Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: flautista_pearl    17/08/2013    2 recensioni
Ma nonostante tutto Ran capì e non fu capace di trattenere le lacrime per la gioia.
«Sono a casa».
LA missing moment della mia precedente one-shot 'Vivere l'infanzia negata, recitare ti amo'.
Si consiglia vivamente di leggere prima la qui sopraccitata fanfic di questa postata per non ricevere spiacevoli spoiler.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Detective Boys, Kogoro Mori, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Detective Conan
 
All we need is truth
 
City of Angels
 
Eccolo scendere dalle scale mobili insieme alla sua valigia color indaco. Ci mise un po’ ad individuare dov’era il suo gruppo, ma appena trovato gli si stampò un enorme sorriso sulle labbra.
Kogoro esaminava l’orologio ogni secondo lamentandosi del ritardo con il povero dottor Agasa e Heiji che cercavano di calmarlo suscitando però di più la sua impazienza. Genta, Mitsuhiko e Ayumi stavano chiacchierando tranquillamente dando di tanto in tanto qualche occhiata in giro nel caso in cui il detective liceale arrivasse. Ai aveva lo sguardo completamente assente, fissava il cielo da una delle grandi vetrate dell’aeroporto, era coperto ma non molto, alcuni raggi di sole riuscivano comunque a penetrare le nuvole. Ran invece saltellava sul suo posto alzando la testa per riuscire a vedere oltre la folla di gente che si ammucchiava, Sonoko e Kazuha tentavano di rassicurarla, ma si rassegnarono dopo vari tentativi di rimetterla coi piedi per terra, letteralmente.
Shinichi si diresse verso il piccolo gruppo. Ran lo notò subito, tra le persone i suoi occhi azzurri non potevano passare inosservati, specialmente il suo azzurro. Scattò verso di lui abbracciandolo stretto. Il ragazzo mollò il bagaglio che cadde fragorosamente sul suolo, raccolto poi con tempismo da Ai. Barcollò leggermente all’indietro e tentò invano di allentare la presa dell’amica. Con l’ultimo fiato che gli era rimasto sussurrò: «Ran, mi soffochi!». La ragazza, recepito il messaggio, sciolse immediatamente l’abbraccio e si fece da parte. Si portò entrambe le mani sulle guance per percepire quanto aveva arrossito: erano bollenti. Poggiò la mano destra al petto e constatò che di lì a poco le sarebbe scoppiato il cuore e per giunta tremava, giusto perché la gioia le aveva tolto ogni controllo sul suo corpo. Ma in fondo era contenta, si vedeva dal sorriso e dal luccichio dei suoi occhi.
Heiji abbracciò il suo migliore amico, facendo finta di recitare sapendo perfettamente che Shinichi era sempre stato con loro ma alla fin fine era veramente felice di trovarselo davanti diciassettenne, anche perché poteva sfidarlo in una gara di deduzioni apertamente.
«Voi dovete invece essere gli amichetti di Conan?», disse Shinichi ammiccando voltandosi verso i bambini e abbassandosi da poter vederli negli occhi.
«Davvero Conan ti ha parlato di noi? E che ha detto?», chiese Ayumi curiosa e allo stesso tempo impaziente.
«Be’… che siete dei bravi ragazzi e che non dovete mai smettere di fare i detective e di non preoccuparvi. Ah! Ha detto anche che se avete dei problemi nei vostri casi non esitate a chiedermi consiglio», rispose sorridendo.
«Allora Conan sta bene! Speriamo che i nuovi compagni non siano cattivi».
«Be’, se la caverà», fece Ai ai bambini. «Comunque, bentornato. Sherlock Holmes!», gli disse porgendogli la mano.
Shinichi la strinse con grande piacere. «Grazie Sherry!».
Tutti intorno a loro si lanciarono sguardi e occhiate perplessi, solo il dottor Agasa non fu stupito e li incitò a uscire dall’aeroporto e ad andare a casa sua per festeggiare. Il dottor Agasa guidò i bambini all’uscita accompagnati da Goro, Heiji, Kazuha e Sonoko.
Shinichi restò per alcuni secondi in compagnia di Ran, ma non li sfruttò per dire qualche fallimentare scusa o una pseudo-dichiarazione d’amore, li usò per sussurrarle una frase, una frase quasi impercettibile all’orecchio o forse era solamente un movimento di labbra.
Ma sta di fatto che Ran la capì e non fu capace di trattenere le lacrime per la gioia.
«Sono a casa».
 
I am home, City Of Angels, Thirty Seconds To Mars
 
 
 
Angolo dell’autrice (flautista che cerca disperatamente di imparare i restanti 13 kanji per il primo test di giappo):
Bene eccomi qua con voi!
È da quasi un anno che non posto in questa sezione. Wow!
Ogni singolo capitolo della fanfic ha il titolo di una canzone dell’ultimo album dei qui sopraccitati 30STM. Credo che saranno circa 5 capitoli.
È corto questo primo chapter, ma credo si possa considerare un prologo.
Consiglio di leggere la fanfiction con City Of Angels in sottofondo a ripetizione a un volume che sia più adeguato a voi :3 (chissà potrei far diventare alcuni di voi dei fieri Echelon)
Detto ciò, shippo Shinichi/Shiho ma questa sarà una Shinichi/Ran, giusto per sperimentare. Okay adesso mi dileguo; enjoyate, fangirleggiate, leggete e fatevi sentire nelle recensioni (anche perché questa è solamente la seconda ff in questa sezione, dovrei prenderci la mano) :3
Ah, prima che me ne dimentichi, nelle recensioni potete dirmi se la mia fanfiction si possa considerare una song-fic? :3 Io non so se considerarla tale, ecco.
   
 
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