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Autore: Deliquium    23/02/2008    2 recensioni
Aveva salvato una “mensh”. L’aveva fatto senza rendersene conto. E questo... non era ciò che suo padre gli aveva insegnato. Lo processarono per direttissima e la sentenza fu definitiva.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non Uccidere


La prima cosa che vide quando aprì gli occhi fu il neon circolare appeso al soffitto: la luce bianco fluo gli provocava un fastidioso bruciore. Cominciò a lacrimare e cercò di proteggersi chiudendo le palpebre.
Provò a sollevare una mano, ma riuscì a muoverla solo di un paio di centimetri: cinghie di cuoio gli stringevano i polsi e le caviglie. Sapeva di non essere solo e anche se non poteva vederli, sapeva che loro erano lì, seduti su comode poltrone di velluto rosso. Avranno portato anche i bambini? Si stupì del suo pensiero. Portare i bambini era la prassi. Faceva parte dell’educazione alla violenza. Anche suo padre lo portava spesso. Gli diceva sempre: Jimmy, questo è il momento migliore e il momento migliore era quando il confine tra questo e quell’altro mondo diventava così effimero da essere spazzato via da un semplice gesto della mano.
Jimmy era in quella posizione da oltre tre ore. Dentro la stanza, oltre a lui, c’erano un uomo sulla quarantina e una donna seduta su una sedia dalle "gambe" d'acciaio.
Chiuse gli occhi, non sapeva quanto tempo mancasse, ma si ripromise che non li avrebbe mai più riaperti. Respirò profondamente e cominciò a contare. Contava per non pensare, per non farsi del male, per non trovarsi solo di fronte alle sue paure. Li avevano educati alla guerra, alla violenza, alla supremazia del più forte sul più debole. Avevano insegnato loro la semplicità dell’uccidere. Mike diceva sempre che era vietato farsi domande. Le domande ti porteranno alla tomba, vecchio mio. Un colpo in mezzo agli occhi e risolvi il tuo problema. Credimi, Jimmy. O vivi o muori. Qui non hai scelta! Non c’è spazio per il resto.
Aveva sempre seguito il consiglio di Mike. Non si era mai posto domande. Non aveva mai teso la mano o aiutato qualcuno ad alzarsi. Mai, fino a quel giorno.
Era così piccola e i suoi capelli biondi ondeggiavano seguendo ritmicamente i suoi movimenti. La palla rossa rotolava giù dal marciapiede; lei, incurante di tutto, corse a riprenderla. Difficile dire che cosa accadde: forse l’istinto, forse qualcosa dentro di lui si era fatto strada a forza ed era emerso, senza che lui potesse opporsi. Si ritrovò sull’altro ciglio della strada con la bimba tra le braccia: il tir fermatosi di traverso a un paio di metri da loro. Aveva salvato una “mensh”. L’aveva fatto senza rendersene conto. E questo... non era ciò che suo padre gli aveva insegnato. Lo processarono per direttissima e la sentenza fu definitiva: "James Taylor è colpevole di aver salvato la vita a una mensh e poiché ha alterato il processo di selezione del genere umano, sarà condannato a morte. L’esecuzione avverrà tra dieci giorni a partire da oggi: 15 febbraio 2370"
Strinse i denti, i suoi muscoli cominciarono a contrarsi, rivoli di sudore scendevano obliqui, seguendo l’andamento del suo volto. La donna si alzò dalla sedia e appoggiò su di essa il giornale che stava leggendo. A passi misurati, si avvicinò a una scrivania d’alluminio sulla quale erano disposti con ordine una serie di oggetti, tra cui un laccio di plastica, del cotone idrofilo e alcune boccette.
La donna appoggiò le mani sui lati del tavolo e cominciò a spingerlo verso il centro della sala. Il tavolo dotato di rotelle scivolava rapido sulla superficie liscia, con uno stridio che assomigliava a un lacerante urlo. Jimmy, che fino ad allora aveva mantenuto una calma quasi impensabile, cominciò a tremare. Girò la testa verso la donna, nel folle tentativo di una supplica: ti prego sembravano dire i suoi occhi, ma le sue labbra rimasero immobili.

mensh: deriva dal tedesco “umano”. Termine spregiativo per indicare i cosiddetti “umani deboli”, quelli destinati a perire perchè inadatti all’evoluzione della specie.

Risposte ai commenti.

_matthew_: ti ringrazio, ma è una one-shot avente, per mia scelta, un limite fissato di battute. Forse un giorno, la svilupperò meglio. :)

Paper Doll: ti ringrazio per i tuoi suggerimenti "tecnici". Effettivamente, ammetto di aver letto questo testo con molta meno attenzione del dovuto. Seguendo i tuoi suggerimenti, ho corretto alcune cose che mi sono balzate all'occhio (il resto richiede maggiore attenzione). Uhm... sì, hai ragione, ci sono dei punti sicuramente oscuri e di non facile comprensione, e dovrei svilupparli maggiormente o chiarirli. Il corsivo in realtà evidenzia delle frasi che altri gli hanno detto e che lui ricorda: la prima frase è detta da suo padre, la seconda da un amico (forse non è completamente chiaro, ma la mia intenzione era quella). Dopo il tuo commento, ho riletto ed effettivamente avevo esteso la parte in corsivo a qualche parola di troppo. Ora dovrebbe andare bene. Per il tedesco, lo sapevo che si scrive "mensch", ma l'ho cambiato apposta... a dire la verità, avevo bisogno di una parola inventata :(, ma non me ne veniva in mente nessuna adatta, quindi, ho preso mensch e l'ho modificato perché usarlo corretto non avrebbe avuto senso per ciò che avevo in mente.
Non posso far altro che ringraziarti per i complimenti finali, e per i preziosi suggerimenti. :)
   
 
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