Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: LonelyJuliet    17/08/2013    0 recensioni
In apparenza una storiella estiva, ma in realtà si tratta di due persone entrambe ferite dalla vita, e in qualche modo tentano di guarirsi a vicenda.
La ragazza ripensa all'anno precedente, e riesce grazie all'ascolto di qualcuno dall'alto di poter rivivere il passato.
Cosa succederà? Lei cambierà i ricordi o tornerà semplicemente a rivivere i momenti più belli?
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era riuscita a tornare nel passato, non riusciva a capacitarsi neppure in quale strabiliante modo, ma ce l’aveva fatta.
Forse perché aveva così tanto desiderato che potesse accadere qualcosa del genere che alla fine, molto probabilmente qualcuno da lassù, esasperato, l’aveva accontentata per poter avere una voce in meno nelle orecchie.
Dopo tutto c’erano parecchie anime che supplicavano in qualche miracolo, ogni giorno, e il suo desiderio non era nulla in confronto a tutti gli altri.
E così eccola lì, invece di risvegliarsi nella sua stanza insignificante e disordinata, si ritrovava in un giorno afoso di agosto, con la mano destra intrecciata ad un ragazzo, e non un ragazzo qualsiasi: quel ragazzo.
Lui, quel dannato pezzo di merda che dopo un anno ancora la tormentava  facendo spazio prepotentemente nella sua testa, nei suoi sogni e nelle sue fantasie.
In quel momento stavano tornando a casa dopo una mattinata sulla spiaggia, la sua amica-nonché cugina di lui- stava dietro in disparte con gli altri, ma anche se in quel momento lei fosse stata accanto a loro probabilmente lei non se ne sarebbe neppure accorta, e non per egoismo né per cattiveria, semplicemente perché quello era l’effetto maledetto che le faceva l’Amore: la faceva uscire completamente fuori di testa, e per lei in quel momento girava solo quello stupido ragazzo, che dopo tutto non era nemmeno poi così bello a detta degli altri, anzi era anche basso, con una gobbetta sul naso, e sembrava anche un tipo con la puzza sotto al naso o con qualche problema, visto che non proferiva parola con nessuno.
Ma a lei, lei piaceva per quello che era, per lei quel ragazzo era tutto ciò che potesse desiderare, e a lei non era mai interessata la perfezione.
Per lei era bello punto e basta, e non lo avrebbe voluto in nessun altro modo.
A niente servivano le voci ronzanti di sua madre nell’avvertirla di fare attenzione, né delle amiche che le mostravano contentezza, ma dall’altra parte timore e dubbi nei confronti di lui, ma badavano bene a non “portare sfiga”: dopo tutto non volevano altro che la felicità della loro amica.
Già, ma quanto sarebbe durata quella felicità?
La ragazza col senno di poi ora lo sapeva, sapeva che quelle due settimane di pace e amore le avrebbe pagate a caro e amaro prezzo, e finalmente ora poteva scappare, poteva svegliarsi appena in tempo e poteva correre ai ripari!
Ma bastò  una semplice occhiata in quello specchio di occhi blu per dimenticarsi tutto il suo piano perfetto e sciogliersi come neve al sole.
Ricordava cosa gli stava dicendo: aveva fatto una ridicola battuta sul fatto che quel pomeriggio sarebbe scesa più tardi perché doveva passare dall’estetista.
-          Va bene che sono un Panda, ma non voglio essere così pelosa!-aveva sbottato, mentre lui rideva, continuando a stringerle la mano.
Rideva a quella battuta patetica!
E che dire poi di quei nomignoli ridicoli che lei stessa aveva iniziato a cacciare fuori?
Si chiamavano tra loro Koala e Panda.
Il che era bizzarro e alquanto strano, ma non erano dei nomignoli che usavano davanti a tutti, semplicemente erano dei nomi che utilizzavano tra di loro quando stavano in disparte dagli altri, e perciò successivamente tornavano ad utilizzare battute simili, come quella dell’essere pelosa come un panda oppure essere coccoloso come un Koala.
Tutto era nato un pomeriggio, mentre tutti si facevano il bagno, lui stava tremando dal freddo e lei con non so quale coraggio lo prese e lo abbracciò, per poi dirgli:- Mi ricordi un Koala.
Lui sconvolto:- E perché? Loro sono teneri, cosa c’entro io?
Lei:- No non è vero, sei tenero come un Koala!
Lui era arrossito e ridendo l’aveva ringraziata, e lei per sdrammatizzare la figura di merda se n’era uscita dicendo che invece a lei colava via tutta la matita dagli occhi, diventando un Panda.
In ogni caso, la ragazza stava zitta zitta a recitare la parte del passato, assaporando ogni secondo con il “vecchio lui”.
Sì perché quello attuale non le piaceva per niente, era come se qualcuno le avesse rubato quello che lei amava tanto e lo avesse cambiato con uno antipatico, odioso e soprattutto stronzo.
Perché non poter approfittare di nuovo di quei vecchi attimi che tanto aveva sognato di rivivere?
 
Così quella sera trascorse la serata con lui e tutti gli altri del gruppo, ricordava bene anche quella serata: stavano tutti sull’ultima parte della spiaggia, quella che lei adorava tanto, con gli scogli e le scalinate che portavano ad un panorama pazzesco, dove si poteva vedere tutto il mare.
Lui si era appoggiato a lei sdraiandosi con la testa sulla sua pancia, e lei gli accarezzava i capelli come si fa ad un bambino.
Una parte di sé avrebbe voluto che qualcuno scattasse una foto, ma sapeva che a lui avrebbe dato fastidio, perciò perché rovinare quel momento così magico?
-          Ti va di mettere un po’ di musica?-gli chiese ad un certo punto.
Lui acconsentì e fece partire una canzone che non conoscevo.
-          E’ degli Stone Sour, si chiama  zzyzx rd. Pensa che volevo tatuarmi il titolo sulla gamba, ma sarebbe stato troppo bizzarro.
-          In effetti!-scherzò lei.
Restarono in silenzio ad ascoltare la canzone, era davvero bella ma allo stesso tempo struggente, riusciva a capire le parole chiaramente, e non evitai nel farglielo presente, ancora una volta.
-          Sembra una canzone piuttosto triste. E’ legata ad un momento in particolare?
Lui si sentì scoperto e annuì.
-          Beh, ma è tutto finito ora, vero?
Lui sospirò, e in quel momento la ragazza riconobbe ancora una volta il ragazzo di cui si era innamorata, un ragazzo terribilmente fragile e incompreso, e sentì l’impulso di proteggerlo.
A distanza di un anno ormai sapeva cosa gli tormentava.
Neanche poteva immaginare tutta la frustrazione nel dover sentire litigare i genitori ogni giorno, soprattutto quando arrivavano alle mani, e tutto ciò che poteva fare era coprire le orecchie al fratello più piccolo.
Avrebbe voluto difendere sua madre, avrebbe voluto essere un uomo migliore di suo padre…E invece in quel momento si sentiva semplicemente impotente e con tutto il peso del mondo sulle spalle.
A quel punto il respiro le si era mozzato in gola, ma sapeva di dover parlare.
Non si trovava lì per soffrire il doppio e rivivere quei momenti, no.
Era lì per chiudere una volta per tutte con il passato, doveva farlo, che lei volesse o no.
-          Renato…-lo chiamò, mentre tutti gli altri amici parlavano tra loro  senza disturbare il loro piccolo angolino.
-          Mh?-si risvegliò dai pensieri.
-          Ci faremo molto male, questa storia…Non andrà a finire bene.
-          Non puoi saperlo.-fu la sua risposta.
-          E se invece lo sapessi?
Lui rimase zitto a meditare:- Cosa te lo fa pensare?
-          Intuito.-disse lei, mordendosi le labbra.
-          Io adesso sto bene, tu no?-mi chiese di rimando.
Gli occhi stavano per riempirsi di lacrime, ne era certa.
-          Io vorrei solo…Che non ci ferissimo. Vorrei solo che anche dopo che te ne andrai, anche quando sarà difficile stare in contatto, anche dopo i miei sbalzi d’umore, i tuoi silenzi… Vorrei che avessimo la forza, vorrei potessimo dire alla fine di tutto, che ce l’abbiamo fatta.
-          Non pensarci.-fu il suo consiglio.
-          E invece no, ci penso… perché è così che andrà a finire, e non c’è nulla che possiamo fare per evitarlo. Tu avrai paura, ti stancherai, e mi lascerai andare, e io, ferita nell’orgoglio, ti tratterò malissimo, ti dirò cose che non penso e che non penserò mai, ma le dirò, solo per farti del male.
Vorrei che tu non le ascoltassi, quelle parole.
Vorrei che nonostante tutto il male che ci faremo, tu restassi.
-          Lo farò. Resterò.- sussurrò.
-          Oh, certo che resterai.-sussurrò la ragazza a quel punto, con un sorriso amaro in viso.- Resterai sotto la mia pelle, nei miei pensieri, nel mio cuore, ti trasformerai in un veleno dolce da non riuscire a lasciare andare in nessun modo. Tornerà tutto di te…Ma tu no.
-          E io cosa farò? Ti dimenticherò?
-          No, non credo.-pensò.- Mi seppellirai semplicemente, così in profondità da trasformarmi semplicemente in ricordo. Anche quando tornerai di nuovo l’anno prossimo e mi rivedrai… Quel ricordo di me sarà così lontano da non riconoscermi più, e per te sarò semplicemente un’estranea.
-          Deve andare per forza così?-chiese lui, guardandola fisso negli occhi.
-          Vorrei che non fosse così.
Le prime lacrime iniziarono a scendere.
Lui le accarezzò il viso, e la baciò senza dire niente.
Senza prenderla per pazza, né per una ragazza disperata.
La strinse a sé e basta, cercando di far durare quell’attimo in eterno.
Ed è così che si risvegliò: nel suo letto, inondato dalle lacrime e abbracciata a se stessa, tremando.
Quei due si erano persi in un sogno, e forse solo lì sarebbe stato possibile andare avanti.
Forse un giorno si sarebbero rincontrati in un sogno, e avrebbero lasciato indietro tutto l’odio e il dolore che si erano lanciati reciprocamente.
Solo lì sarebbero stati liberi di amarsi.
 

 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: LonelyJuliet