-Seb. Cantami soffice Kitty.- disse il moro autoritario, mentre si metteva a letto. Mi girai di scatto: che cosa? Voleva che gli cantassi quella canzoncina talmente stupida quanto il telefilm da cui proveniva?
-No, Jim.- che cazzo, tutte le umiliazioni che voleva, sarei anche andato in giro con un tutù rosa e le scarpette da ballo, ma quello no. Era ridicolo. Mi girai andando verso la porta per tornare in salotto a vedere la tv e per continuare a lucidare i miei amati fucili. Al diavolo lui e quella sua maledetta canzoncina, non mi sarei reso ridicolo fino a quel punto, come quando mi aveva fatto girare mezza Londra per le sue fottute caramelle al kiwi /che non avevo trovato lo stesso, alla fine./
Ignorai le minacce del Consulting Criminal e tornai in salotto, cambiando canale e ricominciando a pulire. Se fosse servito, sarei anche arrivato a dargli una botta in testa. Ma credo che sarei anche riuscito a fare di peggio. Non lo sopportavo proprio quando si comportava da bambino viziato che era. Ripensai alla sua richiesta, e la voglia di caricare il fucile e spararmi un colpo in bocca, era allettante.
-Seb. Cantami quella fottuta canzoncina.- mi urlò dalla camera da letto. Presi dal tavolino il telecomando della tv, ed alzai, finché le urla del moro non furono sovrastate. Meglio molto meglio.
Ma forse avevo esagerato a non ascoltare Jim.
Si era alzato, ed ora stava uscendo dalla sua camera, irritato. Forse mi conveniva andare in quella camera, cantare quella canzoncina e tornarmene ai miei fucili. Mi fulminò con lo sguardo, staccando la presa del televisore.  –Ti conviene venire e cantarmi soffice Kitty, o fai una brutta fine, Moran.-

Questa era bella. Avrei potuto ridere di cuore, ma il tono in cui lo diceva, era un tono arrabbiato, che non prometteva niente di buono.  Mi alzai, rassegnato. Tanto avrei comunque dormito sul divano, e lo raggiunsi in camera, mentre lui si metteva comodo sotto le coperte, con un sorriso soddisfatto.
Sbuffai, cercando di ricordare la ninna nanna.
-Soffice Kitty, calda Kitty.- cominciai a cantare tra i denti. Ero visibilmente seccato dalla situazione, ma era meglio per me e per la mia incolumità.
-…bel micetto tu sei…- continuai, cercando di sembrare disinvolto, la realtà era che volevo sotterrarmi e non uscire mai più da lì. Oppure di spararmi in bocca senza tante cerimonie.

-Gioca Kitty, dorme Kitty.- mi fermai lì. Niente versetto idiota stile ‘purrr purr purr’, ma lo sguardo di lui diceva che mi conveniva farli. Quanto odiavo quella situazione, odiavo quel genere di situazioni imbarazzanti nel quale mi metteva.  –Purr purr purr.- sibilai a denti stretti, mentre il moro mi concedeva un sorriso. L’avevo fatto contento, ora se la fortuna era dalla mia parte, il divano sarebbe stato tutto mio. Ma a quanto pare voleva ancora qualcosa.

-Voglio anche il bacio della buonanotte, Sebby.-

Non mi capitava quasi mai di arrossire. Ma quella volta arrossii, e tanto. Non poteva dire sul serio, non poteva intendere /quel/ genere di bacio. Gli diedi un veloce bacio sulle labbra e schizzai in salotto, rosso come un pomodoro. Sarebbe stata una lunga notte. Una notte a pensare solo all’accaduto.