Libri > La ragazza drago
Segui la storia  |       
Autore: Kylu    17/08/2013    3 recensioni
Sarebbe stato uguale, per molti versi. Di nuovo sei draconiani uniti da un custode, di nuovo cinque draghi a combattere al loro fianco.
Eppure sarebbe stato diverso. Da molti punti di vista, peggiore. Più cruento.
Molto sangue sarebbe stato versato, perchè questa volta sarebbero stati umani contro umani e draghi contro viverne, in una lotta millenaria che nonostante gli sforzi per ripristinare la pace era ripresa, un anno più tardi rispetto all'ultimo scontro con Niddhogr.
Draghi e draconiani, separati nel corpo, ma uniti più che mai nel cuore e nella mente.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La gemma era illuminata da una flebile luce verde chiaro, che rischiarava a stento il buio spazio circostante.
Sofia si sentì pervasa da una pace che non provava da moltissimo tempo, e una vecchia e nota sensazione la invase. Il neo sulla sua fronte divenne una gemma e si accese di un caldo bagliore verde vivo.

Aveva nuovamente Thuban in lei, lo percepiva in ogni centimetro del proprio corpo, nel cuore, nella mente.
Le era mancato.

Improvvisamente dal buio si staccò un’ombra nera, che si modellò in una lunga striscia di assenza di luce e colori. L’ombra si spostò fino a posizionarsi attorno alla gemma ed avvolgerla, stringendo sempre di più, soffocando la sua luce benefica.
Sofia allungò le zampe di drago per provare ad allentare quella stretta malefica, ma si ritrovò davanti solo delle semplici, rosee e morbide mani da umana che, inutili, scivolavano sull’ombra senza scalfirla minimamente.
A tale contattò quest’ultima sembrò però animarsi; un pezzo di essa si staccò dalla gemma e, gommosa e lucida, raggiunse il viso di Sofia, espandendosi sempre di più, penetrandole nel sangue attraverso i pori e cercando di assoggettarla
Un attimo prima di perdere il controllo sul proprio corpo, Sofia si sentì soffocare. Urlò, ma l’ombra le impediva di emettere qualunque suono.
Accecata e senza più riserve d’ossigeno, non poteva neanche provare a divincolarsi. Finalmente, dopo quella lunga agonia perse conoscenza, e tutto si fece ancora più buio.
 

Sofia si svegliò urlando, la sensazione di soffocamento ancora appiccicata addosso. Era stato solo un incubo… solo un incubo. Eppure la ragazza avvertiva un presentimento, una strana oppressione al petto…
Si sforzò di smettere di urlare prima di svegliare il professore, Thomas, Fabio e Karl.
Troppo tardi, sentiva già dei passi salire per le scale della villa.
Sofia si mise a sedere e cercò di tornare lucida. Quello che aveva visto… doveva per forza significare qualcosa. Tentò inutilmente di evocare Thuban, o di percepirlo in quel modo speciale nel profondo della sua mente. No, non funzionava. Era completamente, definitivamente vuota, come era stata ogni giorno di quell’ultimo anno.
Si chiese con chi potesse confidarsi. La prima persona che le veniva in mente era ovviamente Lidja. Lidja, la sua migliore amica, la compagna di tante avventure, la prima con cui aveva condiviso il peso dell’essere draconiani. Ma Lidja era con il circo, ormai stabile nella periferia di Roma, ma comunque troppo distante per essere raggiunta in quel momento.
Ai vecchi tempi, pensò la ragazza con amarezza, non avrebbe esitato a parlarne con il prof. E lui l’avrebbe ascoltata e capita, avrebbe avuto una risposta a tutti i suoi dubbi e le sue domande, e le avrebbe spiegato la soluzione con il suo solito sorriso dolce e bonario dipinto sul volto. Ma ora che lui non ricordava più nulla della sua vecchia vita, provare a parlargli di queste cose non avrebbe avuto senso, l’avrebbe solamente spaventato.
Un altro draconiano, forse? Ma non aveva senso neanche svegliare qualcuno a quell’ora per raccontare quella che poteva apparire come una storia assurda, un semplice incubo senza significato.
Solo che lei aveva bisogno di essere consolata. E aveva bisogno di qualcuno che l’aiutasse a capire.
La risposta giunse proprio in quel momento. La porta della sua camera si aprì con un colpo secco e un ragazzo dai boccoli scuri e scompigliati si precipitò dentro, evidentemente allarmato dall’urlo con il quale Sofia si era svegliata.
“Sofia!” quasi urlò Fabio, tra la preoccupazione e il sollievo nel vederla viva e apparentemente illesa. “ Ti ho sentita urlare, mi hai fatto prendere un infarto! Cosa succede?”
Sofia sorrise. Bastava quella vista a rassicurarla: alto, magro ma con un fisico evidentemente allenato, perfetto con quella pelle liscia e quegli occhi… quegli occhi… Sofia si sentì sciogliere. Dopo un anno passato vivendo nella stessa casa, e dopo tutte le vecchie avventure da draconiani, gli occhi di Fabio le facevano ancora quell’effetto, lo stesso della prima volta che li aveva incrociati, in quella lontanissima mattina al circo che sembrava appartenere ad un’altra vita.
“E’… è stato solo un incubo. Mi dispiace di averti svegliato” rispose, tacendo le sue preoccupazioni. Non voleva fare la figura della stupida bambina spaventata da un sogno, non con lui.
Ma ormai Fabio la conosceva benissimo, sapeva capire i suoi stati d’animo con una sola occhiata fugace. La vide così fragile, in quel momento, e così determinata nel cercare di essere forte… per lui.
“Tranquilla, mi hai solo fatto perdere dieci anni di vita” rise lui tentando di scherzare per sdrammatizzare la situazione. Le si avvicinò piano, ma prima che riuscisse a raggiungerla la portà si spalancò per la seconda volta.
“Sofia, cos’è… Fabio! Cosa ci fai tu qui?” esclamò Schlafen, tra il sorpreso e lo scandalizzato. Si era molto affezionato al ragazzo negli ultimi tempi, ma da padre qual era non poteva non essere un po’ invidioso del rapporto che aveva instaurato con sua figlia.
Fabio si girò di scatto, sollevando le mani come in segno di resa, un’espressione fintamente colpevole sul volto.
“Fabio mi ha sentita urlare ed è venuto ad accertarsi che stessi bene. E’ tutto a posto, prof. Solo un brutto sogno” spiegò Sofia.
“Bene, allora se è tutto a posto puoi andare, Fabio… grazie per esserti preoccupato per lei, ma tranquillo, ora ci sono io” disse il professore con una nota di fredda severità nella voce.
Fabio annuì brevemente e uscì dalla stanza, evidentemente scocciato, ma senza degnare Sofia di un ultimo sguardo.
“Cos’è questa storia, Sofia?” chiese il prof accigliato, e dal suo tono la ragazza capì che non si riferiva all’incubo.
La ragazza sbuffò. All’inizio aveva ritenuto la severità del professore una conseguenza dell’infinito affetto che provava per lei, e l’aveva accettata quasi come un dono, considerandolo finalmente come vero padre. Ora, però, cominciava a stancarsi. Non era più una bambina, e nonostante non fossero una coppietta smielata tipo Lidja e Ewan, lei e Fabio stavano insieme più o meno ufficialmente da ormai parecchio tempo.
"Prof, te l’ho detto, è venuto a vedere se stavo bene. Abbiamo appena scambiato tre parole, poi sei entrato tu. Fine della storia” disse Sofia, cominciando a scaldarsi.
“Okay, okay… è che, sai com’è, uno pensa male. Tu hai solo sedici anni, in fondo, è normale che io mi preoccupi”.
“Quasi diciassette, prof. Non sono più una bambina! Per una volta, finiscila! E ora scusami tanto, ma vorrei dormire. Buonanotte”.
Sofia sapeva di aver reagito nel modo sbagliato, troppo bruscamente, ma sul serio non ce la faceva più a sopportare il prof con le sue ramanzine. Si tirò le coperte sotto la testa e si girò verso il muro, attendendo che l’uomo la lasciasse in pace. Tempo pochi secondi e quest’ultimo, sospirando, lasciò la stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Rimasta sola, la ragazza ricominciò a riflettere sul proprio incubo.
Appena ripensava a quell’ombra, alla sua stretta assassina, risentiva il terrore opprimerle il petto e cingerle la testa in una morsa.
Si raggomitolò su se stessa, rendendosi più piccola che poteva e schiacciandosi contro la parete. Tremava, nonostante il piumino invernale a crearle un bozzolo attorno al corpo, e batteva i denti tanto da non riuscire a tener ferma la testa.
Il sonno sembrava averla abbandonata definitivamente. Sofia passò l’ora successiva a tormentarsi con pensieri deprimenti e creandosi storie mentali tanto inutili quanto tristi e spaventose. Ma quell’incubo, quell’incubo, avrà ben voluto dire qualcosa…
Poi tutto divenne semplicemente troppo, e Sofia scoppiò a piangere, soffocando i singhiozzi ne cuscino, le lacrime che le inondavano il viso.
Quasi non sentì la porta della camera che si apriva, cigolando appena, e i passi leggeri che seguirono. Ma poi sentì un tocco insieme delicato e deciso accarezzarle i capelli, un tocco per lei inconfondibile. Cercò di frenare il pianto, inutilmente.
Fabio si infilò nel letto con lei, rimanendo sopra il piumino così da non doverla scoprire, e la abbracciò stretta. Sofia si perse in quell’abbraccio, sentendosi finalmente rassicurata.
“Ne vuoi parlare?”.
“No, io… domani mattina.”.
“D’accordo. Vuoi che rimanga con te stanotte?”.
“Si”.
Fabio annuì nel buio, sempre tenendola tra le braccia. Poi cancellò i pochi centimetri di spazio che li separavano e appoggiò delicatamente le sue labbra su quelle della ragazza, con una dolcezza infinita.
E in quel momento Sofia si sentì completa, completa come non si sentiva da quando Thuban l’aveva lasciata sola.
 

Nello stesso momento, in una bolla d’aria al centro del lago di Abano, una flebile luce balbettò un paio di volte, illuminando cinque piccole sfere d’un bianco lattiginoso, per poi spegnersi definitivamente.
 
 
SPAZIO AUTRICE
Ciao, questa è la mia seconda long, ed è un progetto un po’ strano iniziato quasi per sbaglio che ora ho finalmente deciso di mettere nero su bianco per pubblicarlo (se per caso foste Potterhead passate a leggere la mia altra serie, a cui tengo molto, Cervello babbano, cuore da strega).
Per favore, fatemi sapere che ne pensate, recensite: anche solo qualche parola per dirmi se a vostro parere può venirne fuori una bella storia o se è invece il caso di lasciar perdere. Non sono abituata a scrivere storie avendo linee molto precise da seguire riguardo a personaggi ed ambientazioni, quindi perdonatemi qualche svista.
Cercherò di aggiornare presto, soprattutto nel caso riscontrassi l’interesse di qualche lettore…
Alla prossima, Kylu
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > La ragazza drago / Vai alla pagina dell'autore: Kylu