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Autore: Mrs C    17/08/2013    6 recensioni
A Castiel fa male la schiena.
Capita ogni tanto, non è una novità.
Gabriel - vivo, non sa bene come ma solo per mano di chi - dice che è normale. Succede anche a lui.
Castiel, comunque, non si lamenta.
Spoiler [anche se lievi] dell'ottava stagione
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Ottava stagione, Nel futuro
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Ti guardo sempre. Ti ascolto sempre. Non ho mai smesso di farlo.





A Castiel fa male la schiena.

Capita ogni tanto, non è una novità.

Gabriel - vivo, non sa bene come ma solo per mano di chi - dice che è normale. Succede anche a lui.

Castiel, comunque, non si lamenta.

A volte ha bisogno di stare seduto su una superficie morbida per un po’ di tempo, ma non lo ritiene un gran problema.

Si dimentica spesso, da umano, che il suo corpo ha bisogno di dormire così rimane immobile in un angolo della stanza ad aspettare l’alba.

La luce arancione che filtra dalle finestre lo fa sentire bene, per un momento.

Dean, spesso, lo trova ancora così, con gli occhi iniettati di sangue, completamente distrutto per la notte in bianco.

A quel punto Dean urla, e Castiel preferisce rimanere in silenzio.

Non gli piace quando succede, lo fa sentire... sbagliato. E non gli piace sentirsi sbagliato.

Deve ancora imparare a gestire bene la sua nuova natura umana e ci prova, Castiel, davvero.

Ma tutti quei sentimenti gli impediscono di pensare lucidamente e non è abituato a sentirli sbattere come una pallina da flipper un po’ ovunque.

Da angelo era capace di controllarli a suo piacimento. Da umano è un po’ più difficile.

Castiel ce la mette tutta per non gravare su nessuno, comunque, anche se Sam è molto gentile con lui. Ha imparato a sparare, e si è riscoperto un amante delle pistole a grande calibro, come la Magnum 50 Action Express che porta sempre attaccata alla cintura.

È color argento, tendente al bianco. Somiglia un po’ alla sua spada angelica e questo lo fa sentire più al sicuro, meno inutile e quasi a casa.

Per quanto si possa definire casa quella specie di bunker sotterraneo in cui si rifugiano dopo ogni caccia. In ogni caso è meglio di niente: Castiel non se la sente di lamentarsi troppo.

A parte la notte. Castiel si lamenta in continuazione della notte. Non gli piace il buio, lo odia.

Gli porta alla mente brutti pensieri che durante il giorno riesce a scacciare, in un modo o nell’altro.

La notte no.

E non riesce a dormire.

L’alba - quando filtra quella luce arancione e lo avvolge in un tiepido abbraccio - è l’unico momento in cui riesce a stare bene.

E Dean si arrabbia e lui non risponde perché non vuole affrontare questo discorso.

Ma oggi è diverso. Oggi, a Castiel, fa davvero tanto male la schiena. Non sa se è perché non dorme da tre giorni o perché è stato ferito da un demone di livello superiore rispetto al solito o perché - un anno a oggi - ha perso le sue ali probabilmente per sempre.

Castiel preferisce non rimuginarci troppo sopra, e dà la colpa a tutto, così non è costretto a soffermarsi su qualcosa di particolare.

Dean e Sam sono andati a dormire, dopo essersi fatti un goccetto di Whisky. Castiel ha rifiutato l’invito, preferendo un’uscita solitaria in un bar più vicino possibile. Nessuno dei due ha insistito né l’ha fermato.

- Ugh.

Ha le spalle indolenzite, Castiel, e non riesce a toccarsi le scapole. La pelle brucia come l’inferno e tira proprio lì in mezzo, come se ci fossero due grosse costole spezzate che spuntano fuori dal suo corpo umano.

Sa benissimo che non è possibile e che non c’è nessuna cicatrice delle sue ali strappate a deturpare quel corpo ma è comunque difficile convincersene.

L’acqua fredda della doccia gli permette di scaricare un po’ della tensione accumulata in questi giorni e il fuoco sulla schiena si spegne momentaneamente.

Quando esce dal bagno, con solo una maglietta e un paio di boxer puliti, gli occhi verdi di Dean sono la prima cosa che lo accolgono nella stanza principale.

- Credevo fossi andato a fare baldoria, Cas.

Castiel si friziona i capelli con un asciugamano, inclinando la testa da una parte. Dean ghigna, quel sorriso strafottente sulle labbra che lo scandaglia come se fosse un raggio.

- Non capisco da cosa hai tratto questa conclusione. Ti avevo detto che sarei andato a bere qualcosa e poi tornato subito qui.

- Pensavo fosse una scusa per non averci fra i piedi. - mormora Dean, alzando le spalle e bevendo pigramente da un bicchiere opaco.

- Capisco.

Il silenzio che cala su di loro è rotto solo dal respiro pesante di Dean e da quello più leggero di Castiel.

Non sono mai servite troppe parole fra loro quando era un angelo, e adesso che è un uomo ne servono ancora meno.

Basta un’occhiata.

A Castiel piace guardare Dean, lo fa molto più di quanto sia lecito, a dire la verità, ma non se ne vergogna, specie da quando è anche Dean a fissarlo in quel modo tutto particolare.

- Stai bene?

- Sì.

E’ una risposta automatica. Dean lo sa. Castiel non si preoccupa neanche di modulare il tono di voce per apparire veritiero, e comunque non servirebbe. Non con Dean.

- Lo sai che non puoi prendermi per il culo, Cas.

Castiel fa spallucce. Rimane in silenzio, mettendosi una vecchia maglietta sdrucita degli Slayer che Dean gli ha prestato qualche mese fa e non ha più dato indietro. Dovrebbe buttarla, ma sa di casa e Dean ed è tutto ciò che gli serve per riuscire a respirare un po’ meglio, specie durante la notte.

- Mi scuso.

- Non devi scusarti, devi dirmi cosa c’è che non va.

Dean non gli sta dando molte possibilità, e Castiel è troppo stanco per cercare una scappatoia.

- Mi fa male la schiena, - mormora, a bassa voce, come se stesse confidando un segreto - Gabriel dice che è normale.

Dean rimane in silenzio per un po’. Castiel pensa che la sua risposta lo ha soddisfatto abbastanza da lasciarlo in pace, almeno per quella notte. Poi le mani di Dean scivolano piano sulle sue scapole e un lungo brivido di sorpresa gli attraversa la schiena.

- Non devi mai mentirmi, Cas. Non farlo.

Castiel sa che Dean non si sta riferendo solo a questo momento, ma anche a tutto il resto. Il peso dei suoi errori ha preso il posto delle sue ali, e a volte è quasi sicuro di soccombere, di non riuscire a stare in piedi. È un po’ difficile da sopportare.

- Non lo sto facendo. Il dolore che sento... me lo merito, Dean.

- Sei ubriaco?

Castiel torce appena il collo. Il viso di Dean è così vicino che le sue labbra assumono contorni particolari, screpolate e bellissime, appena socchiuse. Castiel è costretto a voltarsi per impedire a se stesso di fare cose stupide.

- Ho bevuto solo un paio di Martini Dry. [1]

- Non dovevo farti vedere Casino Royale. - ridacchia, Dean.

- Mi dispiace di darvi tutti questi problemi, Dean.

Castiel sente gli occhi pizzicare quando la mano di Dean scivola piano al centro della sua schiena, premendo il pollice nel punto esatto in cui le sue ali erano e ora non sono più.

- Smettila di dire stronzate, Cas - mormora Dean, a bassa voce - con tutti quelli che ti abbiamo dato noi, questo non è niente.

- Adesso è diverso.

- In che cosa?

Castiel non sente più le mani di Dean sulla schiena. La sensazione spiacevole di abbandono gli stringe lo stomaco per un attimo.

- Ero un soldato, avevo dei poteri. Potevo gestire tutto in maniera molto più semplice.

- Certo. È per questo che hai stretto un patto con Crowley, ingoiato i leviatani proclamandoti nuovo Dio e fatto infinocchiare da quella puttana di Naomi tutto in una volta. Un buon metodo per risolvere i problemi, davvero.

Castiel sussulta ma non dice niente. Sa che Dean non l’ha ancora perdonato e probabilmente non lo farà per molto tempo ancora. Sta in silenzio, massaggiandosi una spalla, sperando che la discussione si concluda, per il momento. Quella strana sensazione di disagio che sta brulicando nel suo cuore non gli piace.

- Scusa. - mormora, Dean, la voce macchiata da una rabbia a stento trattenuta - Sono solo stanco.

- Non fa niente. Suppongo di essermelo meritato.

Poi Dean si arrabbia sul serio. Succede spesso, in questo periodo, ma di solito si alza e se ne va, lasciandolo da solo. Questa volta gli artiglia un braccio e lo costringe a voltarsi. Castiel riesce a vedere i suoi occhi verdi molto più verdi del solito.

- Smettila. - dice, quasi ringhiando - Smettila di non reagire. Ti sto insultando, Cas! Reagisci! Tirami un pugno! Cazzo, sei capace di farlo anche in questa forma! Mi hai massacrato per molto meno! Sei sempre tu, sei sempre Cas! E guardami quando ti parlo!

Si alza in piedi, Dean, trascinandosi dietro un ammutolito Castiel che rimane immobile, con la bocca appena socchiusa e gli occhi sgranati. Quelli di Dean brillano appena di rabbia repressa. Castiel scuote appena la testa e cerca di sedersi ma non riesce a liberarsi dalla presa ferrea di Dean, così rimane fermo, in piedi, le gambe ben piantate nel terreno e quella sorta di arrendevolezza che ha sempre avuto nei suoi confronti.

Pazzesco pensare che in una situazione simile, in passato, si sarebbe liberato solo sbattendo le ciglia.

- So che è difficile pensare al fatto che morirai dopo aver saggiato l'immortalità, ma è il prezzo che noi bastardi dobbiamo pagare, il prezzo per avere una vita che sia nostra. [2] Hai fatto un sacco di cazzate, ma possiamo risolverle! Possiamo farlo, Cas, insieme. Cazzo, ascoltami quando ti parl--

E Castiel non ce la fa più, la schiena brucia, la voce di Dean è davvero troppo alta e gli scoppia la testa. Smette semplicemente di trattenersi, di pensare. Qualunque cosa sia razionale, muore nell’istante in cui Castiel chiude gli occhi..

Le labbra di Dean sono morbide, il suo sapore sulla lingua è piacevole. Birra, forse un bicchiere di whisky, noccioline... Castiel non è sicuro di riuscire a reggersi in piedi ancora per molto. Le sensazioni che sta provando scoppiano nel suo stomaco come una serie di petardi a capodanno e lui non ci è abituato, no davvero.

Poi Dean lo stringe forte, gli sfiora le scapole con dita leggere e gli morde la bocca, e tutto assume una sfumatura diversa. Più reale, vivida, forte. Castiel non si allontana, come forse dovrebbe fare, gli respira direttamente sulla bocca. E, per quanto non sia più un angelo e certe cose non possa vederle, beh... l’anima di Dean gli da calore come la più bella delle stelle.

- Ti guardo sempre, Dean. - gli ansima addosso - Ti ascolto sempre. Non ho mai smesso di farlo.

E Dean lo bacia di nuovo, con irruenza, strattonandogli i capelli e i vestiti. La schiena non gli fa più male per tutta la notte.







Ps. I'm a Serial Addicted


[1] Piccolo omaggio a un film fantastico e a James Bond, inventore dell'omonimo cocktail.
[2] Citazione un po' rimaneggiata del film Le memorie di una geisha.


Hhhhhhheeellllooooo. Sono vagamente agitata perché questa è la mia prima fanfiction in questo fandom. Ho cercato di sondare un po' l'animo di Cas dopo la caduta, quanto confuso potesse essere e come Dean avrebbe reagito a tutta una serie di cose. [Ho inserito Gabe, anche solo per un cameo, perché sì, lo amo, basta]. Spero di non aver sminchiato troppo i personaggi, perché ci ho messo tutto il mio amore, per questi due e una serie tv meravigliosa. Spero vi sia piaciuta almeno la metà di quanto è piaciuto a me scriverla, liberissimo di linciarmi con pomodori marci, ovviamente. Tanto amore!


Ps. Tutto è nato guardando questa immagine. La sofferenza e l'immensa bellezza.



Jess (Mrs C.)


 
   
 
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