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Autore: Alis Grave Nil    17/08/2013    1 recensioni
Finalmente le luci si spensero e si sentì il “click” della serratura. Sharon vide il ragazzo controllare la porta e salire in auto; quando la piccola Smart ebbe girato l’angolo e la strada fu deserta, lasciò cadere le braccia che, fino a quel momento, erano rimaste impigliate fra i suoi lunghi capelli blu. Si alzò, si stiracchiò svogliatamente e camminò con sicurezza all’interno dell’edificio, raggiungendo il bacone: prese il microfono, lo accese e infine lo avvicinò alle labbra perfette
- Via libera ragazzi! – alle sue parole si sentirono dei movimenti, cigolii, colpi secchi, ma soprattutto sospiri e mugolii...
Una vita notturna di cui nessuno sa. Cosa si nasconde dietro le tenebre in una grande città?
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente le luci si spensero e si sentì il “click” della serratura. Sharon vide il ragazzo controllare la porta e salire in auto; quando la piccola Smart ebbe girato l’angolo e la strada fu deserta, lasciò cadere le braccia che, fino a quel momento, erano rimaste impigliate fra i suoi lunghi capelli blu. Si alzò, si stiracchiò svogliatamente e camminò con sicurezza all’interno dell’edificio, raggiungendo il bacone: prese il microfono, lo accese e infine lo avvicinò alle labbra perfette
- Via libera ragazzi! – alle sue parole si sentirono dei movimenti, cigolii, colpi secchi, ma soprattutto sospiri e mugolii
- Non ce la facevo più a stare seduto in quel modo!- Chris scese rumorosamente le scale e Grace comparve nel cerchio di luce lunare con indosso uno degli ultimi modelli arrivati
- Non parlare! A me è toccato stare in equilibrio su un piede solo con le scarpe di tacco venti, quindi non lamentarti!- ribatté scocciata. Si sedette su una sedia, poggiando i piedi con le scarpe sul bancone
- Beh Sharon, devo dire che quell’abbigliamento ha attirato un sacco di persone grazie alla tua speciale capacità di posare perfettamente…- alle parole di Jade, Sharon spostò lo sguardo sulla porta a vetri, vedendo il suo riflesso
- Jade ha ragione! E poi il bianco s’intona perfettamente con i tuoi capelli! Sei fantastica, come sempre!- rise Cassy. Sharon scosse la testa sorridendo
- E tu scusa? Vuoi dirmi che nessuno ti ha guardato? Una ragazza dai boccoli color ebano e occhi di ghiaccio, vestita in lingerie di pizzo nero e rosso!- Chris la scrutò ammiccante
- In effetti, non sei per niente male! Ricordami perché resto sempre così colpito dal tuo seno…- Cassy gli tirò un pugno sulla spalla
- Beh, il mio figurone l’ho fatto! Mentre Jodie mi vestiva, non faceva altro che ripetere “Oh se avessi il suo fisico!” oppure “Perché sono sempre così perfette!”- mentre lo diceva, si era stretta le mani al petto e aveva assunto un’espressione adorante. Risero tutti, quando Teresa li richiamò, battendo le mani
- Vedo che vi state divertendo, ma vi ricordo che non possiamo restare qui. Forza, vestitevi che andiamo!- disse queste parole e si scatenò la solita caccia all’abito migliore. Dopo prove su prove, finalmente ebbero tutti l’abbigliamento che desideravano, e Teresa li giudò fuori. La strada era deserta, così il gruppo si mosse rapidamente verso il locale
- Senti Sharon, mi dai una mano? Prima mi sono stropicciata gli occhi e ho tolto le ciglia finte: me le potresti rimettere? So che le ho già, ma mi piaccio di più…- Sharon sorrise e aiutò l’amica, attaccandole quella piccola mezzaluna di setole sintetiche sulla palpebra superiore
- Grazie infinite, sei la migliore! – Grace le sorrise, quando arrivarono davanti ad una porta nera con scritto “Affittasi”; Teresa bussò quattro volte di seguito, e qualcuno le aprì
- Oh, finalmente! Cominciavamo a temere che non arrivaste più! Sbrigatevi a entrare: prima c’era un tipo che si aggirava furtivo qui intorno…- li accolse il guardiano; il gruppo entrò in un corridoio stretto, poi sbucarono in un’ampia stanza. La musica rimbombava tutt’intorno, la pista da ballo era colma di gente che ballava
- Yuhuuuu! Andiamo!- Cassy si lanciò sul bancone, dove trangugiò quanto di più potente ci fosse in offerta per poi ballare spensieratamente, ubriaca fradicia. Sharon e le altre seguirono il suo esempio, ballando, bevendo, svagandosi e chiacchierando con le altre compagne per tutta la notte; verso le quattro fu sempre Teresa che le richiamò all’ordine. Il gruppo si ricompose con una rapidità fuori dal comune per gente totalmente bevuta, e pochi minuti dopo erano tornati all’edificio
- Beh, non so voi ragazzi, ma vorrei tanto che queste feste durassero più di una notte!- si lamentò Grace. Cassy si tolse l’abito che aveva indossato per la nottata, restando nella sua lingerie di pizzo
- Hai ragione! È noioso dover essere sempre interrotti sul più bello! Tutto per colpa di questo lavoro del cavolo!- scalciò nervosamente, ma Teresa intimò loro di rimettere tutto in ordine in fretta. L’ora di apertura stava per arrivare, e nessuno sarebbe dovuto accorgersi di nulla
- Bene, allora ci vediamo stanotte ragazzi, pronti per un secondo round!- Cassy saltellò via, salutando tutti. L’intero gruppo si disperse nelle varie stanze, così Sharon si avviò al suo posto; Grace aveva ragione, era veramente esasperante poter far festa e divertirsi come si deve solo la notte. Sovrappensiero si sedette sul pouf bianco, mettendo i piedi paralleli e sistemandosi il top candido in modo che si vedesse il cuore azzurro graffitato al suo centro. Non era giusto, ma questo era il suo destino, e si ritenne fortunata di poter godere anche solo per poco della sua vera vita perché c’erano altri che la passavano rinchiusi tutto il giorno e tutta la notte. Sharon sospirò, gettando uno sguardo al cielo che schiariva: avrebbe dato tutto ciò che aveva pur di veder spuntare il sole da una collina, ma era bloccata in quello stupido edificio a posare, attirare clienti, usata per fare soldi. Si mise le mani fra i capelli, intrecciandole alle sue lunghe ciocche di zaffiro, e nello stesso istante arrivò l’automobile di Harrold, quello che apriva la mattina presto, puntuale alle cinque e mezzo. A quella vista, Sharon sentì che tutta la felicità di quella notte sciamava e faticò a tenere quel sorriso abbozzato che tanto la rendeva interessante; quando la chiave fu scattata nella serratura, Sharon fu sicura che fosse cominciato un nuovo giorno. Altre quindici ore la aspettavano prima della prossima chiusura: sarebbe riuscita a stare immobile tutto quel tempo? Doveva riuscirci, perché in fondo lei era nata per quello. Era stata fatta di resina solida con uno scheletro di metallo. Era nata manichino, e manichino sarebbe rimasta.
  
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