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Autore: Thirrin    23/02/2008    0 recensioni
Allora ho cercato di metterci azione soprattutto, perchè non sono una gran fan delle vicende amorose... comunque ecco qui... premetto che ancora è incompleta perciò possiamo dire che questa è la prima parte. Fatemi sapere che ne pensate... per quanto riguarda il periodo è nella 7a stagione. Ho cercato di essere il più fedele possibile al carattere dei personaggi...
"Buffy distolse
ostinata lo sguardo. Sapeva cosa stava facendo quel bastardo, lo sapeva
benissimo. La stava guardando con una gioia selvaggia, e lo stava
facendo come per sfidarla a chiedere pietà, voleva leggere
la paura nei suoi occhi. Ma lei non avrebbe ceduto. Non poteva cedere."
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 2

Buffy riprese conoscenza un po’ alla volta, ancora intontita per il colpo alla testa. Le ci volle un po’ prima di realizzare che era legata a robuste catene di ferro grosse quanto il suo braccio, attaccate al muro. Quando alla fine un po’ di ricordi tornarono, compresa la consapevolezza che non l’avevano catturata per bere con lei una bella tazza di the, si rese conto che dalle spalle le colava un rivolo di sangue. Hanno cominciato presto quei bastardi! Pensò, ma alzato lo sguardo vide che il sangue colava dai polsi. Le pesanti catene le avevano fatto dei tagli sui dorsi delle mani visto che Buffy, essendo svenuta, non si reggeva in piedi, e quindi tutto il suo peso era abbandonato sui polsi.
Scosse la testa, cercando di scacciare il dolore alla nuca, ai polsi, e alle varie parti del corpo coperte di lividi dove aveva preso le botte. Non fu una grande idea, così cercò di pensare il più lucidamente possibile nonostante la mente annebbiata. Allora.. si disse ero.. al cimitero, si questo me lo ricordo. E poi sono arrivati i portatori… poi ho combattuto… no, aspetta… mi dimentico qualcosa…Faith! Era con me! D’un tratto alzò il collo di scatto, non badando al dolore che questo gesto avesse procurato, e si guardò intorno: si trovava in una piccola caverna buia, rischiarata solo lievemente da un braciere nell’angolo. Conosceva quella caverna, la ricordava bene. Era la caverna dove avevano portato Spike. C’era una specie di laghetto al centro, anche se sembrava più una pozza da quanto era piccolo, ma di Faith neanche l’ombra. Nonostante il buio continuò a scrutare le pareti, ma dopo un po’ era chiaro che la compagna non era lì. Dov’era? L’avevano presa o era riuscita a fuggire? Tentò di ricordare altri particolari della lotta, che avrebbero potuto aiutarla a svelare il mistero, ma non le venne in mente nulla. Stanca e dolorante si abbandonò alle catene, ma quando con una fitta di dolore si ricordò che ne era dei polsi, si costrinse a rimettersi in piedi. La sua attenzione tornò allora al braciere. Emanava una luce rosso sangue che dava un’aria spettrale alla cavernetta, ma non era quello a preoccuparla. Aveva appena notato un pugnale piantato nella brace. Lo osservò orripilata, tentando di spostare lo sguardo, ma riusciva solo a scrutarlo con attenzione. Perché? Che senso aveva torturarla? Cosa volevano sapere? Perché di sicuro volevano sapere qualcosa, altrimenti non aveva senso... Queste ed altre domande affollavano la ormai quasi lucida mente della ragazza. In quel momento sentì qualcosa che non avrebbe voluto sentire.
- Si è svegliata!- disse una voce fredda e un attimo dopo tre portatori e Spike entrarono nella cavernetta.
Naturalmente il vampiro biondo appena entrato non era il vero Spike, ma solo un orribile imitazione. Il Primo si avvicinò a lei, la guardò negli occhi e le sorrise freddo. Buffy distolse ostinata lo sguardo. Sapeva cosa stava facendo quel bastardo, lo sapeva benissimo. La stava guardando con una gioia selvaggia, e lo stava facendo come per sfidarla a chiedere pietà, voleva leggere la paura nei suoi occhi. Ma lei non avrebbe ceduto. Non poteva cedere. Era sicura che voleva qualcosa da lei, com’era sicura che voleva anche divertirsi, voleva vederla urlare, piangere, chiedere pietà. Poi parlò.
- Ci divertiremo stasera tu e io cacciatrice - disse con un brillio negli occhi.
Lei rimase zitta. Perché non si muovevano? Se dovevano cominciare meglio farlo subito, si ritrovò a pensare. Quell’attesa era peggiore di qualunque tortura, e lui lo sapeva, perciò se la prendeva comoda. E la cosa peggiore era che a guardarla sadicamente era Spike. Sapeva che non era lui, sapeva che a parte l’aspetto quel mostro non aveva niente di Spike, ma sentire la sua voce dire – Portate qui il braciere – fu lo stesso come se le avessero piantato nello stomaco una lama ardente… il che, pensò dopo un istante guardando le braci, non era molto improbabile.

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