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Autore: Gio318    22/02/2008    1 recensioni
[fanfiction sul telefilm 24] Jack Bauer deve prendere una scelta... e lo farà improvvisamente, seguendo il suo cuore.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! voglio ricordare che è solo una one-shot... i personaggi non mi appartengono (ad eccezione di Jenny Duquennen, frutto della mia fantasia)commentate in molti! ^^

A change is coming


Erano un po’ di settimane che Jack Bauer si comportava in modo strano.
Assente, menefreghista, scontroso.
Precisamente da quando c’era stato quel piccolo “scontro” con Jennifer Duquennen, la figlia di Bill.

Jennifer camminava per i sotterranei del C.T.U. aveva appena finito di compilare il rapporto sul caso Logan. Finalmente il presidente aveva avuto quello che si meritava. Bierko era morto e Henderson era entrato nel programma di protezione testimoni grazie a lei e Jack. Le era difficile ammetterlo, ma Jack le piaceva da morire.
Quando rideva, quando era triste. Un paio di volte lo aveva visto dormire con la testa appoggiata sulla scrivania. Si era fermata a guardarlo, fino a che suo padre non l’aveva sorpresa.

“Che stai facendo?”
“Niente, papà”
“Lo sai che Jack sta con Audrey”
“Dovrebbe importarmi?”
“A giudicare dal tuo sguardo… si. Ma stai attenta: Jack è off limits, ed è un tuo collega”
“ok…”

Erano passate un paio di settimane. E ora lei cercava di evitarlo più che poteva. Veniva spesso nei sotterranei.
Non c’era mai nessuno.
Continuando a rimuginare su Jack e su quello che era successo con il padre, non si accorse che qualcuno le veniva incontro. Lei camminava a testa bassa. La mano che accarezzava distrattamente la pistola nella fondina. In mano il distintivo. Si, aveva pensato a un trasferimento. Magari avrebbe potuto fare il profiler a Quantico.

“Jennifer…”

Si, sarebbe stato meglio così, senza Jack. Le dispiaceva da morire, anche per suo padre, ma con la scusa della carriera sarebbe riuscita a trasferirsi abbastanza lontano. Magari sarebbe tornata a trovarli, ogni tanto…

“jenny…”

Un paio di occhi castani incuriositi la fissavano. Il suo cuore saltò un battito.

“Jack…”
“tutto ok?”
“si…”
“sembra che mi eviti”
“non… non è vero”

Sembrava le leggesse dentro, perché scosse la testa, ma sorridendo.

“si che è vero”

Le posò una mano sulla spalla. Lei la tolse, dolcemente.
La strinse.

“Audrey ti aspetta di sopra”
“Audrey è andata via”
“raggiungila”
“non posso”
“perché?”
“perché non voglio perderti”

Lei spalancò gli occhi.

“jack… ma che…”
“no, fammi finire… io… io credo di essermi innamorato di te, anzi ne sono sicuro. Non posso fare a meno di vederti sorridere, di sentire la tua voce, di vederti sbucare dietro un angolo. Ti amo quando hai freddo e fuori ci sono 30 gradi. Ti amo quando ci metti un'ora per ordinare un sandwich. Amo la ruga che ti viene qui quando mi guardi come se fossi pazzo. Mi piace che dopo una giornata con te, sento ancora il tuo profumo sui miei golf. E sono felice che tu sia l'ultima persona con cui chiacchiero prima di addormentarmi la sera. E non è perchè mi sento solo, e non è perchè è la notte di Capodanno. Sono venuto stasera perché quando ti accorgi che vuoi passare il resto della tua vita con qualcuno, vuoi che il resto della tua vita inizi il più presto possibile.”
“Harry ti presento Sally”
“so che è di un film, ma rispecchia esattamente quello che provo per te” sorrise “anche se non è Capodanno”
“Jack…”
“Shhht”

Si avvicinò a lei. Le poggiò le mani sui fianchi e la guardò negli occhi. Lentamente iniziò ad avvicinarsi al suo viso. Quando poteva contarle le sopracciglia si fermò e la guardò. Dio, quanto era bella. I suoi occhi azzurri lo fissavano. Lui si avvicinò ancora e finalmente la baciò.

“j…jack...”

Si voltarono entrambi. Inorridirono.

“p…papà…”
“audrey…”

La donna aveva le lacrime agli occhi. Si voltò e corse via. Bill fece un cenno a Jack che, a malincuore, inseguì Audrey. Bill non disse niente alla figlia, si limitò semplicemente a guardarla con disappunto, ma poi sorrise.

“state bene insieme”

E, davanti a una Jennifer sbalordita, se ne andò.
Sono passati 2 mesi da quel giorno. Jennifer e Jack non si sono più parlati. Tutti hanno fatto in modo che non riuscissero a rimanere soli insieme. Jack camminava per i corridoi del C.T.U. era tardi e quasi tutti se ne erano andati a parte lui, Bill, Jenny e Chloe. Stava andando a casa. Chloe stava ancora lavorando con Bill e Jenny si era presa una pausa per un caffè. Lei si stava dirigendo verso la break room. Lui verso gli ascensori. Si guardarono. Jack pensò che sarebbe stato da maleducati non salutarla.

“ciao.”
“oh! Ciao!”

Si oltrepassarono. Poi lei si girò.

“jack…”
“si?”
“sei strano…”
“non è vero”
“si. Sei cambiato… perché?”
“io e Audrey ci sposiamo”

Eccola, arrivò come una doccia gelata. Le tremarono le gambe.

“c…cosa?”
“domenica prossima… l’invito è sulla tua scrivania da un paio di settimane”
“oh io non…”
“Non lo hai letto…”
“Già…”
“beh… ti aspettiamo”
“o..ok…”

I giorni trascorrevano veloci. Jennifer aveva segnato con una x la fatidica domenica sul calendario. Venerdì sera ricevette una telefonata.

“si, Duquennen”
“sono Audrey”
-fantastico… che vorrà la gallinella?-
“ciao… dimmi pure…”
“senti… lo so che ti sembrerà strano che lo chieda a te, ma la mia damigella ha avuto un incidente e ora è in ospedale, quindi… ecco ho pensato che potevi sostituirla tu, se ti va ovviamente…”
-no dico ma lo fa apposta? È la reincarnazione del diavolo…-
“certo Audrey, va benissimo…”
“beh… allora… hai la 42, giusto?”
“ehm… si”
“ok allora il fattorino ti porterà tutto quando sabato sera”
“oh… bene…”
“jenny…”
“si?”
“grazie”
“di nulla, Audrey. A domenica”

Attaccò. Salì in ufficio e mormorò qualche debole scusa al padre, tipo che non si sentiva bene e poi andò a casa. Sabato non venne in ufficio, prese la giornata libera. Era sul divano. Leggeva un libro, quando all’improvviso si addormentò.
Si svegliò domenica mattina, intorno alle 6 e 30. Realizzò di trovarsi in casa e poi, poco a poco, che era domenica. Mormorando qualche maledizione contro un possibile Dio lassù andò a farsi la doccia e a prepararsi per il matrimonio.
Alle 10.00 era in chiesa. Entrò dopo che tutti gli ospiti si sedettero. Fu la prima ad arrivare accanto all’altare. Pochi minuti dopo arrivò Jack, con Curtis come testimone. Si incantarono a guardarla. Jenny era davvero bellissima. Quel vestito rosa chiaro le faceva risaltare la carnagione leggermente abbronzata. I capelli raccolti in un elegante chignon con un ciuffo mosso che scendeva di lato. Quella stoffa che le cingeva dolcemente la vita, come un abbraccio. Poco dopo arrivò Audrey, nel consueto abito bianco.

“siamo qui riuniti oggi per unire in matrimonio Audrey e Jack, due persone che si amano e…”

Jenny era lì. A qualche passo da Jack. Lui si stava allontanando sempre di più. Era quasi diventato come un puntino lontanissimo, impossibile da raggiungere.

“e quindi, Audrey…Vuoi prendere il qui presente Jack come tuo legittimo sposo, per amarlo e onorarlo in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finchè morte non vi separi?”
“si, lo voglio”
“e tu, Jack, vuoi prendere la qui prendere la qui presente Audrey come tuo legittimo sposo, per amarlo e onorarlo in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finchè morte non vi separi?”
“…”

Silenzio tombale. Era stata Audrey a chiedere a Jack di sposarlo. Era praticamente stato costretto ad accettare. Lui abbassò lo sguardo. Sentì quello dei presenti su di sé.
Poi, dei passi. Che si allontavano.
Jenny stava correndo fuori dalla chiesa. Piangeva. Aveva lasciato cadere il bouquet a terra e stava correndo verso le porte aperte. Uscì. Jack guardò Audrey, poi il prete, poi Bill e infine Curtis. Bill e Curtis annuirono e Audrey sgranava gli occhi.

“scusa Audrey, perdonami”

E corse fuori dalla chiesa. Trovò jenny giù dalle gradinate. Appoggiata a un pilastro. Le andò davanti.

“avete già finito?”
“non abbiamo mai iniziato”

Lei alzò lo sguardo, il volto rigato di lacrime.

“sei cambiato, Jack”
“lo so”
“perché?”
“perché non mi hai più baciato”
“ma…”
“voglio che mi baci tutti i giorni, Jenny”
“devi sposare Audrey. Ti aspetta”
“non voglio sposare Audrey”
“no?”
“no. Voglio sposare te.”



  
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