Let me love you
(1)

 Grace Evans era una di quelle ragazze coscienziose, educate e composte. Quella che due giorni prima di un test importante si buttava a capofitto nei libri o alzava sempre la mano quando la professoressa poneva delle domande alla classe. Non aveva mai risposto in modo sgarbato ai suoi genitori, chiedeva il permesso per uscire e rispettava il coprifuoco, sebbene ritirarsi alle nove fosse un po’ presto. Insomma, era la figlia perfetta. Le sue due migliori amiche, Kimberly e Natalie,non potevano essere diverse da lei. Infatti venivano entrambe da famiglie facoltose e non uscivano di casa se non avevano indosso almeno un capo firmato. Quel giovedì mattina, Grace stava spazzolando la lunga chioma dorata davanti allo specchio, storcendo il naso di tanto in tanto quando col pettine incappava in un nodo. Quando riuscì a districarli, sorrise al proprio riflesso e uscì dal bagno. Con tutta calma si recò in cucina, prese posto a capotavola e spalmò accuratamente la marmellata su una fetta biscottata mentre sentiva i coniugi Evans parlottare fittamente tra loro. Avrebbe scommesso la sua collezione di dischi degli anni ottanta che stessero discutendo su quanto fossero rozzi e incivili i Malik; Caroline, sua madre, aveva avuto da ridere perfino sul comportamento del cane dato che aveva lasciato un ricordino davanti alla loro abitazione, sul prato perfettamente verde e curato. Versò una generosa miscela ambrata di the nella tazza e bevve velocemente, costatando che non mancavano nemmeno dieci minuti alle otto. Scoccò due baci sulle guance dei rispettivi signor e signora Evans e raccattò la borsa dall’ingresso, spalancando l’uscio,non prima di averli salutati con un piccolo sorriso e un “ci vediamo oggi”. Come purtroppo aveva previsto, esattamente davanti al cancello in ferro battuto della London High School, Zayn Malik stava fumando una sigaretta. Aveva il solito atteggiamento beffardo che a Grace proprio non andava giù. Stranamente e non sapeva se esserne sollevata o meno, la solita combriccola che si portava dietro doveva ancora arrivare e lui era solo, circondato solamente da piccole scie di fumo. Abbassò il capo e velocizzò il passo, decisa ad ignorarlo. Purtroppo il ragazzo non era del suo stesso avviso e le sbarrò la strada, facendola sussultare. Non era mai stata così vicina al moro. Riusciva a sentire un aroma di tabacco misto a qualcosa che le ricordava vagamente il miele e nonostante stesse cercando con tutta se stessa di ignorare le mille sensazioni che l’avevano trapassata da parte a parte con quella lieve vicinanza, non poteva fingere di aver provato l’inspiegabile impulso di azzerare ancora quelle precarie distanze per assaporare a pieno il suo profumo. Era così buono. Inoltre i suoi occhi avorio la mettevano in una mostruosa soggezione e quando li assottigliava le ricordavano l’oro liquido. Ritornò in se quando il ragazzo mise su un sorrisetto sghembo che le procurò quel fastidio che provava ogni volta che lo vedeva su quel viso perfetto. Non riusciva a capire perché doveva atteggiare le labbra in quella smorfia e si rese conto che non aveva mai visto davvero il suo sorriso. Non quello di scherno che le rivolgeva solitamente, ne quello malizioso che sfoderava quando voleva flirtare. Uno vero,sincero. Non si era mai soffermata più di tanto,però ora che ne aveva l’occasione, Grace pensò che forse non aveva mai avuto un motivo valido per farlo e inspiegabilmente quella consapevolezza la rattristò. Perché non lo aveva mai notato? Forse sarebbero potuti diventare amici; in fondo non era un idea tanto malvagia, frequentavano da tre anni gli stessi corsi ed erano vicini di casa «Miss perfezione in ritardo di un minuto, cosa è successo?» le chiese, sarcastico, senza perdere il ghigno sulle labbra piene. Come non detto. In fondo era pur sempre Zayn Malik, il suo completo opposto, con una vita e bisogni totalmente differenti dai suoi. Lo superò con una spallata e puntò dritta alle scale. In tutti quegli anni con cui aveva avuto a che fare con lui, aveva imparato che la miglior arma che poteva usare era l’indifferenza. E Grace Evans era dannatamente brava in questo, come d’altronde lo era in quasi tutto. Quasi perché era sempre stata una frana nei rapporti umani.