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Autore: Phantom13    15/08/2013    4 recensioni
Ocarina of Time.
Water Temple.
Dark Link VS Link.
"Sconfiggi te stesso!"
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dark Link, Link
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Conquer yourself!

 
 

Ocarina of Time.
Lake Hylia.
Water Temple.
Miniboss.
Dark Link VS Link
 

 
 
Quando la pesante porta di pietra si richiuse alle sue spalle con un tonfo, Link rimase interdetto. Mai si sarebbe aspettato di poter contemplare sul fondo del lago, nelle profondità del Tempio maledetto, un simile panorama.
A perdita d’occhio, all’infinito, un velo d’acqua correva ovunque, senza interruzione riflettendo l’azzurro pallido del cielo, anch’esso uniforme al limite dell’impossibile. Link si accorse solo ora di star trattenendo il fiato, mentre i suoi piedi parevano incapaci di schiodarsi dalla superficie rocciosa della soglia della porta. Degluì piano, fissando l’albero rinsecchito e contorto con quattro rami in croce che stava radicato su un assurto isolotto al centro della pianura d’acqua. Lo sfarfallio delle ali fatate di Navy lo fece tornare in sé.
Link scambiò un’occhiata d’intesa con l’affarino blu svolazzante, osservando ancora una volta l’altro portone di pietra che si ergeva dal nulla e nel nulla oltre il tronco dell’albero morto; un portone che, a rigor di logica avrebbe dovuto aprirsi nel vuoto. La sua posizione simmetrica rispetto all’albero e il luogo dove stava ora lui dava al tutto un’incredibile atmosfera da specchio. Ovviamente, era tutta una magia, un’illusione, ma ciò non riduceva affatto il fascino suggestivo di quell’ambiente ipnotico.
Finalmente, l’Eroe del Tempo di decise a muoversi. I suoi stivali intaccarono la perfezione dello specchio d’acqua, incrinandone la superficie con miriadi di minuscole onde. Aggrottando la fronte al fatto che non stesse sprofondando sebbene, almeno apparentemente, non vi fosse pavimento, Link proseguì puntando alla porta di pietra gemella. Già pronto ad estrarre la spada, avanzava, con tutti i sensi tesi. Il massiccio portone non aveva catene, lucchetti né grate a chiuderlo. Sembrava tutto troppo facile.
Arrivato ad una manciata di passi dalla suddetta apertura, una saracinesca metallica scattò, bloccando come d’abitudine la sua avanzata. Ma non era quello a preoccupare Link.
Una gelida sensazione di freddo gli aveva pervaso la spina dorsale, facendo rabbrividire dentro. Un lievissimo, impercettibile movimento. Link si voltò di scatto, la spada sfoderata stretta in mano. Dal tronco dell’albero morto si staccò una figura semi trasparente, anch’essa con una spada in mano, che rapidamente gli si avvicinò. Era identico a lui, in tutto e per tutto! Link sgranò gli occhi, fissandoli in quelli immondi del suo oscuro alter ego, di un rosso tanto acceso da brillare perfino.
-Link!- trillò Navy. –Questo è il Mini Boss del Tempio dell’Acqua: Dark Link! Sconfiggi te stesso!-
L’Eroe del Tempo aumentò la stretta sull’elsa della Spada Suprema, balzando all’attacco. Il demone fece lo stesso, lanciando lo stesso grido di battaglia di Link. Le lame cozzarono tra loro con metallico fragore.
Ci si sarebbe aspettati che una creatura tanto sottile non potesse ribattere contro un corpo materiale. Invece, Dark Link ci riuscì senza problemi.
L’Eroe del Tempo ribattè con un fendente orizzontale. Dark parò con lo scudo e poi ripetè la stessa mossa, perfettamente identica. Link balzò indietro, evitando il colpo per poi slanciarsi in avanti in un affondo, l’Ombra fece tutto identico: schivò e fece anch’essa un affondo.
Link cominciò a bersagliare l’avversario di colpi. Affondi, stoccate, fendenti, attacchi rotanti. Qualunque cosa facesse, Dark Link schivava o ripeteva gli stessi movimenti di Link, parando di conseguenza l’attacco. L’Eroe del Tempo balzò indietro, prendendo le distanze, preparò un colpo in salto e fu addosso al nemico. Rapido dieci volte una persona normale, Dark Link schizzò via con un salto, lontanissimo, per poi piombare nuovamente addosso al suo alter ego. Link lo accolse con un fendente, Dark parò, Link menò un affondo che l’altro non avrebbe mai potuto parare. Lo schivò in una maniera tutta nuova: Dark Link si lasciò scivolare nell’acqua, sparendo in profondità. La Spada Suprema non tranciò altro che aria.
Link deglutì, cercando freneticamente con lo sguardo il suo avversario, mantenere il contatto visivo era essenziale. Finì il pensiero e la spada di lui gli affondò in un fianco senza preavviso. Urlò, piegandosi in avanti, mentre il suo avversario balzava via pronto ad attaccare di nuovo. Con i denti serrati, l’Eroe del Tempo si voltò rapido verso l’Ombra pronto a vender pan per focaccia, ma un dettaglio lo lasciò stupito. Forse era la sua immaginazione, o Dark Link si stava scurendo? Era meno trasparente di prima, poco ma sicuro. O forse no?
Il guardiano del Tempio dell’Acqua non lasciò altro spazio alle constatazioni. Tornò all’attacco e lo scontro riprese. In quel limbo azzurro, tra acqua e cielo, in un doppio specchio parallelo, la luce affrontava la sua ombra. Ma tale ombra era molto più veloce, più forte e più micidiale di quanto l’Eroe del Tempo avesse immaginato.
La ferita lo rallentava, mentre Ombra, ora nero più della notte con due occhi di fiamma ardente a dominare il suo viso inespressivo, si divertiva a giocare con lui. Link per un attimo smise di tentare di colpirlo, anche l’altro, come per magia, si bloccò, studiando pure lui l’avversario.
Link si permise qualche profondo respiro, sempre a denti stretti contro il dolore. Se quello là davanti era davvero lui, se Dark Link non poteva davvero fare altro se non imitare le mosse che faceva lui, allora, forse, una soluzione c’era.
Lentamente, Link si avvicinava a Dark, a passi misurati. L’Ombra, ovviamente, imitava. Arrivati a portata di spada, senza preavviso l’Eroe del Tempo lo attaccò con un inaspettato fendente. Che andò a segno. Dark Link gemette, affondando nell’acqua di nuovo.
Forse, si disse Link, stava capendo come fare. Dark apparso a sorpresa tornò all’assalto lateralmente, compiendo anche lui un attacco rotante che sorprese Link. Tentò di parare e ci riuscì ma si lasciò esposto. Di nuovo, la spada avversaria gli affondò nella carne, macchiandogli la tunica blu degli Zora.
Ora Link ansimava, il dolore gli rendeva difficile pensare. Cosa poteva fare?
Rimaner fermo di sicuro non era la soluzione. Con un grido disperato di slanciò all’attacco, ma di nuovo Dark fece qualcosa di inaspettato: gli balzò sulla spada. Senza che alcun peso opprimesse la lama, Link si trovò con la spada di Dark sulla gola. L’istinto gli fece agitare la propria, per tentare di toglierlo da lì. Non l’avesse mai fatto, Dark lo colpì a piena forza, lasciandolo a terra privo di vita, con uno squarcio in pieno petto. L’acqua si tinse pallidamente di rosso. Se una fatina rosata provvidenzialmente raccolta in precedenza non fosse uscita dall’ampolla, per l’Eroe del Tempo non ci sarebbe più stata storia.
Esitante, tornò a combattere il proprio riflesso sullo specchio d’acqua.
Continuarono per un bel po’ a menarsi fendenti reciproci, a schivare, ad attaccare, a parare. E Dark prese l’abitudine di saltare sulla spada avversaria ogni qual volta gli andasse a genio e a ferire l’avversario se quello avesse fatto una sola mossa.
Di nuovo, Link si ritrovò nei guai, con ben poca energia rimasta. Quella battaglia stava durando troppo.
Aveva già tentato mezzi alternativi per eliminare quell’avversario, bombe, frecce, noci deku. Ma nulla aveva funzionato.
Una disperata idea prese forma nella sua mente. Dark prese la ricorsa verso di lui, Link raccolse a sé tutto il potere magico attualmente in suo possesso, divaricando un poco le gambe per migliorare il proprio equilibrio. Un bagliore gli invase le mani, mentre Ombra si avvicinava sempre più. Quando entrò nel raggio d’azione, Link liberò il potere magico.
Il Fuoco di Din colpì in pieno Dark Link. Le fiamme gli si attaccarono ai vestiti di tenebra mentre il riflesso, l’ombra, l’opposto dell’Eroe del Tempo sprofondava per sempre negli abissi dell’illusione che morì con lui.
Link respirò a pieni polmoni, guardandosi attorno. Niente più cielo luminoso, solo umide, scure pareti di roccia e un pavimento dello stesso materiale coperto da uno strato d’acqua. A passo lento, leggermente zoppicante, si avviò dolorosamente alla fatidica porta per la quale aveva ingaggiato un simile duello.
Si richiuse alle sue spalle con un tonfo pesante.
L’albero morto, però, troneggiava ancora al centro della stanza. 







  
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