Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |      
Autore: Felpata394    17/08/2013    0 recensioni
Il mio nome è Rachel. Rachel Brown. La prima cosa da dire è che il mio sogno è trasferirmi a Londra un giorno. Ho diciassette anni e frequento la quarta superiore in un liceo di una piccola cittadina vicino ad Ancona. Mi sono appena trasferita da una scuola di Roma. Mio padre aveva trovato lavoro da finanziere là, ma ora (per mia fortuna) l'hanno trasferito qui, vicino Ancona. A Roma non mi sentivo a mio agio. Ero grassa ed avevo l'apparecchio e tutti mi prendevano in giro, ma racconterò di più dopo.
Volevo dire solo una cosa alle persone che leggeranno la mia storia: il mio sogno si è realizzato, ma poi si è distrutto per colpa di due persone: Zayn Malik ed Harry Styles. Ora, l'insegnamento che volevo darvi è: non dovete mai (e dico MAI) dipendere da una persona perché se quella persona se ne va, tu cadi e sarà difficile rialzarsi. Questo è quello che mi è successo, ma grazie ad una persona, sono riuscita a superare tutto e ad andare avanti. Ringrazio quella persona per avermi aiutato.
Spero di non avervi annoiato con queste parole.
Beh, questa è la mia storia!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era il primo giorno di scuola. Entrai in classe e mi sedetti in un banco non troppo avanti nemmeno troppo indietro. Non conoscevo nessuno perché avevo cambiato scuola, prima vivevo a Roma.
Si avvicinò una ragazza al mio banco:
Ragazza: «Ciao, questo banco è libero?» mi chiese sorridente.
Io: «Si, si. Siediti pure» le risposi io.
Ragazza: «Grazie! Il mio nome è Emma, piacere!» mi porse la mano, ancora sorridente.
Io: «Io sono Rachel, ma preferisco essere chiamata Hope. Piacere mio!» le strinsi la mano, sorridendole a mia volta.
Emma: «Come mai 'Hope'?»
Io: «Semplice: perché la speranza è la mia forza»
Emma: «Come sei profonda!!» Mi disse ridendo.
Io: «Lo so!» Le risposi, sempre ridendo.
Continuammo a parlare, ridere e scherzare fino a quando non arrivò la professoressa.
Terminate le ore scolastiche, io ed Emma uscimmo dalla scuola insieme.
Emma: «Che ne dici se oggi pomeriggio usciamo? Così ti presenterò anche la mia migliore amica. Si chiama Alice ed è davvero simpatica! Oggi è mancata a scuola, chissà perché...» mi chiese.
Io: «Si, volentieri! Ma dove? Io non conosco questa città...» le risposi. Ero proprio felice di uscire con qualcuno già dal primo pomeriggio!
Emma: «Facciamo così: ci incontriamo davanti alla scuola alle 16.30 ok?»
Io: «Ok!» le risposi entusiasta.
Emma: «Ok, allora io vado a casa, a dopo...! Ah, aspetta! Ti dò il mio numero così se c'è qualche problema potrai chiamarmi!». Mi diede un foglietto con scritto il suo numero di cellulare.
Io: «Ah, sì, il numero! Grazie! Ciao, a dopo». Le sorrisi, lei fece lo stesso e mi salutò con la mano, per poi incamminarsi verso casa.
Iniziai a rimuginare, mentre tornavo a casa. Nella scuola di Roma non era successo proprio così... il primo giorno di scuola il banco vicino al mio rimase vuoto. Come tutto il resto dell'anno, d'altronde. Le persone mi prendevano in giro per via dell'apparecchio e perché ero grassa. Ma l'apparecchio l'ho tolto. E, beh, ho detto bene: ERO grassa. Ora, non per vantarmi, ma sono davvero una bella ragazza. Ebbene sì, anche questo cambiamento è stato opera della speranza. Ho sempre sperato di diventare più «bella», ma non sapevo di essere già bella. Bella dentro, intendo, perché è quello l'importante.
Pensando e ripensando, non mi accorsi che ero già arrivata a casa e per poco non andavo a sbattere contro il cancelletto della mia grande e bella abitazione.
Bussai e mio padre mi aprì, lasciandomi entrare. Quando fui dentro il mio enorme salone, salii in camera mia e appoggiai lo zaino al letto, poi tornai nel salone per chiedere a mio padre se oggi potevo uscire con Emma e la sua amica Alice.
Papà: «Certo che puoi, ma fa' attenzione!» mi disse.
Io: «Sì, sì, farò attenzione. Graaazie!» risposi e poi andai a baciarlo sulla guancia.
Voglio molto bene a mio padre, anche se molte volte ci litigo per via di molte cose, ad esempio che mangio poco o che non avevo amici o che sto molto tempo al computer.
Mia madre, invece, è morta in un incidente stradale. Io avevo cinque anni. Ero seduta nei sedili posteriori. Mio padre guidava e mia madre era sul sedile accanto a quello di mio padre. Era inverno e c'era uno spesso strato di ghiaccio sulla strada. Ad un certo punto, girando ad una curva, la macchina slittò. Mia madre morì sul colpo, mio padre se la cavò abbastanza bene con qualche ferita ed io finii in ospedale. Appena uscii facemmo il funerale a mia madre. Ero ancora piccola, ma capii perfettamente che non avrei potuta vederla mai più. Ora però ci parlo. La sera. E lei mi risponde con piccoli segnali. Le chiedo sempre di proteggere mio padre e mia zia, gli unici parenti che ho.
Mia zia si chiama Mary e abita a Londra. Raramente vado a trovarla, ma quando ci vado sono al settimo cielo. Le voglio un infinito di bene e lei ne vuole a me. Siamo come migliori amiche, solo che lei è mia zia ed io sua nipote. Quando vado a Londra, lei mi fa sempre fare il giro della città ed io rimango sempre più affascinata dalle meraviglie che riserva.
Per inciso, mia zia è molto giovane, ha ventotto anni e per questo mi sento ancora più vicina a lei.
Sono le 16, quasi ora di uscire. Indossai un pantaloncino di jeans ed una canottiera rosa con scritto 'Directioner'. Sì, sono una Directioner.
Legai i miei lunghi e lisci capelli in una treccia, per non sentire caldo. Misi un filo di trucco (non mi piace truccarmi troppo): un lucidalabbra color pelle così da non apparire troppo evidente e un po' di mascara. Ecco, sono pronta!
Guardai l'orologio: erano le 16.10. Alle 16.20 parto, così da arrvare alle 16.30 in punto.
Scesi giù in salone, dove trovai mio padre che guardava una partita di calcio (Juventus-Napoli).
Io: «Ooooh!! Chi vince?» gli dissi saltando sul divano.
Papà: «La Juve!» mi rispose entusiasta. Io e lui eravamo dei grandi tifosi della Juventus, perché siamo entrambi nati a Torino.
Io: «Evvai! Ma è quasi finita! Potevi chiamarmi!» gli dissi offesa. Amo il calcio!
Papà: «Scusa, ma dovevi prepararti...» si giustificò.
Io: «Vabbè.. Io ora esco. Ciao papà!» lo baciai sulla guancia e poi uscii di casa.
Dopo dieci minuti arrivai e trovai Emma ed Alice che mi aspettavano.
Emma: «Ciao!»
Io: «Ciao!»
Emma: «Alice, questa è Rachel, ma preferisce essere chiamata Hope. Hope, questa è Alice» ci presentò.
Io: «Piacere!» le porsi la mano.
Alice: «Piacere mio! Perché preferisci essere chiamata Hope?» mi strinse la mano, sorridendo.
Io: «Perché la speranza è la mia forza» le sorrisi a mia volta.
Alice: «Wow!» rise.
Emma: «Ok ragazze, possiamo andare!»
Io: «Certo, ma dove andiamo?»
Emma: «Oh, io conosco un posto bellissimo! Venite con me!» ci disse, facendoci l'occhiolino.
Io: «Ok...»
Alice: «Possiamo fidarci, Emma, vero?!»
Emma: «Ma certo che sì!»
Io: «E va bene, andiamo, su!»
Ci guidò fino al limitare di un parco molto grande con alberi e cespugli.
Alice: «Questo posto è bellissimo!»
Emma: «Sì, è vero, ma non siamo ancora arrivate!»
Quando arrivammo in fondo al parco (ma proprio in fondo in fondo. Nessuno era a conoscenza di quel posto secondo me!) entrammo in un buco di un cespuglio enorme, grande tipo come una casa, e trovammo un albero molto resistente e robusto su cui poggiava una bellissima e spaziosa casetta di legno.
Io: «Ma è meravigliosa, Emma!»
Emma: «Lo so, l'aveva costruita mio nonno prima di morire»
Alice: «Oh mio Dio, e perché non mi hai mai detto della sua esistenza?!»
Emma: «Perché questo è il mio rifugio. Ci vengo quando voglio stare da sola, ma ora ho deciso che condividerlo con le mie migliori amiche  sarebbe ancora meglio che starci da sola!»
Alice: «Aww come sei dolce! Grazie»
Io: «Concordo! Grazie!»
E ci abbracciammo. Ero semplicemente entusiasta, al settimo cielo! Ciò voleva dire che ero la migliore amica di Emma! Già dal primo giorno! E ha voluto condividere questa meraviglia di casa non solo con Alice, ma anche con me! Il mio entusiasmo è indescrivibile!
Passammo tre mesi a vederci quasi tutti i giorni o a casa mia, o a casa di Emma, o a casa di Alice. Eravamo ormai diventate le tre moschettiere versione femminile (chi guarda Zoey 101 capirà!).
Tutte le volte che ci vedevamo, poi uscivamo insieme ed andavamo sempre in quella bellissima casa sull'albero, ormai conosciuta come «il Rifugio».
La scuola andava molto bene. Frequentavamo il liceo classico; studiavamo sempre insieme ed alla fine prendevamo sempre un voto alto. Di solito studiavamo sulla casetta sull'albero ed era il posto più adatto perché non c'era nessun rumore, solo il profumo della natura e il cantare degli uccellini. Un paradiso!
Passò un anno che andò a meraviglia: tra voti alti, divertimento e uscite non c'era proprio spazio per la tristezza, la noia o cose simili.
Arrivata la fine dell'anno scoprii che la nostra scuola offriva borse di studio ai cinque studenti più bravi. Sarebbe stato favoloso se avessimo vinto noi tre la borsa di studio perché avremmo potuto trasferirci a Londra, che era il nostro sogno (sì, avete capito bene, anche Emma ed Alice sognano di trasferirsi a Londra un giorno)!
Al ballo di fine anno io, Alice ed Emma eravamo davvero belle!
Io indossavo questo vestito: https://www.google.it/search?hl=it&site=imghp&tbm=isch&source=hp&biw=1280&bih=659&q=vestiti+da+sera&oq=vestiti+da+sera&gs_l=img.3..0l10.64.6267.0.8090.15.9.0.6.6.0.124.740.8j1.9.0....0...1ac.1.24.img..2.13.636.Fr9XxcI_KSY#facrc=_&imgdii=PdiFWgcFvrIANM%3A%3Bcm8q5S15VzQjxM%3BPdiFWgcFvrIANM%3A&imgrc=PdiFWgcFvrIANM%3A%3BPOcP5YcVW7rurM%3Bhttp%253A%252F%252Fabitisera.altervista.org%252Fimmagini%252Fciao.gif.gif%3Bhttp%253A%252F%252Fwww.dolceflirt.it%252Fforum%252Ft3666%252C1-vstitini-o-abiti-da-sera.htm%3B204%3B317
Emma indossava questo: https://www.google.it/search?hl=it&site=imghp&tbm=isch&source=hp&biw=1280&bih=659&q=vestiti+da+sera&oq=vestiti+da+sera&gs_l=img.3..0l10.64.6267.0.8090.15.9.0.6.6.0.124.740.8j1.9.0....0...1ac.1.24.img..2.13.636.Fr9XxcI_KSY#facrc=_&imgdii=_5c6oYSUSD4InM%3A%3B-TgdsiMCRpeAHM%3B_5c6oYSUSD4InM%3A&imgrc=_5c6oYSUSD4InM%3A%3Btkz1I-75i-gnfM%3Bhttp%253A%252F%252Fus.123rf.com%252F400wm%252F400%252F400%252Fwihtgod%252Fwihtgod1206%252Fwihtgod120600037%252F14019590-uno-signore-vestito-da-sera-in-raso-argento-con-una-gonna-a-pieghe.jpg%3Bhttp%253A%252F%252Fit.123rf.com%252Fphoto_14019590_uno-signore-vestito-da-sera-in-raso-argento-con-una-gonna-a-pieghe.html%3B771%3B1200
Ed Alice questo: https://www.google.it/search?hl=it&site=imghp&tbm=isch&source=hp&biw=1280&bih=659&q=vestiti+da+sera&oq=vestiti+da+sera&gs_l=img.3..0l10.64.6267.0.8090.15.9.0.6.6.0.124.740.8j1.9.0....0...1ac.1.24.img..2.13.636.Fr9XxcI_KSY#facrc=_&imgdii=_&imgrc=zCIr1RdSRtm3fM%3A%3B0bx5-A2zbG7ImM%3Bhttp%253A%252F%252Fcloud6.lbox.me%252Fimages%252Fx%252F201212%252FMAIDA---Abito-da-Sera-in-Lustrini-e-Tulle_smhyxz1355480401994.jpg%3Bhttp%253A%252F%252Fwww.lightinthebox.com%252Fit%252FMAIDA---Abito-da-Sera-in-Lustrini-e-Tulle_p490619.html%3B1140%3B1500
Nel bel mezzo della festa il direttore della scuola si piazza sul palco ed afferra il microfono, richiamando l'attenzione più totale.
Direttore: «E' arrivato il momento che aspettavate tutti: l'annuncio di chi vince la borsa di studio! Non voglio fare tanti giri di parole perché so che siete molto impazienti.» e ci guardò tutti, ridendo. In effetti avevamo delle facce ansiose e incuriosite.
Direttore: «Il primo studente che vince la borsa di studio è... Dave Owen!» ci fu un'esplosione di applausi.
Direttore: «Il secondo è... Lily Smith!» Un'altra esplosione. Io ero un po' preoccupata. A questo punto, se il direttore non nomina me, Alice ed Emma, addio sogno!
Direttore: «Il terzo è...Rachel Brown!» Ma sono io!!! Ancora altri applausi. Ero al settimo cielo.
Direttore: «Il quarto... Emma Wilson!» Non.ci.credo. Mancava solo Alice a questo punto!
Direttore: «E per finire......» La sua pausa fu più lunga delle altre. Tutti gli studenti speravano di poter sentire il loro nome. Ed io speravo di sentire il nome di Alice Johnson.
Direttore: «Andrew Lewis!» Questa volta ci fu delusione negli applausi.
Io ed Emma: «COSA?!» esclamammo all'unisono. «Ma abbiamo studiato sempre insieme! Abbiamo ottenuto gli stessi voti! Sappiamo le stesse, ugualissime cose. La nostra conoscienza non è diversa!».
Alice: «Calmatevi ragazze! Non è niente, non preoccupatevi per me... io...» sospirò. «io non sono stata ritenuta abbastanza brava... ora calma, vi prego!» aggiunse. Io ed Emma ci guardammo intorno. Tutti gli studenti avevano assistito alla scena. Sembrava che stessero al cinema. Ci mancavano solo i pop-corn per completare il tutto!
Direttore: «Ma c'è un'altra cosa!» L'attenzione di tutti si riversò di nuovo sul Preside. «Non abbiamo potuto fare a meno di notare anche i voti di un'altro allievo. Così abbiamo deciso di offrire una borsa di studio in più, che va a.... Alice Johnson!» Io ed Emma fummo le più felici! Questo voleva dire solo una cosa: LONDRA!
 
Tre giorni dopo eravamo già in aeroporto, ognuna di noi tre salutava i rispettivi genitori. Eravamo semplicemente entusiaste, impazienti, follemente felici! Salimmo sull'aereo. Il nostro sogno si stava realizzando in maniera dannatamente, perfettamente facile! Avevamo soldi a palate, con i quali avremmo potuto comprare una villa con piscina, giardino di centocinquanta metri quadri e sculture.
Alice: «Ci manca solo che quando arriviamo a Londra troviamo i One Direction come vicini» rise.
Emma: «Già... potrebbe anche essere, eh! Non è detto!» rise anche lei, contagiando anche me.
Io: «Sarebbe troppo, mi metterei a piangere per la perfezione della mia vita» dissi divertita.
Emma: «Ma tu sei una vera Directioner? Non ci hai mai risposto a questa domanda. Ora sei costretta a rispondere!» Mi disse minacciosa, ma sempre ridendo.
Alice: «Già!» Le due amiche si guardarono, si fecero un cenno con la testa e mi bloccarono al mio posto, dato che stavo in mezzo, tra le due. Era un miracolo se riuscivo a respirare, figurati a parlare!
Io: «I...o...non...ri...riesco....a...» cercai di dire.
Emma: «Parla» disse allentando un po' la presa.
Io: «Ok, ok lasciatemi però!» Mi lasciarono. «Ecco, così va meglio. No, non sono una Directioner, ma non ho niente contro i One Direction. Mi piacciono le loro canzoni e anche le loro voci. Sì, mi piacciono, ma non sono una Directioner vera.» Sottolineai la parola 'vera' così che capissero che non ero una fan impazzita che solo se li vedeva iniziava a piangere e ridere insieme e a buttarsi al loro collo quasi senza farli respirare e a torturare quei poveri ragazzi solo per avere una misera foto.
 
Arrivate a Londra, appena scese dall'aereo, mi sentii libera. In quell'aereo non si respirava, e poi io soffro di vertigini.
Io: «Eccoci arrivate nella città dei miei so... ZIA!» Corsi incontro alla ragazza che mi aspettava a braccia aperte all'uscita dell'aeroporto.
Zia: «Eccoti, finalmente!»
Io: «Come facevi a sapere che saremmo arrivate?» le chiesi, ancora tra le sue braccia.
Zia: «Me l'ha detto tuo padre». La guardai e lei mi sorrise.
Io: «Non potevi farmi una sorpresa più bella! Ti voglio benee!» e l'abbracciai ancora.
Quando Emma ed Alice ci raggiunsero, rimasero a guardare la scena quasi commosse.
Io: «Che avete da guardare?! Vabè, comunque questa è mia zia Mary. Zia, loro sono le mie migliori amiche: Emma ed Alice.
Zia: «Piacere!» sorrise.
Emma ed Alice: «Piacere nostro, signorina Brown!» Dissero sorridendo a loro volta.
Zia: «Ahaha, potete chiamarmi Mary»
Emma ed Alice: «Ah ok.» risero.
Zia: «Rachel, avete già...»
Io: «La smetti di chiamarmi Rachel?! Non mi piace!» le feci la linguaccia.
Zia: «Ok, ok, calma! HOPE, avete già una casa?» ci chiese.
Guardai le mie due amiche. Non avevamo pensato a quel piccolissimo particolare.
Io: «Ehm... veramente non ci avevamo pensato...» le feci un sorrisetto innocente.
Zia: «Lo immaginavo» fece una smorfia divertita «Potete venire da me fino a quando non troverete una casa.»
Io: «Grazie zia!»
Zia: «E di che?!» ci disse sorridente.
Poi ci guidò fino a casa sua e svuotammo le valige. Ora dovevamo 'solo' trovare una casa con tre stanze, almeno due bagni, un salone grande e che non costi troppo. Più facile a dirsi che a farsi, direi...
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Felpata394