ora le si parava davanti e che la separava dall'accampamento. Al di la di quella sottile parete di legno lei sarebbe tornata ad essere il comandante della squadra segreta al servizio dei Ribelli; una delle persone più influenti di tutto il paese, la figlia dei leggendari guerrieri dell'ordine del Cervo Bianco, una ragazza predestinata a determinare il futuro del mondo. C'era solo quella parete di cristallo a dividere la da tutto questo, ma lì, in mezzo a quella distesa bianca era solo Lei, una semplice ragazza dal cuore a pezzi; lì poteva piangere, non doveva essere forte, poteva mostrare tutta la debolezza che da sempre aveva avuto nel cuore e che mai nessuno aveva tollerato. Lasciò che il peso del suo mantello avesse la meglio sul di lei; il suo corpo, stremato da quella guerra che in realtà non era la sua, cadde su quella fredda neve bianca. Girò le spalle al cielo e, facendo sgorgare le lacrime a fiotti, pensava alla causa del suo dolore. Intanto cercava di rialzarsi da terra, appoggiandosi alla ruvida corteccia di un albero li vicino, ma era troppo debole. Non sapeva il perché di quella improvvisa spossatezza, ma forse era per quell'immenso peso che già da alcune ore opprimerà il suo cuore malconcio. -Lui non può esser morto, non lui. Cosa farò senza di lui. Non ha più senso questa guerra per me. Non più motivo di combattere, questa guerra non è la mia, ormai ho già perso fin troppo, non voglio più vedere morire qualcuno che amo, basta!!!- Alexia non poteva neanche solo immaginare di non vedere più quegli occhi di ghiaccio, che si scioglievano in un'immensa dolcezza appena si posavano su di lei; non poteva rimanere al comando di quell'esercito sapendo che quelle labbra carnose e rosee non avrebbero più sfiorato le sue. Aveva il volto inondato di lacrime, quando decise di continuare quella battaglia, non voleva permettere che altri passassero tutto il dolore che lei aveva dovuto sopportare fin da piccola; così si alzò, non senza difficoltà. Nessuno avrebbe dovuto vederla in quelle condizioni, allora iniziò ad attraversare quei fitti alberi, ma il suo cammino fu interrotto da un rumore di passi nella neve, alle sue spalle. Era un passo leggero ma affaticato, di una persona giovane, ma probabilmente ferita, probabilmente un nemico sopravvissuto ed intenzionato a vendicare la sua gente; l'ennesimo attentato alla sua vita. Però, quando si girò, vide una macchia nera sulla neve candida; un giovane appoggiato al tronco di un albero, aveva un'aderente completo nero in pelle, squarciato in vari punti, ma sopratutto all'addome, da cui scendevano vari rivoli di sangue ancora in parte fresco; anch'egli era avvolto da un lungo e pesante mantello color della notte. Alexia perse un battito quando, tra quei ,fin troppo familiari, capelli corvini, intravide degli occhi freddi come la neve che ormai aveva ricoperto tutto il paesaggio visibile. Tyrion si avvicinava e lei non sapeva cosa fare, il suo cuore in quel momento era in balia di una vera e propria tempesta di emozioni. Era suo compito di comandante dei ribelli e figlia di Hingrid, catturarlo e forse anche ucciderlo, ma anche se la sua testa le diceva di fuggire in quanto lui in quel momento probabilmente era lo per la sua vendetta, il suo cuore urlava di corrergli incontro, abbracciarlo, rassicurarlo rivelando che lo amava come non aveva mai amato nessuno, baciarlo e assaporare finalmente le sue labbra, quel nettare che la prima volta aveva creduto amaro, ma che in realtà era più dolce dell'ambrosia. Non poteva farne a meno, però, quando le fu vicino, aveva paura che lui fino a quel momento avesse solo finto. Ora erano solo loro due, lei non si reggeva quasi in piedi, avrebbe facilmente potuto attaccarla e vincere lo scontro; lì era troppo vulnerabile. Appena Tyrion fece qualche passo verso di lei, Alexia levo velocemente la spada dal fodero in cui da poco l'aveva riposta; a ogni passo del ragazzo, lei alzava la lama verso la sua gola, anche se la sua stretta non era di certo da battaglia. Però, appena le fu a poco meno di un metro, Alexia strinse l'impugnatura con tutta la forza che le rimaneva in corpo e sollevò la spada in modo da toccargli lievemente la clavicola con la punta. Tyrion si arrestò immediatamente, spiazzato da quel gesto, incredulo di quello che stava accadendo -ma cosa…possibile che avessero ragione? Non posso credere che mia madre Sahira avesse ragione, non è possibile che Kahris abbia finto fino ad ora. Allora ha veramente fatto tutto questo solo per ingannarmi…- però, nonostante tutti i dubbi che in quel momento affliggevano Tyrion, appena guardò quegli occhi quasi grigi e così profondi, capì tutto. Quegli specchi grigi mostravano tutto il dolore, ma sopratutto, l'amore immenso che la ragazza provava per lui. A quel punto, Tyrion, prese con la mano la lama della spada e con decisione la strappo dalla presa fievole della ragazza, le afferrò il poso sinistro e, dopo averla attirata a se, la baciò. Alexia avrebbe voluto dirgli tutto, tutta la verità sulle sue origini, su tutto quello che aveva passato, come si era innamorata di lui dalla prima volta che l'aveva visto, che in realtà il suo vero nome non era Kahris; però, si scostò da quel bacio passionale, solo per dire due parole, come per levarsi un macigno dal cuore. "…ti amo…" glielo soffiò con un filo di voce a fior di labbra, come da tempo sognava di fare. Aspettava la sua risposta da fin troppo tempo, ma non aveva intenzione di arrivare ; al suo posto, sulla bocca di Tyrion, si disegnò un'espressione di dolcezza mista alla felicità. Tutto questo fu seguito da un'altro bacio, ma non trattenuto e pieno di nostalgia come quello precedente, ma un bacio di pura passione, forza e trasporto. Per l'impeto di quel contatto caddero entrambi a terra, l'uno sull'altra, su quella distesa bianca e ghiacciata; risero leggermente, una risata semplice, senza significati nascosti, una risata che riusciva ad alleggerire il cuore. Allora Tyrion la guardò dritta negli occhi cristallini, ammirò quella ragazza, anzi, quella donna, che da troppo tempo ormai gli era stata negata dal destino. Prima si unirono le loro fronti e poi arrivò nuovamente il momento delle loro labbra, che si cercavano a vicenda irrefrenabilmente. Tyrion, che sembrava stesse lottando per ottenere quelle labbra tanto bramate, la abbracciava con bramosia e desiderio, la stringeva a se in un abbracciava che sembrava voler esser indissolubile. Alexia, avvolta in quel turbinio di desiderio, gli cingeva il collo con le braccia, come avesse paura che da un momento all'altro lui potesse svanire e quel bacio sparire per sempre. Ormai esistevano solo loro due. Ad un tratto staccarono le loro labbra per poter riprender fiato, ma Alexia non ebbe il tempo di dire alcuna parola, che Tyrion era sceso a baciarle il collo, le baciava e mordeva dolcemente ogni parte visibile del suo corpo, lasciando una scia di baci e segni leggermente visibili, in quanto la pelle diafana della ragazza, sotto il suo tocco, avvampava immediatamente. Alexia, volta di sorpresa, non poté evitare di emettere un leggero gemito di piacere al sentire quelle labbra , delicate quanto audaci, sulla sua pelle. Tyrion intanto, al sentire quel gemito a stento trattenuto tra le labbra, sorrise leggermente e si inebriò ancor più e tornò a baciarla con ancora più bramosia sulle labbra leggermente arrossate dal freddo. Alexia non riusciva a pensare più a niente, non c'era altro al mondo che il loro amore e quel bacio passionale pieno di lussuria. Gli abiti di entrambi non erano più impeccabili, ma le loro giacche scure erano state sbottonate maldestramente per la foga, i lunghi mantelli giacevano a terra sotto di loro; i due, oltre ai pantaloni di pelle nera, indossavano solo una leggera camicia bianca come quella neve che era tutt'intorno a loro. Alexia aveva quel velo bianco di seta con le maniche arricciate ed i bottoni in parte sbottonati per la foga e ogni lembo di pelle non coperto da quella sottile camicia veniva marchiato dalle labbra calde di Tyrion, che ora si concentrava sulla clavicola della giovane, che inebriata dal desiderio si gustava ogni singolo momento, anche se con le gote arrossate a causa della sua totale inesperienza, ma con lui tutto era più semplice. Quel momento di completa felicità fu bruscamente interrotto da una voce: "Capitano! Capitano, state bene? Capitano! Capitano!" Era un giovane commilitone della squadra dei Falchi, squadra speciale dei Ribelli, al cui comando era Alexia, anzi, Kahris. La ragazza si riscosse immediatamente, nessuno avrebbe dovuto vederlo, altrimenti Tyrion sarebbe stato catturato e probabilmente anche ucciso. Allora, a malincuore, si alzò e dopo essersi velocemente ricomposta, si chinò sul suo amato e gli dette un'ultimo appassionato bacio, ma stavolta coronato da una lacrima amara che le scendeva dagli occhi socchiusi. Avrebbe potuto dirgli qualcosa, ma le parole le morirono in gola. Così prese il mantello e si avviò nel sentiero. Tyrion non avrebbe amo accettato di esser lasciato così, le prese il polso e l'abbracciò, con tutta la dolcezza possibile, poi la guardo dritta negli occhi. "Non è un addio, farò qualsiasi cosa per poter esser felice con te, qualsiasi." Allora la lasciò andare e lei fece per andare, quando invece, si voltò e gli dette un casto bacio a fior di pelle. "Non mi fermerò finché non avremo creato un mondo per noi, te lo prometto!!!" Gli mormorò nell'orecchio. Così Tyrion disse:"anch'io…" "cosa? Di che parli?" "Anch'io…la risposta a quello che mi hai detto prima…ti amo!" Alexia a quel punto fu nuovamente richiamata dal suo commilitone e questa volta corse, ma non lasciò mai Tyrion da solo, non con il suo cuore. Avrebbe combattuto per un futuro d'amore.
   
 
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