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Autore: Lady__Ko    17/08/2013    1 recensioni
"Una vergine piuttosto appetitosa, Pier. Dimmi, adesso che intenzioni hai?"
Camilla Bryan vive a Danville, in Virginia. Figlia del Dottor Steven Bryan, la sua vita non è bella come la si crede. Non è una studentessa modello, non è molto femminile e a volte diffidente e sarcastica, viene continuamente rimproverata dalla sua amica Tracy.
Che succederebbe se, il 14 Ottobre, quattro anni dopo la scomparsa della madre, Camilla si iscrivesse quasi per gioco all'accademia d'arte?
Certi errori si pagano con il sangue...
Genere: Dark, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 01. Columbus Day

 
 
“Buon Columbus day! Ci vediamo a scuola. Tracy”
 
Ogni santo giorno. Ogni santo giorno c’è lei a svegliarmi con il suo "buongiorno". Oggi, Columbus day, nemmeno fosse il giorno del Ringraziamento, Tracy Gilmor mi manda il buongiorno alle 6.31 del mattino.
Guardo il mio calendario. 14 Ottobre, cerchiato di rosso: bene.
“Felice Text-day!” le rispondo all’ sms.
 
Mi preparo velocemente infilandomi la mia felpa viola, e nel frattempo, rifletto se saltare la scuola oppure andarci dato che non ho studiato nulla per il test di storia locale di oggi.
Intanto passo per la cucina e sento e vedo mio padre posare una tazza sul tavolo.
« Camilla Lucy Bryan! Vieni qui! Dove credi di andare a quest’ora? Vuoi forse bigiare la scuola stamani? ».
Paranoia.
« Oh, buon giorno Dottor Bryan, siamo già agitati stamani?» lo imito.
« Non fare la spiritosa, so perfettamente che quando esci di casa alle sette e mezza del mattino è perché vuoi saltare la scuola » mi ride affabile.
« Scherzi! Ho il test! » gli sorrido di rimando.
Ride anche lui. « Dai, fai colazione».
Guardo il tavolo inizialmente distratta. Rimango allibita un attimo.
« Ma questa è… ».
« Si? »
Lo guardo incazzata.
 
« La stessa colazione di quattro anni fa.».
 
Mio padre mi guardò confuso. Poi osservò il piatto di pancakes ai mirtilli, succo di arancia rossa, uova strapazzate e burro.
Scuote la testa e, agitato, inizia a togliermi i piatti da sotto al naso.
« Emh… scusa tesoro. »  biascica velocemente.
Mi prende una spalla preoccupato.
« Tutto okay? Non intendevo… ».
« Preferisco andare a fare colazione da Arnold, papà. ».
Prendo la borsa e, celermente,sono già alla porta e grido
 « Buon Columbus day! » gli urlo sbattendo la porta.
 
 
 
 « Ti prego, fammi copiare oggi Cam, per favore! ».
« Tracy, ti ho già detto che non ho studiato nulla! ».
« Oh, maledizione! Io confidavo in te! ».
« Acy. Acy cara, ma sai perfettamente che non ho preso una A da Settembre. Non posso aver studiato ».
« Se solo ti vestissi in modo più consono come si addice ad una ragazza, vedi che le A le prendi! Guardati!», mi indica sorridendo « con questa felpa e questi jeans vecchi, sembri un maschio! E da’ a quei capelli lunghi una forma, sono stupendi okay, ma il biondo cenere deve essere ap-pe-san-ti-to! ».
Sbuffo.
Tracy è la mia migliore amica. Lo siamo perche forse, siamo molto, molto diverse.
Lei, mora con dei bellissimi boccoli che le accarezzano la schiena, perfetta, occhi castani, bella, popolare, Presidente del Comitato studentesco, famiglia spettabile, alla moda: un buon partito.
 
Ma è l’unica che mi è stata vicina dopo la scomparsa di mia madre.
 
« oh-oh! guarda Cam, le Cheer! che en dici se ci iscriviamo anche noi? ». ridacciò mentre seguiva con la cosa dell'occhio quelle tizie in gonnella.
« Ma stai scherzando? Non c’entro più niente con quelle stronzate, solo oche senza cervello! » rispondo schifata.
« Oppure vorresti dire, ragazze con un fisico da urlo. ».
 
Oh, ma eccola! Anche lei questa mattina. Perfetto!
 
« Ciao Allison. » saluta monocorde Tracy
« Ehi, come va ragazze? Camilla, ti vedo sciupata, tutto bene? » la sua voce stridula e squillante mi urta. Oca, Alli. Sei una stupida oca.
« Si, tutto bene. Grazie. Addio. » faccio per superarla, ma lei mi viene addosso sbuffando.
« Ehi, ehi. Calma, senza fretta Bryan.».
« Allison, non costringermi a spaccarti la faccia come l’anno scorso. Levati.».
« Eri molto più carina quattro anni fa, quando eri con me nelle Cheer. Adesso guardati, sembri un maschio! Io ci provo a afrti cambiare idea, ma tu... preferisci la compagnia della Gilmor» dice squittendo e guardando si sottecchi Tracy.
« Ti ho detto di levarti.»
« Okya, okay, va bene!» si sposta.
 
Vado avanti, la odio, la detesto.
 
« Bryan! Condoglianze eh! Oggi sono quattro! Ops! » si mette a ridere.
Sento Tracy fermare il fiato. Come per lo spavento.
La prendo per mano e dicendo « Andiamo.», spariamo tra i corridoi.
« Ma, ma.. perché ti ha detto una cosa simile? ».
« Non lo so, Tracy. » rido « Andiamo in classe.».
Il sangue mi ribolle dentro.
 
 
 
 
 La mia vita scorre tranquilla e serena ma mi domando sempre perchè ci sono elementi come Allison Mcvoods e mio padre, Dottor Steven Bryan, che mi urtano la giornata.
Allison ed io eravamo molto amiche alle medie. Abbiamo stretto moltissimo, mi ricordo ancora quando mia madre ci presentò. Giocando a prendere il thè con le principesse.
Siamo andate anche nello stesso Liceo. “Danville High School, Virginia”.
Siamo diventate migliori amiche, ero popolare come lei ed eravamo cheerleader. Avevo persino un ragazzo: Andrew Lowell.
Ma quando poi, il 14 ottobre di quattro anni fa, arrivò la notizia tutto cambiò e…
 
« Camilla! Allora?! ».
« Oh, dimmi Tracy ero sovrappensiero! », la mia amica mi riprese dal trip che avevo in mente.
« E’ da quando è iniziata la mattina che sei sovrappensiero, cosa c’è che non va? ».
Le lancio un’occhiata e lei non risponde.
 
Pausa.
« Oh, Cam… mi dispiace. Sono indelicata come Allison. Perdonami. », disse dispiaciuta.
« Non ti preoccupare Acy, va bene cosi. Sto bene.»
« Se la prendo, quella la riduco in polpette! Come ha osato offendere te e tua madre e me ... ».
Rido.
« Lascia perdere, non ne vale la pena. Lei e quel suo gruppo di imbecilli dei giocatori e delle Cheer… ».
« Ti riferisci anche ad Andrew? ».
« Tzè, mica solo lui. » rido.
« Ti ho chiesto cosa fai nel pomeriggio» ride sistemandosi i capelli e aprendo la borsa di scatto.
« Bhè, ecco, dovremo studiare. Pero è escluso, emh, vieni da m..!»
«Bado alle chiacchiere! Noi andremo qui!»
 
Scioccata. Sono completamente scioccata da questa giornata.
 
Mi porge un volantino e dei fogli da compilare e una cartellina fucsia.
 Li agita e inzia a festeggiare come una stupida urlando «Dai! Dai! Dai! Guarda! Guarda! Andiamo per favore! ».
« Tracy. Calma. Porca. Miseria. Che cos’è? ».
«Ho fatto una cosa per te !» batte le mani entusiasta. Me lo porge.
 
Lo prendo. Sorseggio il mio succo e continuo a girare le pagine di questo depliant, apro la cartellina dei documenti.
Sembravano moduli di iscrizione ad una scuola d’arte. C’era una locandina, le regole a seguire per l’immatricolamento.
 
« Emh, quindi? Ti vuoi iscrivere ad una scuola d’arte? » le risi in faccia chiudendo non curante i fascicoli e riponendo i fogli.
I suoi grandi occhi marroni si fecero due fessure.
« IDIOTA! Leggi !» prese nervosamente la cartellina dal colore di un gusto discutibile « TI HO ISCRITTA! Vedi? ».
 
*PFUUUUUU* Sputai completamente il succo.
 
«TU CHE COSA?!» Gridai per tutto il cortile. « Ma che cazz..? Dà qua! Fammi leggere! ».
« … la signorina Camilla Lucy… bla bla bla… lezioni di arte… bla bla …maggiorenne… bla bla bla… ore notturne? … firmato da… Me?? E quando scusa? ».
« Ero sicura di aver fatto la cosa giusta! Dai, dai non dirmi grazie !».
« Scusa, ma i soldi per l’iscrizione? Io non li ho! ».
« Oh, ma leggi! “Iscrizione gratuita nel mese di Settembre e Ottobre per coloro che hanno compiuto 18 anni nell’anno corrente. L’Accademy è una scuola seria eh! ».
La guardai. Sembrava una bambina che aveva ricevuto il suo regalo di natale preferito.
« Emh.. no, Tracy, non credo che io possa accettare. ».
 
Ci rimase un po’ male. Continuai « Quest’anno abbiamo il diploma, dovremo, o meglio, dovrei mettermi sotto a studiare, non posso emh… perdere tempo con lezioni di arte, musica, fotografia. Mi porterà via molto tempo. » giustificai a malincuore.
 
Poverina, aveva fatto tutto questo per me.
 
« Oh, emh. Scusami. Io l’ho fatto perché pensavo che ti sarebbe piaciuto. È che prima amavi molto la fotografia e mi sono ricordata di quando hai ricevuto per il tuo compleanno la tua macchina fotografica e la prima foto la scattasti con me… e quindi… ».
« Tracy. Era quattro anni fa. Sono cambiate un po’ di cose… », feci io  «Purtroppo.», aggiunsi.
 
Sospirò.
 
« Bene, come non detto. » si alzò felice tutto d’un tratto.
La osservai.
Rideva. Era contenta. Cioè un attimo prima era la tristezza fatta persona ed ora…
« Si! Fa nulla! Hai ragione, ho fatto male a non chiedertelo prima. Scusami, sono stata davvero una maleducata. Pensa, mi ero iscritta anche io, così, per ingannare la noia, ma hai ragione. Dobbiamo studiare, non possiamo perdere tempo. Prendiamo un caffè? ».
Parlava velocemente e pareva isterica. Era offesa, l’avevo offesa.
« Tracy… ».
« Che stupida, io credevo di cambiare un po’ l’aria e invece devo studiare, che idiota. Ho la testa.. ah ah ah, proprio tra le nuvole. » mi scippò il fascicolo tra le mani e nervosamente, rimise tutto nella borsa.
« Tracy, dai aspetta... ».
« No, no! » rideva e cercava di mettere tutto nella borsa, ma fece cadere tutti i fogli. « Non ti preoccupare! Dai, andiamo da te? Da me? ».
 
« Tracy! Calmati! » alzai la voce.
Si fermò.
« Un attimo, che diavolo! Aspetta, possiamo parlarne! Ti sei iscritta anche tu? ».
Mi guardò titubante.
Avevo capito che c’era dell’altro.
« Tracy, che devi dirmi? ».
Sospirò « No, io a… a dire il vero la frequento da fine Agosto. », balbettò.
« Che cosa? ».
« Non ti ho detto nulla perchè perfino i miei genitori ne hanno parlato male. Hanno detto esattamente come te. Che devo studiare e che non posso perdere tempo dietro questi cose futili. », aveva lo sguardo basso. Era davvero dispiaciuta.
« Oh, Tracy. Mi dispiace, ma non credo che siano cose futili …».
« Ho pensato che magari ti avrebbe fatto bene cambiare un po’ ambiente. Sai, lì sono tutti fighi, belli, discreti, culturali e così diplomatici… davvero io mi trovo benissimo lì. H pensato che sarebbe stato bello condividere tutto con la mia migliore amica. ».
Poteva sembrare una lavata di faccia. Ma non è così’.
Tracy è una ragazza pura, limpida e sincera. Non farebbe mai nulla per un secondo fine. È una ragazza vera, ecco perchè mi piace.
 
« Sai che ti dico? Vengo con te ».
 
Spalancò gli occhi.
« Davvero? ».
« Ma certo! Mi piace! Hai ragione, prenderò la fotografia. Se per te è importante allora è importante anche per me! ».
« Ma… » era confusa.
« Grazie Tracy » le sorrisi.
 
 
 
Le lezioni finirono alle 17.00 circa. Accompagnai Tracy a casa prima di avermi spiegato dove si trovava l’accademia. Non era molto lontana da casa di Tracy e nemmeno  dalla mia. Decisi di andare a piedi anche se la strada era piuttosto buia.
Pensai durante il tragitto ad una scusa per mio padre. Alla fine non c’era molto spesso a casa per via dei turni all’ospedale. Però avrei dovuto pagare la retta dell’anno. Ah, inventerò qualcosa. Ho inventato un milione di scuse per saltare la scuola e giustificare i giorni in cui non andavo alle lezioni.
Ci proverò.
 
La luce della hall di questa scuola (che a dirla tutta sembra il Grande Hotel di Montecarlo) mi abbagliò.
Mi guardai intorno e notai lo sfarzo : lampadari luminosi, piante, tappeto di un blu cobalto sulla grande scalinata davanti a me: aveva ragione Acy, davvero un ambiente brillante.
Senza soffermarmi troppo mi diressi verso la direzione, consegnai i documenti e parlai con una specie di segretaria.
« Mi dispiace signorina. Oggi la lezione è terminata. Questo è il nostro orario. Può comunque parlare con il professore, Pier Barret. Si trova nell’aula B3, primo piano. ».
 
Mi diede delle indicazioni, una piantina e altri fogli inutili.
 
Biascicai un « Grazie. » abbastanza seccata, questa scuola ha delle formalità a dir poco assurde. Mi vergogno quasi conciata e vestita come sono.
Percorsi il lungo corridoio semi deserto osservando quadri, fotografie, sculture, spartiti.
Le pareti delle classi erano di vetro e si poteva osservare tutto: tavolozze, bachi, lavagne e pennelli. E ancora pianoforti, violoncelli e altri strumenti a me sconosciuti.
 
B3. La mia aula.
Osservai dentro. Ecco, tutte aule fighe, e la mia deve essere la più spoglia di tuttte.
Vi era un ragazzo seduto sui banchetti.
Entrai.
« Ehi, tu scusami. Sei del corso di fotografia?» sinceramente il mio tono era scontroso, non so perché. L’aula semi illuminata e il silenzio erano inquietanti.
Il biondino non aveva alzato nemmeno la testa quando sono entrata.
 
«Ti serve qualcosa?»
 
Continuava a scrivere come un idiota. Mi avvicinai sbuffando e ancora più seccata.
« Senti, sai dove posso trovare un certo Pier Barret? ».
Non mi rispose. Che razza di maleducato. Scriveva, scriveva e scriveva.
Mi guardai intorno. Ma il tempo di pausa si stava prolungando troppo.
« Ehi! Ti ho fatto una domanda. ».
Alzò lo sguardo. Mi freddò.
 
« Sono io. Mi dica pure. », disse tagliente.
Oh cazzo.
 
« Emh… » sorrisi toccandomi i capelli per la vergogna. « Mi scusi tanto è solo che io... la stavo cercando. Piacere sono Camilla Bryan!» sorrisi porgendogli la mano e cercando di rimediare alla figura appena fatta
Mi fissò per qualche altro secondo e poi fissò la mano. I suoi occhi, di un verde-grigiastro, non si muovevano, erano fissi dentro i miei.
Difficilmente non riesco a tenere un contatto oculare, data la mia faccia tosta, ma questa volta distolsi lo guardo. Non ce la facevo. Era davvero serio e formale questo tizio.
 
Chiuse i suoi appunti, sbuffando. Alzandosi capii che era il doppio di me. Era davvero alto, 28 anni pressappoco, elegante e ben vestito con una camicia bianca e un pantalone a quadri nero. Un gran figo con quei capelli biondo grano e con il ciuffo che gli ricadeva sugli occhi.
Figo proprio.
 
« Si, la stavo aspettando, signorina Bryan. » sorrise –stranamente- sbattendomi al muro con quello sguardo magnifico.
Stronzo. Mica me l'ha stretta la mano.





Salve a tutti!! :D Grazie per essere arriati fin qui.
questa è una storia che ho nel mio archivio da un po'. L'ho visionata e finalmente pubblicata.
Spero davvero che non ci siano ORRORI, se è così segnalate con un commento. :)
ma accetto anche commenti di altro genere, domande e delucidazioni.
alla prossima :*
Kokomori
  
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