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Autore: cecca_1D    18/08/2013    0 recensioni
una ragazza: Holly tomlinson.
un ragazzo: Niall Horan.
le loro strade si incrociarono in una giornata come tutte le altre. ormai lei era rimasta incantata dal suo sorriso, il suo sguardo. ma sarebbe dovuta passare un'intera estate prima di poterlo vedere, oppure sarebbe successo prima? amore, odio e sorprese alimentano questa storia.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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                                                                                                                  -Capitolo 1-
“Doncaster"
Sbirciai dalla porta per vedere se fuori c’era mio fratello. Bene, via libera. Mi affacciai dalle scale per vedere se si trovava di sotto. Non sentivo volare una mosca. Di corsa entrai in camera di Louis e mi chiusi la porta alle spalle. Cercai in giro il suo telefono .  Si trovava sopra il comodino attaccato al carica batterie. Mi sedetti sopra il letto e accesi il telefono.
Mi trovavo in missione segreta. Tutta questione di vita o di morte. Se mi avrebbe scoperto, sarei morta. Scorsi i suoi messaggi con una certa Eleonor. Si mandavano tutti messaggini sdolcinati e cuoricini. Feci una faccia schifita, mentre proseguivo a leggere fino ad arrivare a quello che stavo cercando.
 “Sai tesoro, è da un po che ci frequentiamo e…vorrei tanto che tu diventassi la mia ragazza” e sotto il messaggio di Eleonor che rispondeva “da quanto che aspettavo che me lo dicessi, certo! Ti amo”
Non ci potevo credere. Louis, mio fratello, che scriveva certe cose! Non riuscii a tenere una risata e mi rotolai sul letto. Questo era un modo per poterlo ricattare. Faceva sempre il duro, ma questa…non me la potevo perdere.
Ormai mi uscivano le lacrime per il ridere quando sentii salire le scale. Non feci in tempo a chiudere tutto e poggiare il telefono sul letto, quando si aprì la porta della camera ed entrò Louis.
Ecco, sono fregata.
Mi guardò per un po’ senza riuscire a connettere cosa succedesse. Guardò me e poi il telefono e alla fine riuscì a capire.
“Cosa ci fai qua dentro con il mio telefono? Sai che non voglio che entri qui” si avvicinò minaccioso.
 Cercai di allontanarmi da lui, ma non sapevo proprio cosa fare “Pensa a qualcosa Holly, pensa” dissi tra me e me.
“ M-mi serviva una penna” era l’unica cosa che mi era venuta in mente.
“E ti serve il mio telefono per scrivere?” ok. Sono fritta. Cosa potevo fare?
Senza pensarci due volte, riuscii a sorpassallo e correre per le scale. Louis mi stava dietro e ci trovammo in cucina a girare intorno al tavolo.
“Sai che te ne penti adesso vero? Cara sorellina, quante volte te lo devo dire che non puoi entrare nella mia camera?” ci guardavamo minacciosi. Ormai era questa storia tutte le volte.
“Ma fratellone, sai che io non farei mai niente di cattivo contro di te. Io ti voglio tanto bene” e feci gli occhi da cucciolo. Si lasciò scappare una risata. Dopo tutto, lui mi voleva bene.
 Ero la sua sorella da proteggere. Anche se gli piaceva prendermi in giro, non voleva che  qualcuno mi potesse far del male e mi difendeva sempre.
Suonò il campanello e lui si girò verso la porta. In quell’attimo di distrazione, riuscii a correre verso il salotto, ma, Louis era più veloce e mi bloccò sul divano. Prese un cuscino e fece finta di soffocarmi, mentre io mi dimenavo. Riscuonò il campanello e si sentì una voce da fuori.
“Ehi Louis, dai apri la porta siamo noi!” erano i suoi amici.
“Bene, mancavano solo loro” ero ancora sotto la sua stretta quando avvertì loro che la porta era aperta.
Mentre entravano, Louis cercava ancora di soffocarmi.
Harry scoppiò a ridere alla nostra vista. Lui era come un altro fratello per me. Si trovava a casa nostra, più spesso di quanto mi ci trovassi io. Anche se mi metteva ancora un po in imbarazzo trovarmelo la mattina a colazione o mentre si fa la doccia a casa nostra. Ormai è una abitudine. Così tanto che aveva anche una sua stanza, perché spesso si fermava a dormire da noi.
“ Sempre a combattere voi due. Louis non si menano le ragazze” si sedette sul divano seguito da Zayn e Liam. Loro insieme erano i ragazzi più popolari della scuola. Louis avrebbe dovuto averla finita, ma è stato bocciato e si trovava in classe con Zayn e Liam. Harry era un anno più piccolo di loro e uno più d me.
Già, io ho sedici anni e sono solo la “sorella di Louis”. Non ho un nome e questo mi da fastidio.
Ero abbastanza riservata e timida, ma con i miei amici ero solare e mi divertivo con poco.
“Dai Louis, lasciala stare. Cosa avrà mai fatto di così grave?” scoppiò a ridere Zayn. Da sotto il cuscino ero diventata tutta rossa e odiavo queste situazioni. Farmi mettere i piedi sopra la testa da mio fratello, non riuscivo ad accettarlo.
Poco dopo mi lasciò andare e riuscii a respirare per bene. Era distesa sopra il divano e, quano aprii gli occhi, mi trovai a fissare quelli di un verde smeraldo di Harry. I riccioli dei suoi capelli gli incorniciavano i viso. Mi stava proprio accanto e vedevo che sorrideva. Se potevo, avrei potuto sprofondare.
“ehi, sei tutta rossa”  mi spostò una ciocca dei capelli dietro l’orecchio. Non riuscivo a muovermi. Nonostante fosse come un fratello per me, mi faceva venire sempre i brividi e il sorriso da ebete.
Louis mi prese le gambe e le buttò giù dal divano. E si mise tra me e Harry.
“ Sai? Potresti anche andare di sopra, invece che darci fastidio” sbuffò Louis dandomi una spallata.
“Sai invece tu? Potresti non rompermi sempre così tanto le palle. Mi faresti un favore” e gli diedi un pugno sul braccio.  Mi fulminò con lo sguardo.
“Dai, Lou. Falla rimanere se vuole. Non ci da fastidio” era la prima volta che quel giorno Liam apriva la bocca. Lo guardai e gli sorrisi. Mi era stato sempre simpatico. Era silenzioso e non diceva mai niente a sproposito.
“Ok, ma ci devi portare qualcosa da mangiare. Su cammina”
Mi alzai sbuffando facendogli la linguaccia e andai in cucina. Presi dal frigo una bottiglia di coca-cola e da un armadietto le patatine. Tenevo tutto in equilibro precario, quando mi sentii toccare sulla spalla. Sussultai e mi girai di scatto, facendo cadere tutto quanto.
“è meglio che ti dia una mano” Harry si accucciò per aiutarmi a raccogliere tutto. In quel frangente di tempo, mi sfiorò la mano e fui percossa da dei brividi.
“Non sono impedita. Riesco anche da sola e poi da quanto sei diventato così gentile?” mi alzai e presi dei bicchieri dalla credenza.
“Per te posso fare di tutto” mi fermai conil braccio alzato verso lo sportello a quelle parole. Non riuscii a non sorridere. Feci finta di niente e portai in salotto tutto quanto con il suo aiuto.
“Vedi che ti rendi utile quando servi sorellina” stappò la bottiglia mentre mi guardava con fare beffardo.
“Mentre tu quando inizierai a esserlo?” gli diede un piccolo schiaffetto affettuoso sulla guancia. Mi tirò per un braccio e mi fece cadere sul divano.
“Te e le tue maniere dolci” sbuffai prendendo un po’ di patatine.
Passammo quasi tutto il pomeriggio a rimpizzarci di patatine e a parlare. Io stavo zitta la maggior parte del tempo. Anche se ormai erano di famiglia, era sempre strano parlare con i ragazzi più gettonati della scuola.
Ad un certo suonò il campanello.
“Vai tu, non ho voglia di alzarmi”
“Sempre gentile fratellone” mi alzai e andai alla porta.
Senza capire ancora chi era, mi trovai due braccia al collo che quasi mi stritolavano.
“Non mi chiamare sa. Io disperata ad aspettare una tua chiamata!” questa voce già la conosevo.
“Ma che cosa ti prende Lucy? Sembra che non ci vediamo da un mese” scollai la mia migliore amica da me.
“Ma certo! Mica ti puoi liberare di me facilmente. Ti devo raccontare una cosa e subito!” si mise a gridare. Non so, a volte gli prendeva gli scatti da matta. Gridava, rideva e saltava come impazzita. Ma lei è Lucy, e io gli voglio bene così come è.
Stava ancora saltellando euforica, quando la portai in salotto. Alla vista degli amici di Louis si zittì di colpo e le sue guance si infiammarono all’improvviso.
“C-ciao” non riuscivo a smettere di ridire e mi misi dietro a lei per non farmi vedere.
“Lei è la mia amica. Noi andremmo di sopra. Abbiamo molto di cui parlare.” vidi che i ragazzi sorridevano.
“Sei Lucy vero? Ti abbiamo vista a scuola.” Parlò a nome di tutti Liam.
“Già, adesso andiamo di sopra, prima che gli venga un infarto proprio qui.” La presi per un braccio e la portai di peso per le scale. Era come un paralizzata. Solo dopo essere entrata in camera ed essersi seduta sul letto, si rianimò.
“Oddio, Liam Payne sa come mi chiamo!” saltò sopra il letto tutta eccitata. Non riuscii a non sorridere. Lei era fatta così.
“ ahhaha dai che se vuoi gli chiedo il suo numero”
“Davvero? Faresti questo per me?” si sedette vicino a me, guardandomi speranzosa.
“Ma te pare? Non avrei il coraggio di fare una cosa simile” vidi una punta di delusione sul suo viso che sparì subito.
“Non fa niente. Ok, preparati per la notizia” mi prese le mani
 “Ok, calmati. Non voglio che mi muori tra le mani”  ridacchiai io.
“ Allora. Oggi sono andata al negozio di scarpe giù al centro, perché volevo comprarmi un paio nuovo. Sai, quelle che porto sono tutte rotte mentre l’altre non mi stanno più…comunque non è questo il punto. Mentre ero a sceglierle, mi viene addosso un ragazzo che mi fa cadere quelle che avevo in mano. Si accuccia subito per raccoglierle e mi chiede scusa. In quel momento si incrociano i nostri sguardi e…cavolo quanto è bello! Biondo, con due occhi azzurri che ti gelano! Viso perfetto, lineamenti perfetti…sorriso perfetto! Mi sorride e se ne va. Wow” mi guarda trasognata. Aspettai che continuasse a parlare, ma rimase zitta. Compresi che avesse finito lo “stupendo” racconto.
“Tutto qui? Tutta questa agitazione per questo incontro?” ero un po’ scettica. Lei credeva ancora al principe azzurro. Io ormai non ne ero più convinta. Dopo le ripetute delusione subite, non mi facevo ingannare troppo facilmente.
“ tutto qui!?!? Cosa tutto qui!! So che in quel momento è scattata una scintilla. L’ho vista nel suo sguardo.” Mi indicò i suoi occhi, come se potessi vederla in quel momento.
“Ma te si tutta matta. Altro che scintille nel suo sgurado. Te ce le hai nel cervello” e gli battei le nocche sulla testa. “Senti? Vuota!” fece la faccia da offesa, ma tenne a stento una risata. Ci stendemmo a parlare sul letto di tutto e di più, quando girai lo sguardo verso la sveglia. 9:15.
“Cavolo! Lucy, hai visto che ora è?” si girò anche lei a vedere la sveglia.
“Mia madre sarà infuriata di sicuro! Devo scappare! Ci vediamo domani” e con questo non riuscii in tempo a salutarla, che era già volata per le scale.
“Io ancora non capisco, dove trova tutta questa energia”  era Louis. Entrò dentro la stanza. Si sedette vicino a me.
“Bè, cosa ci vuoi fare. Lei è Lucy” sorrisi e così anche lui e si sedette vicino a me.
“Sai, è da tanto che non facciamo una chiaccherata da buoni fratelli. Mi manchi un po’” questo suo comportamento mi insospettiva un po’. Ma quando mai gli sono mancate le nostre conversazioni?
“Avanti, sputa il rospo. Se devi dirmi qualcosa fallo subito. Ormai non ci casco più” mi alzai su a braccia conserte.
“Vedo che non sei più la credulona di una volta. Brava sorellina, impari velocemente.” Mi cinse le spalle con un braccio. Lo scansai velocemente e lui fece finta di offendersi.
“Dai muoviti. Ho sonno” feci la dura.
“SI, soprattutto alle nove di sera! Comunque. Domani mamma e papà usciranno e ritorneranno tardi e sai che loro non vogliono che usciamo di casa. Zayn fa una festa e non posso perderla per niente al mondo. Io devo scappare di nascosto, ma te devi promettermi che manterrai la bocca chiusa. Non fai questo per il tuo fratellone?” mi guradò con occhi da cucciolo.
“Certo, sai ch non mi piace fare la spia” lo vidi esultare “ma ad una condizione: devi portarmi con te” e il suo entusiasmo svanì come era venuto.
“Assolutamente no! Non posso farti da baby-sitter!” scattò in piedi.
“Ho sedici anni! Non mi serve una baby-sitter. Riesco ad arrangiarmi da sola e forse anche meglio di te!” gli urlai addosso.
Dopp un attimo di pausa, mi guardò attentamente per poi sospirare.
“Va bene se proprio non posso farne a meno, ma guai a te. Non provare a toccare neanche un alcolico. Sai che non voglio” mi catapultai tra le sue braccia. Lui stava attento a tutto quello che facevo. Non voleva incidenti spiacevoli. Per questo io lo adoravo.
“Grazie, grazie,grazie fratellone. So che ci tieni a questa cosa e te lo prometto. Niente alcool.”
“Puoi portare anche la tua amica, se non vuoi essere da sola. Perché lì dentro sarà come se non ti conoscessi” ovviamente.
“Perfetto, adesso vai. Ho sonno” mi sciolsi dal suo abbraccio, ma prima che se ne fosse andato, diedi un colpetto di tosse. Si girò verso di me.
“Cosa vuoi ancora?” indicai la mia guancia con aria furba.
“Non mi dai il bacio della buonanotte?” si avvicinò a me e mi stampò un bacio dolce, dolce sulla guancia. Poi mi prese la testa e la strofinò con le nocche.
“Ecco a te sorellina, buonanotte” e se ne andò chiudendo la porta.
Wow, si che il giorno dopo mi sarei divertita.

spazio per meee

ciaoo a tutte pipol (?) 

questa è la mia prima ff che scrivo e spero tanto che vi piaccia. 

i primi capitoli verranno pubblicati frequentemente perchè li avevo già scritti e salvati sul pc. non riuscivo a registrarmi su efp e quindi per un pò ho continuato a scrivere solo su word.

cooooomunque credo che questo non vi interessi e quindi ritorniamo alla storia.
vi piace come inizio? vi informo subito che ho sbagliato a sctivere....credo che troverete scritto prologo ma in realtà è il primo capitolo. non riesco a toglierlo e quindi vi dovrete accontentare del pasticcio che ho creato. spero che continuerete a seguire la mia ff...al prossimo capitolo! :)))



 

  
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