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Autore: Evazick    16/08/2013    1 recensioni
La osservò come si guarda per la prima volta qualcuno che si conosce da sempre e che si è suicidato sotto un tiglio da pochi mesi, con stupore, malinconica rassegnazione e frustrazione. Aveva chiazze di sangue tra i capelli rossi e macchie biancastre sul vestito immacolato – ‘da verginella’, non lo aveva forse chiamato sempre così? – e si dondolava sui piedi, avanti e indietro, avanti e indietro
avanti e indietro avanti e indietro avanti e indietro
come un’altalena impazzita. Le codine saltavano come bambine schizofreniche che giocano con la corda.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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“Quindi che hai intenzione di fare?”
Distolse lo sguardo dalla corda che stava legando al cielo e la guardò dal basso del suo metro e ottanta – due metri a contare le scatole di legno e piombo sotto i suoi piedi. La osservò come si guarda per la prima volta qualcuno che si conosce da sempre e che si è suicidato sotto un tiglio da pochi mesi, con stupore, malinconica rassegnazione e frustrazione. Aveva chiazze di sangue tra i capelli rossi e macchie biancastre sul vestito immacolato – ‘da verginella’, non lo aveva forse chiamato sempre così? – e si dondolava sui piedi, avanti e indietro, avanti e indietro
avanti e indietro avanti e indietro avanti e indietro
come un’altalena impazzita. Le codine saltavano come bambine schizofreniche che giocano con la corda.
“Declamerò,” fu la sua risposta prima di terminare il nodo. Né troppo lente né troppo stretto. Nodo alla cancrena, il migliore per un’agonia prolungata.
“Tutto ciò che non hai avuto il coraggio di dirmi?” Se voleva sorridere beffarda, non ci riuscì: il suo sorriso era ancora quello di una neonata affogata nella merda e nella cioccolata, e i suoi dentini da latte non sarebbero riusciti a morderle una caviglia nemmeno se ci avesse provato per un’eternità.
“Molto di più.” Rise, e tentacoli gli affiorarono dalla bocca. “Pensavi di essere il centro dell’universo?”
La sua mano gelida fredda rovente gli afferrò il cuore e lo portò vicino alla sua bocca da neonata. Lo leccò e non fu sorpresa di scoprire che sapeva di ferro, piombo, lacrime avanzate e menta acida e andata a male. “Sono la calamita che fa andare avanti il mondo e il male più assoluto, senza di me non ci sarebbe nemmeno questo momento. Senza di me correresti ancora nei prati viola del parco pubblico e danzeresti felice con giunchiglie tra i capelli. Ti ho influenzato come la varicella, ti ho corrotto come acido solforico messo a bagnomaria e ora mi vieni a dire che sono solo una periferia? No, caro mio, sono te stesso. Ora va’, continua il tuo spettacolo e non lasciare i fiori a morire nel camerino.”
Avrebbe potuto portargli via l’organo, ma lo lasciò lì, si voltò e sparì in una tana di Neroconiglio, scavata con pale di talpa e ossi di ferro fino al centro dell’oscurità. Chiuso il buco, scomparsa la terra, si mise il cappio intorno al collo, aspettò che la gente arrivasse e passasse e iniziò.
 
Il bianco è solo nero stinto.
Le signore anziane sono in missione segreta per conto di Dio.
I figli dei vostri figli saranno cani e cagne servi di uno schiavo libico.
Uccidete ciò che amate per odiarlo perché vi ha abbandonato.
Sperate di essere i prossimi in linea, ma la verità è che avete perso il gusto dell’attesa.
Attendete il giudizio per noia.
Non siete mai stati niente, persi nei vostri piccoli gusci d’oca.
Avete letto frazioni ed effrazioni, e temete ancora la campana della cattedrale.
L’anima più sporca si lava con le proprie mani e usa il sapone altrui.
Gettate cuori e pancreas nelle discariche per liberarvi di sensi di colpa fisici e morali.
 
È pazzo.
Qualcuno lo fermi.
 
Accettate l’idea di un ossario nelle vostre case, ma non quella di due uomini nello stesso universo.
Ascoltate i palpiti della vostra vera natura senza sfogarvi.
Cosa credete che ci sarà oltre tutto ciò se non la disperazione del mutilamento?
 
Bloccatelo.
Chiamate aiuto.
 
Ne avrà bisogno.
 
Chi sono i veri condannati a morte? I giudici o i prigionieri?
Cosa caverete fuori dalle vostre fantasie sghembe, se non fantasmi in carne ed ossa?
 
Non c’è nulla, solo
 
Poi un refolo di vento lo fece cadere giù dalla cassa. Il suo ultimo respiro si confuse con l’ultima brezza marina e scomparve mentre le sue gambe scalciavano ancora come marionette agli ordini di un burattinaio cieco.
















Non sarebbe bello se tutti potessimo esprimere le nostre opinioni impopolari?
Ennesimo tentativo poco riuscito di scrivere qualcosa di vagamento serio.

xoxo
Eva
  
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