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Autore: imperfectjosie    16/08/2013    4 recensioni
« DEAN! Guardami! » strepitò infine, piantando gli occhi sulla schiena del maggiore.
Lentamente, il cacciatore si spostò per facilitare al corpo il compito di voltarsi. E ciò che vide, gli spezzò il cuore. Per anni aveva cercato di fare finta di nulla, un bravo fratellone maggiore che lecca le ferite del più piccolo, sistemandoselo sotto l'ala di protezione un po' imposta dal padre, un po' crescente dentro di lui. Perchè Dean amava suo fratello. E anche Sam lo amava. Lo amava davvero.

|Sam/Dean| {Wincest!}
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: OOC | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione
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Fandom: Supernatural
Pairing: Sam/Dean - Wincest
Rating: Giallo
Warning: Incesto
Note: Allora, mi mancava una Sam/Dean, così ho pensato di scriverla in attesa di pubblicare il nuovo capitolo della mia long fic :) Mi piace il Wincest, trovo che Dean sia molto protettivo nei confronti del fratello, quasi maniacale. Era ovvio che i fans cominciassero a fantasticarci su :D Che dire? Spero vi piaccia. Sentitevi liberi di commentare, criticare, adulare... qualsiasi cosa! PS: Se non vi piace il tema dell'incesto, non avventuratevi nella lettura. Gli insulti non verranno accettati.
 

God knows we're worth it.




« Non pensi di stare esagerando? »
Lo sguardo di Sam era rivolto verso la figura del fratello, a pochi passi da lui, intenta a fissare il muro solo per il bisogno compulsivo di dargli le spalle.
« No, Sammy. Non sto esagerando. E adesso vorrei dormire almeno un paio d'ore »
Il tono stanco della voce dava al minore la sensazione che Dean non volesse affatto riparlare di quello che era successo la notte prima. Ma a suo avviso, Sam invece voleva delle risposte. Voleva capire i motivi che spinsero un uomo come suo fratello, a fare quello che aveva fatto. Voleva sapere. Ne aveva il diritto.
« Tu pensi davvero che andrà a finire così? Non ne riparliamo mai più e ciao ciao, fratelli come prima? » 
L'ultima parola gli uscì con troppa enfasi, era chiaro che si stava alterando.
« DEAN! Guardami! » strepitò infine, piantando gli occhi sulla schiena del maggiore. 
Lentamente, il cacciatore si spostò per facilitare al corpo il compito di voltarsi. E ciò che vide, gli spezzò il cuore. Per anni aveva cercato di fare finta di nulla, un bravo fratellone maggiore che lecca le ferite del più piccolo, sistemandoselo sotto l'ala di protezione un po' imposta dal padre, un po' crescente dentro di lui. Perchè Dean amava suo fratello. E anche Sam lo amava. Lo amava davvero.
« Per favore » supplicò il minore, guardandolo con gli occhi di chi aveva appena perso tutto. 
« Non posso Sam, non è... naturale » sputò, arricciando il naso in segno di disgusto.
Il problema era che nonostante fosse chiaro al mondo, Dean ancora vacillava. Quando lo osservava dormire, quando ancora gli tagliava i bordi del toast, quando dopo una caccia si curava di massaggiargli le parti contuse. Toccava quel corpo in silenzio, sperando che Sammy non si accorgesse minimamente di come in realtà le sue mani tremassero.
« Naturale? » rise isterico « Te lo dico io cosa non è naturale » continuò poi, avanzando nella sua direzione e spingendo il fratello ad indietreggiare per evitarlo. 
« Non è naturale che due fratelli si bacino in quel modo, non è naturale sentire le rispettive erezioni premere contro la coscia, non è affatto naturale Dean, ma per niente, che io mi sia innamorato di te. » terminò stanco, mentre la voce iniziava a spegnersi lentamente.
Sam non aveva più la forza di combattere. Perciò quella notte, nel Motel forse più osceno che ebbero mai avuto la fortuna di visitare, si arrese.
Il maggiore lo osservava con occhi lucidi. Non poteva fare nulla, non poteva di certo illuderlo. Durante tutta la sua vita aveva illuso una moltitudine di donne, ma mai lo avrebbe fatto con suo fratello, mai lo avrebbe ferito in quel modo così meschino e vigliacco.
« Sammy »
« Dean, per favore. Vieni qui. Vieni di nuovo qui. » lo supplicò, allargando le braccia nella sua direzione.
Subito si guardò intorno, indeciso sul da farsi. Lui per primo aveva il bisogno assoluto di stringere quel corpo tra le braccia, probabilmente con la prospettiva futura di non lasciarlo mai andare. Ma Dean era troppo orgoglioso per accettare quella condizione. Troppo preoccupato di ciò che gli altri potevano pensare e, dopo la certezza che lassù c'era effettivamente qualcosa, troppo spaventato anche del giudizio divino. Detestava sentirsi così, detestava fingere che lui non fosse legato, detestava addirittura mentire a Sam. Ma doveva farlo, per il bene di entrambi.
« Io vengo lì Sammy, ma tu stai buono » lo ammonì, avanzando di qualche passo.
Il minore capì subito il significato di quelle parole e si morse il labbro.
« D'accordo » concesse, mesto.
« Sam dico davvero »
Dean conosceva il suo fratellino ed ebbe l'impulso di ribadire il concetto. Sam sorrise ironico. Oh, aveva imparato bene dal maggiore!
« Sei assolutamente- »
« Adorabile, sì lo so » si complimentò con se stesso, annuendo vigorosamente.
Dean storse il naso, roteando gli occhi al cielo. Che piccolo bastardo presuntuoso! 
Bastò poco e i due corpi si toccarono. Sam allargò le braccia per fasciare tutto il torace del maggiore, mentre Dean stava cercando di fare appello al suo self-control per non esplodere. Il fratellino odorava di buono. Cose dolci, casa, famiglia. Amore. Si morse a sangue un labbro.
« Dean? » azzardò, timoroso. La faccia completamente scomparsa dentro l'incavo della sua spalla.
Si domandò se anche lui stesse assaporando il suo odore. Chiedendosi poi che profumo avrebbe potuto mai offrirgli in cambio. Dean sapeva di non vantare una fragranza troppo delicata. Parecchie donne glielo fecero notare nel corso della sua carriera amoroso-sessuale. Una addirittura, dopo aver condiviso il letto per una notte, gli disse chiaramente quanto avrebbe gradito un profumo più delicato. 
« Dean? » lo apostrofò nuovamente, con più decisione.
« Scusa. Cosa c'è, Sammy? »
Si era distratto e sperò con tutto il cuore che suo fratello non lo avesse notato.
Avrebbe voluto di certo fare qualcosa, invece se ne stava lì, fasciato dal corpo del minore, godendo contro ogni legge naturale del suo calore e bramando, nel silenzio più assordante, di più.
« Dean, ce l'hai duro » commentò divertito, sghignazzando.
Stava gongolando felice, Sam non aspettava altro. Quel qualcosa che potesse smentire le parole del fratello. Che potesse dargli speranza. Ed eccolo lì, tra la stoffa dei jeans scuri, direttamente sulla sua coscia destra. Che meraviglia!
- Maledizione - fu tutto quello che riuscì a formulare, avendo cura di spegnere la voce.
« Non è come pensi. Mi stavo ricordando di una notte, e... »
« Sì, d'accordo. Come vuoi tu »
Sam sapeva che stava mentendo, ma decise di non scavare oltre. Dean aveva un modo tutto suo di elaborare le cose e al piccolo Winchester quell'inizio andava più che bene. Ci sarebbe voluto del tempo, ma sapeva che non lo avrebbe perso.
« Sammy, non stringermi così forte, ho la spalla ancora a puttane da ieri »
Fu l'esclamazione sofferente del biondo. Il fratellino era un vero gigante! Un gigante buono. E bello. Incredibilmente bello. 
« Sam, cosa- »
Sarebbe di certo riuscito a fermarlo, se solo se ne fosse accorto prima, ma era troppo preso a commentare ciò che Madre Natura aveva donato con tanta generosità al suo stesso sangue. Le labbra del più piccolo si fecero strada sulla bocca di Dean, che ad occhi spalancati cercava di evitarlo, provando in tutti i modi a toglierselo di dosso. Era sbagliato, era dannatamente sbagliato, era... indescrivibile. Non ci volle molto perchè l'impalcatura di buoni propositi, nella testa del biondo, crollasse. Quando anche l'ultimo mattone immaginario toccò il suolo dei suoi pensieri, la mente di Dean era sgombra, finalmente libera di lasciarsi andare. Fu così che accettò la muta richiesta di Sam. Aprì la bocca, lasciando che la lingua del fratello potesse farsi strada. La sentì trovare la sua e fu lì che si aprirono le danze. Dean perse il controllo. Con una spinta al centro esatto del torace, mando Sam a cozzare contro il muro, imprigionandolo subito dopo con il suo corpo. Lo baciò di nuovo. Con più passione, con più voglia repressa, con più rabbia. Verso se stesso, verso i pensieri impuri e dannatamente immorali partoriti ogni volta che lo vedeva avviarsi a petto nudo verso la doccia del bagno. Sam accettò ogni carezza, ogni gemito strozzato che andava a morire sulle sue labbra. Il suo pensiero primario era quello di avercela fatta. Dean aveva ceduto.
« Cosa fai? » domandò confuso e anche preoccupato.
Suo fratello si era staccato e Sam lo conosceva abbastanza bene, da sapere in anticipo che non sarebbe stato un bel prologo. Infatti lo vide passarsi le mani sulla bocca, nervoso e colpevole. 
« Dean, calmati. Non hai fatto nulla di male »
« Sam, non ci provare nemmeno a rifilarmi queste puttanate psicoterapeutiche o te lo giuro, ti do un pugno »
Lo minacciò, alzando il braccio con le dita della mano chiuse sul suo palmo. Sam stese le labbra in una smorfia rassegnata. Era ovvio che non sarebbe mai cambiato. Così colmò la distanza che aveva messo e gli si avvicino, prendendogli la mano, per abbasargliela sui fianchi.
« La devi smettere di tormentarti. Che cosa c'è di sbagliato in due persone che si amano? »
A Dean uscì il gemito di una risata sarcastica. La situazione era talmente assurda e suo fratello così cieco in proposito, che non riuscì proprio a controllarsi.
« Sammy non posso, io non- »
« Dio sa che ne valiamo la pena. Lui lo sa »
Lo interruppe, fissandolo con occhi lucidi e supplicanti.
« Dean, vieni qui. » lo implorò. 
Sarebbe dovuto scappare, lontano da lui, da quel rapporto malato. Lo stava avvelenando, Sam stava vendendo involontariamente la sua anima al Diavolo. E anche lui. 
Perciò non seppe dire cosa lo mosse verso il corpo di Sam. E di certo avrebbe potuto elencare su di una dannata pergamena tutti i motivi per i quali non avrebbe dovuto farlo. Non avrebbero potuto nascondere una cosa di quella portata. A nessuno. Per non parlare di Cass, poi. A quei pensieri, un brivido lungo la spina dorsale lo colse. Tuttavia raggiunse le braccia di Sam, andando a sbattere contro il suo petto.
« Insieme ce la faremo, Dean. Vedrai... insieme- »
Si fermò perchè sentì chiaramente suo fratello piangere. Mai nella sua vita avrebbe pensato di poter assistere a quell'avvenimento.
« Dean » il tono dolce e sconvolto di chi aveva appena visto, per la prima volta, qualcosa di impossibile e a tratti meraviglioso.
« Sono a pezzi Sam. Io non so cosa fare. Mi sento legato, come se ci fosse una forza a trascinarmi lontano. Ho paura, non posso farti questo. Cristo, lo vedi come sono nei rapporti? Io spezzo cuori, scappo, sparisco, colleziono conquiste. Non posso fare questo a mio fratello » terminò, accennando un grido strozzato sull'ultima parola.
Sam non avrebbe mai pensato che potesse sentirsi così. Lo vedeva forte, fiero e coraggioso. Fin da bambini lo aveva preso e ne aveva fatto il suo modello di vita personale. Così si abbassò per osservarlo. Le lentiggini giocavano con la luce del comò, regalandogli un'aria innocente ed infantile che non aveva mai posseduto. Perchè, per colpa sua, era cresciuto troppo in fretta.
« Dean io so come sei, pensi che se non lo sapessi, se pensassi davvero di te tutto quello che ti sei appena detto, mi sarei innamorato del mio stesso fratello? Hai idea di quanti anni ci ho messo per provare a soffocare queste sensazioni? Quanti pianti, quanti rapporti sessuali forzati, per evitare di pensarti? Di sperare che sopra di me ci fossi tu. Ma adesso basta. Adesso voglio fare quello che voglio, voglio amare chi voglio. E se sei tu, mi va benissimo. Non è una cosa che ho scelto, non ci posso fare niente. Io posso- » azzardò, osservando due iridi verdi spalancate di confusione. « Posso solo amarti. Amarti forte e dimostrarti che non siamo sbagliati, non perchè lo dice la società e un Dio che ancora non si è fatto neppure vedere. » finì, deciso e ansimante d'emozione.
« Sammy? »
« Cosa c'è, fratellone? » domandò, amorevole.
« Chi ti ha dato quel pugno? » chiese, indicando con un cenno del capo il suo occhio sinistro. « Lo faccio a pezzi » concluse poi, aprendosi in un sorriso di sfida, ironico e decisamente adorabile.
Sam rise tra le poche lacrime cadute, abbracciandolo forte.
« SAMMY! LA SPALLA, AHHH MALEDIZIONE! SAAAAM »
Ovviamente il grido di dolore non tardò ad arrivare. Dean si piegò in avanti, strizzando gli occhi e arricciando le labbra in una smorfia di ironica sofferenza.
Ma il piccolo Winchester aveva letto talmente bene tra le righe di quella frase - agli occhi di chiunque altro priva di logica e di certo non inerente al monologo che la precedeva - da non riuscire a sentire nulla che non fosse un chiaro e forte "Ti amo anche io Sammy, non vado da nessuna parte, insieme ne usciremo fuori. Insieme."



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