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Autore: chemical_kira    22/02/2008    6 recensioni
Ma c'era una cosa che Matt rimproverava alla sua Londra,ed era quel qualcosa che donava al suo reincontro con la città una vena di dolore. Ma era anche quel qualcosa che rendeva quel suo vagare così intenso. Se Londra non poteva essere considerata la sua città, poteva perlomeno essere considerata la loro città. Loro, cioè sua e di Brian, perchè sotto quel cielo grigio Matt aveva visto il suo cuore rompersi, spezzarsi senza più speranze. Ed era stato sempre sotto quelle nubi che tutto era cominciato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Muse, Placebo | Coppie: Brian.M/Matthew.B
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Allora, i personaggi non mi appartengono e non fanno o dicono o pensano nulla di ciò che gli faccio fare dire o pensare in questa storia. Anzi, giornali e tv sostengono che i due si odino...ma secondo me sono solo leggende metropolitane...


Londra non era mai stata così bella. La luce di quel tramonto settembrino disperdeva luce ambrata sui palazzi e le persone che percorrevano le sue strade.

Disperso tra le anime vaganti che animavano la città c'era anche quello che sembrava un semplice ragazzo incappucciato, uno come tanti altri a cui Londra non faceva neanche più caso. Eppure sotto quel cappuccio si trovava il cantante di una delle rock-band più importanti del momento, reduce da un enorme successo negli States.

Matt percorreva quelle strade ormai da ore, da quando cioè il suo aereo era atterrato a Heatrow. Ne aveva bisogno, dopo mesi di lontananza sentiva la necessità imperante di ricucire il filo che lo legava a quella città, voleva riempirsi le narici del suo odore, le orecchie delle sue voci. Voleva sentire pulsare nelle sue vene l'adrenalina che colorava la città, uno degli ombelichi del mondo. Voleva ricongiungersi alla sua anima.

Si sentiva legato a quell' ammasso di strade e colori, eppure Londra non era la sua città, non lo aveva visto nascere, non lo aveva cresciuto. La sua esistenza era iniziata in un paesino del Devonshire, e lì si era consumata per 20 anni. Ma guardando dal basso il suo cielo grigio Matt non poteva non ringraziarla per averlo adottato, e per avergli regalato un sogno. Si, perchè era grazie a Londra, ai suoi locali, alle persone che la abitavano se i Muse erano quel che erano.

Ma c'era una cosa che Matt rimproverava alla sua Londra,ed era quel qualcosa che donava al suo reincontro con la città una vena di dolore. Ma era anche quel qualcosa che rendeva quel suo vagare così intenso.

Se Londra non poteva essere considerata la sua città, poteva perlomeno essere considerata la loro città.

Loro, cioè sua e di Brian, perchè sotto quel cielo grigio Matt aveva visto il suo cuore rompersi, spezzarsi senza più speranze. Ed era stato sempre sotto quelle nubi che tutto era cominciato. C'era quel cielo a fare da sfondo quando lo conobbe per la prima volta, c'era quella luna a guardarli quando si baciarono per la prima volta. C'erano quelle voci a fare da sfondo al loro amore oltre le finestre, protetti dallo sguardo indiscreto della città da mura solide. Eppure Londra si era sempre offerta a loro senza difese, dalla finestra di Brian si vedeva il Tamigi, Matt adorava quel lento flusso che tagliava la città in due.

Sospirò pensando agli impegni mondani che lo attendevano quella sera stessa. Analizzò velocemente le possibilità di evitare quella festa a casa di Bono prevista per la sera ma non aveva molta libertà di scelta, a meno di non mettere in conto la possibilità di perdere la sua vita ovviamente.

Il pensiero di dispensare falsi sorrisi per ore lo irritava, ma ce l'avrebbe fatta, ne era sicuro. O meglio, ce l'avrebbe fatta se Brian non fosse stato tra gli invitati. Ma, ovviamente, quella era un'utopia.


**


Alle porte di Londra si ergeva maestosa la villa di Mr. Vox. Quella sera sarebbe diventata teatro dell'ennesima festa di beneficienza, un modo come un altro per dimostrare la propria ipocrisia al mondo e sentire la propria coscienza svanire nascondendola con un falso sorriso, pensò Brian.

Era la personificazione del cinismo mentre varcava con la sua rover il cancello della villa. Ripensò con rabbiosa disperazione alla telefonata avuta con Alex, aveva tentato in tutti i modi di non essere presente, inventando qualunque tipo di contrattempo, imprevisto o malattia rarissima fosse in grado, ma non era riuscito a convincerla, Alex l'aveva spuntata anche quella volta.

E così eccolo lì, maledì nello stesso istante in cui varcò la soglia l'aver deciso di andare lì da solo, mandando Stefan e Steve in avanscoperta.

Ora gli toccava pure cercarli in quella massa di gente.

Addobbato con i suoi classici vestiti neri scandagliava la sala alla ricerca dei suoi due compagni di band, probabilmente gli unici invitati alla festa che il suo umore isterico gli avrebbe permesso di tollerare. Sfiorava con sguardo annoiato tutte le stupide comparse che riempivano la sala, il fatto che molte di quelle persone fossero famose come se non più di lui non gli risparmiava certo di essere trattati come nullità dalle sue iridi azzurre e saccenti.

Ma una figura tra quelle presenti lo colpì al petto facendo abbandonare quel tono di sufficienza alle sue iridi e impregnandole di calore.

A pochi metri da lui si trovava l'esile figura del front-man dei Muse, lo guardava sorridere con persone di cui non ricordava il nome, l'esistenza. Non riusciva neanche a cedere attenzione a quello che lo circondava, si sentiva come risucchiato.

Le sue pupille restarono incollate a Matt per interminabili secondi, esaminò ogni dettaglio, ogni piccolo particolare che era cambiato in quei cinque mesi da cui non si vedevano.

I capelli erano un pò più corti, forse, ma i movimenti delle mani, lo sguardo furbo, gli occhi attenti e lucidi, quelli non erano cambiati.

Quando si riprese dall' insensibile osservazione del suo ex-amante incontrò i suoi occhi che lo fissavano. Due pozzi azzurri che lo scrutavano senza ritegno, ad incorniciare il tutto un sorrisetto furbo che sembrava deriderlo.

“ Cazzo!” pensò Brian prima di distogliere lo sguardo e allontanarsi il più possibile dal punto in cui si trovava l'altro cantante.

“ cazzo!” pensò Matt vedendo svanire il moro tra la folla, sorrise tristemente pensando che quella notte sarebbe stata anche più complicata di quanto aveva previsto.



Ciao a tutti!

È la prima volta che posto una Mollamy, però adoro la coppia, non so se per la bellezza della loro unione in se o se per il fatto che le storie più belle siano quelle dedicate a loro.

Quindi, che dire? Spero che la mia sia all'altezza di quelle pubblicate in questa sezione, e comunque se cercate un colpevole a tutto questo prendetevela con il mio computer, oggi pomeriggio gli ho concesso la libertà di scegliere lui cosa farmi ascoltare inserendo la riproduzione casuale ed è andato avanti a Muse e Placebo tutto il tempo. Era una sfida..non potevo non accettare..o no?


kira

n enorme successo negli States.

  
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