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Autore: Ginnian    18/08/2013    0 recensioni
Il cuore non iniziò a battermi forte nel torace, la respirazione era relativamente normale ed io non provavo tutto quel bisogno di ossigeno di cui la gente sembrava non poter fare a meno.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Weirdo

 
E, all'improvviso, ho iniziato ad affogare.
Non so come, non so perchè, so solo che l'acqua cominciò velocemente ad entrarmi nei polmoni ed io diventavo sempre più pesante, come un macigno.
Ero stanca, davvero stanca di ribellarmi, di litigare, di provarci, così ho semplicemente lasciato che il corso naturale delle cose portasse a termine il suo compito.
Dicono che, nei momenti più critici, il corpo opponga una certa resistenza, un ultimo disperato tentativo di ritorno a quella specie di caos senza senso; eppure, io non ho sentito nulla. Il cuore non iniziò a battermi forte nel torace, la respirazione era relativamente normale ed io non provavo tutto quel bisogno di ossigeno di cui la gente sembrava non poter fare a meno.
Ricordo che le onde continuavano ad inghiottirmi e a risputarmi in superficie, quasi a prendersi gioco di me, delle mie decisioni, come se non fossi stata degna di tanta libertà di scelta; quello che stava accadendo era soltanto merito loro e di nessun altro. Ci tenevano a farmelo presente. Non ero io che avevo deciso di lasciarle fare, erano loro che mi avevano convinto con i loro movimenti sinuosi ed ammaliatori; mi avevano raggirato ed ingannato ed io lo sapevo, ma andava bene così. Non si può discutere con il mare e comunque, tutto sommato, entrambi stavamo ottenendo quello che volevamo, perchè lamentarsi?
Iniziai a fischiettare una vecchia melodia, Drops of Jupiter; quella canzone mi aveva sempre fatto un certo effetto, non tanto per il brano in sè, piuttosto per la storia che una ragazza - Jasmine - mi aveva raccontato al riguardo: l'aveva cantata a sua sorella il giorno in cui era uscita da un ospedale psichiatrico.
 
Tell me, did you sail across the sun?
 
Heaven is overrated.
 
Did you miss me while you were looking for yourself out there?
 
Le mie dita non facevano altro che accarezzare il pelo dell'acqua, disegnando piccoli cerchi con fare amorevole, mentre le gambe ce la mettevano tutta per non risalire allo scoperto, in balia dell'aria fredda autunnale.
Cominciai a contare i secondi, poi i minuti, ma quel supplizio non finiva mai; lo trovavo davvero frustrante per il semplice motivo che ero stanca, stanca di aspettare. Non ero mai stata tanto paziente.
Poi, finalmente, percepii il mio corpo che lentamente si accasciava sempre di più e, stremato, si preparava ad accettare la sua sorte; la fase della resistenza era finita, ora era presente solo la consapevolezza e la conseguente accettazione della realtà. Di lì a poco l'intera faccenda sarebbe terminata ed io avrei ottenuto la mia tanto agognata serenità.
Iniziai a scendere, cadere e tutto diventava più scuro e misterioso, mentre la vista mi si appannava e perdevo lucidità. Avrei giurato che in quel momento, all'interno del mio corpo, fosse presente più acqua di quanta qualsiasi altra persona avesse mai ospitato e questo mi rendeva fiera, e non poco; ancora non ne capisco il motivo.
Ero calma, rilassata, in pace.
Ero felice e sollevata.
Ero decisa.
Improvvisamente, come in quelle strane storielle poco veritiere, vidi una luce lontana e in breve mi destai.
Mi svegliai.
Morta.
  
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