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Autore: Seki    16/08/2013    4 recensioni
-Ho sentito che un Monster Tamer di nome Tsuna si sta dirigendo qui...-
Il suo tono suonò divertito, ma all'udito sviluppato dell'altro non sfuggì la nota preoccupata che si nascondeva nel fondo.
-Lo morderò a morte.-
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dino Cavallone, Kyoya Hibari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A Prayer fos a Vampire

La notte era scesa sul villaggio Namimori.

Tutto era tranquillo, un gufo emise il suo cupo richiamo e, dall’altra parte del paese, un suo simile spiccava il volo. Gli abitanti dormivano tranquilli, al sicuro nei propri letti, protetti dalle mura delle loro case.

In lontananza si udirono i rintocchi del grande orologio posto sul campanile della chiesa.

Ma non tutto dormiva, al calar delle tenebre.

Qualcosa si svegliava, affamata, ed era un’ombra pericolosa quella che si spostava da un tetto all’altro, con balzi felini, perfetti per velocità e atterraggio.

La figura, avvolta da n lungo mantello nero, il volto celato da un cappuccio, si fermò qualche secondo per osservare che tutto fosse tranquillo come ogni notte, e come ogni notte sorrise appena, soddisfatto dal constatare che era ancora tutto come lui desiderava che fosse.

Proteggere quel luogo da qualsiasi forma di disturbo –umana o meno; benigna o maligna- era, dopotutto, il suo compito principale.

Una volta terminato il suo incarico, però, la nera figura non fece ritorno alla sua dimora: quel grande castello che gli abitanti della zona avevano imparato ad evitare, anche per quella notte sarebbe rimasto vuoto.

Si diresse, invece, verso la grande chiesa, ai confini del villaggio.

In pochi istanti si ritrovò davanti al portone principale che sapeva essere aperto, perché sapeva di essere atteso.

Non appena varcò la soglia di quel luogo sacro, un senso di calma lo avvolse.

Quel posto, in qualche modo, gli piaceva: le alte vetrate, intrappolate in intricati arabeschi, lasciavano entrare i raggi della luna, che colpendo i vetri colorati di uno splendido viola, si tingevano della stessa tonalità, andando ad illuminare l’intero luogo con quella luce tanto spettrale quanto magica.

Incurante ci profanare la sacralità della chiesa, la figura si avvicinò all’altare, mentre lo sguardo vagava in ogni direzione, destra e sinistra, alla ricerca di qualcosa, poi, con un movimento fluido, si sedette esattamente al centro del tavolo in marmo.

E attese.

-Sei in anticipo!-

Una voce allegra lo raggiunse, ma lui non si scompose.

-No. Tu sei in ritardo.-

Il tno freddo non scoraggiò il nuovo arrivato che liberò una risata, avvicinandosi a lui.

Era un giovane uomo dai capelli color del grano e gli occhi nocciola, dal sorriso caldo e lo sguardo dolce. Indossava una lunga tunica nera, bardata con effigi che lo riconoscevano con un membro della Chiesa.

-È sorprendente come uno della tua specie possa sentirsi al sicuro qui dentro, Hibarin-

Mentre parlava, la sua mano corse ad abbassare il cappuccio che ancora nascondeva il viso dell’altro, rivelando il volto di un giovane dai capelli neri.

Il ragazzo si voltò a guardare negli occhi l’uomo, fulminandolo con le sue iridi di ghiaccio.

-Chiudi quella stupida bocca, Dino.-

Quando parlò, Dino poté vedere i suoi canini allungati fare appena capolino da sotto le labbra sottili, ricordandogli per l’ennesima volta che colui che gli sedeva accanto non era un ragazzo qualsiasi, ma Hibarin, il terribile vampiro che infestava il loro villaggio da sempre.

Tuttavia non poté esimersi dal sorridergli.

-Ho sentito che un Monster Tamer di nome Tsuna si sta dirigendo qui...-

Il suo tono suonò divertito, ma all'udito sviluppato dell'altro non sfuggì la nota preoccupata che si nascondeva nel fondo.

-Lo morderò a morte.-

Dino rise, Hibarin sbuffò. Il silenzio tornò ad avvolgerli subito dopo, come una calda ed accogliente coperta, per niente fastidiosa.

Stavano bene entrambi, seduti su quell’altare, avvolti da quella strana luce violacea, godendosi l’uno la presenza dell’altro.

Stavano bene, ma era troppo pericoloso ammetterlo ad alta voce.

Troppe complicazioni sarebbero sorte anche se il giovane non fosse stato un vampiro, ma un semplice umano…era decisamente meglio continuare a fingere che non ci fosse nulla.

Il govane prete deglutì a fatica.

-Hai…?

-No.-

Hibarin non gli lasciò il tempo di finire la frase, sicuro di quello che gli stava per chiedere, ma, d’altro canto, Dino non gli lasciò il tempo di aggiungere nulla, che già si stava slacciando il colletto della tunica, in un chiaro invito.

Il vampiro lo guardò infastidito.

-No…-

Ridabì, ma non per un mero gesto di gentilezza o compassione verso l’altro. Era qualcosa che aveva a che fare maggiormente con il senso di dipendenza che lo avrebbe colto dopo e che lo avrebbe condannato a bere sempre e solo il sangue di quello stupido erbivoro biondo. Per sempre.

-Hibarin…-

Ma lui ancora non si mosse, ostinatamente fermo nella sua decisione.

Dino gli sorrise gentile.

Sapeva perfettamente il motivo per cui si rifiutava di farlo, ma era esattamente per quello che voleva assolutamente che lo facesse.

Lentamente gli sfiorò una guancia, in una pallida imitazione di una carezza.

-Fallo.-

E il vampiro cedette, o forse non aveva mai voluto resistere veramente.

Piano, non ancora del tutto certo di quello che stava per fare, si avvicinò al collo dell’altro, poggiandovi delicatamente le labbra.

Il profumo di Dino lo investì. L’uomo sapeva di sole, di calore e di vita; sapeva di caramello e di miele; di mare e di cielo; aveva mille odori diversi che si mischiavano tra loro, andando a creare una fragranza forte e dolce allo stesso tempo, che era un po’ come l’essenza stessa dell’anima di lui.

Poi lo morse, forte e crudele, senza pietà, con gusto.

Ma Dino non urlò, limitandosi a stringerlo di più a se, inclinando appena la testa di lato, in un invito ad andare più a fondo che venne accolto con spietato entusiasmo.

E poteva sentirlo perfettamente, Hibarin, il sangue di lui scorrere nel suo corpo, mischiandosi intimamente con la sua di essenza, scuotendolo nel profondo, saziandolo come nient’altro prima d’ora.

E sapeva che era un peccato, una maledizione, ma, pur di sentirsi così completo ancora una volta, era disposto a dannarsi più di quanto non fosse già

Così, sotto quelle vetrate dal fascino antico, Hibarin firmò la sua condanna, sicuro che Dino sarebbe rimasto con lui anche in questo.

 

 

 

 
°Blabla vari°
Salve!
Sono di nuovo qui XD Sono fortemente convinta che prima o poi arriverete ad odiarmi, ma fa nulla…
Nuova D18 basta sull’AU Monster Tamer Tsuna! Erano secoli che volevo scrivere di Hibari vampiro XD
Poi, chiariamo una cosa…Dino prete: ma esiste davvero! C’è un’immagine ufficiale! È la cosa più bella del mondo XD 
Ammiratelo: http://i.imgur.com/63Q18FD.jpg
Detto ciò credo che io debba andare a rinchiudermi in un manicomio.
Vi amo tutti!

Un bacio, Seki
   
 
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