Sei seduto sulla tua poltrona; davanti a te il grigiore di un posto vuoto.
La pioggia scroscia fuori dalla finestra; il vento soffia per le strade lasciando che il suo vorticare giunca sino alle tue affinatissime orecchie.
Eppure a te non importa.
Rimani immobile, una statua di sale, a fumare la tua pipa a gambe incrociate.
Lasci che il tempo ti scorra intorno, come se fossi esterno a tutto quello.
Lo sguardo fisso alla gemella della tua sedia, vicino allo scrittoio da viaggio.
Eppure, per la prima volta, la guardi senza davvero vederla.
Gli occhi sono da tutt’altra parte, sono alla ricerca di qualcosa nella tua mente, nel tuo animo, nel tuocuore.
Vagano tra i ricordi e le memorie di un bambino, troppo intelligente per avere amici coetanei, troppo piccolo per averne tra i più grandi.
E rivedi te stesso, quel pargolo che se ne stava seduto nei cantucci di casa a pensare e leggere, a chiedersi cosa ci fosse di sbagliato in lui.
Rimembri tutte le mani che hai teso e che nessuno ti ha più riporto; le lacrime amare quando eri vittima di scherzi crudeli o schernimenti difficili da sopportare.
Davanti a te scorrono le immagini di un’infanzia che non è stata tale, macchiata nel suo candore da una mente troppo attiva, da quelle voci opprimenti che ti hanno accompagnato ovunque, tormentandoti e rendendoti insicuro.
Ti trovi di fronte ad un bambino che ha imparato ad essere forte, che ha imparato ad essere solo ma che soprattutto ha imparato ad essere forte da solo.
Alla seconda pipa ripercorri la tua troppo veloce crescita.
Ti vedi trascinarti a fatica nel labirintico vortice della vita che regala e riprende senza pietà alcuna, che illude e delude.
E’ con le unghie e con i denti, col sudore, le lacrime ed il sangue che sei arrivato dove sei, che hai ottenuto ciò che hai.
Ma adesso è il momento di ricominciare a lottare.
Ora la vita ha deciso di riprendersi ciò che di più prezioso ti eri guadagnato: il tuo primo, vero amico.
E’ tempo, oramai, che quel bambino impari nuovamente ad essere solo, ad essere più forte e ad essere ancora più forte da solo.
Perché è questo che ti sei rassegnato ad essere: solo.
In quel momento ti alzi, quasi meccanicamente, dalla tua comoda poltrona per portarti di fronte alla vetrata principale.
E’ lì che giuri di fronte alla luna, al cielo ed alla vastità del firmamento che non avrai più nessun’altro amico, che non ti legherai più ad essere vivente perché lo sai, in fondo, che se ne andrà e soffrirai ancora.
E’ il vuoto il tuo nuovo amico adesso.
Vuoto nel tuo cuore, al tuo fianco, nella tua vita.
Per sempre.



N.d.A.: Sarà il caldo, sarà la campagna, sarà la camera singola, non lo so ma l'ispirazione è giunta tanto improvvisa quanto ben accetta e non ho potuto fare a meno di coglierla.
Avete presente la sbornia triste? Io ho l'ispirazione depressa...
Spero vi sia piaciuta questa storia dalla tristezza infinita.