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Autore: harrysicedgem    15/08/2013    6 recensioni
Famiglia Walker e Tomlinson
23 luglio 2009
Jane e Robert finalmente sposi!
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Capita spesso di perdere la cognizione del tempo oppure di estraniarsi dal mondo per un po’ di tempo. A me la musica fa questo preciso effetto. È come se mi allontanassi da tutto e da tutti mentre rimane solo la voce e gli strumenti. In questo caso con me è rimasta la voce, gli strumenti e quel ragazzo in mezzo al palchetto.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Dite cheese e sorridete!”
Il fotografo ci fa un ok, segno che potevamo tranquillamente allontanarci dalla zona delle foto. Così proseguo verso una sala completamente allestita per il matrimonio, seguita da i miei genitori e da mia sorella. A questo proposito, avere una gemella è come trovarsi costantemente in un confronto corpo a corpo. Nessuna differenza estetica, zero. Se invece volessimo parlare del carattere si potrebbe dire che siamo come il fuoco e l’acqua, il bianco e il nero, il fast food e lo slow food, la musica rock e quella country, il dolce e il salato.. diciamo che per chi ci conosce è come se fossimo diverse anche all’esterno. L’unica cosa che ci distingue è un piccolissima e minuscola voglia sulla spalla che io ho e lei no, ma la situazione non migliora del tutto dato che siamo cosparse di lentiggini entrambe.
Tornando al matrimonio, raggiungiamo un tavolo ricoperto da una tovaglia color crema che possiede un centrotavola delizioso. Un vaso trasparente non molto alto riempito con dell’acqua leggermente colorata di verde sulla quale galleggiano delle orchidee, idea originale.
Accanto a questo vaso si trova un bigliettino.
 
Famiglia Walker e Tomlinson
23 luglio 2009
Jane e Robert finalmente sposi!
 
 Nonostante non fosse uno dei biglietti più entusiasmanti, ci sediamo lasciando anche posto agli altri tre invitati, lontani amici dei miei genitori e degli sposi.
Qualche minuto dopo esserci accomodati ci raggiungono per un saluto Jane e Robert. Non si ricorderanno mai di noi, ma soprattutto non ricorderanno chi è chi tra me e mia sorella.
-William, Julie quanto tempo!- la sposa si avvicina salutando i miei genitori e subito dopo si rivolge verso di noi.
-Zoe quanto sei cresciuta!- dice a mia sorella che cerca di suggerirle il nome giusto senza metterla in difficoltà.
-e anche tu Beth, sei stupenda!- ecco appunto. Mi abbraccia mentre le faccio notare di essere io Zoe con scarsi risultati, perché dieci minuti dopo mi chiama e sbaglia di nuovo.
In questi casi l’unica cosa che rimane da fare è sorridere e annuire mostrandosi il più dolci possibili. Né io, né tantomeno Beth abbiamo intenzione di rimanere qua a lungo. Le cerimonie sono state sempre situazioni scomode per me, escludendo la rabbia che ti viene nel momento in cui puntualmente ti chiamano con il nome sbagliato. Forse è l’unica cosa caratteriale che abbiamo in comune.
-mi annoio- bisbiglia Beth al mio orecchio. Siamo qua da un’ora e ancora non abbiamo mangiato, eppure non mi sembra che avessimo fatto qualcosa di male. Le rispondo alzando le spalle accompagnando il movimento semplicemente sbuffando. Ed ecco arrivare le altre tre persone del nostro tavolo.
Un uomo e una donna sulla cinquantina seguiti da un ragazzo dai capelli mori, pettinati come se avesse utilizzato una scodella, diciamo alla peter pan.
-Ciao Amanda!- mia madre si alza come se qualcuno avesse posizionato una molla sotto la sua sedia. Papà la segue a ruota, ormai non può fare altro, è lei quella che conosce tutti, lui a mala pena ricorda da quanto conosce gli sposi.
La donna ricambia l’abbraccio quasi commossa, chissà da quanto non si vedono ma soprattutto, chi sono.
-ragazze lei è una mia compagna del liceo Amanda, lui è suo marito Fred e questo è Louis- lanciamo un sorriso a tutti quanti anche se sembrano spaesati nel guardarci, così mamma arriva in loro aiuto.
-quella a destra è Zoe, mentre vicino a mio marito c’è Beth- di nuovo alzo una mano, per non sembrare scortese.
Il ragazzo dai capelli a scodella si siede accanto a me incitato più volte dalle nostre mamme.
Oh avanti, quante volte devo dirvi che non ho bisogno di un ragazzo! Piuttosto, cercatelo a Beth che ha appena rotto con il suo per un piccolo incidente di percorso, un mesetto fa.
 
*Flash Back*
 
Torno a casa da scuola e butto lo zaino all’entrata, come sempre. Arrivo in cucina, apro il frigo e subito dopo il microonde per scaldare il pranzo mio e di Beth, lei sarebbe arrivata all’una e mezza. Ancora qualche minuto per stare in pace. Suona il campanello, come non detto. Mi alzo incurante di chi potesse essere stato ad avermi disturbata e raggiungo la porta per poi aprirla.
-tesoro non mi avevi detto che saresti tornata prima- Tom, il ragazzo di Beth.
Non so se scoppiare a ridere o dire subito che stava decisamente sbagliando persona.
-Tom, veramente io..- non riesco a finire la frase che si fonda sulle mie labbra senza porsi alcun problema.
Quello che posso fare io è cercare di allontanarlo, anche se sembra non voler sentire storie. Fino a quando dalla porta non entra la persona che stavo realmente aspettando.
Spalanco gli occhi e mi trattengo una risata per il casino in cui si era cacciato il ragazzo.
-no, Beth mi dispiace davvero!- cerca di afferrarle una mano ma si ritrae immediatamente.
-giuro che pensavo fossi tu!- amico, così non migliori la situazione.
-o sei coglione o sei coglione- sbotta lei. Ed ecco che comincia la sfuriata da isterica, come sempre.
-stiamo insieme da due mesi e dici di esserti sbagliato?! Ma ti funziona il cervello o sta là dentro per bellezza? La vedi questa o sei cieco?- mi si avvicina spostando i capelli per far vedere la voglia.
Tom fa un’espressione strana, come se si fosse accorto dell’enorme figuraccia e avesse già capito le intenzioni di mia sorella. Prende la giacca che precedentemente si era tolto non so per quale assurdo motivo e, dopo aver provato ad avvicinarsi di nuovo a lei, con scarsi risultati, se ne va.
Ed ecco lo sclero post rottura di Beth che puntualmente se la prende con me.
 
Mi scappa una risata per i ricordi tornati alla mente e il ragazzo accanto a me e mia sorella mi guardano straniti, come se fossi matta. Ringrazio il cielo nel momento in cui vedo dei camerieri avvicinarsi ai nostri tavoli con diverse portate. Sono le tre, meglio tardi che mai. Mi viene poggiato delicatamente il piatto davanti a me ma anticipo il cameriere prendendolo io stessa con le mani, quasi come se glielo volessi strappare via. Beth imbarazzata si passa una mano sulla fronte e chiede scusa al posto mio, mentre il ragazzo vicino a me si mette a ridere.
Questa era la differenza. Lei precisa, attenta a tutto e pignola. Fine, accurata e adeguata in ogni situazione, simpatica e piacevole con tutti, un po’ come mia madre.
Io? Disordinata, lunatica, scontrosa, con la sensazione di stare sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato, impacciata, imbranata. In sostanza, mio padre al femminile e più bello.
Porto alla bocca un pezzo di carne ma nel momento in cui addento la forchetta mi rendo conto del fatto che sia sparito e si sia largamente spiaccicato sui pantaloni del mio vicino. Beth in preda al panico per la mia figuraccia si alza per aiutare il ragazzo mentre io faccio lo stesso tra una risata e l’altra. È inutile non riesco a prendere nulla veramente sul serio. D’altronde lui non sembra dispiaciuto anzi, si sta facendo una bella risata anche lui continuando a dire a Beth di non preoccuparsi, che non è nulla.
-comunque piacere, Louis- dice appena finito di sistemarsi i pantaloni.
-Beth- fa subito mia sorella. Allarme ragazzo carino.
-io sono Zoe- ricambiamo entrambe il sorriso e torniamo a mangiare.
-come mai qua?- domanda dopo un po’. Strano, mi sembra che il matrimonio fosse abbastanza chiaro.
-figlie costretta dai genitori a venire in un posto pieno di sconosciuti- rispondo con tono ironico, ricevendo una gomitata da mia sorella per averlo detto troppo ad alta voce. –tu?-
-più o meno sono nella vostra stessa situazione, però sono venuto con più voglia di voi perché più tardi un mio caro amico suonerà qui, per il matrimonio.- wow, anche l’intrattenimento musicale. Sono entusiasta!
Il pranzo prosegue regolarmente tra una chiacchiera e un’altra, conosciamo meglio Louis e la sua vita frastornata. Continui viaggi e traslochi, non ha una meta precisa e questo dovrebbe essere bello sotto certi aspetti, ma non per lui.
La nostra invece era monotona, almeno per me, Beth non si esprimeva molto. Scuola, casa, lezioni di chitarra e poi casa di nuovo. Un ciclo continuo. Al contrario mia sorella suonava il pianoforte e il violoncello, altro chiaro segnale di quanto fossimo diverse. Io alternavo qualche lezione con una di canto, dopo aver convinto i miei con una quantità infinita di lagne e di preghiere.
 
Al momento del dessert gli sposi si alzano per andare a tagliare l’immensa torta posta al centro della sala. Appena affondano il coltello nello strato enorme di pan di spagna partono degli applausi dall’ultimo tavolo, fino ad arrivare a loro provocando la commozione della sposa. Elementare Watson.
Dopo qualche istante parte la musica. Prima varie cover come ‘Valerie’ oppure ‘Summer of ‘69’ quando comincia una canzone. Posso giurare di non averla mai sentita. Ho un repertorio abbastanza ampio dal momento che mio padre lavora nel campo della musica. Mi giro dopo qualche secondo per sentire di chi è questa voce.
 
Capita spesso di perdere la cognizione del tempo oppure di estraniarsi dal mondo per un po’ di tempo. A me la musica fa questo preciso effetto. È come se mi allontanassi da tutto e da tutti mentre rimane solo la voce e gli strumenti. In questo caso con me è rimasta la voce, gli strumenti e quel ragazzo in mezzo al palchetto.
-Lui è Harry, il mio amico di cui ti ho parlato prima- catapultata di nuovo nella realtà da Louis che evidentemente mi ha vista un po’ fuori dal mondo. Annuisco non ancora del tutto sicura di avere la mente lucida. Involontariamente, appena mi portano la fetta dell’enorme torta bianca la scanso, per poi alzarmi dal tavolo. Quel ragazzo intanto continuava a cantare nonostante nessuno gli stesse dando importanza, tranne me. Ha una voce ipnotizzante. Continuo ad essere sicura del fatto che non stesse cantando una cover, quindi comincio ipotizzando che l’avesse scritta lui.
Che la causa fosse stata una rottura con una ragazza? Perché quel ‘non lasciarmi andare’ ripetuto più volte mi fa pensare ad una sola cosa.
Senza accorgermene sono arrivata sotto al piccolo palco allestito alla fine della sala e sono appoggiata al legno lungo il bordo. Il ragazzo super riccio mi lancia qualche occhiata, probabilmente divertito dalla faccia da idiota che sono consapevole di avere in questo momento.
Appena finita la canzone sento una mano sulla spalla e faccio uno scatto per lo spavento. Beth lo sa che non devo essere risvegliata dai miei sonni ad occhi aperti in modo brusco.
-ti piace?- bisbiglia al mio orecchio.
-tu sei scema- rispondo con una risata –non mi innamoro in un secondo come te- la zittisco facilmente, i suoi punti deboli sono palesi. Fa una faccia quasi offesa, ma cambia subito umore perché darmi fastidio è il suo reale obiettivo.
Ci raggiunge anche Louis, prima però va a salutare il suo amico che con un balzo scende dal palco.
-amico, lei è Beth, mentre lei Zoe- wow Louis è l’unica persona che non conoscendoci neanche da 24 ore è riuscito a distinguerci. Sarà perché abbiamo vestiti diversi. Beth si gira con un’espressione sorpresa dalla presentazione di Louis e lui ricambia con un occhiolino. Io non arrivo a conclusioni affrettate ma qua sotto c’è qualcosa.
-piacere sono Harry- quegli occhi, quel sorriso, quelle fossette, quei capelli, tutto perfetto.
Zoe fai poco l’esaltata che non ti fila minimamente.
Stringo la mano che mi aveva avvicinato. Anche la mano è perfetta.
Zoe quale parte di ‘smettila’ non ti è chiara?
-siete identiche- dice scrutandoci dopo qualche secondo.
-in realtà lei ha una voglia sulla spalla che io non ho- si affretta a dire Beth. No avanti, diciamo tutta la nostra vita ad un ragazzo che sappiamo solo si chiami Harry.
-posso vederla?- cosa? dai Zoe, sono tre anni che non hai un minimo di contatto con un ragazzo che non sia il tuo migliore amico, avanti non ci vuole molto. Annuisco e la sua mano si sposta sulla mia scapola per poi abbassare la spallina del vestito.
Non sto diventando bollente, per carità. Il sudore? Nemmeno per sogno. Respiri regolari, niente panico. Andiamo Zoe non ti sta stuprando!
-ha la forma di un cuore- dice il riccio. Da quando in qua ha la forma di un cuore?!
-sul serio?- mando indietro lo sguardo inutilmente.
-si, da un certo punto di vista- termina la frase e sorride di nuovo mostrando le fossette, adorabili.
Gli sorrido anche io, poi abbasso subito lo sguardo troppo difficile da sostenere.
-ti va se usciamo?- peggio della formula uno il ragazzo. Lo guardo confusa cominciando a mettere in moto i neuroni per rispondere –intendo da qua!- dice velocemente –intorno a questo casale c’è un bel prato.. intendevo quello… per.. uscire.-
Sarò sadica, ma amo vedere i ragazzi impacciati e in difficoltà. Li rende così vulnerabili. E dolci.
Annuisco  e aspetto che Harry posi il cappello.
-Come mai indossi il cappello solo per cantare?- domando appena usciti.
-è una sorta di porta fortuna- risponde.
-sai dovresti andare ad xfactor, hai una bella voce- affermo sorridendo.
-grazie, ma non è il genere di cose che fa per me.-
-perché no? Avresti grandi possibilità- continuo io. Non mi risponde ma si limita a sorridere.
-che mi dici di te invece? Sai che canto, ma io di te non so assolutamente nulla. tranne che ti chiami Zoe, hai una gemella, una strana voglia sulla spalla e un viso stupendo- che? oh andiamo, questo è il meglio che sai fare?
-beh che vuoi sapere?- faccio finta di pensare a qualcosa di interessante.
-la mia vita è una noia. Studio, suono la chitarra e mi capita di cantare. Il mio migliore amico è un irlandese che si abbuffa di cibo e amo mangiare. Sono imbranata, inopportuna, rompiscatole. Amo truccarmi ma non ne ho voglia, sono terribilmente indecisa su tutto e vivrei di sola musica- faccio una pausa per riprendere fiato e guardare la sua espressione –credo di aver detto tutto e non è entusiasmante ammettilo- termino con una risata che trascina anche lui.
-invece è interessante- dice. Ci sono attimi in cui ognuno fissa gli occhi dell’altro senza dire nulla.
-comunque hai dei begli occhi- affermo per rompere il silenzio.
-disse la ragazza con il mare negli occhi- risponde di rimando. –comunque grazie.-
Posso confermare che si può colloquiare con i sorrisi in qualche modo, soprattutto se uno di questi fa morire dentro solo vedendolo da lontano.
Pochi passi dopo mi fermo, mi piego e mi tolgo le scarpe con l’enorme tacco che mi aveva costretto a mettere Beth.
-scusami, ma non resisto più di tre ore su questi trampoli- afferro le scarpe dal cinturino –non ti dispiace
vero?.-
-no figurati, almeno ora sono più alto io- continua ridendo. Gli faccio solo una smorfia non sapendo come proseguire.
-fermiamoci non ne posso più-dico ad un certo punto mettendomi seduta in mezzo al prato.
-aggiungiamo pigra alla lista-
-estremamente pigra- concludo.
Si siede accanto a me, stendendosi all’indietro sui gomiti. Faccio la stessa cosa per non rimanere troppo avanti.
-come mai sei a questo matrimonio?- mi domanda.
-per colpa di due persone che hanno deciso di condannarsi a vita col matrimonio- rispondo con un sorriso ironico sul volto.
-altra nota: non ti piacciono i matrimoni- fa finta di scrivere su un taccuino immaginario.
-già.. si può stare felicemente insieme anche senza sposarsi- continuo la spiegazione non calcolando il fatto che probabilmente non gliene importava nulla.
-secondo me invece dovresti vivere l’esperienza per poi dirlo..- si mostra stranamente interessato –è probabile che una volta che ti sposi stai bene e non ti senti così vincolato.. dipende molto dal carattere delle persone, per esempio la gelosia.-
-aggiungi che sono troppo gelosa.- rido e lui fa finta nuovamente di scrivere.
-un po’ di gelosia è piacevole per un ragazzo.-
-se cominciassi ad essere gelosa di te non lo penseresti più- cosa? diamine Zoe pensa prima di parlare! Ricordi cosa diceva la maestra Abbie? Conta sempre fino a dieci per rifletterci meglio. In diciassette anni non ho mai seguito quel consiglio, quindi non mi sorprendo se ancora non ho imparato la lezione.
Faccio un sospiro per poi abbassare la testa per l’imbarazzo, mentre sento lui fare una risatina.
-non fare caso a me, sono un soggetto particolare se non si fosse capito-  cerco di giustificarmi senza sembrare più ridicola del previsto.
-no, sei adorabile- afferma con tono dolce.
Lentamente tende la mano rimanendo con il peso su un solo braccio, mi scosta dalla fronte una ciocca leggermente mossa dopo la piastra della mattina. Al contatto con la sua mano sento un brivido , ma in ogni caso non mi allontano. Così continua a lisciarmi la parte di capelli sulla frangia per poi portarli dietro la spalla, dove ho la voglia a forma di un ipotetico cuore.
I muscoli totalmente immobilizzati. Lentamente Harry si avvicina verso di me poggiando una mano sotto al mio mento per fare in modo che non mi allontanassi. Fisso la sua bocca per scrutare ogni suo singolo movimento, poi passo agli occhi nel momento in cui lui fa lo scambio e comincia a fissare le mie labbra.
-Zoe! Avanti corri che andiamo via!!- perché? Una domanda e voglio anche una risposta.
Mi scanso con gli occhi chiusi come se mi stessi scusando al posto di mia madre.
-mi dai il tuo numero?- mi chiede per rimediare.
-solo se mi prometti che proverai almeno ad andare ad xfactor- lo vedo fare una faccia scoraggiata. Avvicino il suo viso al mio mettendo una mano sulla guancia, lasciandogli un bacio sull’altra. Prendo il cellulare che aveva in mano e segno il mio numero.
-ti toccherà firmarti sotto al messaggio, il tuo numero non ce l’ho.- concludo ridendo e scompigliandogli i ricci. Mi alzo e dopo essermi rimessa i tacchi torno dai miei.
Cinque minuti dopo:
< aggiungiamo anche che sei una ragazza libera domani sera? Sai vorrei scrivere altre cose sul taccuino immaginario. Harry x. >
 






Questa os non ha un motivo preciso in realtà.
semplicemente pensavo ad Harry quando era picccolo e qualche video ha contribuito a darmi questa idea lol
spero che non faccia schifo HAHHAHAH
in ogni modo ci terrei a sapere cosa ne pensate quindi vi PREGO PREGO PREGO di recensire pleeeeeeeeeeeease *occhi dolci*
andiamo, potete scrivere anche una cavolata basta che mi dite cosa ne pensate cc:
come ultima cosa passate all'altra mia storia se vi va c: (are we friends or are we more?)
buoooooooona serata/giornata a tutti :3
-giorgia
 
 
 

 
 
  
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