Anime & Manga > Nana
Ricorda la storia  |      
Autore: Suzume Yuzuka    18/08/2013    1 recensioni
Nana, ricordi quando hai visto per la prima volta il simbolo 707 sulla porta?
Non penso che avrai avuto la mia stessa reazione. Io ero così felice! Non c’era un motivo particolare, ma quell’appartamento all’ultimo piano di una grande e vecchia palazzina in muratura mi ispirava. Probabilmente perché –pensavo- avrei raggiunto l’indipendenza. Avevo vent’anni ed ero ancora come una bambina delle medie.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nana Komatsui, Nana Osaki, Nobuo Terashima, Ren Honjo, Takumi Ichinose
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Moments for remember. With love for you, Nana.


Nana, ricordi quando hai visto per la prima volta il simbolo 707 sulla porta?
Non penso che avrai avuto la mia stessa reazione. Io ero così felice! Non c’era un motivo particolare, ma quell’appartamento all’ultimo piano di una grande e vecchia palazzina in muratura mi ispirava. Probabilmente perché –pensavo- avrei raggiunto l’indipendenza. Avevo vent’anni ed ero ancora come una bambina delle medie.

Avevi ragione a dire che ero come un cagnolino. Sono sempre stata così. Mi affeziono subito, sono dolce ma necessito di tante cure. Purtroppo su una cosa non hai avuto ragione, Nana. Io non sono fedele. E non solo per il fatto di lasciarmi trasportare dalle emozioni. Ti ho tradita e ferita, e, quando ci ripenso, mi vergogno ancora adesso. Ti ho abbandonata, abbandonata in quell’appartamento che tu avevi deciso di condividere con me, ti eri fidata. Ti eri affezionata, forse?

“Zitto, tu sei solo un povero asociale.” Rido se penso a ciò che hai detto al tizio dell’agenzia immobiliare. Nana, sai una cosa? Io, dentro di me, me lo sentivo che eri una persona speciale. Di quelle che nascono ogni mille anni. E la fortuna che avevi avuto incontrando Ren, l’amore della tua vita, la meritavi tutta. Sono convinta di una cosa: potrebbe esplodere il mondo, cadere a pezzi, ma tu fra le braccia di Ren ti sentiresti sicura, come non mai. Le sue braccia forti, che avevano il suo odore, ti facevano sentire sicura, giusto? Mi sentivo anch’io così, fra le braccia di Shoji.

Eri una persona così cool. I tuoi capelli, che ondeggiavano fra il semplice e lo stupendo, lo smalto rosso che avevi sulle unghie, gli abiti Vivienne Westwood che amavi indossare, ti rendevano ai miei occhi così cool. Il tuo stile, era cool. Però, dentro, eri ferita. Ed io, parlandoti dei Trapnest e chiedendoti della tua vita amorosa ti ferivo, era una pugnalata involontaria.
Sono sicura che in quel momento ti passavano in testa tanti momenti riguardanti te e Ren e poi mi rispondevi con una voce triste, quasi da cane bastonato. Capisco perché hai riso quando ti ho spiegato cosa ne pensavo del bassista dei Trapnest. Avrai pensato “Ben ti sta!” ma non con cattiveria, non con malignità, con semplicità, perché tu, nonostante tutto, lo amavi tanto.

Ricordi, quando sospettavo di una relazione segreta fra te e Yasu? Avevi ragione, dicendomi che Yasu faceva così con tutti. È sempre stato gentile e disponibile con chiunque. Se ci ripenso adesso, però, avendovi conosciuti così, credo che sospetterei ancora. Perché? Perché siete entrambi gentili. Si potrebbe pensare che dietro al tuo viso truccato di nero e rosso, sotto le unghie color sangue, gli accessori con le borchie si nasconda una persona viziata che vuole fare la grande. Invece no, tu sei semplice, semplice e pura, anche più di me, che sembro una santarellina. Si potrebbe pensare anche che dietro a quella testa pelata e luccicante, gli occhiali da skinhead, si nasconda un cattivo ragazzo. Invece si nasconde una persona col cuore tenero, gentile, altruista con tutti.

Nana, ricordi il concerto dei Trapnest nel mio paesino natale? Il giorno prima che arrivassero i biglietti, avevo sognato che Ren bussasse alla porta e me li porgesse. Nana, ne sono sicura: quei biglietti ci erano stati mandati direttamente da Dio. Stranamente, non ti eri messa in ghingheri per andare. Infondo, adesso che sono maturata, penso che tu abbia avuto ragione: Ren ti aveva sempre amata e avrebbe guardato il tuo viso, i tuoi occhi, non un abito particolarmente chic che serviva solo ad attirare l’attenzione. D’altronde Ren ti conosceva così, semplice, vestita con i jeans, gli accessori con le borchie e tutto ciò che ti caratterizzava. Dopo il viaggio, la mia sorellona ci venne a prendere con la sua auto. Sono contenta di esser stata con te in auto, quel giorno. “Nana vive con me. Potrete provarlo quando ci verrete a trovare.” Hai affermato sorridente. Non avrei saputo come parlare di Shoji senza cadere in lacrime. Ci eravamo appena lasciati. Al concerto, sedevamo vicine, in prima fila, osservando, più che la cantante, il bassista. Il tuo Ren. Stavi piangendo, ed io insieme a te. In quel momento, volevo abbracciarti, mentre Ren chissà se ti guardava, per via della luce dei riflettori untati addosso. Nana, ne ero sicura, convinta, ci saresti salita anche tu su uno di quei palchi. E, per una volta, ho avuto ragione.
 
Il lucchetto di Sid Vicious, quel lucchetto che avevi, a quanto mi hanno detto i ragazzi della band, comprato su una bancarella e messo al collo di Ren, da dove non si è più mosso. Il tatuaggio. Chissà come ti sentivi, quando qualcuno ti domandava “E’ un fiore di loto?” e tu, con una punta di orgoglio, affermavi “No, è un fiore di Ren.” Quel tatuaggio era sulla tua pelle, indelebile, forse per sentire Ren sempre vicino a te, pronto a dimostrarti il suo amore? Questi due simboli, Nana, sono due indelebili segni del vostro amore. Che prescinde dal tempo, dallo spazio, da qualunque cosa. Non è difficile separare me e Takumi. Ma separare te e Ren sì che lo è. È impossibile. Nemmeno la morte, per quanto forte sia, ci è riuscita.

Io ho scelto Takumi. Sono stata profondamente egoista. Non è vero che ho scelto Takumi per non far ritornare Nobu alla pensione dei suoi. Quella era solo una scusa con cui volevo illudere tutti, anche me. Ho scelto Takumi perché io volevo la “bella vita”. Volevo vivere fra abiti alla moda, borse firmate, una casa grande e spaziosa con tutti i confort. Anche se ciò voleva dire rinunciare all’amore, ad un padre amorevole per Sachiko e a quei piccoli momenti di tenerezza che solo Nobu sapeva farmi vivere.

Nana, lo ammetto: sto piangendo e sorridendo. Sorridendo, perché questa lettera, che probabilmente non avrò il coraggio di inviarti, mi ha fatto ricordare tutti gli attimi che abbiamo passato insieme. Io e te, con la band. Eravamo diventati come una seconda famiglia. È questo che mi fa piangere. Eravamo un’altra famiglia: delle persone diverse, unite da un legame fortissimo che ci faceva superare tutte le barriere. Ti voglio bene, Nana. Buona Fortuna. Quando riceverai questa lettera, vorrà dire che io avrò avuto il coraggio di inviartela e venire a cercarti. Grazie Nana. Grazie per avermi cambiato la vita.

Hachiko

[1.057 parole]

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Nana / Vai alla pagina dell'autore: Suzume Yuzuka