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Autore: unamorecomemusica    17/08/2013    1 recensioni
*DAL TESTO*
Non erano i soliti migliori amici che si scambiavano coccole dalla mattina alla sera. Si abbracciavano per salutarsi e quando ne avevano voglia, o quando avevano bisogno di un abbraccio, per essere confortati. Amavano stare insieme; nessuno dei due si sentiva a disagio. Parlavano di libri, musica, dei problemi, di loro, di scuola, del futuro e della famiglia. Altre volte ascoltavano semplicemente musica o leggevano insieme nella casa sull’albero di Harry.
Ecco un'altra OS di mia proprietà. Non è una delle solite che scrivo, ma è diversa. Spero di avervi incuriosito almeno un po'. Grazie se la leggerete:)
Genere: Romantico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come ogni mattina, la sveglia di Lauren suonò alle 6:30 per permettere alla ragazza di prepararsi per la scuola e magari, se il tempo lo avesse permesso, per passare a trovare suo zio al cimitero. Lui era l’unica persona che la conosceva veramente, che capiva il suo stato d’animo con un solo sguardo, tra le sue braccia Lauren si sentiva protetta; si sentiva a casa. La faceva sorridere, c’era sempre per lei quando aveva un problema, l’aiutava a fare i compiti e qualche volta la difendeva dai bulli. Perché si, Lauren era vittima di bullismo solo perché a scuola le piaceva stare sola. Era considerata strana, asociale. Ma in realtà nessuno sa ancora oggi qual è il vero concetto di asocialità. E, ad essere sinceri, nemmeno io lo conosco precisamente. Ma lei viene comunque accusata di soffrire di questo disturbo. Non si taglia. Assolutamente no; questa era una piccola regola che le era stata, in un certo senso, imposta dallo zio quando gli raccontò i suoi, se pur piccoli, gravi problemi per la prima volta e gli aveva detto che aveva pensato di farlo.

“Se lo fai ti capisco, perché la società d’oggi fa schifo. Ma se non lo fai sono orgoglioso di te e ti ammiro perché sei abbastanza forte da sopportare tutto questo.”

E lei voleva che lo zio l’ammirasse. Voleva che lui fosse fiero di lei. Voleva vedere l’orgoglio nei suoi occhi nocciola, grandi quanto l’oceano e profondi come un pozzo.
Solo una persona, come suo zio, riusciva a far stare così bene Lauren. Il suo migliore amico Harry.
Si erano conosciuti al primo anno di liceo, il primo giorno. Lauren era seduta per terra appoggiata ad un muro da sola, quando vide un ragazzo dai capelli ricci avvicinarsi a lei si affrettò a prendere le cuffie nel suo zaino verde acqua, regalatole dallo zio per il suo quattordicesimo compleanno, insieme ad un libro che la fece appassionare alla lettura. Tutti i suoi parenti le avevano regalato collane e bracciali, soldi, vestiti, ma lo zio invece no. Lui era diverso; voleva distinguersi dagli altri.

“Ti ho fatto questo regalo, perché so che tu sei diversa. Non sei come le altre ragazze; sei speciale. Spero ti piaccia.”

Detto questo le diede un bacio sulla fronte e aprì il regalo. All’inizio fu un po’ titubante nel vedere che quello era il regalo, ma poi capì il significato che nascondeva quel regalo, che agli occhi degli altri apparì troppo semplice per una ragazzina di quattordici anni. Lo zio le aveva detto che lei non era come tutte le ragazze. Perché le ragazze alla sua età si preoccupavano del trucco, dei gioielli e dei vestiti. Mentre lei no. Lei era diversa, era speciale. E questo lo capì pure Harry che quel giorno si sedette vicino a lei, nel tentativo di rompere il ghiaccio con quella ragazza così strana. Ma Lauren lo liquidò con un semplice
“Non mi va di parlare, potresti lasciarmi sola?”
Dopo qualche minuto di silenzio, Harry parlò
“Se vuoi possiamo stare soli, insieme…”
Da quel momento, Lauren capì che Harry era speciale. Proprio come lei; da quel giorno divennero inseparabili. 
Si stava vestendo. Una semplice felpa,di tre taglie più grandi, color blu. Un pantalone nero stretto, quanto bastava per stare attaccato alla pelle del suo piccolo corpo. Delle converse bianche ai piedi, che calzavano un trentasei e una coda di cavallo per raccogliere i lunghi capelli castani che ricadevano disordinatamente sulla fronte e sulle spalle. Niente trucco, le piaceva apparire naturale; al contrario delle ragazze che frequentavano  la sua stessa scuola e forse, per questo, veniva considerata strana. Per questo e per tanti, molti, altri motivi. Non aveva mai baciato un ragazzo, era molto timida, insicura e chiusa, non aveva mai avuto un ragazzo. Solo una volta ne aveva avuto uno ma era tutto uno scherzo per prendere in giro la piccola Lauren. Ed ora, mentre si dirigeva al cimitero, sentiva i ragazzi che le ridevano dietro per un motivo a Lauren sconosciuto. Arrivata all’entrata principale si affrettò a comprare un mazzo di fiori da poggiare sulla tomba del suo amato zio. Il mazzo era composto da tre tulipani, un girasole e due rose bianche, che lo zio adorava.
Dopo aver concluso l’acquisto camminò per molto; sempre dritto, in fondo a sinistra. L’ultima della fila a destra. Sembrava quasi uno sciogli lingua e Lauren avrebbe preferito che fosse questo, ma invece erano le coordinate per poter vedere e parlare con suo zio. Una volta arrivata, si sedette di fronte alla tomba a contemplarla in silenzio, se non per qualche singhiozzo, e a pensare a tutte le giornate più belle trascorse con lui. Anche se lei aveva amato praticamente ogni singolo minuto, secondo passato con lo zio.
Ripensò al giorno del suo quinto compleanno, quando la portò allo zoo per farle vedere le tigri e i leoni.
Ripensò al giorno del suo primo giorno di scuola, quando le mise lo zainetto di Nemo sulle spalle facendole segno di entrare in classe e promettendole che a fine giornata sarebbe tornato a prenderla e che poi la richiamò per darle la merenda.
Ripensò al giorno in cui andarono in montagna insieme per la prima volta e videro due splendide aquile che volavano in cielo.
Ripensò alle volte in cui era malata, ma che lo zio stava comunque con lei per farla sorridere e distrarre.
Ripensò a tutte le volte in cui le curava le ferite provocate da una caduta dalla bici.
Ripensò a tutte le favole che le raccontava e che ricordava a memoria.
Ripensò a quando le altre bambine la prendevano in giro perché lei non aveva i vestitini rosa con enormi fiocchi, le trecce con i fermacapelli di Barbie, le scarpine rosa, ma un semplice paio di pantaloni azzurri con le scarpe da ginnastica, una camicetta bianca e i capelli liberi e lui le disse che era la bambina più bella di tutto il mondo anche se non aveva vestitini principeschi.
Ripensò a quando i bulli la presero di mira la prima volta e lui le andò in soccorso aiutandola.
Ripensò al giorno del suo quattordicesimo compleanno, quando le regalò lo zaino e il suo primo libro.
Ripensò a tutti i ricordi più belli che le venivano in mente in quel momento. Ricordi che per una persona qualunque potrebbero essere insignificanti, ma che per lei erano il tesoro più prezioso che possedeva.
E mentre pensava a queste cose, non si rese conto che stava piangendo e che non aveva ancora sistemato i fiori. Così con la sua forza da ragazza speciale si asciugò le lacrime e cominciò a sistemare i fiori e a cacciare quelli secchi. Aggiustò la foto, lavò il vetro che la ricopriva e cambiò la lampadina. E prima di andare a scuola sussurrò un timido “Ti voglio bene”.
Dopo aver camminato per tre isolati, vide in lontananza la scuola e riuscì pure a sentire il chiasso che gli altri alunni facevano. Ovviamente Harry non era compreso nella massa di studenti intenti a chiacchierare col compagno sull’aspetto delle ragazze o dei successi della squadra del cuore. Starà leggendo il suo libro o ascoltando qualche canzone di uno dei suoi cantanti preferiti in un angolino ben appartato non troppo lontano dall’entrata della scuola ad aspettare che la sua migliore amica ritorni dalla sua piccola visita. Infatti quando riconobbe il volto di Lauren gli si illuminarono gli occhi, spense l’ipod e raggiunse la ragazza per avvolgerla in un abbraccio.
“Ciao Lauren.” disse prima di baciarle la guancia.
“Ciao Harry.” sorrise al riccio.
Non erano i soliti migliori amici che si scambiavano coccole dalla mattina alla sera. Si abbracciavano per salutarsi e quando ne avevano voglia, o quando avevano bisogno di un abbraccio, per essere confortati. Amavano stare insieme; nessuno dei due si sentiva a disagio. Parlavano di libri, musica, dei problemi, di loro, di scuola, del futuro e della famiglia. Altre volte ascoltavano semplicemente musica o leggevano insieme nella casa sull’albero di Harry.
Harry non trovò strano il fatto che Lauren andasse ogni mattina puntuale a trovare lo zio. Al contrario, la trovava una cosa molto dolce nei suoi confronti. Le era stato vicino alla morte dello zio, lui era stato sempre la spalla su cui piangere. Era stato il compagno d’avventure nei momenti del bisogno.
Al contrario dei loro coetanei preferivano andare al lago, in montagna o al mare per guardare il tramonto piuttosto che uscire e stare esposti agli occhi di tutti. Erano entrambi due ragazzi molto chiusi, insicuri, timidi, non parlavano molto con gli altri, preferivano di gran lunga l’inverno all’estate. Odiavano il mare, perché andarci significherebbe esporre il proprio corpo agli altri. Infatti avevano entrambi la carnagione molto chiara.
Harry aveva i capelli ricci e castani, che gli ricadevano morbidamente sulla fronte, gli occhi sembravano essere stati estratti dallo smeraldo più puro, il suo sorriso era uno dei più belli che avesse mai visto e aveva anche due bellissime fossette, che Lauren amava tanto.
Lauren aveva i capelli castani, e lisci, gli occhi erano azzurri. Molto azzurri, che risaltavano grazie ai capelli scuri, come l’unico pezzo di cielo scoperto dalle nuvole in una tempesta. Un sorriso che Harry definiva perfetto e labbra carnose e rosee.
“Domani saranno due anni che non c’è più…” sussurrò Lauren poggiando la testa sulla spalla di Harry.
“Già. Cosa vorresti fare?”chiese il riccio accarezzandogli i capelli.
“Vorrei andare a trovarlo; stare con lui tutto il giorno.”
“Ti spiace se vengo anche io? Vorrei farti un po’ di compagnia…se non ti dispiace.” le sorrise.
“Davvero?!” il riccio annuì, sempre sorridendo “Grazie.” sussurrò mentre una timida lacrima scendeva lungo la sua guancia.
Harry però le asciugò la lacrima e poi parlò
“Non c’è bisogno di ringraziarmi. Perché lo fai?”chiese confuso dalla sua reazione.
“E’ solo che…tutte le persone a cui tengo, prima o poi, mi lasciano. Vedi, ho cercato di essere fredda con te perché non volevo affezionarmi, ma non ci sono riuscita. Non riesco a stare senza te. Mi hai aiutata, mi fai sorridere, mi stai vicino quando ne ho bisogno. Sei tutto per me. Tu…mi hai salvata.” concluse con le lacrime agli occhi.
“Io non ti lascerò…sei troppo importante per me. Sei l’unica persona che riesce a farmi sorridere, mi dai un motivo per continuare a vivere, amo il tuo sorriso, i tuoi occhi, la tua voce, il tuo modo di fare. Amo la tua timidezza, che ha sempre la meglio su di te, amo quando arrossisci ai pochi complimenti che ti fanno, amo la tua goffaggine. Amo te. Lauren, io ti amo.” Sorrise alla ragazza, tenendole la mano per paura che da un momento all’altro sarebbe scappata via.
“Harry…anche io sono innamorata di te. Ma ho paura; promettimi che non mi lascerai mai.” ormai i loro nasi si sfioravano e i loro respiri erano un tutt’uno.
“Lo prometto, staremo insieme finché Dio vorrà. Ti amo.”
“Anche io ti amo.”
Detto questo si unirono in un lungo bacio, che li lasciò senza fiato.
Insieme erano felici, erano innamorati. Qualcuno li criticava, ma a loro che importava? L’importante è essere felici. E avrebbero passato tutta la vita da soli; insieme…












Ciao a tutte.
Sono tornata con una OS triste e romantica. Boh, volevo dedicarla a mio zio.
Quindi: zio questa è per te. Ti voglio bene. Dunque, spero vi piaccia...sul serio
perché altrimenti posso dire addio alle mie OS. Che dire, ho provato a
scrivere con un italiano ancora più ''raffinato''
e spero di esserci riuscita; all'inizio mi sono ispirata a 'Hurt' di Christina Aguilera,
ma poi ho lasciato perdere perché non sapevo come 
mettere in pratica le parole della canzone. Comunque 
la considero una song-fic perché, comunque, 
è stata ispirata alla canzone. 
Sto diventando noiosa, quindi...
Baci a tutte c: 

Tomljnsonstom x.

 

Ecco la nostra bellissima LaurenEd ecco il nostro Harry, aw.
  
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